
POSIZIONE LO SCORSO ANNO: 1°
UNA STATISTICA INTERESSANTE DELLA SCORSA STAGIONE: Il Napoli ha vinto lo Scudetto con la miglior difesa del campionato, ma solo con il sesto miglior attacco. Delle 24 vittorie solo 4 sono arrivate con più di 2 gol di scarto (nelle 28 vittorie dello Scudetto con Spalletti erano state 8) e di queste vittorie lo 0-4 a Cagliari è anche l’unica partita in cui il Napoli ha segnato più di 3 gol.
CHI IN PIÙ: Kevin de Bruyne, Lorenzo Lucca, Sam Beukema, Noa Lang, Vanja Milinković-Savić, Luca Marianucci, Miguel Gutiérrez;
CHI IN MENO: Giacomo Raspadori, Giovanni Simeone, Cyril Ngonge, Rafa Marín;

Antonio Conte è uno spremiagrumi meccanico, una grossa leva che schiaccia il frutto fino a estrarne ogni fibra. Non importa se arancio, limone o pompelmo: la leva Conte tirerà fuori tutto il possibile. Uno spremi agrumi pratico, la cui efficienza non è mai sacrificata per l'eleganza. È ingombrante, magari alla lunga può stancare, ma intanto la scorsa stagione ha tirato fuori il meglio da una rosa del Napoli che non sembrava particolarmente promettente, permettendole di vincere uno storico Scudetto.
Dopo un inizio poco brillante Conte ha asciugato al minimo le ambizioni in termini di manovra, chiedendo il massimo in termini di gestione dei momenti chiave delle partite. Sono poi serviti lo stato di grazia di Scott McTominay e l’implosione primaverile dell’Inter di Inzaghi. Il Napoli però ha finito per vincere il più improbabile dei suoi quattro scudetti - e forse per questo anche il più epico.
Solo dopo aver chiarito le ambizioni societarie, Antonio Conte - apparentemente indeciso all'inizio di questa sessione di mercato se tornare alla Juventus o meno - ha deciso di rimanere. È stato l'innesco di un'estate in cui l'entusiasmo dei tifosi è stato difficile da contenere, soprattutto dopo l’arrivo di Kevin de Bruyne. A buttare sempre nuova benzina sul fuoco ci hanno pensato le voci di arrivi di altissimo livello in ogni reparto: Skriniar in difesa, Rodrygo come ala e Darwin Nuñez come centravanti.
Alla fine il Napoli ha preso profili meno luccicanti, ma in linea con le richieste di Conte: «Stiamo prendendo giocatori per il presente ma soprattutto per il futuro: stanno arrivando giocatori che non stravolgeranno l'undici iniziale, ma che implementano la rosa per darci una mano e per essere i titolari in futuro». Il filo rosso che lega il mercato del Napoli l’ha spiegato proprio Conte nella conferenza stampa del ritiro in Trentino: «Lo Scudetto è avvenuto non a fine ciclo di ricostruzione, ma dopo il primo anno di ricostruzione. Noi oggi stiamo facendo uno step per rinforzare una rosa che non c'era per competere nelle diverse competizioni, per completarla anche perché numericamente abbiamo bisogno di mettere giocatori».

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Manna e Conte hanno agito subito in modo aggressivo, cercando di portare più nuovi volti possibili già per il ritiro. Questo porta inevitabilmente anche delle incognite. Per esempio: come inserire De Bruyne? Per Conte il belga è «un centrocampista che può diventare trequartista» e dalle amichevoli si è visto un impiego simile a quello di Cesc Fàbregas al Chelsea: libero di muoversi a centrocampo per decidere dove ricevere. De Bruyne comprensibilmente sarà il giocatore che smista i palloni nel lungo, soprattutto cercando i cambi di gioco verso le fasce. Il gol segnato da Lucca nell’amichevole contro il Brest ne è un esempio, con de Bruyne che da centrocampo alza la testa e cambia gioco verso Di Lorenzo, a destra, permettendo al terzino di mettere il pallone in area.
Il gol mostra anche come sia aumentato il numero di giocatori che aggredisce l’area di rigore, una delle lacune della scorsa stagione, quando questo compito era quasi tutto sulle spalle di McTominay. Considerando anche la parabola di Lukaku, era nell’aria il fatto che Conte provasse a trovare un modo per mandare più giocatori diversi alla conclusione.
Un'altra novità vista nelle amichevoli è una maggiore ricerca del pressing alto. Il Napoli difende col 4-4-2 in blocco medio, in cui si alternano fasi di difesa dello spazio, con altre di pressing alto per andare a recuperare il pallone. Un cambiamento non epocale ma comunque significativo rispetto alla scorsa stagione, quando la fase di blocco compatto ha finito per essere preponderante. Per dire, contro il Girona la squadra di Conte non ha avuto paura di aggredire fin dentro l’area dei catalani.
Durante il ritiro Conte ha provato diverse versioni per preparare la squadra a cambiare assetto in corsa. Quella che sembra "più titolare" prevede Lobotka, Anguissa, de Bruyne e McTominay in campo assieme in una sorta di 4-2-3-1 asimmetrico (con Lukaku centravanti e Politano ala destra). Ne ha parlato lo stesso Conte in conferenza stampa: «(...) ci saranno tante partite e chiaramente abbiamo lavorato tantissimo sul 4-3-3 ed è un sistema che è nelle corde della squadra e abbiamo gli interpreti per farlo, stiamo cercando anche un'ulteriore soluzione nell'eventualità di dover rinunciare ad un esterno offensivo per un centrocampista in più (...)».
Non è detto però che la formazione con cui inizierà il campionato il Napoli sarà la stessa con cui giocherà il momento caldo della stagione. A questo proposito un'opzione ulteriore che potrebbe comparire durante la stagione è quella di tornare a vedere una difesa a tre vera e propria e non più mascherata come nel finale della scorsa stagione. Si tratterebbe semplicemente di promuovere Beukema tra i titolari e comporre così il terzetto con Rrahmani e Buongiorno, alzando a tutta fascia i due terzini. Già sul finale di stagione il Napoli col pallone andava a schierarsi con tre centrali (Di Lorenzo, Rrahmani e Olivera) e due esterni a tutta fascia (Politano e Spinazzola), per poi tornare al 4-4-2 in fase di non possesso.
Sam Beukema è uno degli arrivi più importanti, il terzo difensore centrale più caro della storia del Napoli, dopo Buongiorno e Manolas. Nelle amichevoli estive ha giocato titolare per via dell’assenza di Buongiorno e, sempre in attesa che il centrale italiano torni al 100% fisicamente, potrebbe esordire in campionato contro il Sassuolo da titolare. Ma per Conte si tratta di un centrale destro e lì parte dietro a Rrahmani nelle gerarchie.
Beukema è un centrale completo e il suo arrivo è comunque visto come chiave per aumentare il livello delle rotazioni in difesa durante la stagione (una delle lacune del primo Napoli di Conte) così da avere sempre in campo due centrali di alto livello. Non va dimenticato, in questo discorso, che è arrivato anche Luca Marianucci dall’Empoli per 9 milioni, un centrale destro più inesperto e che deve ancora sbocciare del tutto, ma con un potenziale interessante soprattutto dal punto di vista atletico.
Un arrivo da non sottovalutare sempre in difesa - vista anche la cifra di 21 milioni spesa (15 prestito e 6 riscatto) - è quello di Milinković-Savić dal Torino. Il suo arrivo non ha significato la partenza di Meret, con cui i tifosi del Napoli hanno avuto vari alti e bassi in questi anni. I due portieri si giocheranno il posto da titolare, col serbo che ha caratteristiche molto diverse soprattutto in termini di gestione del pallone con i piedi (sia per sicurezza che per precisione del lancio lungo). «Ci saranno partite in cui giocheranno Meret ed altre Milinkovic», ha detto in maniera criptica Antonio Conte.
Per aumentare il livello sulle fasce il Napoli ha guardato alla Liga, puntando a due terzini molto considerati in Spagna. Per un prezzo simile (sui 20 milioni) è arrivato Miguel Gutierrez del Girona e si sta trattando Juanlu del Siviglia. Sono due giocatori con caratteristiche diverse. Gutierrez è un terzino molto tecnico, che nel Girona finiva dentro il campo a giocare il pallone come fosse una mezzala offensiva; Juanlu invece, sia per struttura fisica che per atletismo, è più abituato ad allungarsi sulla fascia con continuità.
Sono due giocatori polivalenti, che possono essere schierati su diverse altezze, lo stesso Juanlu ha fatto qualche partita a centrocampo. Ancora non sono entrati nel picco della carriera, ma hanno già dimostrato nella Liga di essere giocatori di alto livello, e per le loro caratteristiche possono essere complementari all’interno del Napoli.
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Per finanziare il mercato non sono mancate le cessioni, ma nessun giocatore chiave si è mosso, e questa è una notizia se si pensa che, mettendo insieme tutte le cessioni, si superano i 120 milioni (certo, la maggior parte dei soldi arriva dalla cessione definitiva di Osimhen al Galatasaray, di cui il Napoli si era di fatto già privato la scorsa stagione). Il Napoli è riuscito a cedere solo giocatori scartati in passato da Conte, come Cajuste e Ngonge, con l'unica eccezione di Raspadori, che la scorsa stagione ha avuto un ruolo che definire solo simbolico sarebbe riduttivo.
Quella dell'attacco è diventata una questione improvvisamente, dopo l'infortunio di Lukaku in amichevole con l'Olympiakos (una lesione di alto grado del retto femorale della coscia sinistra, come ha da poco riportato una nota del Napoli) che potrebbe tenerlo fuori anche per più di due mesi. Va detto che, a guardarlo meglio, non è un problema così inaspettato come sembra. Lukaku già la scorsa stagione era sembrato lontano dai suoi picchi atletici, soprattutto nella seconda metà, e non è certo un caso che il Napoli abbia investito pesantemente su un giocatore con caratteristiche simili che potesse dargli respiro e magari prendere il suo posto tra un anno.
I 40 milioni spesi per Lucca (9 per prestito e 31 per il riscatto) sono tanti in termini assoluti, mentre in relazione al valore attuale e soprattutto futuro del giocatore si può discutere. L'ex Udinese è un atleta eccezionale in rapporto alla stazza e sta entrando nel picco teorico della carriera. Con i problemi fisici di Lukaku, poi, gli si è aperta una porta che forse non immaginava nemmeno potesse esistere. Dovesse riuscire ad aprirla potrebbe prendere il testimone di Lukaku a stagione in corso e diventare il centravanti del Napoli del prossimo triennio almeno. Bastano loro due per l'attacco del Napoli? La società azzurra dovrebbe muoversi per un terzo profilo, vista la gravità dell'infortunio di Lukaku? Le voci si stanno già rincorrendo ma adesso è difficile capire le intenzioni del club, che potrebbe cercare un'occasione negli ultimi giorni di mercato.
Chissà che magari non si lavori per adattare un giocatore in un altro ruolo. Già la partenza di Raspadori, per dire, rendeva ancora più importante per il Napoli che Noa Lang non bucasse la stagione.
Arrivato per 27 milioni con i bonus (più il 10% sulla futura vendita) Noa Lang è nel picco della carriera, a 26 anni ha raggiunto la doppia cifra nei gol e negli assist nel campionato olandese vinto dal PSV. Lang è sinuoso e rapido, e possiede un’eccellente tecnica nello stretto, che si rivela in serpentine o nella naturalezza con cui usa la suola. Quando riceve, sa subito mettersi in ritmo col primo controllo, così da accelerare improvvisamente l’azione. A Napoli porta con sé una dose di creatività dall’esterno sinistro che è mancata totalmente dalla cessione di Kvaratskhelia nella passata stagione. In carriera però ha mostrato un carattere fumantino e non si è mai distinto per continuità, non è detto che lungo tutta la stagione riesca a mantenere stabile il suo apporto in campo (e anche solo a non far imbestialire Conte).
Manca dal mercato un’altra ala sinistra. Il Napoli aveva puntato Dan Ndoye del Bologna, ma è stato superato quando sembrava fatta a fine luglio dal Nottingham Forest. Secondo Conte erano cifre fuori portata per il club e per la stessa ragione sembrano naufragate ancora prima di nascere la trattativa per il norvegese Antonio Nusa del RB Lipsia, che ha già umiliato l’Italia di Spalletti pochi mesi fa a soli vent’anni. Oleksandr Zinchenko dall’Arsenal si può prendere a cifre fattibili, ma a dirla tutta non gioca ala sinistra da anni ormai; poi si parla di un ritorno di Elmas, che ha fatto un ottimo girone di ritorno col Torino.
Manca anche un altro centrocampista e da settimane si parla con insistenza di due nomi un po’ anche a sorpresa vista la parabola che ha assunto la loro carriera: ad inizio estate Yunus Musah dal Milan, mentre ora più Fabio Miretti della Juventus. Due giocatori che sarebbero dei progetti da rilanciare per Conte, perché ancora giovani e con potenzialità non del tutto sfruttate dalle squadre di appartenenza.
Musah non è ancora riuscito a essere inquadrato tatticamente ed è entrato nel vortice della brutta stagione del Milan. Ha atletismo e coraggio col pallone (dribbling e verticalità nei passaggi) che nel centrocampo ha solo Anguissa. Averne un altro così dalla panchina può essere utile dovendo giocare ogni tre giorni. Miretti, scartato da Thiago Motta, ha passato in prestito al Genoa la scorsa stagione e ha mostrato di valere tranquillamente la Serie A per mezzi tecnici. Sono pochi i centrocampisti italiani Under 23 con quel tocco di palla e si capisce perché il Napoli possa essere interessato al suo nome anche per il medio termine.
Al di là di come finirà il calciomercato, comunque, si può già dire che quando tutti gli arrivi previsti saranno completati il Napoli avrà chiuso il calciomercato con una rosa migliore rispetto a quella della scorsa stagione, sia nella formazione titolare che nella qualità e profondità della panchina. L’ultima squadra a riconfermarsi campione con lo stesso allenatore è l’ultima Juventus del ciclo di Allegri nel 2019. Se però c’è un allenatore che sa come si fa, toccando i tasti giusti, è proprio Conte. Il Napoli non ha mai vinto due Scudetti di fila e nonostante i discorsi di facciata è chiaro che sia questo il primo obiettivo stagionale.
MIGLIOR SCENARIO POSSIBILE
La rosa rinforzata permette a Conte di affrontare senza problemi il doppio impegno. Parte subito bene ed è subito in alto in classifica. Un calendario difficile a novembre non toglie comunque il Napoli dalla lotta Scudetto, anche perché la scelta di Conte di optare per avere i 4 centrocampisti tutti contemporaneamente dà i suoi frutti in termini offensivi. Nel girone di Champions League non ci sono grandi picchi, ma la squadra si classifica senza troppi patemi agli ottavi, dove batte il Chelsea di Maresca ed esce solo ai quarti ai rigori col Liverpool. Conte dirà che la squadra esce ma a testa alta, e che dovrà ora concentrarsi a chiudere il discorso campionato. La volata Scudetto vede il Napoli imbattuto per tutta la primavera: il titolo viene vinto in casa contro il Bologna con due giornate d’anticipo. Ai microfoni Conte è visibilmente sollevato. «Il lavoro però non è ancora concluso», dice con uno strano sorriso disegnato sul volto.
PEGGIOR SCENARIO POSSIBILE
Dopo un inizio entusiasmante con 1 gol e 2 assist nelle prime 3 giornate, de Bruyne fatica a stare in campo con continuità per via di piccoli ma fastidiosi infortuni. McTominay non riesce ad avere lo stesso impatto in termini di gol pesanti così come Lukaku, che dopo essere tornato dal suo infortunio, non riesce più a trovare il picco di forma e non vede più la porta. Purtroppo non la vede proprio neanche Lucca e il Napoli fa sempre più fatica a segnare. La stampa la chiama "pareggite acuta": anche gli esperimenti fatti con Lang falso nove si rivelano per essere semplice omeopatia. Potendo giocare una partita a settimana in primavera, essendo uscito contro il Chelsea di Maresca alla fase di spareggio per qualificarsi agli ottavi di finale, il Napoli mantiene un buon ritmo di punti, ma senza riuscire a raggiungere la vetta della classifica, chiudendo il campionato al secondo posto. Al termine dell’ultima partita, pareggiata contro l’Udinese, un Conte visibilmente stanco e emaciato, ricorda ai microfoni che la squadra ha dato tutto e raggiunto l’obiettivo minimo della qualificazione in Champions. E il suo futuro? Con la voce rauca e guardando lontano, Conte dichiara che potrà rispondere solo dopo un incontro con De Laurentiis.
GIOCATORE DA PRENDERE AL FANTACALCIO
Scegliere Kevin de Bruyne può essere una scelta razionale per via dei bonus che uno con quel piede si prevede porterà alla squadra, ma è più che altro un esercizio di stile, un modo per ricordarsi poi che in quella stagione di de Bruyne in Serie A tu ce l’avevi. Di certo, comunque, il belga verrà sopravvalutato all’asta e quindi forse meglio dirottare su altri profili. Forse lo stesso vale anche per Scott McTominay, che dopo la sorpresa dei gol della scorsa stagione volerà a cifre da attaccante. Il Fantacalcio, però, è fatto anche di usato sicuro, di chi sai che sarà sempre in campo e il più delle volte porterà la sufficienza a casa. Capitan Giovanni di Lorenzo ne è l’esempio perfetto, averlo in squadra non ti fa avere bonus ma neanche grossi problemi nei voti, non è la presa che ti fa vincere il Fantacalcio ma di sicuro aiuta.
GIOCATORE DI CUI AVERE LA MAGLIA
Quando la maglia ha lo Scudetto sul petto, per un tifoso ha senso metterci dietro il nome del giocatore preferito della stagione passata che ha portato a vincerlo (a patto che sia rimasto in squadra). In questo caso che sia McTominay, Anguissa o Politano poco importa perché è un gusto personale. Ma ci sono eccezioni che possono oscurare questa decisione, soprattutto quando l’eccezione è uno dei più forti giocatori al mondo negli ultimi anni che sceglie di venire a giocare a Napoli dopo aver vinto tutto. Avere la 11 di de Bruyne è un modo per fissare bene il livello del Napoli attuale, ma anche per guardare avanti, alle rinnovate ambizioni di una squadra che si sente oggi di poter aprire un ciclo vincente in Italia.
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