Ieri c’è stato il sorteggio della UEFA Champions League e anche dell’Europa League. Ad alcune italiane è andata piuttosto bene – come all’Inter o al Napoli – ad altre molto meno, come alla Juventus o alla Lazio. Analizziamo gli avversari uno per uno, cercando di analizzare quali sono gli aspetti da tenere d’occhio.
L’Atlético Madrid per la Juventus
di Daniele V. Morrone
Pescare l’Atlético Madrid agli ottavi di finale non è certo una fortuna per la Juventus. Quella di Simeone era, insieme al Liverpool, la squadra più pericolosa da poter affrontare in questi ottavi. Si tratta di una formazione con un’enorme esperienza europea e un talento diffuso che sfocia in picchi assoluti (come nella colonna vertebrale Oblak-Godín-Saúl-Griezmann) e in un grande allenatore. Ma, come ha scritto Allegri sul suo profilo twitter, “chi ha ambizione non ha timore”.
La vittoria della Champions League è l’obiettivo dichiarato della Juventus, ed era quindi in ogni caso inevitabile incontrare prima o poi una squadra del livello dell’Atlético Madrid sul proprio percorso. In questo senso, meglio affrontare agli ottavi l’Atlético Madrid che in semifinale o addirittura in finale (anche perché si gioca proprio al Metropolitano). La Juventus sembra al momento una squadra superiore, forse la migliore in Europa nello sviluppo delle diverse fasi di gioco.
Il principale vantaggio della Juventus ora sta nel modo con cui la difesa gestisce la manovra avversaria, ma anche per come il suo attacco riesce a trovare sempre un modo per arrivare in porta. La Juventus vista in Europa è una squadra abile a sfruttare tutto il campo di gioco grazie all’alternanza di movimenti senza palla e a passaggi corti e lunghi. Un gioco che si poggia a sua volta su talenti individuali in grado di trovare gol dal nulla come Cristiano Ronaldo e Dybala.
L’Atlético si affida a talenti di pari livello, come Griezmann e Saúl, ma non ha ancora un sistema del tutto definito. A questa situazione si aggiungono i problemi fisici per Diego Costa, che si è operato da poco al piede e dovrebbe quindi stare circa due mesi fuori, forzando per arrivare al meglio all’andata e che molto probabilmente sarà al 100% solo per il ritorno. Lo stesso Griezmann si è detto non ancora al 100%: «Ancora posso migliorare, non sto al mio miglior livello. È stato un anno lungo e a volte mi manca velocità». Ovviamente questo non ha impedito all’Atlético di essere comunque in lotta per il titolo della Liga, avendo perso solo una partita, contro il Celta alla terza giornata.
Nelle grandi partite ha pareggiato sia contro il Barcellona che contro il Real Madrid. Ha perso una sola partita anche nel girone di Champions League, contro il Borussia Dortmund per 4-0, stessa squadra contro cui è arrivata anche la partita più convincente dei gironi, una vittoria per 2 a 0.
📺 Saúl Ñíguez & Antoine Griezmann inspire Atlético to victory in Week 4!#UCL @atletienglish pic.twitter.com/QxDtkhItwP
— #UCLdraw (@ChampionsLeague) 10 novembre 2018
C’è da dire che le squadre come l’Atlético puntano ad arrivare a febbraio ad avere un sistema definito e i giocatori nel picco della condizione. La Juventus al momento ha un vantaggio tattico chiaro: vuoi per l’età avanzata di Filipe Luis e Juanfran, vuoi per il poco talento offensivo di Lucas Hernandez e Arias, finora i terzini dell’Atlético rappresentano il punto debole della squadra, che sta avendo problemi a dare ampiezza e profondità sugli esterni. In questo senso c’è tempo per poter lavorare su questo fronte.
Non possiamo dire ora che squadra sarà l’Atlético di Madrid a febbraio, solo Simeone può sapere dove vuole arrivare con lo sviluppo del suo sistema e per noi è difficile fare delle previsioni sulla sfida contro la Juventus. Non sappiamo se vorrà continuare la ricerca della fluidità offensiva, che ad inizio stagione sembrava il grande tema dello sviluppo tattico della squadra ma è ancora totalmente in divenire. A quel punto diventerebbe una sfida tra chi segna di più. Non sappiamo se invece vorrà tornare a concentrarsi a spingere sullo zoccolo duro difensivo visto il tipo di gioco che fa al momento la Juventus. Scegliendo allora una sfida a chi subisce meno. Quello che però sappiamo è che storicamente il meglio l’Atlético lo dà proprio da febbraio in poi, quando arrivano le partite importanti ed è finito il tempo degli esperimenti.
Sappiamo anche che questa è la rosa migliore mai avuta a disposizione da Simeone, con un talento distribuito su tutta la rosa ed eterogeneo nelle caratteristiche: l’Atlético può presentarsi per pressare alto, come per giocare sugli spazi con una linea bassa; può avere un centrocampo tecnico e fluido nei movimenti con Correa-Koke-Saúl-Lemar, ma anche uno fisico come Saúl-Partey-Rodri-Koke, pronto a non perdere un duello individuale. Può anche disporsi in un 4-3-3 a partita in corso, con un tridente con Griezmann al centro e due esterni tecnici come Lemar e Correa, ma anche uno da corsa in caso di vantaggio acquisito con Costa al centro e Griezmann e Saúl esterni.
Per rendere la vita difficile alla Juventus l’Atlético può colpire su due fronti: uno è la ricezione di Pjanic, utilizzando un giocatore sempre nella sua zona (come Griezmann quando si abbassa il bosniaco) e invitando quindi la Juventus ad impostare attraverso il lancio di Bonucci e giocandosi quindi la bravura nei contrasti aerei della sua linea difensiva (soprattutto nei centrali Godín e Gimenez). L’altro è giocare contro Cancelo, il miglior elemento scardina pressione della Juventus, che però è ancora da verificare in un contesto dispendioso, come può essere uno in cui ha sempre Lemar alle sue spalle o ancora di più contro uno dei giocatori migliori al mondo in questo contesto come Saúl.
Questo Atlético, rispetto alle stagioni passate ha scoperto l’utilità delle ali, con l’inserimento di Lemar a sinistra e l’esplosione di Correa a destra. Quando Simeone però prevede una partita pià combattuta tende a inserire Saúl a sinistra, quindi vederlo sulla fascia di Cancelo.
Per quello che può valere questo tipo di statistiche storiche, la Juventus di Allegri ha pareggiato 0-0 e perso 1-0 nell’unico scontro con l’Atlético di Simeone, nei gironi della Champions League 2014/15. Simeone invece non ha mai perso negli 8 incontri con una squadra italiana. Va detto che giocare la prima in casa può essere un vantaggio per l’Atlético, perché può impostare una doppia sfida puntando a non prendere gol all’andata e sfruttare il vantaggio di poter segnare un gol che vale doppio al ritorno. Insomma il tipo di piano per l’eliminatoria classico per Simeone, che storicamente all’andata punta a sedare la partita controllando gli spazi in campo e al ritorno spinge nei minuti iniziali un pressing alto e un’intensità con pochi paragoni per forzare errori e generare imprevedibilità. Giocandosi poi tutto sulla capacità dei suoi singoli di vincere i singoli duelli diretti.
Il motivo principale per cui è stato acquistato Cristiano Ronaldo però è proprio per risolvere questo tipo di partite in Champions League, che promettono di essere bloccate soprattutto all’andata. Deve essere quindi lui l’ago della bilancia contro l’Atlético di Madrid. Lui è quello che nella semifinale di andata della Champions League 2017 ha segnato una tripletta proprio contro l’Atlético nel 3-0 all’andata. Ronaldo contro l’Atlético ha segnato ben 22 gol, potrebbe bastare anche solo il 23esimo per decidere un’eliminatoria come questa.