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Foto di Clive Brunskill/Getty
Sport Redazione 2 gennaio 2017 36'

Il meglio del 2016

Gli avvenimenti sportivi più importanti di quest’anno, giorno dopo giorno, da mettere sotto la naftalina della memoria.

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Il 2016 è stato un anno sportivo più ricco del solito. Come avevamo già fatto lo scorso anno abbiamo provato a catalogare le cose più importanti successe, giorno per giorno. Il 2017 è già cominciato.

 

 

11 gennaio – Messi vince il pallone d’Oro

 

Al discorso di premiazione di Zurigo, dopo aver ricevuto dalle mani di Kakà il suo quinto Ballon d’Or, un record senza precedenti, Leo Messi si è conservato per il finale una frase che già al momento suonava preventivamente consolatoria: “Infine voglio ringraziare il calcio in generale per tutto quello che mi ha dato, le cose buone e quelle cattive, perché mi ha fatto crescere e mi ha reso più saggio”.

 

Se anziché d’oro il pallone fosse stato di cristallo, e avesse potuto immaginare che nello stesso anno avrebbe perso la terza finale in tre anni con la sua Nazionale, che si sarebbe fatto crescere la barba e si sarebbe tinto di biondo platino, deprimendosi al punto da meditare un ritiro dalla scena internazionale, allora forse, quella frase sulla saggezza, chissà, se la sarebbe risparmiata.

 

 

22 gennaio – I Cleveland Cavaliers licenziano David Blatt

 

Con una mossa inattesa, il GM dei Cavs David Griffin decide che l’atmosfera nello spogliatoio non gli piace (= LeBron aveva fatto ampiamente intendere che non era più il caso di cazzeggiare) e licenzia David Blatt, affidando la panchina a Tyronn Lue. È uno dei tanti turning point che porterà i Cavaliers al titolo NBA.

 

 

31 gennaio – Novak Djokovic vince il suo sesto Australian Open

 

È l’undicesimo slam della carriera e sembra il preludio di una stagione di dominio schiacciante, che alla fine non si rivelerà tale.

 

 

1 febbraio – Il Manchester City ingaggia Pep Guardiola

 

Il City decide di ufficializzare in grande anticipo l’ingaggio di Guardiola per la stagione successiva: finalmente Pep si potrà ricongiungere con Txiki Begiristain, ex compagno di squadra e poi DS ai tempi del suo Barça magico.

 

Per tutto il resto della stagione, Pellegrini userà questo comunicato come alibi per i mancati risultati: e in effetti, nelle cinque partite successive all’annuncio, i Citizens ne perdono addirittura tre. Il calcio inglese attende con ansia l’arrivo del juego de posición.

 

 

26 febbraio – Gianni Infantino è il nuovo presidente della FIFA

 

Il delfino di Michel Platini viene eletto alla seconda votazione: 115 voti contro gli 88 di Salman Bin Al-Khalifa. Tra i punti forti del suo programma redistribuzione dei fondi guadagnati dalla FIFA tra i paesi membri e progetti di ampliamento, come quello di portare a 40 il numero dei partecipanti alla Coppa del Mondo

 

 

28 febbraio – Steph Curry segna da 10 metri uno dei tiri più insensati dell’anno

 

 

Supplementare, partita in parità, squadre stanchissime: Steph Curry supera la metà campo e lancia una tripla che trova solo il fondo della retina, lasciando 0.6 centesimi di secondi sul cronometro. È la dodicesima della sua serata (record NBA eguagliato), la 288esima della sua stagione (suo stesso record battuto con un mese e mezzo di regular season da disputare): è il pandemonio.

 

 

13 marzo 2016 – L’Inghilterra vince il Sei Nazioni

 

Il 2015 era stato uno degli anni peggiori per il rugby inglese, culminato nella disfatta del mondiale casalingo. In pochi potevano immaginare allora un 2016 così scintillante. L’Inghilterra ha aperto un ciclo di 14 vittorie senza sconfitte in tutto l’anno. Per farlo si è dovuta affidare ad Eddie Jones, il primo ct non inglese della storia. Appena 5 mesi dopo l’eliminazione nella fase a gironi del Mondiale, l’Inghilterra ha vinto il Sei Nazioni con una giornata di anticipo, dopo la sconfitta della Francia con la Scozia. A coronamento della manifestazione, il 19 marzo il “XV della Rosa” ha battuto proprio la Francia col punteggio di 31 a 21.

 

 

16 Marzo – Evra non la spazza

 

All’andata, per 60 minuti, la Juventus non l’aveva proprio vista. Poi, sfruttando le carenze difensive del Bayern Monaco era riuscita a pareggiare 2-2, ma la trasferta di Monaco, visto l’andamento di buona parte della gara d’andata, pareva una montagna troppo alta da scalare, considerando anche le assenze di Marchisio e Dybala. A Monaco, in maniera speculare, per 60 minuti si vede Allegri al suo meglio, un distillato di strategia italiana, una tattica perfettamente disegnata sul corpo dell’avversario per soffocarne i pregi e punirne i difetti. La Juve gioca con una sorta di 3-4-3 con Pogba sulla linea degli attaccanti ed Evra da terzo centrale e domina il Bayern di Guardiola, va avanti 2-0 e rischia di dilagare. Poi, la stanchezza e il cambio tra Morata, una vera spina nel fianco per i tedeschi con la sua capacità di allungare da solo la squadra, e il miglior difensore tra gli attaccanti, Mario Mandzukic, abbassa la squadra che viene bombardata di cross. Nel recupero Evra non la spazza e il Bayern porta la partita ai supplementari. La Juve rimane nel mezzo tra la conferma di essere al top in Europa e la delusione per un’impresa mancata e un capolavoro sfiorato. Evra non l’ha spazzata ed è una perfetta metafora dell’intera partita e della transizione della Juve da outsider a vero top-club europeo. La Juve aveva cominciato la partita imponendo la proprio volontà e il proprio gioco e aveva finito chiudendosi nella propria area. Evra si è trovato in mezzo, come l’intera squadra, tra la voglia di essere propositivo e, invece, interpretare il copione del catenaccio, sparando la palla in tribuna: non ha fatto nè l’uno nè l’altro. Era forse un momento necessario: l’acquisto di Higuain e la voglia esplicita di puntare alla Champions League testimoniano che Monaco per la Juve è stato un rito di passaggio verso le ambizioni e la mentalità di una grande squadra europea.

 

 

22 marzo – L’IEM 2016 di Katowice raggiunge i 34+ Milioni di spettatori

 

La finale mondiale del circuito competitivo dell’Intel Extreme Masters, disputata a Katowice in Polonia, con i suoi 34 Milioni di spettatori unici diventa l’evento eSportivo più seguito di sempre

 

 

24 marzo – Muore Cruyff

 

In un anno in cui sono venute a mancare molte personalità forti nel mondo della musica e della cultura anche il calcio ha perso un Grande Uomo. Forse il calciatore (e pensatore di calcio) del passato più influente sul calcio che si gioca oggi. A caldo gli abbiamo dedicato un tributo a più mani, rifugiandoci nella partita o nel gesto di Cruyff a cui personalmente ci sentivamo più legati. Qualche tempo dopo Valentino Tola ha riflettuto su cosa ha lasciato in eredità al calcio moderno il più moderno tra tutti i calciatori del passato.

 

 

3 aprile – Muore Cesare Maldini

 

Durante il minuto di raccoglimento che precede Inter-Torino, in Curva Nord compare uno striscione che recita: “Buon viaggio Cesare, uomo vero di un calcio vero”. È uno dei tanti messaggi di cordoglio che arrivano trasversalmente da tutto il mondo sportivo per commemorare l’addio ad uno dei personaggi più emblematici del calcio italiano. Il più toccante, ovviamente, arriva dai suoi figli: “Non ci resta che ringraziarti per il viaggio unico e meraviglioso che abbiamo fatto insieme e che ci farà tornare il sorriso ogni volta che penseremo a te. Ti siamo stati vicini in ogni momento sapendo che te ne saresti andato. Quando ci hai lasciati è accaduta una cosa straordinaria, siamo stati sommersi da messaggi di affetto nei tuoi confronti, messaggi non banali ma toccanti. A ognuna di quelle persone, hai regalato un po’ di te. Grazie Papà”.

 

 

4 aprile – Una delle più belle Finali NCAA di sempre decisa all’ultimo tiro

 

Kris Jenkins riceve da Ryan Arcidiacono e lascia partire un tiro che diventa leggenda nell’istante stesso in cui incontra la retina.

 

 

10 aprile – I Golden State Warriors pareggiano (e poi superano) il miglior record di sempre in regular season

 

Solamente una squadra nella storia della NBA aveva mai superato le 70 vittorie – i Chicago Bulls del 1995-96 di Michael Jordan. Con la vittoria sul campo dei San Antonio Spurs (che in stagione non avevano mai perso in casa), gli Warriors pareggiano i Bulls e poi li superano tre giorni dopo, vincendo la 73esima partita su 82 contro i Memphis Grizzlies.

 

 

13 Aprile – Ultima partita di Kobe Bryant

 

Quella stessa sera Kobe Bryant riesce a distogliere le attenzioni del mondo dalla squadra col miglior record di sempre segnando 60 punti con 50 tiri nella sua ultima partita in NBA, quella casalinga che i Los Angeles Lakers vincono in rimonta sugli Utah Jazz. Un momento surreale suggellato da due parole indimenticabili: “Mamba Out”.

 

 

25 aprile – La Juve vince il suo quinto scudetto di fila

 

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Il quinto scudetto scudetto consecutivo della Juventus, che sembra un evento ovvio solo a scriverlo, è forse il più inaspettato dopo il primo. Inaspettato perché arriva dopo un inizio disastroso che fa scivolare la squadra a -11 dalla vetta dopo 10 giornate e costringe i bianconeri ad una rimonta furiosa: da quel momento in poi la Juventus infila 15 vittorie consecutive, 24 in 25 partite, dieci partite senza subire gol con Buffon sposta il record di imbattibilità a 974 minuti. La certezza matematica arriva dopo la sconfitta del Napoli contro la Roma, ma più degli altri questo quinto scudetto è tutto della squadra di Allegri.

 

 

2 maggio – Il miracolo del Leicester si realizza

 

Chi il 2 maggio 2016 non avrebbe voluto trovarsi a casa Fuchs? Se il 2016 è stato un anno un po’ così, il pareggio tra Chelsea e Tottenham, che ha regalato la matematica certezza di titolo al Leicester, è il momento in cui abbiamo imparato a credere ai miracoli. Questo termine, di cui spesso si è abusato, è l’unico che riesce a rimandare il grado di improbabilità della vittoria della Premier League da parte del Leicester, una squadra che non mostrava nessun apparente segno vincente. Morgan, Kanté, Mahrez, Vardy, tutti nomi che abbiamo imparato a conoscere grazie alla cavalcata più magica del 2016, quella dei ragazzi di Ranieri.

 

 

4 maggio – Retrocede la Virtus Bologna per la prima volta nella storia

 

L’ultima squadra italiana ad aver vinto un titolo in Europa retrocede dalla Serie A per la prima volta sul campo.

 

 

7 maggio – si ritira Valerón

 

 

Con Valerón si ritira l’ultima stella del Superdepor in grado di rivaleggiare con i giganti in Spagna ed Europa. Si ritira nella sua terra, dove aveva esordito e dopo aver contribuito a quasi 40 anni a far tornare il Las Palmas in prima divisione.

 

 

10 maggio – Steph Curry primo MVP unanime della storia

 

Mai nessuno aveva messo d’accordo l’intera giuria su chi fosse stato il miglior giocatore della stagione. Mai nessuno, tranne Steph Curry.

 

 

13 maggio – Il Kosovo entra a far parte della FIFA

 

A otto anni dall’indipendenza politica dalla Serbia viene riconosciuta anche la sovranità calcistica dello stato balcanico. Inserita nel girone I di qualificazione a Russia 2018, neppure quattro mesi più tardi raccoglierà il primo storico punto in un pareggio strappato in Finlandia grazie a un gol di Valon Berisha, che nonostante contasse già una presenza con la nazionale maggiore norvegese è stato autorizzato dalla stessa FIFA a uno switch in virtù delle speciali condizioni di recruitment accordate al Kosovo.

 

 

14 maggio – Higuain segna il gol numero 36 in Serie A

 

 

E sceglie una maniera poco appariscente per frantumare il record di Nordhal.

 

 

16 maggio – Lo Schalke04 acquista il team degli Elements, aprendo al mondo degli eSports

 

La squadra tedesca dello Schalke04 è il primo club dei cinque maggiori  campionati europei ad acquistare un team di League of Legends. A novembre seguirà il PSG.

 

 

27 maggio – Il Team Forge approda alle Challenger Series

 

È il primo team italiano, con sede a Cagliari, ad approdare alla serie cadetta del massimo campionato europeo di League of Legends. Termineranno il girone a un passo dai playoff.

 

 

28 maggio – Il Real batte di nuovo l’Atletico e vince l’Undecima

 

Al termine di una partita poco spettacolare, il Real Madrid batte ancora una volta l’Atletico Madrid in finale di Champions League e conquista l’Undecima. Cristiano Ronaldo segna il rigore decisivo e, mostrando al mondo i suoi addominali, comincia a mettere le mani sul suo quarto Pallone d’Oro.

 

 

28 maggio – Golden State vince gara-6 a Oklahoma City e pareggia la serie

 

Con le spalle al muro, Klay Thompson e Steph Curry combinano per 71 punti e mandano la serie a Oakland per gara-7, di fatto salvando la stagione degli Warriors e uccidendo gli Oklahoma City Thunder di Durant & Westbrook.

 

29 maggio – Vincenzo Nibali vince il Giro d’Italia

 

Il giovedì, pochi giorni prima della conclusione, Nibali aveva accumulato un ritardo di oltre 4 minuti su Kruijswijk e il modo in cui aveva corso il Giro non lasciava sperare in nessun ribaltone. Ma in una grande corsa l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Nella tappa del venerdì, da Pinerolo a Risoul, su una pista innevata, il ciclista olandese è caduto, facilitando una rimonta comunque incredibile di Nibali. È proprio l’importanza di questa caduta nell’economia della corsa ad aver sminuito – in parte dell’opinione pubblica – l’impresa del siciliano. Eppure, attualmente, insieme a Eddy Merckx, Bernard Hinault, Felice Gimondi, Jacques Anquetil, è uno dei pochi corridori della storia ad aver conquistato tutti e tre i grandi giri.

 

 

3 giugno – Muore Muhammad Alì

di Daniele Manusia

 

Vent’anni dopo la diagnosi ufficiale del Parkinson che gli aveva tolto progressivamente l’uso della parola e la sicurezza dei gesti – cioè i suoi più grandi talenti: la capacità di coordinazione fuori dal comune, semplicemente mai vista prima, e un’altrettanto stupefacente e inedita ars oratoria – se ne è andato il simbolo più grande di come lo sport può superare tutte le linee entro cui solitamente lo confiniamo, influenzando la nostra società e il nostro modo di vivere e pensare, fuori da ogni metafora. <

 

La novità rappresentata da Muhammed Alì come pugile è paragonabile solo allo shock provato dall’ultimo uomo non sapiens quando ha visto per la prima volta la futura evoluzione della specie. Un peso massimo con i movimenti di un peso medio, che si diceva non avrebbe retto il peso dei pugni (quelli di Sonny Liston, poi quelli di George Foreman); e forse il talento più sottovalutato di Alì, nel ring, è stato proprio quello da incassatore. La capacità di resistenza che ha dimostrato in incontri durissimi (mettendosi da solo alle corde contro Foreman in Zaire; arrivando “vicino alla morte”, come ha detto lui, con l’arci-nemico Joe Frazer) è la stessa dimostrata nella vita, nel modo in cui ha accettato le conseguenze delle sue idee – a cominciare dal rifiuto di andare in Vietnam – come nella dignità con cui ha affrontato la malattia.

 

Tuttavia Alì è un personaggio più ambiguo, era una persona più complessa, di quello che racconta la sua agiografia. Probabilmente serviranno anni per studiare tutte le sfumature di uno degli esseri umani più unici ed eccezionali che la Storia abbia prodotto. <

 

 

5 giugno – Djokovic vince il suo primo Roland Garros

 

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Nonostante fosse una delle sue superfici preferite, Djokovic era arrivato a dominare il tennis mondiale senza riuscire a vincere il Roland Garros. Forse anche per questo motivo, dopo la vittoria, raggiunta in finale battendo Andy Murray, il tennista serbo ha dichiarato di aver esaurito un po’ gli stimoli e si è fatto progressivamente rimontare da Murray, perdendo infine la prima posizione. Quello che doveva essere un lungo ciclo di tirannia inarrestabile, si è interrotto prima del previsto, mostrando di riflesso quanto difficile sia – anche per un samurai dell’economia nervosa come Djokovic – mantenere un dominio di alto livello nel tennis. Uno sport che, ancor più del fisico, finisce per logorare la capacità degli atleti di essere mentalmente intensi durante le partite e i tornei.

 

Dopo la vittoria del Roland Garros avevamo posto un obiettivo chiaro per Djokovic: diventare il migliore di sempre. Ovvero: superare il numero di slam di Roger Federer. Sei mesi dopo Djokovic è fermo ancora a 12 slam, ancora 5 in meno del Re.

 

 

6 giugno – L’Inter passa a Suning

 

Ufficialmente l’era Moratti, inclusa la sua ultima coda di proprietà Thohir, si conclude la mattina del 6 giugno, quando Zhang Jindong, presidente del mega gruppo commerciale cinese Suning, acquista il 68,55% delle azioni dell’Inter. Il passaggio di proprietà viene annunciato alle 9 in una sfarzosa conferenza stampa a Nanchino. “L’Inter per noi è una porta sul mondo, crediamo che diventerà ancora più internazionale”, dice Jindong “La faremo più forte. Renderemo l’Inter magnifica. Noi vogliamo seguire l’idea di mister Moratti che ha acquistato tanti fuoriclasse. Riporteremo le stelle mondiali. Vogliamo ricostruire la gloriosa storia del passato”.

 

 

19 giugno – I Cavaliers completano la rimonta e vincono il titolo NBA

 

Sotto 1-3 nella serie, LeBron James e i Cavaliers diventano la prima squadra di sempre a rimontare e vincere il titolo NBA, nonché la prima di Cleveland a vincere un titolo negli ultimi 50 anni, spezzando la “maledizione” che gravava sulla città.

 

 

22 giugno – Schwazer viene trovato nuovamente positivo all’antidoping

di Gianluca Ciucci

 

La mattina del 22 giugno pensavo che non ci potesse essere niente di peggio che svegliarsi alle cinque per preparare il primo giorno di Maturità 2016, il classico tema di italiano. Non avevo ancora letto la Gazzetta dello Sport. Alex Schwazer trovato positivo agli anabolizzanti secondo un controllo sulle sue urine avvenuto il primo gennaio. Le controanalisi confermano e per l’atleta di Racines questo significa fine della carriera e non solo della rincorsa ai Giochi di Rio. Dopo tre anni e nove mesi di squalifica per la positività 2012 all’Epo, di cui uno e mezzo passato ad allenarsi con l’aiuto di Sandro Donati, ne arrivano altri 8 inflitti dal Tas di Losanna. Questa volta non ci sono lacrime negli occhi di Alex e nessuna scusa, il marciatore nega ogni accusa e ancora oggi si sta preparando a dimostrare davanti ai giudici di essere innocente e di aver subito un agguato. L’affaire Schwazer non è ancora chiuso, la storia di un atleta fortissimo sì.

 

 

22 giugno – La NHL diventa la prima lega con una squadra professionistica a Las Vegas

di Andrea Agostinelli

 

Quando ho scritto questo articolo non c’era nulla di concreto mentre oggi abbiamo un nome, Vegas Golden Knights, un logo, dei tifosi che hanno dedicato la prima standing booation al commissioner Gary Bettman e un General Manager, George McPhee, che nel corso di questi mesi ha costruito pezzo per pezzo lo staff dirigenziale che lo aiuterà a comporre il roster durante l’expansion draft. Fra i suoi assistenti c’è anche Tom Porazska, assunto come Hockey Operations Analyst. Nulla di particolare se non fosse che per accettare la posizione, Porazska ha dovuto chiudere il sito da lui fondato e gestito: GeneralFanager, una banca dati utilizzata dagli appassionati per conoscere ogni minimo dettaglio di tutti i contratti in vigore nella NHL e che oltre ad avere il Mock Draft più affidabile, offriva ai suoi utenti la possibilità di costruire da zero il proprio roster sulla base dell’attuale salary cap. Insomma, uno stage finalizzato all’assunzione.

 

 

26 giugno – Il Cile vince la Copa América per la seconda volta di fila (oppure l’Argentina la perde per la seconda volta di fila)

di Fabrizio Gabrielli

 

I percorsi di Cile e Argentina verso la finale della Copa América Centenario, tutt’altro che paralleli ma alla fine della fiera convergenti, per certi versi sono stati molto simili a una famosa scena di Rocky IV.

 

La Roja, rimasta orfana di Sampaoli dopo la storica vittoria nell’edizione precedente giocata in casa, affidata a un allenatore agli esatti antipodi dell’appariscenza come Pizzi, veniva da una scalata arrancante, difficoltosa, che ha trovato una certa quadratura solo a partire dagli ottavi, quando con una scrollata di spalle rabbiosa si è sbarazzata di una delle potenziali outsider, il Messico (questo sarebbe il punto in cui Rocky Balboa solleva il carretto dei buoi con Adriana e Paulie sopra). L’Albiceleste, di par suo, si era trovata la strada non solo in discesa, ma tappezzata da un tappeto rosso di velluto: finale raggiunta con un percorso netto, impreziosito da 2 soli gol subiti e ben 12 messi a segno, tra i quali la punizione monstre con la quale Messi è diventato il più prolifico marcatore nella storia della Selección; una perfezione così artificiale da ammutolire pure Ivan Drago.

 

 

Lo spettro tra le due contendenti, a un anno dalla finale non speciale e a novanta minuti dall’istante in cui qualcuno avrebbe alzato il trofeo, era comunque tutt’altro che sottile. L’Argentina doveva essere la vincitrice annunciata: perché la Copa mancava nella sua bacheca da 23 anni, perché l’assenza di Neymar metteva Leo nelle condizioni di essere il protagonista sportivo e mediatico indiscusso, perché negli USA non aspettavano altro.

 

È finita come sappiamo: con la maledizione rinnovata, e l’ultimo bicchiere di rum, quando in Italia faceva già mattina, a chiedermi come fosse possibile che Messi avesse davvero annunciato il suo ritiro.

 

 

27 giugno – Sampaoli sbarca in Europa

di Fabio Barcellona

 

Dopo le sue dimissioni da Ct della nazionale cilena, le voci di un approdo di Sampaoli in Europa si sono rincorse, ma probabilmente nemmeno il più ottimista tra gli ammiratori del tecnico argentino avrebbe osato immaginare un approdo più affascinante e carico di seducenti aspettative come quello del Siviglia del D.S.Monchi. Durante il calcio mercato i due hanno costruito una rosa piena di talento e trequartisti e il pirotecnico 6-4 all’esordio in Liga con l’Espanyol sembrava promettere grandi vittorie e rovinosi rovesci, perpetuando intatta la fama di allenatore estremista e di avanguardia. Ma, all’esordio in Champions League, a Torino contro la Juventus, scende in campo un Siviglia pieno di mediani e, pur nel solco di un pressing particolarmente aggressivo, di orientamento prettamente difensivo. Oggi il Siviglia è terzo in classifica a 4 punti dalla vetta e a +5 dall’Atletico Madrid di Simeone non rinunciando a momenti di calcio altamente spettacolari. Sampaoli non è più considerato solo un visionario, ma quello che in fondo è sempre stato: un bravissimo allenatore che fa giocare bene e in maniera efficace le proprie squadre col suo calcio che mischia gioco di posizione, pressing feroce e verticalità.

 

 

4 luglio – Kevin Durant annuncia il passaggio ai Golden State Warriors

 

Con una breve lettera su The Players’ Tribune, KD annuncia l’addio a OKC e il passaggio a Golden State, inclinando ulteriormente l’asse cestistico in direzione degli Warriors. Tra i tanti effetti collaterali, viene uccisa una rivalità che sembrava destinata a regalare serie di grandissimo livello per gli anni a venire.

 

 

9 luglio – L’Italbasket perde al supplementare il Pre-Olimpico di Torino

 

Il basket italiano si era dato un solo obiettivo: staccare il biglietto per le olimpiadi di Rio attraverso l’organizzazione del Pre-Olimpico a Torino. Finisce male, al supplementare, contro una Croazia che gli azzurri avevano già battuto nel gironcino: è la sconfitta di tutto un movimento, che non è riuscito a nascondere sotto il tappeto tutte le magagne che lo affliggono ormai da anni.

 

 

9 luglio – Serena Williams eguaglia Steffi Graff

 

Day Twelve: The Championships - Wimbledon 2016

 

Non è stata la miglior stagione di Serena Williams, ma le cose hanno cominciato ad andare male proprio dopo aver raggiunto uno degli obiettivi storici della sua carriera: raggiungere i 22 slam vinti da Steffi Graff. Lo fa sul palcoscenico più prestigioso, battendo Kerber in due set autoritari

 

 

10 luglio – Il Portogallo vince gli Europei

 

Grazie all’organizzazione tattica di Fernando Santos e alla sostituzione più decisiva di tutto il 2016, il Portogallo supera ai supplementari la Francia di Didier Deschamps grazie a un gol di Eder e conquista il primo trofeo internazionale della sua storia, avvicinando ulteriormente Cristiano Ronaldo alla vittoria del Pallone d’Oro. Nonostante le sue classiche rosicate, la finale dell’Europeo è stata anche la partita che per la prima volta ci ha permesso di provare empatia per Ronaldo, costretto ad abbandonare in lacrime il campo dopo pochi minuti per un colpo subito da Payet. In assenza del suo miglior giocatore, il Portogallo si è aggrappato alla propria difesa per strappare un successo inaspettato e ha trovato in Pepe la soluzione ai propri problemi.

 

 

10 luglio – Murray vince il suo secondo Wimbledon

 

Battendo in finale Milos Raonic in tre set (6-4, 7-6, 7-6), è la sua seconda vittoria dopo quella del 2013, arrivata perdendo appena 2 set in tutto il torneo. Un dominio che ha segnato una svolta stagionale. Dopo lo slam casalingo Murray inizierà una striscia di vittorie – a parte la parentesi di un deludente US Open – che culminerà con la scalata alla prima posizione nel circuito.

 

 

11 luglio – Tim Duncan annuncia il ritiro

 

Con il classico stile stringato, Tim Duncan annuncia il ritiro dai parquet, mettendo la parola fine a 19 stagioni di onorato e vincente servizio in maglia San Antonio Spurs. Qualche mese prima gli abbiamo dedicato questo profilone.

 

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La Redazione de l'Ultimo Uomo è divisa tra Roma e Milano, ed è composta da una dozzina di ragazzi e ragazze che, generalmente parlando, ti vogliono bene.

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