Febbre da calciomercato estivo
Commento live delle trattative più interessanti della sessione estiva.
Commento live delle trattative più interessanti della sessione estiva.
Ilicic all’Atalanta può funzionare?
di Fabio Barcellona
[Venerdì 7, mattina]
Benvenuto Josip #Iličić https://t.co/CiVovBzt1A #AtalantaLife #GoAtalantaGo ⚫ #EuAtalanta pic.twitter.com/E6FIDRkGkS
— Atalanta B.C. (@Atalanta_BC) 5 luglio 2017
Il 5 luglio l’Atalanta ha annunciato l’acquisto dalla Fiorentina di Josip Ilicic dalla Fiorentina, le cifre ufficiali non sono note ma si parla di circa 5.5 milioni di euro, per battere la concorrenza della Sampdoria che non l’ha presa bene. Immaginare il matrimonio tra Ilicic e Gian Piero Gasperini è un’operazione affascinante: il prototipo del calciatore talentuoso ma sommamente incostante, e almeno all’apparenza indolente, che incontra un allenatore che non negozia su intensità, applicazione e continuità.
A questo va aggiunto che la stagione appena trascorsa è stata probabilmente la peggiore in Italia di Ilicic: i numeri grezzi raccontano di soli 5 gol e 4 assist, contro i 13 gol e 6 assist della stagione precedente (senza dubbio la migliore alla Fiorentina). Ilicic ha vinto la non invidiabile classifica dei giocatori che tirano troppo calciando verso la porta avversaria 77 volte per raccogliere solo 3 gol, con una media di quasi 26 tiri per ogni gol, evidenziando anche una cattiva selezione dei tiri stessi visto che, potenzialmente, gli avrebbero fruttato solamente 4.4 xG.
Un tiro così brutto che forse in realtà è un passaggio geniale. Ma molto più probabilmente è un tiro brutto. Difficile capire le intenzione di un giocatore indolente come Ilicic.
Anche per questo Ilicic è stato un serio candidato al titolo di giocatore più fumoso della stagione, dopo che l’anno precedente era stato addirittura inserito nella top 11 della serie A.
Nell’altalena di rendimento delle due ultime due stagioni si possono trovare dei motivi per guardare con ottimismo al futuro di Ilicic con Gasperini. Il rendimento dello sloveno sotto la guida di Paulo Sousa è stato fortemente influenzato da quello dell’intera squadra: nel 2015-16, e in particolare nella prima metà della stagione, la Fiorentina di Sousa ha prodotto forse il miglior calcio dell’intera serie A, molto organizzato e propositivo, e Ilicic ha trovato il contesto ideale per esprimere le sue qualità, mettendo in ombra le sue debolezze.
Questo invece è decisamente un brutto tiro. Da posizione defilata, lontano dalla porta. Di destro. Con due avversari a un metro di distanza.
In fase di possesso palla la Fiorentina disegnava in mezzo al campo un quadrato, costituito dai due interni e dai due trequartisti, con cui dominava il possesso e di cui lo sloveno occupava il vertice avanzato di destra, giocando negli half-spaces dello schieramento difensivo avversario. Le ricezioni a piede invertito di Ilicic preparavano poi il campo alle conclusioni e agli assist, favoriti dall’ottimo movimento senza palla dei compagni. In fase di non possesso la Fiorentina tendeva a difendere in avanti e Ilicic in posizione di trequartista nel 4-4-1-1 difensivo dei viola, si occupava di pressare i centrocampisti bassi avversari.
Esaurito il ciclo propositivo della gestione Sousa, lo sloveno è stato risucchiato nel grigiore generale della squadra e a prevalere sono stati gli aspetti deteriori del calciatore, la sua tendenza a cercare soluzioni individuali e la mancanza di intensità.
Ok, però ricordate che Ilicic sa anche tirare bene!
Il calcio che Ilicic si troverà a giocare all’Atalanta ha alcune similitudini, ma soprattutto differenze con quello che ha lasciato alla Fiorentina. Di certo troverà un contesto parecchio organizzato e l’esperienza alla Fiorentina dimostra che il suo talento può esprimersi al meglio solo dentro meccanismi chiari e definiti che il suo nuovo allenatore certamente gli fornirà.
Il suo ruolo ideale nel calcio di Gasperini sembra essere quello di grimaldello tattico avanzato nei moduli fluidi continuamente proposti dal tecnico piemontese. Nel 3-4-3 di base, Ilicic può occupare la posizione di punta di destra ma se alla Fiorentina quello stesso ruolo lo portava a ricevere la palla negli spazi interni, il gioco offensivo dell’Atalanta – che si sviluppa quasi integralmente sulle catene laterali – lo porterà a dialogare coi compagni di fascia in posizione più aperta, per poi chiudere internamente nella fase di finalizzazione della manovra.
Perché non essere ottimisti quando c’è così tanta qualità?
Inoltre, la discreta duttilità dello sloveno, può garantire a Gasperini la flessibilità richiesta dal suo camaleontico adattarsi allo schieramento avversario: partendo dal centro-destra Ilicic può occupare la posizione di trequartista puro, disegnando per la sua squadra un 3-4-1-2 o, addirittura, la posizione di mezzala in un 3-5-2. Anche in fase di non possesso palla, la tendenza ossessiva della squadra nerazzurra a difendere in avanti può nascondere in parte le sue mancanze difensive.
L’Atalanta ha investito sul talento di Ilicic, convinta probabilmente che l’organizzazione di Gasperini possa creare un contesto favorevole per vedere la versione migliore del calciatore sloveno. La scommessa è stimolante e, in teoria, alla portata sia di Gasperini che di Ilicic.
17 cose da mettere negli stadi più utili della lap-dance
di Marco D’Ottavi
[giovedì 6, pomeriggio]
Tavecchio: «Negli stadi non solo calcio. Ci devono essere anche farmacia e lap dance» https://t.co/26s7GO8DA3 pic.twitter.com/63XHiMZo8V
— Corriere della Sera (@Corriere) 5 luglio 2017
Intervenuto in Commissione Antimafia, Carlo Tavecchio ha detto la sua sulla situazione degli stadi in Italia e in particolare sulla questione spinosa della “responsabilità oggettiva”. Del discorso di Tavecchio, però, che avrebbe un suo interesse quanto meno perché si tratta del numero uno della FIGC, si è parlato solo in relazione a una singola frase. Questa: «Gli stadi non sono più posti dove andare solo a vedere il calcio, ci deve stare la farmacia, il cinema, la lap-dance, bisogna fare attività sociale». Lo scandalo suscitato da questa frase fuori contesto è solo in parte giustificato dal curriculum di Tavecchio ricco di pessime uscite: quella volta di Opti Pobà, la volta di gay ed ebrei, quella del calcio femminile.
In realtà la citazione di Tavecchio stavolta è stata fraintesa. Come ha ricostruito Il Post: «Tavecchio quindi non stava suggerendo che negli stadi venisse introdotta la lap-dance, ma stava dicendo che la tendenza generale è rendere gli stadi dei posti in cui l’attività sportiva legata al calcio sia solo una delle molte cose che si possono fare: e per garantire la sicurezza di tutte queste cose molto diverse – Tavecchio sembra citare la lap-dance nel suo elenco proprio per enfatizzare quanto queste cose possano essere anche lontanissime dal calcio – la responsabilità oggettiva delle società sportive non può essere rimossa».
Tavecchio insomma – che poteva sembrare quel tipo di persona che non riesce a elencare tre attività ricreative in fila senza citare la lap-dance – non ha fatto niente di male, ma ciò non toglie che ci ha dato lo spunto per suggerire altre possibili attività da inserire all’interno di uno stadio.
1. Campi da calcetto: l’unica cosa che un tifoso di calcio può preferire a guardare il calcio è giocare a calcio.
2. Biblioteche: immaginate i tifosi che nell’intervallo tra primo e secondo tempo consultano il saggio sulla letteratura fantastica di Zvetan Todorov, oppure si fanno un po’ di complotti con le riflessioni di Gurdjeff. No, non servirebbe a molto, però pensate se Tavecchio avesse citato “una biblioteca” tra le cose da mettere in uno stadio, per quanto strano, ci avrebbe sorpreso in positivo.
3. Il WI-FI gratuito: anche se non piacerebbe a tutti, siamo pur sempre nel 2017 e la gente deve poter fare altre cose mentre guarda una partita di calcio. Chattare, postare, scaricare film, comprare cose su Amazon…
4. Un night club: c’è chi non si accontenta della lap-dance, vuole anche l’atmosfera, l’estetica, il lato umano. Se dobbiamo oggettivare il corpo, che peraltro è più o meno quello si fa negli stadi, per favore facciamolo bene.
5. Uno sportello per il VAR personalizzato: 2 euro per guardare l’azione in una cabina, con possibilità di postarla sui social con tono polemico.
6. Un Nailbar: pare che bere drink mentre ti fanno le unghie sia la nuova esperienza irrinunciabile per gli occidentali. Incredibile, ma più della lapdance.
7. Un museo: pensate che bello l’incontro tra il pubblico che vuole vedere Giacometti e quello con la maglia di Bernardeschi.
8. Una scuola di pole dance: la pole dance (spesso erroneamente confusa con l’attività ludica “lapdance”) è un mix tra ginnastica e ballo che si fa intorno ad una pertica. Si basa sulla realizzazione di figure acrobatiche che richiedono grande forza e coordinazione. Ma soprattutto scegli tu se farla, nessuno ti paga, non devi toglierti i vestiti mentre lo fai.
9. Un negozio di animali: ancora meglio: un negozio di animali che vende solo l’animale simbolo della squadra ospitante. Riempiamo gli stadi di zebre, lupi, grifoni, biscioni, aquile, stregoni, tori, diavoli e marinai.
10. Un posto dove tu vai prendi un pezzo di carta, scrivi il nome del giocatore che vorresti nella tua squadra, alla fine della stagione viene estratto un nome e la squadra lo deve comprare: ovvero se non riusciamo a migliorare gli stadi, miglioriamo il campionato.
11. Un posto dove tu vai prendi un pezzo di carta, scrivi il tuo nome, alla fine della stagione viene estratto un nome e l’anno prossimo quello sarà l’allenatore: ovvero se non riusciamo a migliorare gli stadi, almeno dateci la vera democrazia.
12. Un negozio di tappi: così tutti quelli che allo stadio si lamentano se gli tolgono il tappo dalla bottiglia d’acqua solo per costringerli a comprare acqua all’interno dello stadio potranno smettere di lamentarsi, a meno che il costo dei tappi non sia superiore a quello dell’acqua venduta allo stadio (ma sarebbe una pessima strategia di mercato).
13. Una piazza: con due panchine, qualche albero, una fontanella, dei giochi. E poi vedi come lo stadio diventa un luogo di aggregazione. Ci andranno i pensionati a prendere un po’ d’ombra, i bambini quando non c’è scuola, gli adolescenti ci si darebbero gli appuntamenti. Nascerebbero amori, amicizie, perché no: movimenti politici.
14. Fabio Grosso che ti spiega come ha segnato quel gol lì: gli dai un negozietto, una mini porta, un po’ d’erba sintetica, e quando vuoi emozionarti tu vai lì e lui ti spiega tutto per bene e a te viene la pelle d’oca.
15. Un negozio che vende mani giganti: perché negli stadi italiani non si vendono le mani giganti? Se vogliamo adottare il modello americano dovremmo adottarlo fino in fondo, e lì, nel fondo, ci stanno le mani giganti.
16. Un cinema: in cui proiettare grandi partite del passato. Così chi si è stancato dell’ennesimo 0-0 contro il Chievo Verona potrà rifarsi gli occhi.
17. Gatti: riempiamo gli stadi di gatti.
5 sostituti di Salah alla Roma
di Daniele V. Morrone
[Giovedì 6, mattina]
#Canovi sul mercato della Roma: “Lucas più facile di Thauvin”
https://t.co/6MwNkSrZZ6 pic.twitter.com/YnaQWBWEqL
— calciomercato.it (@calciomercatoit) 5 luglio 2017
Il vero banco di prova per il mercato della Roma non saranno tanto le cifre a cui si concluderanno le cessioni, quanto la scelta dei sostituti: come dice Monchi non è importante vendere bene ma comprare bene.
La scelta del sostituto di Salah è la più importante e difficile da prendere per Monchi. Importante perché con ogni probabilità è dove verrà investito la maggior parte del budget di mercato. E difficile, perché l’offerta di ali destre è al momento particolarmente scarsa, con le migliori che militano nelle squadre più ricche a cui quindi è difficile strappare prezzi ragionevoli.
Posto che non possiamo avere certezze sul profilo tecnico che preferisce Di Francesco per il ruolo, ho fatto un lista con i nomi che ritengo più probabili, fissando 40 milioni come il tetto massimo di spesa per il ruolo.
Lucas Moura
Fattibilità: 10%
Fascino: 80%
Lucas sarebbe il profilo con più visibilità in questa fase embrionale del progetto della Roma di Monchi. Un titolare di top club europeo, un po’ frustrato dal non essere però al centro del progetto del PSG e con ancora ampi margini di miglioramento (alla fine ha ancora 24 anni). Difficile ipotizzare un prezzo per il suo cartellino, perché il PSG non ha motivo per venderlo né da un punto di vista economico che tecnico, ma l’operazione sembra complessa più che altro per le cifre d’ingaggio. L’eccellenza, d’altra parte, costa.
Florian Thauvin
Fattibilità: 40%
Fascino: 60%
Non può mancare un francese in una lista di Monchi, un direttore sportivo che conosce a menadito la Ligue 1. Thauvin ha una grande progressione palla al piede ed ha avuto una stagione molto produttiva a livello realizzativo (15 gol e 8 assist), ma rimane comunque un’incognita. Nonostante la giovane età (24 anni) ha già avuto un giro a vuoto con il Newcastle ed è difficile prevedere oggi la sua riuscita con una squadra come la Roma. Non è detto, però, che, dopo questa grande stagione con l’Olympique Marsiglia, non sia pronto all’esplosione definitiva.
Domenico Berardi
Fattibilità: 50%
Fascino: 50%
Berardi alla Roma farebbe contenti quasi tutti. Di Francesco, che si ritroverebbe un giocatore che ha già allenato e che a lui deve tutto. La Roma, che potrebbe puntare su uno dei talenti più promettenti dell’intero panorama italiano. Il Sassuolo, che continuerebbe a fare affari con una società con cui sta collaborando proficuamente da ormai alcuni anni. E soprattutto lo stesso Berardi, che potrebbe fare il salto nella grande squadra con la certezza di un posto da titolare. Bisogna vedere, però, quanto l’ala del Sassuolo sia davvero pronta a questo salto: Berardi viene da un Europeo Under 21 che non ha fugato i dubbi sulla sua consistenza tecnica e da una stagione piena di incognite, giocata a metà per motivi non ancora chiariti del tutto.
Jesus Manuel Corona
Fattibilità: 75%
Fascino: 55%
Corona è un’ala ambidestra del Porto dal dribbling ubriacante che dà costantemente la sensazione di poter fare una giocata spettacolare (come hanno visto loro malgrado i tifosi della Roma la scorsa estate durante i preliminari). Il prezzo sarebbe inoltre trattabile verso il basso, dato che il Porto sembra meno intransigente rispetto agli scorsi anni. Insomma, potremmo essere davanti al matrimonio perfetto: la Roma ha bisogno di Corona tanto quanto Corona ha bisogno della Roma per provare ad emergere definitivamente nel calcio europeo.
Quincy Promes
Fattibilità: 85%
Fascino: 35%
Promes è un’ala veloce, praticamente ambidestra e tecnicamente perfetta per il ruolo, che ha fantasia e visione di gioco per poter fare affermarsi anche in Serie A, non essendo nemmeno limitato all’atletismo. A quanto pare, lo Spartak Mosca per lui chiede una cifra intorno ai 20 milioni, dopo averne spesi 12 per prenderlo tre anni fa. Una cifra forse eccessiva per quella che rimarrebbe comunque una scommessa.
Theo Hernandez è ufficialmente un nuovo giocatore del Real Madrid
[Mercoledì 5, pomeriggio]
Comunicado Oficial: Theo Hernández.
https://t.co/T6y20gQGHQ#RealMadrid #RMMovistar pic.twitter.com/8TETshnGTm
— Real Madrid C.F. (@realmadrid) 5 luglio 2017
Theo Hernandez quest’anno ha giocato al Deportivo Alavés in prestito dall’Atletico Madrid. Si è rivelato come uno dei migliori terzini della Liga e la lunga mano del Real è arrivata, pagando 30 milioni di euro ai cugini dell’Atletico Madrid. Di lui aveva scritto Daniele V. Morrone nel recente Top XI sulla Liga spagnola Ecco il contributo a lui dedicato.
Arrivato in prestito come “fratello di Lucas Hernández”, Theo ha stupito per l’importanza ricoperta nel gioco della sua squadra (che ha chiuso nona da neopromossa: vera sorpresa della Liga) e per le sue prestazioni in alcune grandi partite. L’Alavés difendeva con un blocco molto basso e, una volta recuperata palla, Hernandez doveva far guadagnare metri alla squadra attraverso la forza atletica delle sue transizioni.
Col tempo ha anche affinato le letture, riuscendo ad entrare in campo e a muoversi negli spazi di mezzo. Una caratteristica non così comune per un terzino diciannovenne.
Pur essendo un terzino, se Theo non gira tutto il sistema offensivo della sua squadra si inceppa, arenandolo nel velleitario lancio lungo verso la punta. Se Theo funziona diventa invece un ariete lanciato verso le mura nemiche. Non è un caso se il Real Madrid si sia subito attivato andando addirittura a parlare con i rivali dell’Atlético che ne detengono il cartellino pur di farne l’erede di Marcelo.
La Redazione de l'Ultimo Uomo è divisa tra Roma e Milano, ed è composta da una dozzina di ragazzi e ragazze che, generalmente parlando, ti vogliono bene.
L’ultimo capitolo di una sessione invernale particolarmente rapsodica.
Chi è e come gioca il nuovo acquisto del Napoli.
Una sessione estiva di calciomercato segnata da molti ritorni.
La categoria meno desiderata degli Ultimo Uomo Awards.
La difesa del Napoli sta ottenendo risultati eccezionali, ma come tutti i sistemi ha dei punti deboli.
La squadra di Di Francesco si è dimostrata più convinta, organizzata e intensa della Lazio, e ha portato a casa una vittoria pesante per la classifica.