Di chi ci siamo innamorati all’Europeo Under 21
Sette giocatori per una cotta di inizio estate.
Bartosz Kaputska, 21 anni, mezzala, Polonia
di Fabio Barcellona
La breve carriera di Bartosz Kapustka è forse paradigmatica di come nel calcio di oggi, si faccia in fretta a generare aspettative sui giovani calciatori e, apparentemente, in maniera altrettanto rapida, a ritenerle deluse.
Quello di Kapustka non è un nome nuovo nel calcio internazionale. Ad appena 20 anni ha già 14 presenze e 3 reti nella nazionale maggiore polacca. Ma, per come sono andate le cose nell’ultima stagione, gli Europei Under 21 giocati proprio in Polonia potevano rappresentare per Kapustka una fondamentale occasione di rilancio e una scorta di fiducia necessaria per riprendere il percorso di una carriera precoce e bruscamente rallentata.
Kapustka cresce calcisticamente nel Tarnovia Tarnów, la squadra della sua città natale, nel sud della Polonia. A 15 anni il suo talento viene conteso tra il Legia Varsavia e il Ks Cracovia; a spuntarla sono i biancorossi del KS e Kapustka percorre pertanto gli 80 Km che separano Tarnów da Cracovia.
Con la sua nuova squadra esordisce in Ekstraklasa a soli 17 anni e già nella sua prima stagione in prima squadra gioca 23 partite, di cui 11 da titolare, segnando 2 reti e mettendo a referto 2 assist. Viene impiegato essenzialmente come trequartista alle spalle del centravanti. L’anno successivo è quello della consacrazione: Kapustka mette a segno 4 reti e 9 assist in campionato e, a soli 18 anni, esordisce in nazionale segnando un gol contro Gibilterra. La stagione si conclude con gli Europei in Francia, dove il talento diciannovenne gioca da titolare nella partita d’esordio contro l’Irlanda del Nord e subentra in tutti gli altri match della Polonia. In estate è uno dei giovani più contesi del mercato europeo: quanti diciannovenni possono contare 11 presenze, 2 gol e 2 assist in una nazionale europea di livello medio-alto come la Polonia?
Kapustka finisce al Leicester che ha appena vinto la Premier League. Claudio Ranieri accoglie un giovane talento che si è specializzato a giocare da esterno sinistro offensivo. Kapustka è un destro naturale dotato di ottima tecnica e discreta velocità. Non è però un’ala pura; è molto abile nella conduzione del pallone e la sua zona di campo preferita è l’half-spaces di sinistra, che può occupare portando la palla dalla fascia verso l’interno o ricevendo dopo aver dettato il passaggio grazie a una traccia che parte dall’esterno. In quella zona Kapustka è abile a utilizzare il suo piede destro per dialogare con i compagni e, se possibile, mandarli al tiro con precisi passaggi. Sull’esterno ha buone capacità di saltare in dribbling il difensore utilizzando principalmente le armi della velocità e dell’agilità. Le doti di finalizzazione sono meno sviluppate di quelle di assist, soluzione che preferisce alla conclusione diretta a rete. È un giocatore associativo, che ama dialogare coi compagni in zona offensiva; il suo gioco può svilupparsi se circondato da un contesto che assecondi la sua tendenza ad associarsi.
Contro l’under 21 italiana, partendo da destra conduce il pallone verso l’interno, scambia con un compagno e lo manda al tiro. Un bignami di cosa sa fare Kapustka.
Se in nazionale, a un livello più alto Kapustka è impiegato come giocatore esterno che occupa la trequarti campo avversaria in maniera dinamica e muovendosi dall’esterno, nel Cracovia viene anche schierato da trequartista puro, sfruttando la sua capacità di trovare lo spazio di smarcamento per ricevere il pallone tra le linee, la sua agilità e la sua buona tecnica.
Poteva esserci posto peggiore per l’ascesa di Kapustka che il Leicester post miracolo della passata stagione? Probabilmente no. La Premier League sembra proprio il campionato meno adatto al giovane polacco che, tra i propri maggiori punti deboli, ha proprio una fisicità e un’intensità di gioco ancora non sviluppate e inadatte al mix di prestanza atletica e energia caotica che caratterizzano il campionato inglese. In aggiunta al contesto globale, il Leicester di Ranieri, col suo calcio semplice, intenso e diretto, che occhieggia al vecchio kick and run britannico, non sembra favorire il calcio associativo di Kapustka.
Alla fine ha giocato appena 10 partite con la squadra riserve, non riuscendo mai ad esordire in Premier League, collezionando solo 8 panchine. Con la prima squadra gioca solo 151 minuti anonimi in F.A. Cup. Interrogato al riguardo del suo calciatore, Claudio Ranieri a novembre rispondeva: «È un buon giocatore, che sta migliorando, ma non so quando sarà pronto per giocare in Premier League. È intelligente, gioca bene, ma deve capire che la Premier è una battaglia per ogni pallone».
Questi Europei erano l’occasione per rivedere all’opera il giovane talento perso nelle Midlands. Ma evidentemente la stagione di Kapustka è davvero sfortunata. Dopo 55 minuti anonimi nella partita d’esordio contro la Slovacchia, in un tackle difensivo, Kapustka si fa male alla caviglia e il suo europeo finisce in quel momento. Quei 55 minuti restituiscono un giocatore timido e insicuro e, forse a causa dei pochi veri impegni ufficiali in stagione, privo di un’adeguata intensità di gara. Alcuni commentatori polacchi si spingono a dire che il suo infortunio sia stato una benedizione per la Polonia, visto il livello di gioco attuale di Kapustka.
Per lui si inizia a parlare di un ritorno di prestito al Cracovia. Tornare indietro per provare a ripartire e andare avanti. La storia della breve carriera di Kapustka, considerato dodici mesi fa uno dei migliori giovani dell’Europeo di Francia ci ricorda come lo sviluppo di un calciatore sia soggetto a tante variabili, non tutte note e non tutte perfettamente controllabili. Kaputska ha però appena 20 anni e potrebbe persino far parte della selezione Under-21 del prossimo biennio. C’è ancora tantissimo tempo per trasformare la stagione appena passata in un brutto ricordo.