Febbre da calciomercato estivo
Commento live delle trattative più interessanti della sessione estiva.
Commento live delle trattative più interessanti della sessione estiva.
5 nomi per l’esterno della Juventus
di Alfredo Giacobbe
[Lunedì 26, pomeriggio]
#Juve–#Bayern, c’è l’accordo: arriva #DouglasCosta per 40 mln #mercato https://t.co/5LhEsHrRcj pic.twitter.com/kGtIMEtJvg
— LaGazzettadelloSport (@Gazzetta_it) 19 giugno 2017
Non so se ve ne siete accorti, ma la Juventus sta cercando un esterno d’attacco. Ecco 5 nomi, tra quelli che stanno più o meno circolando, messi in ordine di fattibilità:
Quella che riguarda Douglas Costa sembra essere la trattativa più avanzata. L’ala brasiliana ha avuto un periodo complicato nel primo anno di gestione di Carlo Ancelotti al Bayern: i due infortuni all’alba della stagione lo hanno così condizionato che le presenze da titolare tra Bundesliga e Champions League arrivano appena a 18. Le caratteristiche di Douglas Costa sono note: è un’ala pura e, quando è messo in condizioni di isolamento contro il terzino avversario, può creare scompiglio grazie all’esplosività e alla tecnica di dribbling.
Al pari dei suoi pregi, sono noti i suoi difetti: Douglas Costa prende rischi eccessivi nell’uno contro uno e finisce per perdere molti palloni; non ama i ripiegamenti difensivi; non è lucido in certe scelte di gioco negli ultimi 30 metri di campo. Se volessimo forzare un paragone, potremmo dire che Douglas Costa è un Cuadrado “on steroids”: può costituire un’alternativa per il colombiano, ma anche per la posizione al momento occupata da Mario Mandzukic sul lato opposto.
Alla notizia dell’interessamento della Juventus per Federico Bernardeschi, la piazza fiorentina si è spaccata: da un lato c’è chi ha evocato una sommossa di piazza simile a quella che si scatenò intorno all’affaire Baggio, nell’estate del 1990; dall’altro c’è chi, con ineguagliabile sagacia fiorentina, si è offerto di accompagnare Bernardeschi in auto a Torino, pur di incassare la lauta cifra proposta (40 milioni di euro secondo le indiscrezioni).
Se è vero che Bernardeschi è un giocatore da costruire, va detto che è uno dei migliori prospetti della sua generazione dal punto di vista tecnico e atletico. Bernardeschi è bravo soprattutto quando può entrare nel campo da destra per cercare il tiro o l’assist vincente col suo sinistro. Con Paulo Sousa ha trovato spazio sia come esterno largo a destra, in un ruolo in cui ha mostrato anche un notevole spirito di sacrificio, sia come trequartista centrale. C’è da battere la concorrenza dell’Inter, che sembra abbia puntato il giocatore dopo una precisa indicazione di Luciano Spalletti.
Qui entriamo in un terreno minato, perché Keita è un giocatore della Lazio, seppur all’ultimo anno di contratto, e non è mai facile sedere al tavolo con Claudio Lotito. Quale che sia il tavolo: negoziale (chiedete a Candreva) o da pranzo (chiedete a Leitner). Keita è un giocatore letale se ha campo da prendere e il sistema tattico messo in piedi da Simone Inzaghi sembrava cucito sulle sue caratteristiche. Andrebbe quindi valutato il suo inserimento in una squadra abituata a dominare il campo e ad attaccare con pochi spazi. A 22 anni, però, e con un contratto in scadenza, Keita rappresenta una di quelle opportunità di mercato che di solito il duo Marotta-Paratici raramente manca di cogliere.
Vicino al Barcellona e all’Arsenal più volte negli ultimi due anni, il nome di Riyad Mahrez è ora accostato alla Juventus. Difficile pensare che l’affare possa però andare in porto: il Leicester, come ogni società impegnata in Premier League, non ha bisogno di far cassa e per la Juventus sarà difficile spillare un prezzo abbordabile: la valutazione di Mahrez, del tutto indicativa, che fa il sito Transfermarkt.com è di 30 milioni di euro. Con una base d’asta così impegnativa, solo la volontà del giocatore potrebbe risultare decisiva per una conclusione positiva dell’affare.
E va bene il processo di “bayernizzazione” della Juventus – oltre che di alienazione definitiva delle simpatie dei tifosi di ogni altra squadra italiana – ma con Perisic si rischia di esagerare. Dopo l’estate passata all’insegna delle clausole rescissorie, lo scippo di Perisic all’Inter sembra davvero un affare impossibile da concludere. Certamente per la rivalità storica tra le due squadre, che negli ultimi anni si è acuita ed ha avuto riverberi anche in sede di mercato. Ma anche perché Perisic è sembrato a lungo nelle mire di José Mourinho, che sarebbe arrivato ad offrire 50 milioni di euro per aggiungere il croato alla sua già pregiata collezione di trequartisti. Che sia solo un colpo di sole dei media a caccia di notizie, o che ci siano davvero margini di manovra per la Juventus, ce lo dirà solo l’estate.
5 caratteristiche di Fabio Borini che mancano alla Serie A
di Emanuele Atturo
[Lunedì 26, pomeriggio]
Fabio Borini sembra vicino a un ritorno in Italia. Lo cercano il Milan ma soprattutto la Lazio, che avrebbe in piedi una trattativa già a buon punto. Ci sono 5 cose che, ripensandoci, ci sono mancate di lui in questi anni di assenza dalla Serie A, passati a far perdere le tracce di sé in zone grigie del mondo.
Borini non potrebbe giocare a questi livelli non solo per i suoi piedi poco raffinati, ma anche per un fisico che sembra davvero senza punti di forza. Borini è alto 1 metro e 80, ha le spalle strette e non spicca in niente. Se non per una forza di volontà che riempie tutte le sue mancanze e gli permette di spostare letteralmente tutto ciò che si frappone tra lui e quello che vuole.
In mezzo a questa generale inadeguatezza, Borini è comunque capace di tirare fuori qualche colpo incredibile che non sembra poter appartenere al suo bagaglio tecnico, tipo questo dribbling a rientrare che fa sembrare Walter Samuel uno scemo passato all’Olimpico per caso. O anche tipo questa punizione segnata con la maglia dello Swansea, prendendo una rincorsa frontale estremamente moderna. L’efficienza di Borini passa per qualcosa di intangibile, che scorre sotterraneo alle forze visibili di questa realtà. Per questa sua capacità di alternare disastri tecnici a colpi di genio, e per l’inclinazione a rendere al massimo in contesti disordinati, Borini a Roma era soprannominato “Er Caciara”, riflettendo un modo di dire molto usato in romanesco: “Buttalla in caciara”. Ovvero far perdere il filo del discorso, renderlo confuso, vischioso, finché non si sono persi tutti i punti di riferimento – creando un contesto che alla fine va a vantaggio dell’autore della “caciara”.
Cioè i movimenti che fanno le fortune degli attaccanti, specialmente di quelli che col pallone tra i piedi non si trovano esattamente a proprio agio. Borini sarebbe uno dei migliori giocatori di un calcio senza il pallone: i suoi tagli alle spalle delle difese sono sempre intelligenti, svelti ed eseguiti con tempismo.
Borini ha segnato davvero poco complessivamente. La sua migliore stagione resta quel paradossale 2011-2012 nella Roma di Luis Enrique, quando segnò 10 gol in 26 partite, a 20 anni, in un contesto tecnico-tattico assolutamente pazzo. Contandoli, di questi 10 gol almeno la metà sono arrivati a una distanza inferiore ai 20 cm dalla riga di porta. Il tipo di gol in cui il confine tra bravura e fortuna è più sottile.
Di gran lunga una delle migliori esultanze viste in Serie A negli ultimi anni. Pur non brillando per creatività, è molto rappresentativa dello stile di gioco di Fabio Borini, ovvero di un uomo che deve mettere a rischio i suoi organi interni in ogni partita per poter competere a quei livelli. Quando riesce a segnare Borini mostra il coltello fra i denti come a dire che tutto quello sbattersi è servito a qualcosa.
Coccodrilli – Mohamed Salah al Liverpool
di Dario Saltari
[Venerdì 23, mattino]
He’s a Red.https://t.co/kWCNO5hY5A#AnnouncedSalah pic.twitter.com/X3bRLM6vbZ
— Liverpool FC (@LFC) 22 giugno 2017
Mohamed Salah è tornato in Premier League, al Liverpool, per circa 50 milioni di euro. Se n’è andato dopo una lunga trattativa, che ci ha privato di uno dei migliori giocatori del nostro campionato. Ne danno la triste notizia i tifosi della Roma, il cui dolore, dopo 34 gol e 24 assist con la maglia giallorossa, non verrà certo lenito dalla fine dell’assillo del Financial Fair Play.
Salah ha squarciato la Serie A. Era arrivato a Firenze dopo essere stato scaricato da Mourinho e aveva subito messo sotto sopra il campionato: 9 gol e 4 assist in metà stagione, tra cui quelli meravigliosi e importantissimi contro Juventus e Tottenham.
Era così Salah, sembrava non potesse non lasciare un segno, nel bene e nel male, nonostante quel sorriso che sembrava inconsapevole. Dopo aver fatto innamorare di sé i tifosi della Fiorentina, li aveva lasciati senza troppe remore, a litigare sulla scrittura privata che gli avrebbe permesso di andare alla Roma. Li avrebbe fatti soffrire ancora, per ben tre volte.
Anche a Roma segnò subito, nel match di presentazione contro il Siviglia. Si impose come titolare imprescindibile, crescendo come giocatore soprattutto con l’arrivo di Spalletti. La sua affinità con il tecnico toscano sfiorava l’amore platonico: pochi giocatori si sono dimostrati capaci di attaccare il lato cieco con la sua precisione, esplosività e costanza. Anche la sua intesa tecnica con Dzeko ha raggiunto vette forse inarrivabili: 7 dei suoi 13 assist di quest’anno in Serie A hanno servito i gol del bosniaco. Nessun’altro ha servito così tanti assist ad un proprio compagno in questa stagione.
In campo si è dimostrato completo molto oltre alla sua accelerazione da Mercurio: il suo gioco spalle alla porta, la sua sensibilità tecnica e le sue capacità realizzative sono adesso al punto di poter affrontare un campionato competitivo come la Premier League, dove l’intensità finirà inevitabilmente per diluire il suo impatto fisico sulle partite.
Ci mancherai, Salah: avremo nostalgia dei tuoi strappi, dei tuoi tiri a giro di sinistro, delle tue esultanze contenute. Avremmo voluto vederti nel nostro campionato da giocatore affermato e completo, uno dei pochissimi capace di andare in doppia cifra per gol e assist, ma il dissesto finanziario del calcio italiano non ce l’ha permesso.
La Redazione de l'Ultimo Uomo è divisa tra Roma e Milano, ed è composta da una dozzina di ragazzi e ragazze che, generalmente parlando, ti vogliono bene.
L’ultimo capitolo di una sessione invernale particolarmente rapsodica.
Chi è e come gioca il nuovo acquisto del Napoli.
Una sessione estiva di calciomercato segnata da molti ritorni.
La categoria meno desiderata degli Ultimo Uomo Awards.
La difesa del Napoli sta ottenendo risultati eccezionali, ma come tutti i sistemi ha dei punti deboli.
La squadra di Di Francesco si è dimostrata più convinta, organizzata e intensa della Lazio, e ha portato a casa una vittoria pesante per la classifica.