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Redazione

Febbre da calciomercato vol. II

Commento live delle trattative più interessanti della sessione estiva.

Torna Gastón, torna
di Fabrizio Gabrielli

[Giovedì 3, mattina]

 

 

Nel contesto che ha caratterizzato il mercato delle squadre di fascia media della prossima Serie A – che stanno puntando su gente in cerca di riscatto, tipo Cerci al Verona, Lapadula al Genoa, Paloschi alla Spal, Ranocchia all’Inter… no, Ranocchia non è un buon esempio – il ritorno di Gastón Ramírez in Italia a distanza di cinque anni da quando ha lasciato Bologna per la Premier League con le stimmate del crack destinato a fare sfaceli, ha qualcosa in più del semplice ritorno di fiamma.

 

 

Il 2012 è quell’anno in cui il giovane uruguayano era plausibilmente un potenziale obiettivo di mercato del Liverpool.

 

La Premier League, nell’ultimo lustro, ha giovato a Gastón in maniera proporzionale a quanto Gastón abbia giovato alla Premier League. Vale a dire, ben poco.

 

Non abbiamo assistito alla sua esplosione, complici anche una serie ingenerosa di infortuni: il Ramírez che ci restituisce l’Inghilterra, in maniera simile a quanto è successo con Cerci in Spagna, è un calciatore ridimensionato, riappacificato con la sua dimensione più pura, che è quella di un giocatore pieno di fantasia e trick, ma tutt’altro che capace di spezzare le partite, orientarne il corso, essere determinante.

 

Dribblomania portami via.

 

Eppure se tornasse in Italia non sarebbe una brutta notizia, anzi. Nello specifico si parla della Sampdoria di Giampaolo, e ci sono almeno tre buoni motivi per cui Gastón Ramírez potrebbe far felici i tifosi blucerchiati.

 

        1. Sopperire all’emorragia di talento

 

Ceduto Muriel, con uno Schick che vai a capire se rimane – e se poi resta, in che condizioni – il tasso tecnico della fase offensiva doriana rischia di sprofondare nel più desolante pragmatismo. Gastón, pur partendo da una posizione diversa, è uno dei pochi in rosa a poter cercare di rinverdire i fasti, o almeno lo stile, del colombiano: come Muriel usa il corpo e la corsa con una dinamicità ubriacante capace di creare strappi alle transizioni. E poi è molto aggressivo nella sua metà campo, dove recupera famelico la palla per innescare ripartenze fulminee, impreziosite da una spolverata di leziosità.

 

Guardate questo gol segnato con il Middlesbrough e cercate di non fare sempre gli scettici.

 

 

        1. Stimolare la concorrenza sulla trequarti

 

Un mondo in cui Ricky Álvarez parte come titolare per mancanza di concorrenti non è il migliore dei mondi possibili in cui vivere. Gastón rischia di essere – per l’argentino, ma anche per Praet – ciò che è stato Bruno Fernandes la scorsa stagione: il concorrente che si intrufola nel tuo appartamento, diventa amico del cuore dei tuoi coinquilini e ti rilega a un ruolo marginale.

 

Meno elegante e preciso, ma più imprevedibile di Ricky, nel rombo di Giampaolo Ramírez può essere impiegato nella trequarti dietro a un riferimento centrale, o anche come terza punta in un tridente, se l’allenatore blucerchiato volesse cambiare modulo, magari sulla fascia opposta rispetto a Caprari, con il compito di tagliare verso l’interno per disegnare deliziosi filtranti.

 

 

Certo, in questo modo Ricky Álvarez rischia di non passeggiare sul red carpet del Pallone d’Oro neppure questa stagione…

 

        1. Mitigare la nostalgia per Bruno Fernandes

 

Gastón è sicuramente più confusionario e scattoso rispetto all’euclidea compostezza di Bruno Fernandes. Dribblomane, dotato di grande tecnica e padronanza del pallone, al pari del portoghese, Ramírez sa come si fa a creare superiorità tra le linee avversarie.

 

 

Con attaccanti reattivi e portati ad allargarsi sugli esterni, come forse giocheranno Schick e Quagliarella… o Quagliarella e Caprari, o Schick e Caprari… l’innesto di Gastón nella nuova Sampdoria somiglia per Giampaolo a uno di quei sogni che viaggiano sulle onde della memoria, uno di quei sogni in cui sei ancora con la tua ex ragazza e lei è più dolce di come te la ricordavi. Non sarà moltissimo, non è proprio come rifarsi una vita con una nuova donna cambiando Paese e lavoro, diventando improvvisamente un uomo nuovo…  ma, tornando a Gastón Ramírez, non è detto che per la Sampdoria non possa essere già abbastanza per godersi un’altra stagione come quella passata, che se si escludono le 4 sconfitte iniziale e i 4 punti nelle ultime otto partite, è stata anche interessante.

 

Emre Mor sostituirebbe Bernarndeschi?
di Federico Aquè

[Mercoledì 2, pomeriggio]

 

 

In un’estate scandita da un profondo rinnovamento, la cessione di Federico Bernardeschi alla Juventus, per il valore tecnico e simbolico, resta la più pesante di tutte per la Fiorentina. Bernardeschi ha lasciato un vuoto difficilmente colmabile nel sistema della “Viola”, che coerentemente con la strategia intrapresa in queste settimane non sta pensando di sostituirlo con un giocatore affermato, ma con un talento giovane e con ampi margini di miglioramento: Emre Mor.

 

Convincere il Borussia Dortmund a cederlo non sarà facile, comunque. I tedeschi, a quanto pare, hanno già rifiutato un’offerta della Roma superiore alla valutazione fatta dalla Fiorentina (si parla di 12/13 milioni di euro). Ma in un’estate in cui le aspettative viola sembrano ridimensionarsi l’acquisto di Mor sarebbe un segnale in direzione opposta. Il turco non colmerebbe del tutto il vuoto lasciato da Bernardeschi, ma ha le caratteristiche giuste per riavvicinare i tifosi alla squadra e rappresentare, potenzialmente, una delle sorprese del prossimo campionato.

 

Mor è un esterno d’attacco mancino che preferisce ricevere a destra per entrare dentro il campo col piede forte esattamente come Bernardeschi, ha solo 20 anni e una carriera ancora tutta da costruire. Da quando ha esordito ha collezionato poco meno di 1700 minuti, la maggior parte dei quali al Nordsjaelland, club col quale ha debuttato da professionista prima di essere ceduto al Borussia Dortmund. Un anno fa il BVB lo ha pagato una cifra vicina ai 10 milioni di euro, ma Mor non è riuscito a imporsi: appena 19 presenze complessive, di cui soltanto 6 da titolare.

 

Nonostante le origini turche, Mor è nato e cresciuto in Danimarca, ha scalato le selezioni giovanili della Nazionale danese fino all’Under-19 prima di scegliere di rappresentare la Nazionale turca. In Turchia Mor è già molto considerato: è stato convocato per gli Europei dello scorso anno e può vantare 12 presenze, le stesse collezionate nella passata stagione in Bundesliga.

 

Mor ha caratteristiche tecniche e fisiche piuttosto diverse da Bernardeschi: è più agile e leggero (è alto 1,69 m e pesa una sessantina di chili), ma è ancora distante dal livello di efficacia raggiunto dall’ex numero 10 viola, per influenza nel gioco e capacità di incidere sulla partita. Ha però qualità eccezionali, tre in particolare, con le quali potrebbe riuscire a far dimenticare Bernardeschi ai tifosi viola.

 

1. Il controllo della palla

 

 

Mor ha un primo tocco dolcissimo, che unito al baricentro basso gli permette di girarsi verso la porta o saltare il diretto avversario in una sola mossa. La sensibilità del suo piede sinistro gli permette di ripulire i palloni “sporchi” e anche in velocità il suo controllo non perde efficacia, anzi. Mor tiene sempre il pallone attaccato al piede, una qualità particolarmente preziosa quando riceve tra le linee ed è costretto a muoversi in spazi congestionati. Togliergli la palla, anche raddoppiandolo, è veramente difficile.

 

2. Il dribbling

 

 

Nell’uno contro uno Mor ha un repertorio di finte e trick ampio e fantasioso, che rappresenta la parte più visibile del suo modo di giocare. Il suo stile è ancora molto incentrato sulla sfida con il diretto avversario, per ruolo – nel BVB ha giocato soprattutto da esterno, sia a destra che a sinistra, in un sistema che ricercava di frequente il dribbling dei propri giocatori di fascia per definire la manovra, mentre nel Nordsjaelland veniva schierato da falso 9 – e indole: pur essendo un dato poco indicativo, visti i pochi minuti concessi da Tuchel (appena 476), Mor ha tenuto una media di 5,3 dribbling riusciti per 90 minuti nella scorsa Bundesliga. Un dato che supera di oltre due volte quello di Bernardeschi.

 

Mor eccelle nelle qualità più difficili da contrastare per un difensore: è brevilineo, rapido, agile, ha un controllo straordinario e la capacità di cambiare velocità e direzione nei momenti più inaspettati. Insomma, trovarselo davanti per un difensore può essere una brutta esperienza.

 

3. L’accelerazione

 

 

A differenza di Bernardeschi, che ha un passo più lungo e costante, Mor ha un passo breve e discontinuo. Se la conduzione di Bernardeschi è elegante e armoniosa, quella di Mor procede a strappi, il che vuol dire che riesce a prendere velocità fin dai primi metri e a cambiare passo con maggiore facilità.

 

Detto questo, Mor è complessivamente a un livello inferiore rispetto a Bernardeschi, e non potrebbe essere altrimenti, vista l’età e la scarsa esperienza accumulata finora. La pericolosità del suo sinistro quando calcia non è paragonabile a quella dell’ex numero 10 viola, la sua visione di gioco e la sua intensità vanno ancora sviluppate. La gestione delle forze in un sistema molto esigente come quello di Tuchel ha rappresentato un problema – ha giocato per intero una sola partita, contro l’Union Berlin in Coppa di Germania – e potrebbe rappresentarlo anche nel sistema di Pioli, che ai suoi esterni chiede molto, dal punto di vista fisico, tecnico e tattico. La migliore notizia per l’allenatore viola sarebbe la possibilità di lavorare su un materiale di grande qualità per modellarlo secondo le proprie idee.

 

L’attitudine al gioco di squadra di Mor è infatti ancora quasi tutta da formare: l’attrazione per la palla tende a fargli perdere tempi di gioco, nonostante abbia mostrato sprazzi creativi tutt’altro che banali. E anche i suoi movimenti senza palla vanno decisamente ampliati: Mor si è limitato finora a semplici tagli esterno-interno (e viceversa), per ricevere nelle migliori condizioni possibili e dare continuità al possesso adeguandosi ai movimenti dei compagni sulla fascia; ama ricevere il pallone sui piedi ed entrare dentro il campo a prescindere che parta da destra o da sinistra e dovrà imparare ad attaccare con maggiore frequenza l’area di rigore, sia arrivando da dietro che stringendo dal lato debole per tagliare sul secondo palo – movimenti che già Tuchel ha provato a fargli sviluppare. Ma a prescindere dai suoi limiti, sarebbe divertente seguirne l’evoluzione in un campionato tattico come la Serie A.

 

Qualche idea per Antonio Cassano
di Marco D’Ottavi

[mercoledì 2, mattina]

 

 

Dopo un tira e molla appiccicoso come il caldo di questi giorni, Antonio Cassano ha deciso che vuole continuare a giocare, semplicemente non vuole continuare con il Verona con cui “non è scattata la scintilla”, come detto dal giocatore in un’intervista per La Stampa. Il suo nuovo status di svincolato riapre la domanda su dove andrà Cassano, il pinocchio Cassano, una domanda che ci facciamo ormai da gennaio, quando si lasciò con la Sampdoria, e a cui dare una risposta è diventato sempre più difficile.

 

L’Entella pare in vantaggio in una presunta corsa a Cassano, avendo il privilegio di trovarsi vicino la casa di famiglia del giocatore, ma come abbiamo capito, con il barese mai dire mai e se non ha funzionato a Verona, perché dovrebbe farlo in un altro posto normale tipo Entella? Proprio per via di questa sua inaffidabilità, per decidere di puntare su Cassano ci vuole una buona dose di follia (o disperazione).

 

Chi potrebbe scegliere volutamente di mettersi nelle mani di un giocatore di sicuro talento, ma dall’indole tanto ballerina e strattonata?

 

Al-Nasr

 

 

Probabilità: 5%

Ci piacerebbe vedercelo: 50%

 

Scelta poco à la Cassano, ma va detto che la squadra di Dubai non ha nulla da perdere giocando più o meno per distrarre degli sceicchi mentre Neymar è in vacanza. A Dubai potrebbero tentarlo in diversi modi: con i soldi, e buttali via; con l’allenatore, Cesare Prandelli, uno dei pochi a essersi trovato sempre bene con Cassano (quasi sempre, diciamo, escluso il Mondiale del 2014 in cui l’ha fatto entrare solo due volte dalla panchina) ed è già un mezzo miracolo; con il mare: non saranno le coste liguri, ma alla fine il mare è tutto bello; con il caldo, ovvero una perfetta scusa per non correre; e infine con una città piena di jet privati con il quale tornare a casa la sera.

 

Cassano all’Al-Nasr potrebbe fare quello che vuole quando vuole e comunque essere il giocatore più decisivo del campionato, mentre noi potremmo scordarci di lui fino a un pomeriggio di aprile in cui pigramente scriveremo su YouTube “Cassano Al-Nasr” e ci godremo 6:39 minuti di calcio opulente e bellissimo.

 

Comprarsi la società Andrea Doria e farsi la sua squadra

 

 

Probabilità: 0%

Ci piacerebbe vedercelo: 80%

 

La Società Ginnastica Andrea Doria è una storica associazione sportiva genovese. La sua sezione calcio aprì nel 1900 e sopravvisse con alterne fortune fino al 1959. Da una sua costola nacque la Sampdoria come si intuisce dal finale – doria. Oggi ha una sezione di nuoto, pallanuoto, arti marziali, savate e tennis, ma niente ne rilancerebbe lo spirito come una squadra di calcio completamente in mano a Cassano.

 

Il barese potrebbe decidere l’allenatore, il modulo, quando correre e quando no, se stare in panchina oppure in campo. Tornare a pranzo a casa e godersi la famiglia, accompagnare i figli a scuola. Potrebbe chiamare alcuni amici ex calciatori come Totti, Vieri, Vucinic e tanti altri. L’Andrea Doria diventerebbe un’attrazione, fino al giorno in cui Cassano si stuferà di nuovo e la Gazzetta potrà titolare: “È affondata l’Andrea Doria”.

 

In riferimento alla famosa nave militare Andrea Doria. Questa:

 

 

Roma

 

 

Probabilità: 49%

Ci piacerebbe vedercelo: 51%

 

Dopo l’addio di Totti i tifosi della Roma hanno tantissimo amore da dare. Se Mahrez dovesse per qualche motivo saltare, la Roma potrebbe affidare la zona destra del campo a Cassano. Cassano è uno dei pochi a potersi avvicinare all’ex capitano della Roma per capacità di suscitare emozione toccando un pallone, anche se per tutto il resto porterebbe diverse questioni tattiche, tecniche – umane – irrisolvibili. In definitiva sarebbe una follia, ma alla fine, dai, peggio di Iturbe?

 

Inoltre da Trigoria a Fiumicino è un attimo e da Fiumicino il volo per Genova dura solo un’ora e cinque minuti. Ci metterebbe meno a tornare a casa dalla famiglia che ad andare in centro con i mezzi pubblici.

 

Genova Beach Soccer

 

 

Probabilità: 75%

Ci piacerebbe vedercelo: 100%

 

Cassano e il beach soccer starebbero bene insieme come il Martini col gin, le ostriche con lo champagne, la birra con la pizza, insomma avete capito. La squadra del Genova Beach Soccer avrebbe tutto di guadagnato nell’affidarsi a Cassano. Lo stipendio lo potrebbe pagare la Federazione Italiana Giuoco Calcio, che indirettamente gestisce pure il beach soccer, oppure facciamo una colletta su Kickstarter e via.

 

Affidarsi a Raiola per finire al Manchester United di Mourinho

 

 

Probabilità: -50%

Ci piacerebbe vedercelo: 90%

 

Cassano ha detto con orgoglio di non avere un procuratore, come se la sua carriera si stesse sviluppando in maniera così fluida e precisa da non averne bisogno. Con Raiola, Cassano non dovrebbe fare altro che aspettare di finire, per qualche motivo, al Manchester United.

 

Tornare a Genova sarebbe problematico, ma potrebbe usare la scusa classica dei calciatori per trasferirsi in Inghilterra di voler far imparare l’inglese ai figli.

 

Atletico Nervi

 

 

Probabilità: 80%

Ci piacerebbe vedercelo: 99%

 

Cassano abita a Nervi, un quartiere residenziale di Genova. Considerando un’esperienza al Genoa con Juric troppo difficile atleticamente e una nuova parentesi alla Sampdoria altamente improbabile (e quindi forse possibile), il barese se non vuole allontanarsi troppo dal suo quartiere può farsi ingaggiare dall’Atletico Nervi.

 

Lo sponsor è il ristorante pizzeria Planet, i colori della maglia rossi e neri come quelli che indossava al Milan, il campo è da calcio a 7 o 8 – non si capisce bene – quindi si corre meno che a 11, e per andare ad allenarsi non dovrebbe prendere neanche la macchina risparmiando un bel po’.

 

Barcellona

 

 

Probabilità: n.d.

Ci piacerebbe vedercelo: 200%

 

Ciao Neymar, benvenuto Cassano. Coi 222 milioni ci si comprano 5-6 centrocampisti che possano reggere il doppio trequartista Messi-Cassano dietro a Suárez e via con l’indipendenza dalla Spagna nel giro di qualche mese.

 

Atletico Cassano

 

 

Probabilità: 7%

Ci piacerebbe vedercelo: 66,6%

 

Non avrebbe davvero motivo di andare all’Atletico Cassano – che è una squadra di calcio a 5 pugliese – ma voi non andreste a giocare in una squadra con il vostro nome?

 

Fiorentina

 

 

Probabilità: 88,3%

Ci piacerebbe vedercelo: 33,3% (- infinito% per i tifosi della Fiorentina)

 

La situazione societaria della Fiorentina è talmente vaga al momento che puntare su Cassano potrebbe essere un’idea non così disperata. Lo metti lì a fare da chioccia a Zekhnini e Veretout, gli fai giocare l’ultima mezz’ora e vedi come i tifosi si scordano di Bernardeschi, Borja Valero, Vecino e Kalinic. Soprattutto perché non possono fare altro che scordarseli in fretta.

 

Firenze e Genova sono a 2 ore e 50 minuti di macchina di distanza, però bella strada, passi in mezzo alla Garfagnana è quasi un piacere farsi sei ore di macchina al giorno.

 

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