Di chi ci siamo innamorati all’Europeo Under 21
Sette giocatori per una cotta di inizio estate.
Dani Ceballos, 21 anni, mezzala, Spagna
di Emiliano Battazzi
A volte per i giocatori giovani, soprattutto quelli con grande qualità tecnica, arriva il momento di compiere un passaggio rituale: dalla comfort zone dei primi passi da talento alla competitività del calcio d’elite, fatto di dinamismo, forza fisica e soprattutto tempi di gioco accorciati fino al limite estremo.
Dopo un inizio entusiasmante, per Dani Ceballos questo salto stava diventando difficile: tutti conoscevano le sue qualità enormi, eppure ne esaltavano i difetti. Poco dinamico per fare il trequartista; poca velocità e dribbling per fare l’ala sinistra; troppo amante del pallone e poco fisico per fare il regista. Non gli trovavano il vestito giusto.
Con l’arrivo dell’allenatore Víctor Sánchez del Amo al Betis (al posto di Poyet), questi problemi sono spariti. Perché Ceballos ha improvvisamente cominciato a fare tutto, dimostrando che non era un problema di ruolo, ma di compiti, e di fiducia.
Dani Ceballos è diventato così una delle migliori mezzali di possesso della Liga, a soli 20 anni: nel Betis, ad inizio azione si abbassa sempre per dettare il passaggio e migliorare la circolazione, come fosse un regista. Non sarà dinamico ma Ceballos si muove in continuazione, durante tutta la partita, e si suda anche solo a guardare una sua heat map: nettamente il giocatore del Betis che percorre più chilometri in campo. Si muove come un rabdomante, lo troverete sempre nelle vicinanze del pallone, pronto a fornire una linea di passaggio. Per Dani Ceballos vale il famoso detto per cui è il pallone a dover correre, ma anche che bisogna correre per dominare il possesso. Una volta ricevuta la palla, diventa uno strumento dai molteplici usi: nella Spagna Under 21 di Celades, ad esempio, Ceballos è l’uomo che blocca il tempo. Così permette ai compagni di muoversi negli spazi, oppure permette alla squadra di rifiatare, e persino di difendersi con il pallone. Il suo controllo di palla, spesso orientato verso la posizione di campo già immaginata, è talmente perfetto che gli permette di essere sempre in vantaggio rispetto all’avversario. Nonostante non sia un colosso, è molto difficile levargli il pallone, grazie al buon uso del corpo e alla vicinanza continua della palla ad entrambi i piedi. Se pressato, sa uscire bene in dribbling negli spazi stretti: non è veloce come un’ala ma è rapido di gambe, e di testa.
Da interno sinistro di centrocampo, la sua capacità di associazione con Asensio provoca continui scompensi cardiaci ai tifosi avversari: se la Spagna crea densità sulla fascia sinistra, è quasi impossibile che non ne esca fuori qualcosa di buono. Talmente importante è la sua capacità di creare gioco nella metà campo avversaria che contro il Portogallo quasi mai si è abbassato ad aiutare l’inizio azione. Ceballos è la creatività del centrocampo iberico, il necessario complemento della disciplina di Llorente e la forza di Saul.
Il suo percorso è appena iniziato ed è difficile prevedere se i suoi difetti costituiranno degli ostacoli per trionfare davvero nel calcio d’elite: per ora li ha smussati fino a trasformarli in pregi. Adesso che è diventato una mezzala di comando, ed è la guida tecnica sia del centrocampo del Betis che dell’Under 21, deve dimostrare di saper gestire il tempo anche a un livello superiore: la qualità e l’intelligenza calcistica sono dalla sua parte.