Febbre da calciomercato estivo
Commento live delle trattative più interessanti della sessione estiva.
Commento live delle trattative più interessanti della sessione estiva.
5 filtranti di Rick Karsdorp
di Emanuele Atturo
[Lunedì 10, mattina]
#Monchi: “#Karsdorp è un calciatore magnifico per il presente e per il futuro”
Leggi tutte le sue parole https://t.co/69cby7bekZ#ASRoma pic.twitter.com/UgEdUdWDwq
— AS Roma (@OfficialASRoma) 9 luglio 2017
Rick Karsdorp è soprannominato “La locomotiva di Schoonhoven”, cittadina olandese in cui è nato, famosa per la sua produzione d’argento. L’idea del nuovo terzino della Roma come giocatore atleticamente straripante – come per certi versi effettivamente è – ha offuscato quelle qualità che rendono davvero Karsdorp un terzino speciale, unico nel contesto europeo: la visione di gioco, la qualità del suo gioco di passaggi.
Ecco quindi 5 gif di verticalizzazioni dalla difesa che ridefiniranno la vostra idea di Karsdorp.
Karsdorp parte in accelerazione per guidare la transizione, ma tiene la testa alta e si accorge del movimento di Jorgensen che scappa sulla linea difensiva. Allora decelera, rialza la testa e lancia un pallone preciso.
I lanci di Karsdorp verso Jorgensen sono stati quest’anno un leitmotiv dell’attacco del Feyenoord. Eccone un altro. Se quest’anno il danese ha segnato una quantità di gol senza senso (20), uno dei motivi è proprio Rick Karsdorp.
Ecco un altro esempio. Il Feyenoord è in fase di attacco posizionale e gli spazi sono pochi. Karsdorp porta palla con poca pressione addosso perché la difesa è troppo passiva e lui arriva da molto indietro. Vede il movimento di Jorgensen – che non sembra neanche un suo movimento, ma più il centrale avversario che lo molla – e lo serve scavando leggermente il pallone. Un esempio di quanto sia importante nel calcio contemporaneo che anche i difensori sappiano giocare con i piedi.
Che non significa saper solo toccare il pallone ma anche essere creativi, non fare giocate meccaniche, sapersi prendere responsabilità che non competerebbero in teoria a un terzino. Passaggi come quello sopra di solito sono dati dall’ala al terzino, non il contrario.
La capacità di Karsdorp di vedere il gioco in verticale derivano probabilmente da un inizio di carriera da trequartista. I cross dalla trequarti sono l’arma offensivamente statisticamente più inefficiente, ma non credo che quello che vediamo sopra possa essere definito come un cross dalla trequarti. Karsdorp segue con gli occhi il taglio dell’attaccante, finché non è sfilato oltre la difesa e può servirlo.
Quando Karsorp ha il pallone tra i piedi è bene quindi che i suoi compagni si muovano in profondità. Nella Roma non sappiamo ancora verso chi Karsdorp potrà sparare col laser queste tracce in verticale lungolinea, che sarebbero state perfette per “Momo” Salah.
Amine Harit è andato allo Schalke!
di Daniele Manusia
[lunedì 10, mattina]
I welcome AMINE HARIT to FC SCHALKE 04! Great signing! I hope and pray he lives up to his potential in GELSENKIRCHEN! #S04 #Bundesliga pic.twitter.com/mgixc5g63L
— Schalke USA #S04 (@schalke_usa) 9 luglio 2017
Questo pezzo è un adattamento di quello pubblicato originariamente (in inglese) sul blog di Wyscout, che vi consigliamo vivamente di seguire (ci sono anche i nostri autori). Quando è uscito questo pezzo Harit aveva giocato alcuni mesi di alto livello, nella seconda parte di stagione Sérgio Conceicao lo ha fatto giocare meno. Per dare un giusto contesto a quello che leggerete.
A diciannove anni, il gioco di Amine Harit non è incentrato sul dribbling, pur avendo un’ottimo gioco di gambe e una tecnica in velocità di primo livello. Dal suo allenatore al Nantes, René Girard, non è considerato un giovane da far adattare a poco a poco, ma piuttosto un calciatore in grado di coprire tutti i ruoli del centrocampo, abbastanza affidabile da essere il quinto giocatore della squadra ad aver giocato più minuti dall’inizio della Ligue 1 (i primi 4 hanno giocato sempre).
Harit si era messo in mostra nell’Europeo U19 vinto dalla Francia quest’estate, superiore ai suoi coetanei praticamente sotto ogni aspetto. In queste prime 9 giornate di Ligue 1, la sua prima stagione tra gli “adulti”, sta dimostrando polivalenza e maturità non comuni per la sua età.
Ha giocato da trequartista, mezzala e esterno di un centrocampo a 4, interpretando ogni ruolo con una mobilità da tuttocampista. Da centrocampista centrale resta più bloccato per ragioni difensive, ma può sfruttare tutta la sua qualità nel playmaking e può guidare le transizioni della squadra con una conduzione di destro fuori dal comune (è alto solo 1.79 ma ha leve lunghe e una struttura molto leggera).
Non c’è un’azione tipica che racchiuda il talento di Harit, proprio perché adattabile a circostanze e spazi diversi. La conduzione della palla ad alta velocità è solo un aspetto, a cui si aggiunge il dribbling e la visione di gioco, la capacità di lettura dell’azione, a partire dal gesto tecnico con cui può indirizzarla in un senso o in un altro.
Qui sotto Harit chiude lo spazio al centro e parte in verticale dribblando il raddoppio avversario, poi con l’uomo addosso arriva fino a un secondo raddoppio ma quando sembra aver perso palla riesce invece a proteggerla fino all’ultimo e a trovare una linea di passaggio alle spalle dell’avversario. Così crea un 3 contro 3 momentaneo che il Nantes poi non è in grado di sfruttare.
Da mezzala si alza tra le linee e in orizzontale cerca il giusto half-space in cui prendere palla e girarsi. Da trequartista non prende sempre la scelta migliore, ma soffre anche la mancanza di spazio per portare palla. Da esterno, sia sinistro che destro, si sposta al centro fino a entrare in relazione addirittura con il terzino opposto. E spesso riesce a girarsi e partire in verticale anche con l’uomo alle spalle e la linea laterale alla sua destra.
Se la tecnica è da fuoriclasse, in compenso Harit dovrà lavorare sulle conclusioni per migliorare la precisione. Secondo i dati di Wyscout tira 1.6 volte ogni 90’ di cui solo il 25.9% coglie lo specchio della porta (on target), e sono ancora 0 gol su 17 tentativi (di cui 8 da dentro l’area di rigore (inside the box).
È presto per dirlo, ma il Nantes potrebbe aver prodotto un centrocampista all’altezza di una tradizione che ha visto in maglia gialla giocatori come Desailly, Deshcamps, Karembeau, Makélélé Toulalan e Payet.
Hachim Mastour: la sconfitta dello stile (per ora)
di Daniele Manusia
[Venerdì 7, pomeriggio]
Dopo 5 anni Hachim #Mastour non è più un giocatore del #Milan; oggi si è svincolato dalla società rossonera. pic.twitter.com/b8ChRLISQ7
— Yassine Jaouhari (@AlmarssadProIta) 1 luglio 2017
Di fronte alla notizia del giovane prodigio più famoso d’Italia, Hachim Mastour, svincolato dal Milan, rimasto senza contratto come un ventenne italiano qualsiasi, sarebbe fin troppo facile sottolineare il sensazionalismo della stampa sportiva e l’ingenuità dei tifosi che ci hanno creduto.
Diciannove anni appena compiuti, Mastour è sotto l’occhio pubblico da quando ne aveva quattordici, parte del nostro immaginario grazie ai video in cui palleggiava con ciliegie e mandarini. Nelle ultime due stagioni, passate in prestito in Spagna (al Malaga) e Olanda (PEC Zwolle), ha accumulato 6 presenze ufficiali. In Spagna, addirittura, ha giocato appena cinque minuti ufficiali.
Di lui hanno parlato bene in molti – persino Javi Gracia, allenatore del Malaga, ha detto che sarebbe diventato un grande giocatore – ed è naturale chiedersi se è davvero possibile che si fossero sbagliati così clamorosamente, se in realtà non fosse stato tutto fumo negli occhi.
Domande che ne nascondono un’altra: possibile che da quel tipo di talento, che comunque è un talento, non si riesca a tirare fuori un calciatore?
Facile adesso pensare che queste cose in realtà non servono a niente.
Il paradosso di Mastour, freestyler, Youtuber in un certo senso, è che dai suoi minuti passati in campo tra i professionisti non sarebbe possibile estrapolare neanche un’azione brillante con cui continuare a illuderci.
Sembra quasi una punizione, per un giocatore cresciuto su YouTube, che ogni sua azione da professionista sia una dimostrazione così evidente di velletarietà. Tipo questa:
Hachim Mastour è fisicamente inadatto al calcio di oggi, esplode letteralmente nei contrasti, anche se ha un buon primo controllo e mette il corpo tra palla e avversario è troppo facile spostarlo. Ogni volta che entra in possesso del pallone l’azione può finire sostanzialmente in due modi: perde palla, o gli fanno fallo. È incredibile ma anche il suo dribbling è estremamente inefficace in un campo da calcio “vero”.
La cosa ancora più crudele è che Mastour si muove sempre benissimo. È agile, elegante, tocca bene la palla, eppure non ha mai uno slancio che porti a qualcosa di anche lontanamente utile alla propria squadra. Mastour, oggi come oggi, è solo stile. E la sua esperienza dimostra che lo stile da solo non basta per diventare calciatori.
Se vi siete intristiti, questa è la sua migliore azione degli ultimi due anni:
Tuttavia, Mastour ha ancora diciannove anni e oltre a irrobustirsi (che non gli farebbe male) può sempre trovare una strada per dare un senso al suo talento. Magari giocare a pochi tocchi, muovendosi molto di più senza palla?
Questo, oppure aspettare che il calcio adotti le categorie di peso degli sport di combattimento. Sarebbe un fenomeno nella Serie A sotto i 70 kg.
La Redazione de l'Ultimo Uomo è divisa tra Roma e Milano, ed è composta da una dozzina di ragazzi e ragazze che, generalmente parlando, ti vogliono bene.
L’ultima infornata di acquisti da non credere.
Nainggolan alla SPAL, ovviamente, ma non solo.
Il calciomercato sa ancora sorprenderci.
La categoria meno desiderata degli Ultimo Uomo Awards.
La difesa del Napoli sta ottenendo risultati eccezionali, ma come tutti i sistemi ha dei punti deboli.
La squadra di Di Francesco si è dimostrata più convinta, organizzata e intensa della Lazio, e ha portato a casa una vittoria pesante per la classifica.