Il 2016 è stato un anno sportivo più ricco del solito. Come avevamo già fatto lo scorso anno abbiamo provato a catalogare le cose più importanti successe, giorno per giorno. Il 2017 è già cominciato.
11 gennaio - Messi vince il pallone d’Oro
Al discorso di premiazione di Zurigo, dopo aver ricevuto dalle mani di Kakà il suo quinto Ballon d’Or, un record senza precedenti, Leo Messi si è conservato per il finale una frase che già al momento suonava preventivamente consolatoria: “Infine voglio ringraziare il calcio in generale per tutto quello che mi ha dato, le cose buone e quelle cattive, perché mi ha fatto crescere e mi ha reso più saggio”.
Se anziché d’oro il pallone fosse stato di cristallo, e avesse potuto immaginare che nello stesso anno avrebbe perso la terza finale in tre anni con la sua Nazionale, che si sarebbe fatto crescere la barba e si sarebbe tinto di biondo platino, deprimendosi al punto da meditare un ritiro dalla scena internazionale, allora forse, quella frase sulla saggezza, chissà, se la sarebbe risparmiata.
22 gennaio - I Cleveland Cavaliers licenziano David Blatt
Con una mossa inattesa, il GM dei Cavs David Griffin decide che l’atmosfera nello spogliatoio non gli piace (= LeBron aveva fatto ampiamente intendere che non era più il caso di cazzeggiare) e licenzia David Blatt, affidando la panchina a Tyronn Lue. È uno dei tanti turning point che porterà i Cavaliers al titolo NBA.
31 gennaio - Novak Djokovic vince il suo sesto Australian Open
È l’undicesimo slam della carriera e sembra il preludio di una stagione di dominio schiacciante, che alla fine non si rivelerà tale.
1 febbraio – Il Manchester City ingaggia Pep Guardiola
Il City decide di ufficializzare in grande anticipo l’ingaggio di Guardiola per la stagione successiva: finalmente Pep si potrà ricongiungere con Txiki Begiristain, ex compagno di squadra e poi DS ai tempi del suo Barça magico.
Per tutto il resto della stagione, Pellegrini userà questo comunicato come alibi per i mancati risultati: e in effetti, nelle cinque partite successive all’annuncio, i Citizens ne perdono addirittura tre. Il calcio inglese attende con ansia l’arrivo del juego de posición.
26 febbraio - Gianni Infantino è il nuovo presidente della FIFA
Il delfino di Michel Platini viene eletto alla seconda votazione: 115 voti contro gli 88 di Salman Bin Al-Khalifa. Tra i punti forti del suo programma redistribuzione dei fondi guadagnati dalla FIFA tra i paesi membri e progetti di ampliamento, come quello di portare a 40 il numero dei partecipanti alla Coppa del Mondo
28 febbraio - Steph Curry segna da 10 metri uno dei tiri più insensati dell’anno
Supplementare, partita in parità, squadre stanchissime: Steph Curry supera la metà campo e lancia una tripla che trova solo il fondo della retina, lasciando 0.6 centesimi di secondi sul cronometro. È la dodicesima della sua serata (record NBA eguagliato), la 288esima della sua stagione (suo stesso record battuto con un mese e mezzo di regular season da disputare): è il pandemonio.
13 marzo 2016 - L’Inghilterra vince il Sei Nazioni
Il 2015 era stato uno degli anni peggiori per il rugby inglese, culminato nella disfatta del mondiale casalingo. In pochi potevano immaginare allora un 2016 così scintillante. L’Inghilterra ha aperto un ciclo di 14 vittorie senza sconfitte in tutto l’anno. Per farlo si è dovuta affidare ad Eddie Jones, il primo ct non inglese della storia. Appena 5 mesi dopo l’eliminazione nella fase a gironi del Mondiale, l’Inghilterra ha vinto il Sei Nazioni con una giornata di anticipo, dopo la sconfitta della Francia con la Scozia. A coronamento della manifestazione, il 19 marzo il “XV della Rosa” ha battuto proprio la Francia col punteggio di 31 a 21.
16 Marzo - Evra non la spazza
All’andata, per 60 minuti, la Juventus non l’aveva proprio vista. Poi, sfruttando le carenze difensive del Bayern Monaco era riuscita a pareggiare 2-2, ma la trasferta di Monaco, visto l’andamento di buona parte della gara d’andata, pareva una montagna troppo alta da scalare, considerando anche le assenze di Marchisio e Dybala. A Monaco, in maniera speculare, per 60 minuti si vede Allegri al suo meglio, un distillato di strategia italiana, una tattica perfettamente disegnata sul corpo dell’avversario per soffocarne i pregi e punirne i difetti. La Juve gioca con una sorta di 3-4-3 con Pogba sulla linea degli attaccanti ed Evra da terzo centrale e domina il Bayern di Guardiola, va avanti 2-0 e rischia di dilagare. Poi, la stanchezza e il cambio tra Morata, una vera spina nel fianco per i tedeschi con la sua capacità di allungare da solo la squadra, e il miglior difensore tra gli attaccanti, Mario Mandzukic, abbassa la squadra che viene bombardata di cross. Nel recupero Evra non la spazza e il Bayern porta la partita ai supplementari. La Juve rimane nel mezzo tra la conferma di essere al top in Europa e la delusione per un’impresa mancata e un capolavoro sfiorato. Evra non l’ha spazzata ed è una perfetta metafora dell’intera partita e della transizione della Juve da outsider a vero top-club europeo. La Juve aveva cominciato la partita imponendo la proprio volontà e il proprio gioco e aveva finito chiudendosi nella propria area. Evra si è trovato in mezzo, come l’intera squadra, tra la voglia di essere propositivo e, invece, interpretare il copione del catenaccio, sparando la palla in tribuna: non ha fatto nè l’uno nè l’altro. Era forse un momento necessario: l’acquisto di Higuain e la voglia esplicita di puntare alla Champions League testimoniano che Monaco per la Juve è stato un rito di passaggio verso le ambizioni e la mentalità di una grande squadra europea.
22 marzo - L’IEM 2016 di Katowice raggiunge i 34+ Milioni di spettatori
La finale mondiale del circuito competitivo dell’Intel Extreme Masters, disputata a Katowice in Polonia, con i suoi 34 Milioni di spettatori unici diventa l’evento eSportivo più seguito di sempre
24 marzo - Muore Cruyff
In un anno in cui sono venute a mancare molte personalità forti nel mondo della musica e della cultura anche il calcio ha perso un Grande Uomo. Forse il calciatore (e pensatore di calcio) del passato più influente sul calcio che si gioca oggi. A caldo gli abbiamo dedicato un tributo a più mani, rifugiandoci nella partita o nel gesto di Cruyff a cui personalmente ci sentivamo più legati. Qualche tempo dopo Valentino Tola ha riflettuto su cosa ha lasciato in eredità al calcio moderno il più moderno tra tutti i calciatori del passato.
3 aprile - Muore Cesare Maldini
Durante il minuto di raccoglimento che precede Inter-Torino, in Curva Nord compare uno striscione che recita: “Buon viaggio Cesare, uomo vero di un calcio vero”. È uno dei tanti messaggi di cordoglio che arrivano trasversalmente da tutto il mondo sportivo per commemorare l’addio ad uno dei personaggi più emblematici del calcio italiano. Il più toccante, ovviamente, arriva dai suoi figli: "Non ci resta che ringraziarti per il viaggio unico e meraviglioso che abbiamo fatto insieme e che ci farà tornare il sorriso ogni volta che penseremo a te. Ti siamo stati vicini in ogni momento sapendo che te ne saresti andato. Quando ci hai lasciati è accaduta una cosa straordinaria, siamo stati sommersi da messaggi di affetto nei tuoi confronti, messaggi non banali ma toccanti. A ognuna di quelle persone, hai regalato un po' di te. Grazie Papà".
4 aprile - Una delle più belle Finali NCAA di sempre decisa all’ultimo tiro
Kris Jenkins riceve da Ryan Arcidiacono e lascia partire un tiro che diventa leggenda nell’istante stesso in cui incontra la retina.
10 aprile - I Golden State Warriors pareggiano (e poi superano) il miglior record di sempre in regular season
Solamente una squadra nella storia della NBA aveva mai superato le 70 vittorie - i Chicago Bulls del 1995-96 di Michael Jordan. Con la vittoria sul campo dei San Antonio Spurs (che in stagione non avevano mai perso in casa), gli Warriors pareggiano i Bulls e poi li superano tre giorni dopo, vincendo la 73esima partita su 82 contro i Memphis Grizzlies.
13 Aprile - Ultima partita di Kobe Bryant
Quella stessa sera Kobe Bryant riesce a distogliere le attenzioni del mondo dalla squadra col miglior record di sempre segnando 60 punti con 50 tiri nella sua ultima partita in NBA, quella casalinga che i Los Angeles Lakers vincono in rimonta sugli Utah Jazz. Un momento surreale suggellato da due parole indimenticabili: “Mamba Out”.
25 aprile - La Juve vince il suo quinto scudetto di fila
Il quinto scudetto scudetto consecutivo della Juventus, che sembra un evento ovvio solo a scriverlo, è forse il più inaspettato dopo il primo. Inaspettato perché arriva dopo un inizio disastroso che fa scivolare la squadra a -11 dalla vetta dopo 10 giornate e costringe i bianconeri ad una rimonta furiosa: da quel momento in poi la Juventus infila 15 vittorie consecutive, 24 in 25 partite, dieci partite senza subire gol con Buffon sposta il record di imbattibilità a 974 minuti. La certezza matematica arriva dopo la sconfitta del Napoli contro la Roma, ma più degli altri questo quinto scudetto è tutto della squadra di Allegri.
2 maggio - Il miracolo del Leicester si realizza
Chi il 2 maggio 2016 non avrebbe voluto trovarsi a casa Fuchs? Se il 2016 è stato un anno un po’ così, il pareggio tra Chelsea e Tottenham, che ha regalato la matematica certezza di titolo al Leicester, è il momento in cui abbiamo imparato a credere ai miracoli. Questo termine, di cui spesso si è abusato, è l’unico che riesce a rimandare il grado di improbabilità della vittoria della Premier League da parte del Leicester, una squadra che non mostrava nessun apparente segno vincente. Morgan, Kanté, Mahrez, Vardy, tutti nomi che abbiamo imparato a conoscere grazie alla cavalcata più magica del 2016, quella dei ragazzi di Ranieri.
4 maggio - Retrocede la Virtus Bologna per la prima volta nella storia
L’ultima squadra italiana ad aver vinto un titolo in Europa retrocede dalla Serie A per la prima volta sul campo.
7 maggio - si ritira Valerón
Con Valerón si ritira l’ultima stella del Superdepor in grado di rivaleggiare con i giganti in Spagna ed Europa. Si ritira nella sua terra, dove aveva esordito e dopo aver contribuito a quasi 40 anni a far tornare il Las Palmas in prima divisione.
10 maggio - Steph Curry primo MVP unanime della storia
Mai nessuno aveva messo d’accordo l’intera giuria su chi fosse stato il miglior giocatore della stagione. Mai nessuno, tranne Steph Curry.
13 maggio – Il Kosovo entra a far parte della FIFA
A otto anni dall’indipendenza politica dalla Serbia viene riconosciuta anche la sovranità calcistica dello stato balcanico. Inserita nel girone I di qualificazione a Russia 2018, neppure quattro mesi più tardi raccoglierà il primo storico punto in un pareggio strappato in Finlandia grazie a un gol di Valon Berisha, che nonostante contasse già una presenza con la nazionale maggiore norvegese è stato autorizzato dalla stessa FIFA a uno switch in virtù delle speciali condizioni di recruitment accordate al Kosovo.
14 maggio - Higuain segna il gol numero 36 in Serie A
E sceglie una maniera poco appariscente per frantumare il record di Nordhal.
16 maggio - Lo Schalke04 acquista il team degli Elements, aprendo al mondo degli eSports
La squadra tedesca dello Schalke04 è il primo club dei cinque maggioricampionati europei ad acquistare un team di League of Legends. A novembre seguirà il PSG.
27 maggio - Il Team Forge approda alle Challenger Series
È il primo team italiano, con sede a Cagliari, ad approdare alla serie cadetta del massimo campionato europeo di League of Legends. Termineranno il girone a un passo dai playoff.
28 maggio - Il Real batte di nuovo l’Atletico e vince l’Undecima
Al termine di una partita poco spettacolare, il Real Madrid batte ancora una volta l’Atletico Madrid in finale di Champions League e conquista l’Undecima. Cristiano Ronaldo segna il rigore decisivo e, mostrando al mondo i suoi addominali, comincia a mettere le mani sul suo quarto Pallone d’Oro.
28 maggio - Golden State vince gara-6 a Oklahoma City e pareggia la serie
Con le spalle al muro, Klay Thompson e Steph Curry combinano per 71 punti e mandano la serie a Oakland per gara-7, di fatto salvando la stagione degli Warriors e uccidendo gli Oklahoma City Thunder di Durant & Westbrook.
29 maggio - Vincenzo Nibali vince il Giro d’Italia
Il giovedì, pochi giorni prima della conclusione, Nibali aveva accumulato un ritardo di oltre 4 minuti su Kruijswijk e il modo in cui aveva corso il Giro non lasciava sperare in nessun ribaltone. Ma in una grande corsa l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Nella tappa del venerdì, da Pinerolo a Risoul, su una pista innevata, il ciclista olandese è caduto, facilitando una rimonta comunque incredibile di Nibali. È proprio l’importanza di questa caduta nell’economia della corsa ad aver sminuito - in parte dell’opinione pubblica - l’impresa del siciliano. Eppure, attualmente, insieme a Eddy Merckx, Bernard Hinault, Felice Gimondi, Jacques Anquetil, è uno dei pochi corridori della storia ad aver conquistato tutti e tre i grandi giri.
3 giugno - Muore Muhammad Alì
di Daniele Manusia
Vent’anni dopo la diagnosi ufficiale del Parkinson che gli aveva tolto progressivamente l’uso della parola e la sicurezza dei gesti - cioè i suoi più grandi talenti: la capacità di coordinazione fuori dal comune, semplicemente mai vista prima, e un’altrettanto stupefacente e inedita ars oratoria - se ne è andato il simbolo più grande di come lo sport può superare tutte le linee entro cui solitamente lo confiniamo, influenzando la nostra società e il nostro modo di vivere e pensare, fuori da ogni metafora. <
La novità rappresentata da Muhammed Alì come pugile è paragonabile solo allo shock provato dall’ultimo uomo non sapiens quando ha visto per la prima volta la futura evoluzione della specie. Un peso massimo con i movimenti di un peso medio, che si diceva non avrebbe retto il peso dei pugni (quelli di Sonny Liston, poi quelli di George Foreman); e forse il talento più sottovalutato di Alì, nel ring, è stato proprio quello da incassatore. La capacità di resistenza che ha dimostrato in incontri durissimi (mettendosi da solo alle corde contro Foreman in Zaire; arrivando “vicino alla morte”, come ha detto lui, con l’arci-nemico Joe Frazer) è la stessa dimostrata nella vita, nel modo in cui ha accettato le conseguenze delle sue idee - a cominciare dal rifiuto di andare in Vietnam - come nella dignità con cui ha affrontato la malattia.
Tuttavia Alì è un personaggio più ambiguo, era una persona più complessa, di quello che racconta la sua agiografia. Probabilmente serviranno anni per studiare tutte le sfumature di uno degli esseri umani più unici ed eccezionali che la Storia abbia prodotto. <
5 giugno - Djokovic vince il suo primo Roland Garros
Nonostante fosse una delle sue superfici preferite, Djokovic era arrivato a dominare il tennis mondiale senza riuscire a vincere il Roland Garros. Forse anche per questo motivo, dopo la vittoria, raggiunta in finale battendo Andy Murray, il tennista serbo ha dichiarato di aver esaurito un po’ gli stimoli e si è fatto progressivamente rimontare da Murray, perdendo infine la prima posizione. Quello che doveva essere un lungo ciclo di tirannia inarrestabile, si è interrotto prima del previsto, mostrando di riflesso quanto difficile sia - anche per un samurai dell’economia nervosa come Djokovic - mantenere un dominio di alto livello nel tennis. Uno sport che, ancor più del fisico, finisce per logorare la capacità degli atleti di essere mentalmente intensi durante le partite e i tornei.
Dopo la vittoria del Roland Garros avevamo posto un obiettivo chiaro per Djokovic: diventare il migliore di sempre. Ovvero: superare il numero di slam di Roger Federer. Sei mesi dopo Djokovic è fermo ancora a 12 slam, ancora 5 in meno del Re.
6 giugno - L’Inter passa a Suning
Ufficialmente l’era Moratti, inclusa la sua ultima coda di proprietà Thohir, si conclude la mattina del 6 giugno, quando Zhang Jindong, presidente del mega gruppo commerciale cinese Suning, acquista il 68,55% delle azioni dell’Inter. Il passaggio di proprietà viene annunciato alle 9 in una sfarzosa conferenza stampa a Nanchino. “L’Inter per noi è una porta sul mondo, crediamo che diventerà ancora più internazionale”, dice Jindong “La faremo più forte. Renderemo l’Inter magnifica. Noi vogliamo seguire l’idea di mister Moratti che ha acquistato tanti fuoriclasse. Riporteremo le stelle mondiali. Vogliamo ricostruire la gloriosa storia del passato”.
19 giugno – I Cavaliers completano la rimonta e vincono il titolo NBA
Sotto 1-3 nella serie, LeBron James e i Cavaliers diventano la prima squadra di sempre a rimontare e vincere il titolo NBA, nonché la prima di Cleveland a vincere un titolo negli ultimi 50 anni, spezzando la “maledizione” che gravava sulla città.
22 giugno – Schwazer viene trovato nuovamente positivo all’antidoping
di Gianluca Ciucci
La mattina del 22 giugno pensavo che non ci potesse essere niente di peggio che svegliarsi alle cinque per preparare il primo giorno di Maturità 2016, il classico tema di italiano. Non avevo ancora letto la Gazzetta dello Sport. Alex Schwazer trovato positivo agli anabolizzanti secondo un controllo sulle sue urine avvenuto il primo gennaio. Le controanalisi confermano e per l’atleta di Racines questo significa fine della carriera e non solo della rincorsa ai Giochi di Rio. Dopo tre anni e nove mesi di squalifica per la positività 2012 all’Epo, di cui uno e mezzo passato ad allenarsi con l’aiuto di Sandro Donati, ne arrivano altri 8 inflitti dal Tas di Losanna. Questa volta non ci sono lacrime negli occhi di Alex e nessuna scusa, il marciatore nega ogni accusa e ancora oggi si sta preparando a dimostrare davanti ai giudici di essere innocente e di aver subito un agguato. L’affaire Schwazer non è ancora chiuso, la storia di un atleta fortissimo sì.
22 giugno - La NHL diventa la prima lega con una squadra professionistica a Las Vegas
di Andrea Agostinelli
Quando ho scritto questo articolo non c’era nulla di concreto mentre oggi abbiamo un nome, Vegas Golden Knights, un logo, dei tifosi che hanno dedicato la prima standing booation al commissioner Gary Bettman e un General Manager, George McPhee, che nel corso di questi mesi ha costruito pezzo per pezzo lo staff dirigenziale che lo aiuterà a comporre il roster durante l’expansion draft. Fra i suoi assistenti c’è anche Tom Porazska, assunto come Hockey Operations Analyst. Nulla di particolare se non fosse che per accettare la posizione, Porazska ha dovuto chiudere il sito da lui fondato e gestito: GeneralFanager, una banca dati utilizzata dagli appassionati per conoscere ogni minimo dettaglio di tutti i contratti in vigore nella NHL e che oltre ad avere il Mock Draft più affidabile, offriva ai suoi utenti la possibilità di costruire da zero il proprio roster sulla base dell’attuale salary cap. Insomma, uno stage finalizzato all’assunzione.
26 giugno – Il Cile vince la Copa América per la seconda volta di fila (oppure l’Argentina la perde per la seconda volta di fila)
di Fabrizio Gabrielli
I percorsi di Cile e Argentina verso la finale della Copa América Centenario, tutt’altro che paralleli ma alla fine della fiera convergenti, per certi versi sono stati molto simili a una famosa scena di Rocky IV.
La Roja, rimasta orfana di Sampaoli dopo la storica vittoria nell’edizione precedente giocata in casa, affidata a un allenatore agli esatti antipodi dell’appariscenza come Pizzi, veniva da una scalata arrancante, difficoltosa, che ha trovato una certa quadratura solo a partire dagli ottavi, quando con una scrollata di spalle rabbiosa si è sbarazzata di una delle potenziali outsider, il Messico (questo sarebbe il punto in cui Rocky Balboa solleva il carretto dei buoi con Adriana e Paulie sopra). L’Albiceleste, di par suo, si era trovata la strada non solo in discesa, ma tappezzata da un tappeto rosso di velluto: finale raggiunta con un percorso netto, impreziosito da 2 soli gol subiti e ben 12 messi a segno, tra i quali la punizione monstre con la quale Messi è diventato il più prolifico marcatore nella storia della Selección; una perfezione così artificiale da ammutolire pure Ivan Drago.
Lo spettro tra le due contendenti, a un anno dalla finale non speciale e a novanta minuti dall’istante in cui qualcuno avrebbe alzato il trofeo, era comunque tutt’altro che sottile. L’Argentina doveva essere la vincitrice annunciata: perché la Copa mancava nella sua bacheca da 23 anni, perché l’assenza di Neymar metteva Leo nelle condizioni di essere il protagonista sportivo e mediatico indiscusso, perché negli USA non aspettavano altro.
È finita come sappiamo: con la maledizione rinnovata, e l’ultimo bicchiere di rum, quando in Italia faceva già mattina, a chiedermi come fosse possibile che Messi avesse davvero annunciato il suo ritiro.
27 giugno – Sampaoli sbarca in Europa
di Fabio Barcellona
Dopo le sue dimissioni da Ct della nazionale cilena, le voci di un approdo di Sampaoli in Europa si sono rincorse, ma probabilmente nemmeno il più ottimista tra gli ammiratori del tecnico argentino avrebbe osato immaginare un approdo più affascinante e carico di seducenti aspettative come quello del Siviglia del D.S.Monchi. Durante il calcio mercato i due hanno costruito una rosa piena di talento e trequartisti e il pirotecnico 6-4 all’esordio in Liga con l’Espanyol sembrava promettere grandi vittorie e rovinosi rovesci, perpetuando intatta la fama di allenatore estremista e di avanguardia. Ma, all’esordio in Champions League, a Torino contro la Juventus, scende in campo un Siviglia pieno di mediani e, pur nel solco di un pressing particolarmente aggressivo, di orientamento prettamente difensivo. Oggi il Siviglia è terzo in classifica a 4 punti dalla vetta e a +5 dall’Atletico Madrid di Simeone non rinunciando a momenti di calcio altamente spettacolari. Sampaoli non è più considerato solo un visionario, ma quello che in fondo è sempre stato: un bravissimo allenatore che fa giocare bene e in maniera efficace le proprie squadre col suo calcio che mischia gioco di posizione, pressing feroce e verticalità.
4 luglio - Kevin Durant annuncia il passaggio ai Golden State Warriors
Con una breve lettera su The Players’ Tribune, KD annuncia l’addio a OKC e il passaggio a Golden State, inclinando ulteriormente l’asse cestistico in direzione degli Warriors. Tra i tanti effetti collaterali, viene uccisa una rivalità che sembrava destinata a regalare serie di grandissimo livello per gli anni a venire.
9 luglio - L’Italbasket perde al supplementare il Pre-Olimpico di Torino
Il basket italiano si era dato un solo obiettivo: staccare il biglietto per le olimpiadi di Rio attraverso l’organizzazione del Pre-Olimpico a Torino. Finisce male, al supplementare, contro una Croazia che gli azzurri avevano già battuto nel gironcino: è la sconfitta di tutto un movimento, che non è riuscito a nascondere sotto il tappeto tutte le magagne che lo affliggono ormai da anni.
9 luglio - Serena Williams eguaglia Steffi Graff
Non è stata la miglior stagione di Serena Williams, ma le cose hanno cominciato ad andare male proprio dopo aver raggiunto uno degli obiettivi storici della sua carriera: raggiungere i 22 slam vinti da Steffi Graff. Lo fa sul palcoscenico più prestigioso, battendo Kerber in due set autoritari
10 luglio - Il Portogallo vince gli Europei
Grazie all’organizzazione tattica di Fernando Santos e alla sostituzione più decisiva di tutto il 2016, il Portogallo supera ai supplementari la Francia di Didier Deschamps grazie a un gol di Eder e conquista il primo trofeo internazionale della sua storia, avvicinando ulteriormente Cristiano Ronaldo alla vittoria del Pallone d’Oro. Nonostante le sue classiche rosicate, la finale dell’Europeo è stata anche la partita che per la prima volta ci ha permesso di provare empatia per Ronaldo, costretto ad abbandonare in lacrime il campo dopo pochi minuti per un colpo subito da Payet. In assenza del suo miglior giocatore, il Portogallo si è aggrappato alla propria difesa per strappare un successo inaspettato e ha trovato in Pepe la soluzione ai propri problemi.
10 luglio - Murray vince il suo secondo Wimbledon
Battendo in finale Milos Raonic in tre set (6-4, 7-6, 7-6), è la sua seconda vittoria dopo quella del 2013, arrivata perdendo appena 2 set in tutto il torneo. Un dominio che ha segnato una svolta stagionale. Dopo lo slam casalingo Murray inizierà una striscia di vittorie - a parte la parentesi di un deludente US Open - che culminerà con la scalata alla prima posizione nel circuito.
11 luglio - Tim Duncan annuncia il ritiro
Con il classico stile stringato, Tim Duncan annuncia il ritiro dai parquet, mettendo la parola fine a 19 stagioni di onorato e vincente servizio in maglia San Antonio Spurs. Qualche mese prima gli abbiamo dedicato questo profilone.
24 luglio - Chris Froome vince ancora il Tour de France
«Chris Froome è arrivato in trionfo a Parigi scortato da tutti i suoi compagni di squadra, dopo aver conquistato il terzo Tour de France della sua carriera. Ha vinto incantando su qualsiasi terreno, distruggendo gli avversari a cronometro, staccandoli in pianura, sorprendendoli in discesa. Ha vinto dimostrando a tutti di non essere un robot, ma anche di non essere un uomo».
Da Re Sole.
26 luglio - Higuain lascia il Napoli
È un trasferimento il cui significato oltrepassa il mero valore tecnico (indiscutibile in quel momento, e ancor più ora). La Juventus aveva già comprato Pjanic dalla Roma e in molti hanno letto il pagamento della clausola di Higuain come un segnale forte alle rivali per la lotta scudetto. Per non parlare del significato di una cosa del genere per i tifosi del Napoli: un sentimento che ha portato il presidente De Laurentiis a scrivere una lettera a Higuain piuttosto populista. Al momento Higuain ha già segnato 13 gol in campionato, decidendo sfide fondamentali, ma le conseguenze del calciomercato estivo si compiranno a pieno solo nel 2017.
26 luglio - Federer annuncia il ritiro dalle Olimpiadi
E dal resto della stagione per recuperare dagli infortuni alla schiena e al ginocchio. Termina la sua prima stagione da più di 15 anni con zero titoli, e senza neanche una finale dello slam.
5 agosto – Si aprono le Olimpiadi di Rio
di Gianluca Ciucci
Sedici giorni di gare e 918 medaglie assegnate in 306 gare di 28 sport differenti, 11.544 atleti provenienti da 205 Paesi, sono questi i primi numeri della trentunesima edizione dei Giochi olimpici estivi. Per quanto riguarda i numeri primi invece le novità sono poche, infatti a dominare il medagliere sono stati ancora una volta gli Stati Uniti, mentre al secondo posto è arrivata al Gran Bretagna capace, sull’onda lunga di Londra 2012, di superare Cina e Russia (monca di tutta la squadra di atletica a causa dello scandalo doping).
Sono state le Olimpiadi di Michael Phelps e Usain Bolt, Katie Ledecky e Simone Biles, uomini e donne capaci da soli e da sole di competere con un medagliere di una nazione di media grandezza (Squalo a parte, che vale l’intera Giamaica in tutta la storia olimpica). Ma sono state anche le Olimpiadi di Majilinda Kelmendi,Monica Puig,Ahmad Abughaush e dellasquadra di rugby maschile delle Isole Fiji. Il Kosovo, Porto Rico, Giordania e l’arcipelago del Pacifico non avevano mai vinto una medaglia d’oro e a Rio ce l’hanno fatta.
Anche la nostra tuffatrice Tania Cagnotto non era mai riuscita a salire su un podio a cinque cerchi. In Brasile ce l’ha fatta ben due volte con l’argento nel sincro e il bronzo individuale sempre da 3 metri, chiudendo in bellezza una carriera straordinaria e strappando la rivincita dopo le due medaglie di legno di Londra. Ma sono state anche le Olimpiadi in cui una nuotatrice afroamericana, Simone Manuel ha conquistato il gradino più alto del podio, nei 100 metri stile libero (raddoppiando poi nella staffetta mista).
Come per la prima volta, da sessant’anni a questa parte, l’Italia dell’atletica torna a mani vuote dalla rassegna olimpica, vergogna seconda soltanto a quella immensa della Russia, esclusa per un sistema di doping mai visto e che inizia a contare le prime ammissioni. Ma le cose belle da ricordare sono comunque tante e meritano di essere ricordate: Wayde Van Niekerk che parte dall’ottava corsia e realizza il nuovo record mondiale sui 400 metri piani, la velocista giamaicana Elaine Thompson che vincendo 100 e 200 ha eguagliato la bellissima e tragica FloJo Griffith di Seul ’88. E ancora Shaune Miller dalle Bahamas, che con un tuffo sul traguardo ha strappato dal collo di Allyson Felix l’oro dei 400 metri femminili.
I Giochi che dovevano essere funestati dal mortifero virus Zika verranno ricordati per l’acqua delle piscine divenuta verde col passare dei giorni a causa di un microrganismo formatosi a causa di errori da parte della società chiamata a pulire gli impianti. Ma anche per la scarsa organizzazione di trasporti e alloggi per gli atleti, il pubblico spesso scarso e molte volte poco sportivo. Deviazioni piccole e grandi allo spirito olimpico, ma che impallidiscono di fronte a quanto commesso dal nuotatore americano plurimedagliato Ryan Lochte e alcuni suoi compagni: il gruppo aveva denunciato di aver subito una rapina a mano armata da uomini che si dicevano poliziotti, quando in realtà, completamente ubriachi avevano distrutto il bagno di una stazione di servizio di ritorno da un party fuori dal villaggio olimpico. Con buona pace di monsieur De Coubertin.
6 agosto - Nibali cade a Rio
Lo “Squalo dello stretto” non partiva tra i favoriti per l’oro olimpico. Eppure, dopo una corsa condotta magistralmente, si trovava nel gruppo di testa. A una delle ultime curve del percorso, a 11km dall’arrivo, è caduto, lasciando la strada libera a van Avermet per l’oro.
«Dopo la caduta Nibali si è seduto sul bordo del marciapiede, accovacciato senza una smorfia, né una reazione, una maschera di ferro».
7 agosto - Daniele Garozzo vince l’oro nel fioretto
Una vittoria storica, vent’anni dopo la vittoria di Puccini ad Atlanta 96.<
9 agosto - Pogba torna al Manchester United
#Pogback: con questo hashtag il Manchester United ufficializza il ritorno di Paul Pogba con i Red Devils e concretizza la più grande plusvalenza della storia del calcio. La cessione del centrocampista francese, arrivato a parametro zero nel 2012, viene concordata su una base di 105 milioni di euro più bonus pagabili in due anni di cui la Juventus ne incassa ‘solo’ 72,6 milioni. La società bianconera, infatti, deve scalare dalla cifra iniziale i costi residui a bilancio di Pogba, i contributi di solidarietà per le società che hanno partecipato al processo formativo del calciatore e gli oneri accessori (a.k.a. la commissione) del suo agente, Mino Raiola, quantificabili in 25 milioni.
13 agosto - Alex Rodriguez dice addio al baseball
La sua è stata una delle parabole più significative non solo del baseball, ma dello sport più in generale.
19 agosto - La Germania femminile di calcio vince il suo primo oro olimpico
Battendo la vera sorpresa del torneo, la Svezia, per 2-1 al Maracanà di Rio de Janeiro. È stata una delle pagine più belle del torneo olimpico femminile di calcio.
20 agosto - il Brasile vince la prima medaglia d’Oro nel calcio della sua storia
di Stefano Borghi
Il torneo olimpico di Rio è stato uno dei pochi casi nel 2016 calcistico in cui è stato rispettato il pronostico atteso: doveva essere l'Olimpiade del primo oro brasiliano nel futebol e in effetti lo è stata, cancellando uno di quei paradossi storici che sanno di maledizione. L'ennesimo disastro della Seleçao maggiore nella Copa América Centenario e il conseguente esautoramento di Dunga avevano consegnato la Selezione Olimpica a Rogério Micale, specialista del calcio giovanile ma praticamente sconosciuto al grande pubblico, apparentemente non all’altezza di un incarico di così grossa responsabilità.
Al contrario Micale si è invece dimostrato coraggioso, capace di operare cambi importanti in corsa, come la sostituzione, tra i titolari, di uno spaesatissimo Felipe Anderson con il gremista Luan, una mossa che ha cambiato totalmente la geografia offensiva della Seleçao nel corso del torneo.
La finale, epica, quella sì che è stata all’altezza delle aspettative. Al Maracanà, contro la Germania e i fantasmi del 7-1 che evocava, gli unici brividi li ha procurati il prolungamento della battaglia fino ai rigori: stavolta però non c’è stata maledizione che tenesse. O'Ney non ha sbagliato il tiro decisivo il Brasile ha conquistato il suo primo Oro olimpico nel calcio. L'unico trofeo che mancava alla nazionale più vincente della storia di questo sport. A volte è semplice risolvere un paradosso.
21 agosto - Team USA vince l’oro nella pallacanestro dominando la finale
Dopo qualche settimana di basket interlocutorio e una semifinale vinta senza convincere troppo contro la Spagna, Team USA scarica tutto il suo arsenale di talento fisico e tecnico sui malcapitati serbi, che durano meno di un tempo. Se c’è una cosa che ci ha insegnato il 2016, è che il divario è ancora bello grosso.
1 settembre - Gianluigi Donnarumma debutta in Nazionale
di Federico Principi
Una delle fortune dello stato democratico è che abbiamo quasi del tutto sconfitto il retaggio della successione ereditaria del potere e, almeno in teoria, favorito quella di merito. Ma in Italia davvero in pochi altri settori si è esasperata questa ricerca della prosecuzione della dinastia come per il dopo-Buffon. Ora che il grande numero 1 della Juventus è alle soglie dei 40 anni sembra che finalmente, dopo aver sopravvalutato alcuni (Padelli) e bruciato completamente altri sia in giovane età (Fiorillo) che più esperti (Sirigu), sia arrivato Il Grande Erede della Porta Della Nazionale, che non poteva non essere il più giovane di tutti. Dopo essere diventato il più giovane debuttante della storia dell’Under 21 a 17 anni e 1 mese, Gianluigi Donnarumma è diventato il più giovane esordiente della storia della Nazionale maggiore dopo Renzo De Vecchi e Rodolfo Gavinelli (parliamo del 1910 e 1911…) a 17 anni e 6 mesi. Nonostante sia un portiere con caratteristiche fisiche differenti da quelle di Buffon, e un’esperienza e un posizionamento ovviamente ancora in divenire, Italia-Francia dello scorso primo settembre potrebbe marcare un solco netto nella storia della Nazionale allo stesso modo del famoso debutto di Buffon agli spareggi qualificazione a Francia 98 contro la Russia.
3 settembre - Albert Pujols batte il 587esimo home run
Ora è il nono nella classifica di tutti i tempi.
7 settembre - Iniziano le Paralimpiadi di Rio
E così in un giorno di settembre, e per i dieci successivi ci siamo ricordati dell’esistenza degli atleti handicappati. Le Paralimpiadi esistono da Roma 1960 e col tempo hanno aumentato esponenzialmente il loro numero di partecipanti, dai 400 della prima edizione ai 4000 di Rio, e di specialità che sono oggi 22, con nove divisioni di disabilità.
A dire il vero le Paralimpiadi di Rio sono partite in sordina, tra biglietti invenduti e tagli al budget a causa dei buchi lasciati dai colleghi normodotati. Alla vigilia a fare notizia è stata più l’esclusione dei russi che altro. Poi queste donne e uomini dalla tenacia di ferro e da una voglia di vivere ai più sconosciuta hanno ottenuto lo spazio che meritavano.
Per quanto riguarda noi italiani abbiamo ritrovato il condottiero Alex Zanardi di nuovo a podio per tre volte (due ori), come a Londra e abbiamo fatto la conoscenza della giovanissima Beatrice Vio, campionessa di fioretto divenuta in breve tempo uno dei simboli più belli dell’intero Paese. In generale la spedizione italiana è stata un vero capolavoro con 39 podi conquistati e il nono posto nel medagliere generale.
Il vero gesto di coraggio del Cio sarebbe quello di far gareggiare negli stessi giorni atleti olimpici e paralimpici, dimostrando finalmente che lo sport è uno soltanto, capace di unire persone diverse tra loro. Un gesto difficile e che probabilmente non avverrà mai.
11 settembre - Stanislas Wawrinka vince il suo terzo slam
Agli US Open Wawrinka arriva come terza testa di serie ma con grande scetticismo intorno. Ma nel corso degli anni lo svizzero si è consolidato come la mina vagante in grado di poter far saltare qualsiasi pronostico in caso di settimana buona. In un torneo giocato in costante crescita, Wawrinka batte Novak Djokovic in finale rimontando un set di svantaggio. È una classica partita alla Wawrinka, giocata coi sensi aperti, in costante trance agonistica: trasformando il tennis in un gioco semplice, in cui conta solo tirare il più forte possibile con l’angolo più paraddosale possibile. Quanti tennisti, nella storia, hanno avuto una carriera con l’unicità di Wawrinka?
14 settembre – Aleksandr Ceferin è il nuovo presidente della UEFA
Avvolto dal mistero di una biografia striminzita, che ha nel penta-attraversamento del Sahara in jeep il suo highest-peak, Ceferin è il Lenny Belardo che succede a Platini. Battezzato da Infantino come “la risposta all’esigenza di cambiamento”, così come il Papa Giovane Ceferin rincorrerà nei primi tre mesi del suo pontificato una rivoluzione reazionaria, fatta di niet più o meno velati praticamente a ogni riforma proposta dalla FIFA, dall’allargamento dei partecipanti della Coppa del Mondo alla VAR.
18 settembre - Francesco Molinari vince l’Open d’Italia di golf
A dieci anni di distanza dalla prima volta, Francesco Molinari si aggiudica il suo secondo Open d’Italia dopo una lunga sfida con l'inglese Danny Willett. L’ultimo dei 262 colpi che gli permettono di chiudere a -22, uno in meno rispetto al suo avversario, arriva alla diciottesima buca con un putt in salita che manda in visibilio i ventimila spettatori presenti al Golf Club di Monza.<
21 settembre - Virginia Raggi boccia la candidatura di Roma 2024
di Andrea Agostinelli
In occasione dell’inaugurazione di Casa Italia, il presidente del Consiglio Matteo Renzi vola a Rio de Janeiro per spalleggiare Giovanni Malagò e gridare forte al mondo che Roma è pronta a ospitare le Olimpiadi del 2024. Il sostegno del Governo però non basta perché Virginia Raggi mantiene fede a quanto promesso in campagna elettorale e dice no a quella che lei definirà “l’Olimpiade del mattone”. La pietra tombale sulle speranze olimpiche doveva arrivare in un colloquio chiarificatore al Campidoglio ma Malagò attende invano l’arrivo della Raggi per 35 minuti prima di andarsene e sentire l’annuncio in conferenza stampa: “È da irresponsabili dire sì a questa candidatura” afferma la sindaca avvalorando la sua tesi con la pessima eredità lasciata sia dalle Olimpiadi del 1960 che dai più recenti Mondiali di nuoto del 2009. Pur non conoscendo le reali necessità di Roma, credo ancora che si sia trattato di un’occasione persa con troppa sufficienza.
23 settembre - Kevin Garnett si ritira
di Dario Vismara
Quando ho saputo che KG si è ritirato mi sono detto: peccato, sarebbe stato utile a Tom Thibodeau averlo ancora in giro, probabilmente. Quando poi ho scoperto che TNT gli ha affidato uno spazio speciale nei doubleheader del giovedì chiamato “Area 21” in cui ha già chiamato per due volte Rasheed Wallace, mi sono detto: beh dai, alla fine non ci è andata così male. Ricordati di premere quel “cuss button”, KG!
25 settembre - Alexander Zverev vince il suo primo torneo tra i professionisti
A San Pietroburgo ha battuto Stan Wawrinka in tre set definendosi come una delle - due o massimo tre - più grandi speranze del tennis mondiale. Riuscirà a mantenere le promesse? Se lo chiedeva Federico Principi.
25 settembre - Muore Josè Fernandez, giovane stella dei Miami Marlins
Doveva essere il futuro del baseball e della MLB. Il giorno dopo Dee Gordon, uno dei migliori amici di Fernandez, lo onora con un fuori campo. Comincia una corsa commossa tra le basi mentre l’intero stadio lo applaude. Arrivato a casa i giocatori dei Marlins, tutti con indosso la maglia di Fernandez, abbracciano Gordon in lacrime. Sarà il primo e l’ultimo fuori campo della sua stagione.
26 settembre - I Philadelphia 76ers acquistano i Dignitas e gli ApeX
La squadra NBA si tuffa con un investimento di circa 10 milioni $ totali negli eSports: dal 2017 giocheranno nel campionato nord-americano di League of Legends sotto il nome Team Dignitas.
27 settembre - Francesco Totti compie 40 anni
La cosa più simile al Natale per mezza Roma. Noi abbiamo raccolto i 40 momenti migliori della sua carriera, oltre che i migliori messaggi di auguri che il mondo gli ha dedicato.
27 settembre – Lo scandalo travolge Sam Allardyce
Il punto più basso toccato dalla federazione inglese?
2 ottobre - Il team Usa riconquista la Ryder Cup di golf
Non succedeva da otto anni.
6 ottobre - Gli Albus NoX Luna sono la prima wildcard nella storia di League of Legends a superare i gironi dei Worlds, a sconfiggere una rappresentativa coreana e a ottenere il record di 4 vittorie
Un tempo, in qualsiasi regione del mondo, non si poteva non tifare per i Gambit Gaming. Imprevedibili, atipici, che vincessero o meno non importava: finché Darien, Diamondprox, Alex Ich, Genja ed Edward hanno giocato insieme, è stata la squadra più amata. Cinque giocatori uniti dall’amicizia e dalla passione. Ad avventura finita avevano lasciato un vuoto incolmabile.
Quel vuoto, oggi, è stato riempito, almeno in parte. Provenienza simile, interpreti diversi ma la stessa identica voglia di stupire. Gli Albus NoX Luna hanno incarnato lo spirito dei Gambit Gaming scrivendo un nuovo capitolo degli annali dell’eSport. Non è stato semplice seguirli, di notte, lottando contro un fuso orario decisamente ostile. Smurf, Stejos, Kira, aMiracle e Likkrit sono stati testimoni in prima persona di un’impresa unica: sono stati necessari 66 minuti per entrare nella storia di LoL: il tempo utile per superare per la prima volta una compagine coreana e conquistare l’accesso alla fase finale.
10 ottobre- L’ultima partita di David Ortiz
A Fenway Park è la parte bassa dell’ottavo inning di gara tre dei divisional playoff. I Red Sox sono sotto 2-0 nella serie contro gli Indians. Cleveland conduce 4-2 anche questa partita. Marco Hernandez ancora non sa che tra poco sarà involontario protagonista di uno dei momenti più intensi della stagione. David Ortiz infatti conquista una base ball ma viene richiamato in panchina. Al suo posto entra in campo proprio il connazionale Hernandez, utilizzato come pinch runner. Poco dopo Cleveland porterà a casa anche questa partita.
Finisce così tra le lacrime, sue e dei tifosi, la ventennale e straordinaria carriera di Big Papi, il battitore venuto dalla Repubblica Dominicana, passato attraverso la neve (vista per la prima volta) e il gelo del Minnesota per finire dritto dritto nei cuori dei tifosi di Boston. Con la casacca dei Red Sox ha vinto tre volte le World Series: nel 2004 (la prima in 86 anni per Boston, quella della maledizione del Bambino), nel 2007 e nel 2013. Ci mancherà. (NP)
16 ottobre - Marc Marquez vince il suo terzo titolo in MotoGP
di Federico Principi
Le simultanee cadute di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo a Motegi hanno accelerato l’inevitabile processo delle celebrazioni del terzo titolo di Marc Márquez in MotoGP. Gli scivoloni di Márquez a fine 2014 e fino a metà 2015 hanno trasformato il talento del pilota della Honda in un mix più calibrato e bilanciato tra aggressività e saggezza. Márquez ha vinto un titolo alternando gare da padrone con il pugno di ferro (Aragon, il solito Austin) ad altre in cui si è portato la calcolatrice in pista, specialmente nelle frequenti e mutevoli situazioni di pista bagnata: emblematico in questo caso il mancato assalto finale alla vittoria di Jack Miller nella gara-sprint di Assen, forte del secondo posto sicuro, della precedente caduta di Rossi e delle croniche e imbarazzanti difficoltà di Lorenzo a guidare sul bagnato, decisive più di ogni altro fattore per cancellarlo dalla lotta alla difesa del contestato titolo del 2015. Márquez ha recuperato autostima, ha riaperto il suo ciclo e si è ricandidato prepotentemente a riscrivere i record di Valentino Rossi nella storia di questo sport: forse anche per questo ha dato oggettivamente una mano a Lorenzo per battere il pesarese nel 2015.
29 ottobre - Gli SKTT1 vincono il terzo titolo mondiale in finale sui Samsung Galaxy
I coreani SK Telecom T1 conquistano i Mondiali di League of Legends per la terza volta su tre partecipazioni: 2013, 2015 e 2016. Unici due superstiti del primo titolo sono il jungler Bengi e il midlaner Faker.
3 novembre - I Chicago Cubs vincono le World Series
di Andrea Agostinelli
Il baseball non mi piace. Faccio veramente fatica a rimanere coinvolto dal gioco e sabermetrica è un termine così robotico che mi spaventa. La vittoria dei Chicago Cubs alle World Series però è riuscita a farmi superare ogni preconcetto, trascinandomi nel vortice emotivo dei festeggiamenti. Leggendo la storia di Wayne Williams, 66 anni, che ha viaggiato dal North Carolina all’Indiana per ascoltare sulla tomba del padre la radiocronaca di Gara 7 mi si è stretto il cuore. Guardando la pubblicità che la Budweiser ha dedicato a Harry Caray, lo ammetto, ho versato qualche lacrima di commozione. E ho sorriso per la signora di 90 anni che arzilla come non mai ha ammesso al giornalista che la intervistava che avrebbe festeggiato bevendo Jagermeister. 108 anni di maledizioni, sconfitte e figuracce cancellati da una Gara 7 vinta in trasferta all’extra inning dopo una temporanea sospensione per pioggia a coronamento di una rimonta nella serie da 1-3 a 4-3. La casa cinematografica che metterà le mani sui diritti non dovrà impegnarsi molto a scrivere un copione appassionante.
5 novembre - Andy Murray diventa numero 1
Se da anni molti appassionati di tennis richiedono un cambio della guardia ai vertici, Murray ha potuto accontentarli solo parzialmente. Non c’è stata nessuna rivoluzione, solo un faticoso e lentissimo arrampicamento su un Djokovic a corto di energia nervosa. Anche per questo Murray non si presenta come un altro tiranno del tennis mondiale, più come una sorta di reggente. Si prenderà qualche soddisfazione in attesa di campioni - sul serio - nuovi.
7 novembre - Steph Curry segna 13 triple in una partita, nuovo record NBA
Giusto per ricordarci che non è scomparso nel nulla, Curry segna 13 triple in una partita e si prende finalmente il record, purtroppo privando Donyell Marshall dell’unico motivo per cui il suo nome era scritto da qualche parte nei libri di storia della NBA.
12 novembre – UFC 205 a New York
L’UFC 205 al Madison Square Garden ha segnato la storia dell’MMA in diversi modi. Innanzitutto è stato il primo evento organizzato dall’UFC nella città e nello stato di New York, dopo che il divieto di praticare MMA è stato revocato ad inizio anno. In secondo luogo, è stato il luogo dell’affermazione definitiva di Conor McGregor come fenomeno sportivo globale attraverso la vittoria su Eddie Alvarez in sole due riprese. Con quella vittoria, McGregor è diventato il primo fighter nella storia della MMA a detenere contemporaneamente due titoli (pesi piuma e pesi leggeri). Ne abbiamo scritto qui.
19 novembre - L’Italia di rugby batte il Sudafrica
Nel test match di Firenze, l’Italrugby batte per la prima volta nella sua storia il Sudafrica per 20 a 18, interrompendo una striscia negativa di dodici sconfitte consecutive. Gli azzurri del rugby non avevano mai battuto una nazionale campione del mondo.
24 novembre - Gerrard si ritira
Ecco il gol preferito dallo stesso Gerrard tra i 212 della sua carriera.
25 novembre - Muore Fidel Castro, rivoluzionario, comunista, lanciatore dei Los Barbudos.
Nel 2016 se ne sono andati parecchi, ma nessuno come Fidel Castro si porta dietro il senso di un’epoca. Oltre ai suoi trascorsi nel baseball, abbiamo analizzato le sue tute, un omaggio ludico al senso dello stile di Castro, che per qualcuno nascondeva significati.
27 novembre - Nico Rosberg vince il campionato di Formula 1
di Federico Principi
La notizia dell’immediato ritiro di Nico Rosberg dalla Formula 1, subito dopo la vittoria del suo primo titolo mondiale, ha fatto squillare un campanello che ha ricordato a tutti cosa costi effettivamente praticare questo sport. La lotta con Lewis Hamilton, la pressione che è salita nelle ultime gare nelle quali Rosberg ormai aveva un grande tesoro che poteva solo lui dissipare, hanno fatto crollare tutto il castello di cieca abnegazione che Rosberg ha costruito negli anni, attraverso molte delusioni, con l’unico obiettivo di emulare suo padre. Proprio come detto da Jacques Villeneuve, che è andato perfino un po’ troppo oltre sostenendo che Nico Rosberg non abbia forse mai avuto reale passione per questo sport: l’ormai ex pilota della Mercedes ha lasciato la Formula 1 dopo i terribili 55 giri di Abu Dhabi 2016, decisivi per il titolo ma anche per spillare le ultime energie residue.
Magari Rosberg (che comunque negli anni ha dimostrato grande tenacia mentale) proprio per questo motivo non si è dimostrato all’altezza dei grandi Campioni del Mondo, animali da corsa affamati fino a tarda età, dopo aver già dimostrato in pista di non possederne neanche tutto il talento. Ma forse è proprio così che la Formula 1 è tornata finalmente a raccontare una grande storia che mancava da anni.
29 novembre - La tragedia della Chapecoense
di Fabrizio Gabrielli
Scrivere e parlare di calcio è una delle operazioni intellettuali con il più basso scarto percepito, da parte dell’immaginario collettivo, tra semplicità presunta e difficoltà reale. La portata tragica della storia del Chapecoense non è purtroppo tutta nella tragedia di un disastro aereo, nella morte di più di settanta persone, in tutti gli elementi consustanziali alla costruzione della narrativa calcistica, che per sua natura, nei processi di mitizzazione, richiede sedimentazione: è anche nelle rapide emotive che si sono scatenate quando la storia si è immessa nelle nostre modalità di fruizione della tragedia, e del racconto calcistico che ne consegue.
Scrivere e parlare di morte è una delle operazioni intellettuali, anche questa, con il più basso scarto percepito, da parte dell’immaginario collettivo, tra semplicità presunta e difficoltà reale. La condivisione emotiva della notizia, che prendeva forma mentre accadeva, è stata così massiccia ed ecumenica da mettere in discussione il concetto stesso di sciacallaggio. I quotidiani online, incastrati nei meccanismi malmostosi delle campagne pubblicitarie, obbligavano i lettori a quindici secondi di trailer di “Sully” prima di poter vedere “le ultime immagini dei giocatori al check-in”: sciacallaggio?
Riquelme, Ronaldinho, Gudjohnsen, tre calciatori con una forte gettata mitica, portatori sani di Nostalgia e Mito, hanno dichiarato (o fatto dichiarare dai loro agenti) di essere pronti a giocare per la Chapecoense: sciacallaggio?
Come sempre, la differenza, quando si scrive di morte - o di calcio, o di entrambi - è sempre nella sensibilità delle interpretazioni: Ivan Tozzo, il presidente ad interim del club nelle giornate immediatamente successive alla tragedia - Sandro Pallaoro, il presidente viaggiava al seguito della squadra - ha recentemente dichiarato che nessuno dei grandi campioni vestirà la maglia verde. L’epica si può costruire anche con la dignità della riconoscenza, e del rifiuto.
Oppure nel tentativo, sempre per forza di cose riuscito solo in parte, di rendere onore a ciò che siamo: scrittori, o giornalisti, che hanno la voglia, e il dovere, di raccontare. Senza la pretesa di essere fondamentali, ma forse espiando, parlandone, dando forma a quel dolore immenso che alla fine, che ci piaccia o meno, è sempre di chi rimane.
9 dicembre - Arriva l’ok definitivo della UEFA sulla riforma della Champions League
L’approvazione dell’accordo tra la UEFA e l’ECA (European Club Association, l’organizzazione che racchiude i principali club europei) sulla riforma della Champions League raggiunto ad agosto non era affatto scontata. L’elezione di Aleksandr Ceferin a capo della UEFA, infatti, aveva fatto addensare diversi dubbi sul successo finale dell’accordo, perché il dirigente sloveno in “campagna elettorale” era riuscito a raccogliere il consenso delle medie e piccole federazioni soprattutto grazie alla promessa di riaprire le negoziazioni per tornare alla “vecchia” Champions League, cioè quella attuale. E invece, a sorpresa, il 9 dicembre, il Comitato esecutivo della UEFA dava il proprio lasciapassare definitivo all’accordo che, tra le altre cose, darà ai primi quattro campionati europei (Premier League, Liga, Bundesliga e Serie A) quattro posti sicuri nella fase a gironi della Champions League a partire dal 2018, contro gli undici attuali. Le piccole e medie federazioni sono riuscite a raccogliere solo le briciole, cioè la modifica del ranking affinché assumano più peso i risultati raggiunti negli ultimi cinque anni a discapito del ranking delle federazioni nazionali e dei risultati storici. Dal 2018, inoltre, le partite di Champions League saranno spalmate tra le 19 e le 21, come avviene al momento in Europa League.
11 dicembre – Seattle vince la MLS per la prima volta
Al termine di una stagione che li aveva visti molto in difficoltà nella Regular Season (quart’ultimi nella Western Conference a metà stagione, orfani dello storico allenatore Sigi Schmid esonerato e del feticcio Clint Dempsey costretto allo stop da un’aritmia cardiaca) ma esplodere ai Play-off grazie alle prove di Nico Lodeiro e capitan Alonso, i Sounders conquistano la MLS Cup per la prima volta nella loro storia fin lì hipster ma sfortunata, sconfiggendo in finale, ai rigori, il Toronto FC di Bradley e Giovinco. Il penalty decisivo lo realizza il panameño Román Torres, rientrato a stagione in corso dopo un anno di inattività per un infortunio al legamento crociato.
11 dicembre - L’Internacional di Porto Alegre retrocede per la prima volta nella sua storia
A dieci anni di distanza dalla loro stagione più gloriosa, in cui conquistarono Libertadores e Mondiale per Club, i Colorado retrocedono all’ultima giornata dopo 107 stagioni consecutive nella massima serie brasiliana: il club con la militanza più longeva del paese, il quinto in tutto il Sud America (dietro a Peñarol, Nacional, Club Olimpia e Club Guaraní).
14 dicembre - Primo rigore assegnato con la VAR
Al 29’ di Kashima Antlers - Atlético Nacional, semifinale della FIFA Club World Cup, l’ungherese Viktor Kassai ferma il gioco, corre verso la postazione video a bordo campo, osserva per 30’’ il replay di un’azione dubbia e poi assegna il calcio di rigore. È il primo della storia assegnato con l’aiuto della VARs (Video Assistant Referees) in gara ufficiale.
15 dicembre - prima polemica con la VAR
Quella tra decisioni arbitrali e gioco sul campo non è stata, non è e non sarà mai una fusione a freddo. Ogni aiuto, umano o tecnologico che sia, alla lettura delle fasi di una partita da parte del giudice di gara si trova a scontrarsi con qualcosa di profondamente carnale: la voglia di vincere di due gruppi umani contrapposti. Accade così che 24 ore dopo il primo rigore assegnato con la Var, si scateni la prima polemica attorno ad una decisione presa con la medesima tecnologia: Cristiano Ronaldo segna, il Club America porta la palla a centrocampo, ma la testarda assistente dice no. O meglio sospende il giudizio, attimi di attesa e poi la rete viene definitivamente convalidata. Nel frattempo i madridisti si indignano, i sudamericani ci sperano e inizia un putiferio, Modric dirà la fatidica frase: «Così non è calcio». Eppure il designatore Fifa Massimo Busacca aveva ammonito a ottobre: «Gli arbitri devono comportarsi come se la Var non ci fosse, occorre collaborazione di tutti». Come se fosse possibile. (Gianluca Ciucci)
15 dicembre - Addio Craig Sager
Dopo una battaglia di due anni e mezzo con la leucemia, Craig Sager lascia questo mondo sicuramente più colorato e divertente di come lo ha trovato. #SagerStrong
16 dicembre - BAMTech acquisisce i diritti televisivi dei tornei di League of Legends per 300 Milioni
L’azienda tech dell’MLB e della Disney ha ufficializzato l’accordo con Riot Games per la trasmissione in streaming degli eventi competitivi di League of Legends fino al 2023.
20 dicembre - Alex Morgan firma per il Lyon.
Una delle migliori calciatrici al mondo - la più popolare senza dubbio - vestirà la maglia del club più forte e vincente del mondo.
Di Morgan avevamo scritto dopo il Mondiale, nel pezzo “Le Migliori Dieci”. «Sulla sua pagina Wikipedia, Alex Morgan è presentata come “calciatrice e scrittrice statunitense”. Nel 2012 ha scritto due romanzi per ragazzi che presto diventeranno una Serie TV. Nelle interviste ci tiene a presentarsi come un modello interamente positivo e poco tempo fa Disney Channel le ha dedicato un documentario che rappresenta una specie di manifesto ispirazionale sull’importanza del “lavoro duro”, del “talento non basta” e dell’ “inseguire i propri sogni”. La sua comparsa sulla copertina di FIFA16, prima donna in assoluto, è quindi solo l’effetto più evidente del suo ruolo di donna immagine del movimento calcistico statunitense. Soprattutto per una fascia di pubblico più giovane, su cui il soccer evidentemente punta molto».
22 dicembre - Jaromir Jagr batte il record di Mark Messier e diventa il secondo giocatore con più punti nella storia della NHL
Per aiutarvi a comprendere l’incredibile longevità della carriera di Jaromir Jagr c’è un aneddoto che può essere un esempio perfetto: recentemente i Pittsburgh Penguins hanno organizzato un raduno per festeggiare il venticinquesimo anniversario della vittoria della Stanley Cup nel 1991 ma lui non ha potuto partecipare perché quella sera era impegnato con i suoi Florida Panthers sul campo degli Ottawa Senators. “Ho sempre pensato che avrei fatto un gol incredibile o un assist bellissimo invece il disco mi ha colpito sul culo” è come lui ha descritto, con la sua intramontabile vena ironica, l’assist per Aleksander Barkov che gli ha permesso di raggiungere la quota di 1888 punti in NHL. Al primo posto, inarrivabile, c’è Wayne Gretzky con 2857 ma a il prossimo obiettivo di Jagr, che a febbraio compirà 45 anni, potrebbe essere il record di Mr.Hockey Gordie Howe, che a 52 anni è stato il giocatore più anziano ad essere mai sceso in campo. (Andrea Agostinelli)
29 Dicembre - Lo Shangai Shenshua ufficializza l’acquisto di Carlitos Tévez
L’Apache firma un biennale da 38 milioni di euro netti a stagione (il doppio di Oscar, ingaggiato dallo Shanghai SIPG, che guadagnerà 410mila euro a settimana: vogliono proprio portarla a Shanghai, la China Super League) e lascia il Boca. In lacrime e controvoglia, ma come si dice: l’amore è bello finché dura (e finché non arriva qualcuno che ti paga venti volte di più).
29 Dicembre - Juan Sebastian Veron annuncia il ritorno in campo (a 41 anni)
La Brujita, forse vedendo scemare le possibilità di diventare presidente dell’AFA (o allenatore dell’Albiceleste, o Papa) decide di firmare (da datore di lavoro e da dipendente) un contratto di 18 mesi con l’Estudiantes, cioè la squadra della quale è anche presidente: scenderà in campo perlopiù in Libertadores, e al minimo salariale. È il terzo comeback negli ultimi cinque anni, un piccolo record, una fonte d’ispirazione per noi che pensiamo di mollare il calcetto ogni mercoledì.