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Giovanni Bongiorno
L'ultimo ballo di Glover Texeira
24 gen 2023
24 gen 2023
UFC 283 ha incoronato Jamahal Hill e chiuso la quadrilogia tra Moreno e Figuereido.
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Giovanni Bongiorno
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Dopo quasi tre anni di assenza dal Brasile, UFC è tornato a Rio col suo evento numero 283. Una card culminata da due match valevoli per i titoli dei Pesi Mosca e dei Massimi-Leggeri. In questa seconda categoria di peso è regnata la confusione fino a non molto tempo fa, anche per via dell’infortunio del campione Jiří Procházka, che ha subito reso vacante il proprio titolo. Dopo il pareggio tra Ankalaev e Blachowicz a UFC 282 Dana White ha deciso di mettere uno contro l’altro Glover Teixeira (campione precedente, sconfitto proprio da Procházka) e Jamahal Hill, nuova speranza proveniente dalle Contenders Series, che dal 2019 a oggi si è costruito un nome battendo avversari del calibro di Johnny Walker e Thiago Santos. Hill è riuscito non solo a prendersi la cintura contro un veterano, ma anche a dimostrare di far parte dell’élite di questo sport, con una prestazione altisonante che ha portato a una decisione unanime dei giudici (con verdetto di 50-44 per tutti). Hill ha provato subito a gestire Teixeira dalla distanza, creando serie difficoltà al brasiliano attraverso solide combinazioni di braccia. Sul volto di Texeira si sono aperte una serie di ferite. Dalla distanza, poi, Hill è riuscito a mettere a segno pesantissimi headkick sinistri. Texeira ha barcollato, ma in breve tempo è riuscito a rimettersi in sesto, dimostrando ancora una volta di possedere una durezza speciale. Una qualità incensata poi anche da Hill.

Nei cinque round Hill ha anche stabilito un nuovo record di colpi in un singolo incontro tra Massimi-Leggeri (232) e il match è stato premiato Fight of The Night. Si è vista anche, però, la capacità incredibile di Hill di bloccare quasi tutti i tentativi del brasiliano di ottenere il takedown. Nelle rare occasioni in cui Teixeira è riuscito a mettere a segno l’atterramento i danni sono stati ben contenuti (Hill è anche il primo campione UFC uscito dalle Contenders Series). Teixeira ha rivelato di essere rimasto sorpreso dalla rapidità e dalla forza di cui è dotato Hill, con ottimi movimenti di gambe e testa e un pugilato atipico, morbido, ma letale quando a segno. Teixeira, dal canto suo, non può non ricevere grande ammirazione: alla veneranda età di 43 anni combattere per la terza volta in pochi anni per il titolo sottolinea la sua determinazione e la sua forza. Un campione che non ha mai smesso di migliorare nonostante il passare degli anni.Visibilmente più lento rispetto al suo avversario, Teixeira ha provato a rincorrere Hill col suo pugilato dopo aver capito che portarlo a terra sarebbe stato difficile e dispendioso. Hill però ha mostrato una compostezza e un’agilità tali da permettergli di evitare le uscite migliori del repertorio del brasiliano, rientrando e restituendo colpo su colpo.

Il netto miglioramento in fase di lotta da parte di Jamahal Hill viene certificato nel match in cui ottiene la cintura. Aveva anticipato che il pubblico sarebbe rimasto sorpreso nel vedere i suoi progressi al suolo, ma nessuno avrebbe puntato un solo centesimo sul fatto che riuscisse, quasi con facilità, o comunque con una perizia non comune, a sgattaiolare sotto la monta di Teixeira nella quinta ripresa, riuscendo addirittura a prendere il vantaggio nello scrambler successivo. Quella specifica azione fa capire quanto Hill sia a proprio agio nella lotta a terra con uno specialista in monta. Insomma, alla luce della prestazione, che non può essere mai casuale, bisogna dire che Jamahal Hill è diventato campione meritatamente, sfoggiando la miglior prestazione della propria carriera e coronando il suo sogno. Alle lacrime del nuovo campione, dopo il match si è aggiunta l’emozione del ritiro dalle MMA di Teixeira, che ha lasciato come da tradizione i guantini nell’ottagono, invitando la folla a celebrare Hill. I due sono usciti insieme tra gli applausi scroscianti.

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«Forse sono più duro del mio stesso corpo, ma non posso più permettermi questo tipo di danni. È un onore lasciare l’ottagono nella stessa serata di Shogun Rua. […] Chiedo rispetto per Jamahal Hill, non fate come avete fatto nel match precedente». (Popcorn e fazzoletti erano stati tirati addosso a Brandon Moreno, reo di aver battuto il fighter di casa).Teixeira ha chiuso una leggendaria carriera in UFC con record impressionanti: a cominciare da quello del rapporto vittorie/sconfitte (33/9). È obbligatorio poi citare il record per maggior numero di finalizzazioni, tra sottomissioni e KO (13), quello per il maggior numero di sottomissioni (7) e il secondo posto nel maggior numero di vittorie (16). Tutti record relativi alla categoria dei Massimi-Leggeri ovviamente. Texeira lascia come autentica icona delle MMA moderne.

Adesso lo scenario nella divisione massimi-leggeri si fa davvero interessante. Aleksandar Rakić, Ryan Spann, Jan Blachowicz, Johnny Walker (che ha battuto nella stessa sera Paul Craig, l’unico a vantare una vittoria su Hill) e Magomed Ankalaev sono solo alcuni dei nomi più interessanti. A cui va aggiunto Jiří Procházka, che da sfidante ha già mandato il proprio messaggio al neo campione.

Moreno ha chiuso una quadrilogia epicaUna serata incredibile anche quella di Brandon Moreno che, al quarto incontro con Deiveson Figueiredo è finalmente uscito con la cintura intorno alla propria vita. Stavolta in maniera più o meno definitiva. Moreno era campione ad interim, un titolo vinto contro Kai Kara-France (con una grande prestazione, portata a casa con un TKO) mentre Figueiredo rientrava da un infortunio. Dopo questa vittoria, arrivata per TKO decretato dal medico tra il terzo ed il quarto round, Moreno può guardare ad altri avversari che non siano il brasiliano, l’unico avversario (salvo proprio Kara-France) col quale abbia combattuto dal 2020. Figueiredo, da parte sua, ha finalmente accettato il fatto che il suo taglio del peso è eccessivo e ha annunciato di voler salire nella divisione dei Pesi Gallo. Ma andiamo con ordine.Il caldissimo pubblico brasiliano ha subito fatto sentire il proprio tifo al campione, a suon di “uh vai morrer”. Moreno, seguendo subito la sua strategia e ascoltando i consigli dall’angolo, ha iniziato a connettere combinazioni di braccia (un semplice uno-due chiuso dal gancio) dalle quali però Figueiredo sfruttava l’ultimo colpo (appunto il gancio) per riottenere distanza e rientrare con le sue combinazioni. Figueiredo è fisicamente più forte di Moreno, il messicano lo ha ammesso anche in precedenti interviste, e incassare i colpi di un Peso Mosca che è in realtà un Peso Gallo non era facile. Sono stati la rapidità e il timing a permettergli di cambiare il livello del suo pugilato, optando alla fine, sempre sotto consiglio dell’angolo, per dei semplici uno-due ritmati. Interrompendo gli attacchi di Figueiredo e anticipando i propri, Moreno è riuscito quasi sempre ad avere la meglio nelle bagarre e negli incroci, portando l’inerzia del match dalla sua parte. Figueiredo ha avuto successo nel grappling, inizialmente, imponendo la propria pressione, tentando delle sottomissioni, come la front guillotine choke nel secondo round, ma Moreno ha dato ancora una volta prova di durezza e completezza. È prima uscito faticosamente dalla presa, e poi si è imposto con un takedown e lavorando in ground and pound. Nel terzo round, Figueiredo sembrava essere più rilassato e dalla distanza ha ricominciato ad attaccare. Moreno ha preso le misure, incassato un headkick sulla propria guardia e risposto con un gancio violentissimo che ha visto il suo pollice chiuso colpire alla perfezione il brasiliano all’occhio destro. Figueiredo all’inizio credeva fosse un eye poke. Dopo qualche lamentela di Figueiredo, Moreno lo ha pressato e ha ottenuto il takedown, prima di iniziare un grande lavoro di demolizione in ground and pound fino alla fine del round. Figueiredo, non senza fatica, ha limitato il lavoro del messicano, ma il medico ha preferito non permettergli di rientrare per il quarto round, dando di fatto la vittoria a Brandon Moreno. Moreno ha ringraziato e gridato “Viva México!”; la folla non ha gradito e gli ha lanciato rifiuti nel suo ritorno agli spogliatoi, rovesciando anche dei drink. Figueiredo invece si è complimentato con Moreno e ha dichiarato di voler salire di categoria, visto lo stress subito dal suo corpo per il taglio del peso.

Il grande ritorno di Gilbert BurnsNon può passare inosservata la grande vittoria di Gilbert Burns su Neil Magny. Burns era reduce da una sconfitta in un match combattutissimo contro Khamzat Chimaev, lo scorso anno: per ora è l’unico fighter capace di impensierire lo svedese di origine cecena. E prima di questo incontro Neil Magny ha scelto di allenarsi proprio con Chimaev, per rubargli qualche segreto. Gilbert Burns, specialista a terra, è un fighter tecnicamente abile in ogni area del combattimento. Le sue qualità nello striking sono migliorate col tempo e con l’esperienza in UFC, ma è anche dotato di mani pesanti e ottimi tempi d’attacco. Il suo mento non è il più granitico in circolazione, ma se mantiene la lucidità è difficile imporsi fisicamente su di lui. Magny è un fighter molto più alto e con un maggior allungo (191 centimetri d’altezza per 203 centimetri d’allungo, misure da Peso Massimo, contro i 178 centimetri d’altezza per 180 d’allungo di Burns) ma si trova a suo agio anche in fase di grappling, nonostante contro dei fighter specialisti (come nel match con Dos Anjos) abbia sempre trovato problemi. Stilisticamente il match sembrava pendere dal lato del brasiliano, che non ha deluso le aspettative, con una prestazione semplicemente perfetta. Burns si è aperto la strada con un diretto in avanzamento e ha subito legato con Magny, portandolo a terra con facilità. Nonostante la maggiore lunghezza delle leve di Magny, Burns ha superato subito la sua guardia, assicurandosi prima la monta e poi lavorando per isolare il braccio del suo avversario. Lo ha imprigionato in una arm-triangle choke che ha chiuso un round, confermando quanto va ripetendo da tempo Daniel Cormier: in questo sport ci sono dei livelli.

Al microfono Burns si è scatenato. Ha detto di puntare al titolo, di essere pronto per chiunque e ha chiamato in causa Colby Covington. Un match che soddisferebbe il palato di ogni appassionato di MMA. Ma qualsiasi decisione prenda UFC dovrà essere ai piani alti: Burns dimostra di poter sgretolare i contender meno solidi, si è giocato un match alla pari con Chimaev e ha perso male solo contro Usman. Insomma, dopo di loro, c’è lui.

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