Di chi ci siamo innamorati all’Europeo Under 21
Sette giocatori per una cotta di inizio estate.
Enis Bardhi, 22 anni, mezzala, Macedonia
Di Daniele V. Morrone
Non sono riuscito a trovare niente su Enis Bardhi, miglior giocatore della Macedonia in questo Europeo Under-21. L’unica cosa certa è il luogo di nascita (Skopje) e che è alto poco più del metro e settanta (Sia Wikipedia che Transfermarkt dicono 172 cm). Non esiste comunque una pagina wikipedia su di lui in macedone, non esiste un articolo in inglese su altri siti. L’unica cosa è un piccolo paragrafo sul sito stesso della UEFA nel pezzo in cui si nominano 10 giocatori da tenere d’occhio in questo Europeo. Materiale per dubitare dell’esistenza digitale della Macedonia, vero Molise d’Europa.
Bardhi è professionista da appena tre anni: ha fatto le giovanili in Macedonia e poi in scandinavia, e la sua carriera inizia quando, non è chiaro come, passa in Ungheria, nell’Újpest. Bardhi è un giocatore di calcio solo dal 2014. In questi tre anni è sempre stato titolare con l’Újpest, dove ha arretrato pian piano il suo raggio d’azione con l’aumentare della sua influenza nel gioco della squadra. In questa stagione, forse si può dire, è esploso come trequartista: 12 gol e 7 assist in 29 partite in campionato, leader dell’Under-21 che è riuscita ad arrivare davanti ed eliminare quindi la Francia nelle qualificazioni agli Europei.
L’Újpest pare abbia chiesto alla Dinamo Zagabria e allo Shakthar circa 6 milioni di euro per lasciarlo andare via (troppi o troppo pochi?), ma pare che anche Borussia Dortmund e Stoccarda sono su di lui al momento. Che è come dire però che Napoli e Hellas Verona sono sullo stesso giocatore. Non è chiaro se per il mercato Bardhi sia un giovane talento pronto per una big o un diamante grezzo che deve passare prima per una squadra appena salita di categoria.
Dopo lo stupore iniziale per le prime giocate ben riuscite ogni tocco di Bardhi mi ha fatto scoprire una nuova sfaccettatura del suo gioco. Babunski era la stella annunciata della Macedonia, e non ha tradito le aspettative nella prima partita contro la Spagna, ma la squadra girava sotto il controllo tecnico e mentale di Bardhi. Così come nelle altre due partite poi giocate.
Da questo Europeo ho capito due cose: Bardhi è un giocatore tremendamente determinato, non lascia mai la gamba nei contrasti e non ha paura di accendersi per fronteggiare avversari più grossi fisicamente. In campo vuole sempre essere proattivo, parte dell’azione, trascinatore.
La seconda cosa che ho capito è che questa determinazione viene incanalata in uno stile di gioco entusiasmante perché senza compromessi: i suoi passaggi sono possibilmente verticali, taglia linee, aggressivi, così come lui aggredisce il pallone quando non ce l’ha, e i suoi movimenti sono verticali a loro volta. Pensa sempre a non guardarsi indietro e non ha paura di osare. Il sistema della Macedonia lascia molta libertà a Bardhi di assecondare la sua attrazione per l’area di rigore, incoraggiando anzi i suoi inserimenti nonostante parta dal centro del centrocampo in un 4-2-3-1 dove gioca quindi ben più arretrato che nell’Újpest.
Bardhi ha una visione del calcio decisamente offensiva, qui raccoglie il passaggio del trequartista attento a proteggere il possesso e parte in una conduzione immediata per iniziare l’attacco, finendo poi dopo lo scarico ad inserirsi fino in area.
Bardhi non è velocissimo, ha un ottimo primo passo ma come velocità di punta non è nulla di speciale. Però è dinamico e spinge al massimo anche i pochi metri di scatto a disposizione. Il baricentro basso poi lo fa scendere in un secondo in tackle e ne fanno un giocatore in grado di strappare il pallone e passarlo subito in un solo movimento. Ha un potenziale evidente come rubapalloni sia direttamente dalle gambe avversarie che fiondandosi sulle linee di passaggio.
Un giocatore che sa unire l’agonismo che lo porta a spendersi per i compagni senza palla e la tecnica che gli permette di essere protagonista quando serve per definirlo. Nel gol segnato al Portogallo si uniscono determinazione e tecnica: riceve una spazzata portoghese sulla trequarti offensiva e non ci pensa due volte a puntare la porta, lasciando partire il tiro appena trovato un metro di spazio.
La tecnica nel calcio è forse il pezzo forte del suo repertorio, il motivo per cui è tanto sicuro nei tiri da fuori e il motivo per cui tira lui le punizioni e i rigori per la squadra (su rigore ha segnato contro la Serbia). Nei gironi è stato il giocatore che ha calciato di più nello specchio insieme a Patrik Schick (7 volte).
Questo atteggiamento porta con sé problemi: come quello di voler essere sempre decisivo e di voler aiutare troppo i compagni. Cosa che lo porta ad andare sempre al massimo del potenziale del dispendio psicofisico e perdere ogni tanto lucidità quando vicino all’area di rigore. Ma anche problemi di gestione degli spazi, dato che spesso è attratto dal pallone più del dovuto. Lo chiede in modo veemente ogni volta che è su una linea di passaggio, anche con gesti evidenti, e se non è contento di accettare lo sviluppo dell’azione non si fa problemi ad intervenire in prima persona, creando però ovviamente delle zone di troppa densità.
Da notare come tra un passaggio filtrante e un altro ruba palla al compagno stesso.
Bardhi deve insomma essere limato tatticamente nella fase di possesso per valorizzare il suo stile di gioco. Dove rendere ancora più utile la sua naturale tendenza a posizionarsi dietro la linea avversaria. Bardhi sembra poter dare il meglio nelle squadre che praticano un calcio aggressivo, un pressing alto, fluido nelle posizioni in campo. Dove i suoi punti di forza possono venir esaltati e il suo potenziale in area di rigore può farne un vero valore aggiunto.