L'Ultimo Uomo

  • Calcio
  • Expected Goals
  • NBA
  • Sport
  • Calcio
  • Expected Goals
  • NBA
  • Sport
  • Chi siamo
  • Le Firme
  • Archivio
  • Sponsor
  • Long-Form
© Alkemy. Made with love
Preferenze Cookie
Calcio Dario Saltari 15 settembre 2016 4'

Il presidente delle piccole

Ceferin, il nuovo presidente della Uefa, è contrario alla nuova Champions League.

Condividi:

Ieri pomeriggio ad Atene si è chiusa ufficialmente l’era Platini per la UEFA, che durava dal 2007. La confederazione europea di calcio ha eletto il suo nuovo presidente, dopo aver dato la possibilità a Platini di fare un un ultimo discorso all’organizzazione che ha diretto negli ultimi otto anni, “come gesto d’umanità”. L’ex fuoriclasse della Juventus se n’è andato in maniera teatrale, dichiarando di avere “la coscienza pulita” e di non aver commesso nemmeno “il più piccolo errore”. Infine ha chiuso il discorso con: “Amici del calcio, addio”.

 

L’UEFA ha voltato pagina e su quella successiva ha scritto il nome di Aleksander Ceferin, semisconosciuto presidente della federazione slovena, appassionato di karate e viaggi avventurosi (nella conferenza stampa post-elezione ha dichiarato di aver attraversato il Sahara ben cinque volte). Se del passato e del background di Ceferin sappiamo comunque poco al di là degli aneddoti, qualcosa di più possiamo sapere dei suoi programmi futuri.

 

Ad esempio, sappiamo che nei giorni precedenti all’elezione Ceferin si era scagliato contro l’accordo raggiunto ad agosto tra l’UEFA e l’ECA (European Club Association, organizzazione che racchiude i principali club europei) per la riforma della Champions League a partire dalla stagione 2018-19.

 

VIDEO: ChampsLge deal for top countries criticised by UEFA e-lection favourite Ceferin. TEXT: https://t.co/41F9coIMLi pic.twitter.com/EgZqVyo22l

— Rob Harris (@RobHarris) 13 settembre 2016

 

Uno degli aspetti sportivamente più importanti della riforma è l’eliminazione dei preliminari per le quattro leghe europee principali (Liga, Bundesliga, Premier League e Serie A), che avranno così quattro posti assicurati ognuna, per un totale di sedici (contro gli undici attuali) sui 32 complessivi. Secondo alcuni, la riforma è frutto dello spauracchio agitato più volte dai top club europei della cosiddetta Superlega, da cui trae vantaggio soprattutto il campionato italiano, che in un colpo solo raddoppierebbe il numero delle proprie squadre sicure di un posto in Champions League. A pagarne le maggiori conseguenze, invece, sarebbero i campionati medio-piccoli, alcuni dei quali perderebbero i preliminari come ultima possibilità di accedere alla fase a gironi della Champions League (e ai suoi diritti TV).

 

Ceferin, in un’intervista all’Associated Press, si è detto contrario a questa riforma, definendo la formula attuale come “il modello ideale”. Secondo quello che dopo poco sarebbe diventato il nuovo presidente della UEFA, la minaccia dei top club di formare una Superlega a sé stante sarebbe un bluff, privo di consistenza reale: «Sarebbe noioso giocare in una sorta di lega chiusa, e significherebbe anche fare guerra alla UEFA».

 

Per quanto Ceferin non abbia specificato come vorrebbe tornare alla situazione precedente, concentrandosi esclusivamente sulla mancanza di trasparenza e democraticità del processo che ha portato a questa riforma, la sua promessa elettorale ha fatto breccia nei cuori delle piccole e medie federazioni (come è quella da cui proviene lo stesso Ceferin, quella slovena) che costituiscono la stragrande maggioranza dei 55 membri della UEFA, come l’Armenia, la Svezia, la Norvegia e il Portogallo. Anche grazie al loro ha ottenuto ben 42 voti (ne erano necessari 28) contro i 13 del suo principale sfidante, Michael Van Praag.

 

Van Praag ha probabilmente pagato proprio il suo ruolo nelle negoziazioni che hanno portato alla riforma della Champions League. Vice presidente della UEFA dal 30 giugno dell’anno scorso e membro del comitato esecutivo della confederazione europea, Van Praag ha capito troppo tardi che la partita per la riforma della Champions League era quella principale.

 

Solo il giorno prima della votazione, infatti, ha cercato di smarcarsi dal suo ruolo, in maniera anche un po’ patetica, promettendo di riaprire le negoziazioni se fosse stato eletto presidente della UEFA e dichiarando di non esser stato presente alla riunione del comitato esecutivo in cui si è presa la decisione finale sulla riforma della principale competizione europea. Con un’iperbole eccessiva, Van Praag aveva chiuso dicendo che i club avrebbero dovuto passare sul suo cadavere se avessero voluto riunirsi in una Superlega…

 

In questo modo il dirigente olandese non ha fatto altro che smentire le sue stesse idee, perdendo del tutto la propria credibilità come candidato. In un’intervista pubblicata da ESPN nello stesso giorno, Van Praag dichiarava che la UEFA «aveva preso la giusta decisione» riguardo la riforma della Champions League, e si dimostrava addirittura aperto all’eventuale formazione di una Superlega in futuro.

 

Ceferin ha avuto vita facile e ha ottenuto la stragrande maggioranza dei voti, tra cui quello clamoroso e inspiegabile della federazione italiana (o meglio, comprensibile solo in parte tenendo conto dell’elezione in cambio dell’italiana Evelina Christillin a membro europeo del Consiglio della FIFA). Non solo, il supporto della FIGC è stato addirittura decisivo, perché arrivato da una grande federazione in un momento in cui non si erano ancora consolidati gli equilibri tra i due candidati, al punto che lo stesso Ceferin si è sentito in obbligo di dover ringraziare l’Italia nella conferenza stampa post-elezione.

 

European Club Association welcomes Ceferin's Uefa victory. But Ceferin will look at recent Champions League reforms. pic.twitter.com/njDOrmbkaZ

— Richard Conway (@richard_conway) 14 settembre 2016

 

Non conosciamo ancora il senso del supporto italiano (è importante sottolineare che alla fine abbiano appoggiato Ceferin anche altre grandi federazioni, come la Francia e la Germania) né se Ceferin darà effettivamente seguito alle sue parole. Ma se il presidente della UEFA prenderà la questione della riforma della Champions League seriamente, come sembra al momento, allora potrebbe riproporsi una situazione di muro contro muro tra club e federazioni, simile a quello che sta spaccando negli ultimi anni il mondo del basket europeo. E per amore di questo sport, e della Champions League che in ogni caso, anche senza riforma, ne rappresenta la massima spettacolarizzazione, speriamo vivamente di no.

 

 

Tags : Aleksander Ceferinmichel platiniuefa

Dario Saltari è uno degli scrittori che curano L'Ultimo Uomo e Fenomeno. Sulla carta, ha scritto di sport per Einaudi e Baldini+Castoldi.

Condividi:
In evidenza
Carica i commenti ...

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi "Stili di gioco" direttamente nel tuo inbox.

Potrebbero interessarti

Calcio Emanuele Atturo 8'

Cosa serve all’Inter sul mercato

Il più pare fatto, o almeno progettato.

Calcio Lorenzo Moretto 6'

Finale di stagione

Un estratto dall’ultimo libro di Lorenzo Moretto, edito da 66thand2nd.

Calcio Francesco Deriu 7'

Cosa deve fare l’Inter con Dzeko

La distanza tra i suoi pregi e i suoi difetti è diventata ancora più ampia.

Calcio Alberto Farinone 13'

Come il calcio russo ha reagito alla guerra

Nell’indifferenza generale il calcio in Russia sta continuando tra non pochi problemi.

Calcio Emanuele Atturo 13'

Dizionario del calciomercato

Uno strumento necessario per orientarsi nel linguaggio esoterico dell’estate.

Dello stesso autore

Sport Dario Saltari 14'

La più grande gara di nuoto di tutti i tempi

Storia della finale dei 100 metri farfalla alle Olimpiadi di Pechino.

Calciomercato Dario Saltari 9'

Cosa serve alla Roma sul mercato

Cosa fare dopo la vittoria della Conference League.

Calcio Dario Saltari 9'

Renato Sanches e il Milan sono fatti l’uno per l’altro

Dopo una carriera travagliata potrebbe approdare in rossonero.

Calcio Dario Saltari 12'

Quello che la storia di Gnonto non dice

L’ultima promessa del calcio italiano apre una finestra sulle cosiddette seconde generazioni.

Ultimo Uomo Awards Dario Saltari 6'

Il giocatore che pensavi ritirato: Cristian Molinaro

Il premio al giocatore che è riuscito ad esserci senza esserci.

I più letti del mese

Calcio Dario Saltari 12'

Quello che la storia di Gnonto non dice

L’ultima promessa del calcio italiano apre una finestra sulle cosiddette seconde generazioni.

Calcio Emanuele Mongiardo 10'

Come il Milan ha costruito la rosa dello scudetto

Con un metodo poco comune in Italia.

Calcio Marco D'Ottavi 9'

Chapeau, Cassano

Tra meme e calcio con la F.

Ultimo Uomo Awards Emanuele Atturo 8'

Il giocatore più fumoso: Nicolò Zaniolo

È il giocatore della Roma ad aver vinto il premio di quest’anno.

Calcio Alfredo Giacobbe 7'

La Top XI statistica della Serie A

Cosa ci dicono i numeri sui migliori interpreti del nostro campionato.

altro da uefa
Calcio Alec Cordolcini 9'

Come l’Olanda è tornata grande in Europa

C’entra un nuovo pragmatismo e l’influenza del calcio tedesco.

Calcio Dario Saltari 9'

Come lo vedete il Mondiale ogni due anni?

Una proposta che fa luce sui contrasti tra UEFA e FIFA.

Euro 2020 Dario Saltari 8'

La UEFA si è schierata dalla parte sbagliata

Il caso dell’illuminazione arcobaleno dell’Allianz Arena dice molto della sua politica.

altro da michel platini
Calcio Dario Saltari 6'

Michel Platini e i dubbi sul sistema FIFA

Platini è stato fermato dalla polizia francese per alcune domande sull’assegnazione del Mondiale del 2022.

Calcio Pietro Minto 4'

2017: l’anno in cui un ingegnere italiano cambierà il calcio

Il primo degli scenari distopici che potrebbero avverarsi nel 2017.

Calcio Fabrizio Gabrielli 10'

Il serpente piumato

André-Pierre Gignac ha trovato la gloria in Messico.