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Marco D'Ottavi
Lindstrom è un acquisto per Rudi Garcia
30 ago 2023
30 ago 2023
Chi è e come gioca il nuovo acquisto del Napoli.
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Marco D'Ottavi
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IMAGO / Kessler-Sportfotografie
(foto) IMAGO / Kessler-Sportfotografie
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Dopo aver visto Gabri Veiga preferire i soldi dell’Arabia Saudita, l’Atalanta respingere un’offerta da 45 milioni di euro per Koopmainers, il Napoli ha acquistato dall’Eintracht Francoforte Jesper Lindstrom per un totale di 25 milioni di euro tra prestito e riscatto. Vista così il danese sembra il rincalzo di un rincalzo, una terza scelta a cui la società di De Laurentiis è stata costretta dagli eventi, ma il calcio e i calciatori sono più complessi di così e il suo arrivo alla corte di Rudi Garcia non solo arricchisce le possibilità offensive dell’allenatore, ma porta in Italia un calciatore giovane e moderno, con caratteristiche peculiari e rare da trovare nel nostro calcio.

Di Lindstrom abbiamo parlato anche nel nostro podcast riservato agli abbonati "Che giocatore è".

Chi è Jesper Lindstrom Jesper Lindstrom è nato nel 2000 a Hoje-Taastrup, nella regione dell’Hovedstaden, estremo est della Danimarca; un posto dove tutto è prato e vento, sviluppatosi intorno a una stazione ferroviaria. Il suo primo allenatore lo chiamava “Jobbe”, come la figura biblica, per la sua grande propensione al sacrificio. L’esordio tra i professionisti arriva nel 2019 con il Brondby, la squadra per cui tifava da ragazzo e che due anni dopo guida alla vittoria del titolo. Una stagione da 10 gol e 11 assist che gli vale la chiamata dell’Eintracht Francoforte.

In Germania Lindstrom si è rapidamente affermato come uno dei giovani più interessanti della Bundesliga, tanto da vincere il premio di rookie of the year, cioè all'incirca miglior giovane esordiente del campionato, davanti a Dominik Szoboszlai. Da anni l’Eintracht è una squadra coraggiosa e verticale e, più dei suoi compagni arrivati in Italia tra questa e la scorsa estate (Kostic, Kamada, N’Dicka), Lindstrom è un emanazione diretta di questo spirito. Nel 3-4-2-1 super aggressivo di Oliver Glasner ha giocato principalmente da trequartista, ma all’occorrenza è stato usato anche in posizioni di campo più esterne. Più che la posizione in campo però, sono le caratteristiche ad averne fatto un calciatore perfetto per la Bundesliga. Lindstrom è veloce e dinamico, le giocate che tenta sono sempre molto ambiziose. Il suo stile di gioco è un po’ atipico per essere un trequartista, un ruolo a cui di solito è chiesto di facilitare la manovra, essere un catalizzatore di palloni e anche controllare il ritmo. Al contrario Lindstrom nell’Eintracht sembrava quasi scomparire: con 26.6 passaggi per 90 minuti, di cui appena 17 riusciti, nella scorsa stagione era meno impegnato nella manovra del portiere Trapp e praticamente la metà del suo compagno di reparto Kamada (47.4 passaggi per 90’, di cui 38.1 riusciti). Non è un quindi un calciatore che ha bisogno di toccare tanto il pallone per accendersi, ma è molto intelligente nel muoversi in relazione ai compagni, cercare il taglio giusto per creare spazi, occupare l’area di rigore per aumentare le linee di passaggio o mettersi in condizione di ricevere e accelerare la manovra con giocate a uno o due tocchi oppure saltando l’uomo. I suoi numeri sui dribbling non sono eccezionali, ma ha l’istinto e la rapidità per lasciare l’avversario sul posto.

Un gol che esprime abbastanza bene le qualità di Lindstrom.

Tecnicamente è già a un buon livello, soprattutto nel primo controllo, anche se non sempre pulito. Paradossalmente la sua qualità risalta di più quando è in movimento che non se deve giocare da fermo. Quando va in progressione sembra perennemente fuori controllo, ma spesso riesce a ricavare qualcosa di buono dal suo stesso caos. Anche per questo, senza toccare tante volte il pallone, nei suoi due anni in Germania è stato capace di mettere insieme numeri discreti: 14 gol e 13 assist in 80 partite. Insomma, Lindstrom è un giocatore plasmato dal calcio danese prima e da quello tedesco poi, due modelli che danno grande importanza a principi di gioco aggressivi e proattivi. Lo si può notare anche nel suo lavoro difensivo: è praticamente infaticabile quando si tratta di pressare, cercare di riconquistare seconde palle o comunque aggredire o riaggredire la costruzione avversaria. Un fisico piuttosto esile non lo aiuta nei contrasti coi difensori, ma in qualche modo riesce a farsi valere, sporcando passaggi, correndo tanto e bene.

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La peculiarità del sistema dell’Eintracht, se ne ha esaltato l’aspetto più istintivo del gioco, ha un po’ nascosto i suoi limiti. Che tipo di impatto può avere con un campionato dove il primo mantra è non sbagliare, in una squadra che - anche senza Spalletti - continuerà ad avere il pallone per la maggior parte del tempo contro squadre chiuse e dai ritmi bassi? Lindstrom probabilmente avrà bisogno di tempo per capire come muoversi in un mondo tanto diverso, ma a 23 anni sarebbe ingiusto etichettarlo già come un calciatore di sistema, uno che può andare solo a mille all’ora per funzionare. Un passaggio in Italia e al Napoli, allora, possono facilmente aggiungere altri livelli al suo gioco e sarà divertente vedere come potrà funzionare. Come può usarlo GarciaLa domanda però rimane: come infilare un trequartista così verticale nel 4-3-3 del Napoli? Questa è una questione interessante, al di là di cosa sceglierà di fare Rudi Garcia. Non è facile inquadrare Lindstrom in un ruolo in questo momento: la velocità e il dribbling ne fanno un ala, ma non è abituato a ricevere il pallone tra i piedi da fermo; la verticalità e l’ambizione nelle giocate ne fanno un trequartista, ma gli manca un po’ di pulizia tecnica per farlo in squadre dominanti con il pallone; il dinamismo e l'attitudine ne fanno una mezzala ma fisicamente potrebbe soffrire a centrocampo. Con Veiga e Koopmeiners il Napoli sembrava interessato a trovare principalmente un sostituto di Zielinski, che fino a pochi giorni fa era dato per partente. L’acquisto di Lindstrom invece si può intendere con la volontà di avere un giocatore da plasmare, che possa essere schierato da Garcia in più posizioni fino a trovarne la collocazione ideale. La cessione di Lozano fa pensare che Lindstrom, almeno inizialmente, dovrebbe essere il suo sostituto come ala destra, alternandosi a Politano. Certo, il danese è destro di piede e si trova più a suo agio partendo largo a sinistra, a piede invertito, ma la sua rapidità può renderlo una minaccia anche quando arriva sul fondo o, comunque, è naturalmente portato per venire a giocare dentro al campo e lasciare spazio a Di Lorenzo, la cui influenza offensiva sul Napoli sembra crescere di partita in partita. Certo, da quel lato, sul piede forte, ha trovato più di una difficoltà Lozano e il rischio è di avere un giocatore con limiti simili, anche se Lindstrom usa il mancino con sufficiente naturalezza per non essere completamente monodimensionale sulla fascia.

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Forse i ruoli dove può funzionare meglio, già oggi, sono quello di ala sinistra, dove però Kvaratskhelia è insostituibile (anche se nelle prime due giornate Garcia ha dovuto adattare Raspadori e avere una riserva più simile al georgiano può fare comodo) o ancora meglio da mezzala sinistra, che nel Napoli ha compiti più offensivi che difensivi. Zielinski ha iniziato bene la stagione e il gioco più diretto del nuovo Napoli potrebbe addirittura aiutarlo, ma è inevitabile pensare che su 50 partite possa avere un calo di forma e aggiungere un giocatore come Lindstrom a partita in corsa o comunque come alternativa è un miglioramento rispetto a Elmas. L’idea è però che l’acquisto di Lindstrom rientri piuttosto nell’intenzione da parte di Gracia di trasformare il prima possibile il Napoli nella sua squadra e non in un proseguimento di quella di Spalletti. Lindstrom sarebbe una pedina importante sia per avere una squadra più verticale, che non voglia necessariamente risalire il campo tramite un sistema di palleggio raffinato, ma cercando subito i suoi giocatori offensivi, sia per un eventuale passaggio al 4-2-3-1, che forse è il modulo che meglio potrebbe esaltarlo. Vederlo relazionarsi in velocità e spazi aperti con Kvaratskhelia e Osimhen sarebbe esaltante. Più di Zielinski il danese sarebbe il perfetto complemento di questa possibile nuova natura del Napoli.

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In ogni caso è prevedibile che ci vorrà del tempo per capire cosa veramente può rendere speciale Lindstrom nel nostro campionato. Il Napoli è un buon posto per scoprirlo: da una parte è una piazza ambiziosa e piena di pressioni, dall'altra è la società che meglio ha saputo lavorare per creare un contesto tattico accogliente, che può aiutare i calciatori non solo a esprimere le proprie qualità ma a migliorarsi e imparare cose nuove. Prendete la crescita di Osimhen, di Lobotka, Di Lorenzo, dello stesso Zielinski. La stessa strada, a Napoli, sperano la possa imboccare anche Lindstrom.

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