Quali insidie per le italiane dai sorteggi europei
Le avversarie di Juventus, Roma, Inter, Napoli e Lazio.
Il Rapid Vienna per l’Inter
di Emanuele Atturo
L’Inter arrivava in Europa League tra le migliori terze della Champions ed aveva quindi poche possibilità di pescare un avversario di livello per i sedicesimi. Eccovi la lista delle squadre che avrebbero potuto essere avversarie dei nerazzurri: Zurigo, Celtic, Slavia Praga, Fenerbahçe, Sporting, Olympiakos, Rapid Vienna, Malmoe, Krasnodar, Rennes, BATE.
Di queste, alcune erano migliori del Rapid Vienna – Fenerbahce, Sporting, Rennes, Celtic – e comunque ampiamente alla portata dell’Inter; invece è difficile invece dire quali potessero essere peggiori del Rapid Vienna. Per dare una misura della fortuna dell’Inter in questo sorteggio, il Rapid nella sua ultima partita di campionato ha perso SEI A UNO il derby contro l’Austria Vienna, uno dei punti più bassi della storia recente della squadra austriaca più titolata.
Forse un dato fotografa bene lo status del Rapid come nobile decaduta: il club ha vinto 32 campionati, 8 più dei rivali dell’Austria Vienna, ma non vince ormai da dieci anni, stagione 2007/08 quando il dominio della Red Bull Salisburgo sul campionato non era ancora così consolidato (oggi ad esempio è al quinto titolo nazionale consecutivo). Negli ultimi anni la storia del Rapid è costellata da scelte sbagliate, soprattutto in panchina.
Due anni fa la squadra ha assunto Damir Canadi, che aveva portato il SCR Altach – una piccola squadra che oggi ha il nome di un’agenzia di scommesse sportive – fino alla qualificazione in Europa League, facendo un gioco basato sulle ripartenze. Con la squadra in pessime acque, il club lo ha licenziato prendendo il suo assistente, Djuricin. La squadra è riuscita a chiudere al terzo posto, qualificandosi per l’Europa League, ma a novembre – dopo una striscia di risultati molto negativi – Djuricin è stato esonerato per far posto a Dietmar Kuhbauer, un altro allenatore noto per dare un’impronta fortemente reattiva alle proprie squadre.
Il Rapid finora si è trovato a proprio agio in Europa League proprio perché ha potuto impostare delle partite di difesa bassa e ripartenze veloci. È riuscito a qualificarsi al secondo posto in un girone zeppo di squadre in difficoltà, dietro a un Villarreal da metà classifica in Liga, davanti al Glasgow Rangers di Steven Gerrard, battuti all’ultima giornata per 1-0. Gli austriaci hanno comunque chiuso il girone col peggior attacco, segnando persino meno dello Spartak Mosca classificatosi ultimo.
I problemi offensivi si notano in particolar modo in campionato, dove il Rapid non può applicare una strategia reattiva e non ha molto spazio a disposizione per attaccare. Senza poter lasciare gli attacchi all’improvvisazione dei suoi giocatori offensivi, il Rapid risente dell’assenza di meccanismi codificata di ricerca degli spazi. Quando deve attaccare in fase posizionale, il 4-2-3-1 del Rapid si dispone su distanze ampie, tutti i giocatori sono isolati e, non avendo linee di passaggio semplici, sono costretti a cercare soluzioni complesse.
Si trovano invece più a proprio agio quando possono attaccare in maniera diretta, attraverso transizioni veloci. Anche in questo il Rapid non spicca per organizzazione ma ha a disposizione qualche giocatore di discreto talento, in particolare Thomas Murg – un mancino schierato sia trequartista centrale che esterno alto a destra a piede invertito – e Philipp Schobesberger, un altro esterno offensivo che però è reduce da un grave infortunio all’anca e non è ancora al massimo della condizione. Il centravanti di solito è Veton Berisha – uno dei milioni di “Berisha” che potrete incontrare in Europa League – e tende anche lui a decentrarsi per aprire gli spazi per gli inserimenti dei centrocampisti. Non essendo bravo nel gioco spalle alla porta, non aiuta la squadra a risalire il campo in modo sporco.
Il Rapid Vienna ha segnato appena 17 gol in 18 partite ed è il peggior attacco del campionato austriaco, nonostante l’ottava posizione su dodici. Eppure, paradossalmente, il punto debole del Rapid sembra essere l’organizzazione difensiva. I due centrali – Sonnleitner e Barac- sono piuttosto lenti e allora il tecnico per proteggerli li fa difendere il più possibile vicini alla porta. Le distanze e i tempi non sono mai giusti, e sembrano sempre confusi in una terra di mezzo e slegati dai due esterni bassi.
Il centrale di sinistra, in questo caso Dibon, ha in mente una strategia tutta sua e si lascia sfuggire alle spalle l’attaccante avversario. Sonnleit, l’altro centrale, è attirato fuori posizione e lascia scoperto l’altro attaccante.
Per provare a proteggere di più la propria difesa, contro un avversario di livello come il Villareal, in trasferta, Kuhbauer ha schierato una difesa a 3 (in realtà a 5), passando al 3-5-2. I risultati sono stati disastrosi, una sconfitta per 0-5, ma non è detto che non potremmo rivederlo contro l’Inter.
Contro i nerazzurri il Rapid potrà impostare la propria strategia preferita, difendendosi con un blocco basso e provando a ripartire. L’Inter dovrà fare la cosa che gli riesce peggio in questa stagione, ovvero attaccare difese che giocano vicine alla propria porta e provare a scassinarle (contro il Parma è stato faticoso). Eppure, nonostante le caratteristiche delle due squadre sembrino incrociarsi a svantaggio dell’Inter, la sproporzione tecnica tra le due rose è così grande che risulta difficile immaginare un modo con cui i nerazzurri possano riuscire a suicidarsi.