
Da oltre dieci anni, ormai, esiste una florida tradizione di giocatori della Liga che si trasferiscono a Napoli e vi piantano solide radici. In principio furono Higuaín, Raúl Albiol e Callejon, chiamati a iniziare un nuovo ciclo sotto la guida di Rafa Benítez. Poi ci sono stati Lobotka e Zambo Anguissa (quest’ultimo arrivato dal Fulham, ma che il proprio meglio lo aveva espresso col Villarreal), colonne portanti dei due scudetti. Senza dimenticare Mathias Olivera, giunto in Italia dopo anni di onorata carriera tra Albacete e Getafe. Proprio nel ruolo dell’uruguagio, quello di terzino sinistro, sembrerebbe essere vicino l’arrivo dell’ultimo nome di questo filone di acquisti: Miguel Gutiérrez.
Classe 2001, madrileno cresciuto nel Real Madrid, Miguel andrebbe ad allungare il reparto difensivo in una posizione dove l’unica alternativa al titolare Olivera al momento è Spinazzola, che ha già 32 anni e non è un giocatore molto affidabile dal punto di vista fisico. Senza dimenticare che l’ex atalantino e Olivera nella seconda parte della scorsa stagione più volte sono scesi in campo insieme, con Spinazzola in posizione più avanzata. Insomma, in attesa di sistemare la fascia destra – anche là si parlava di un giocatore della Liga come Juanlu – gli azzurri con Miguel avrebbero già completato tutto il resto del pacchetto arretrato, considerati anche gli acquisti di Beukema e Marianucci.
È facile immaginare che il terzino del Girona e Mathias Olivera si giocheranno il posto da titolari. Ma cosa cambierebbe tra i due? Per capire la differenza tra l’attuale terzino sinistro del Napoli e il suo prossimo, probabile, collega di reparto, basterebbe una considerazione sulle loro carriere. Mathias Olivera è stato forgiato dal calcio delle arti oscure di Pepe Bordalás: un calcio dove la disciplina ferrea in fase difensiva viene insaporita da simulazioni, perdite di tempo, falli più o meno scorretti e tutta una serie di piccolezze che hanno permesso al Getafe di competere ben al di sopra delle proprie possibilità, mandando fuori di testa chiunque non tifi per loro. Miguel Gutiérrez, invece, viene dal Girona di Michel, costola del Manchester City di Guardiola che, da squadra del City Group, prova ad applicare in maniera fedele i principi del gioco di posizione, senza mai rinunciare alla propria idea. Insomma, nello spettro delle squadre della Liga non potrebbero esserci due squadre più differenti di Getafe e Girona. E il gioco di Olivera e Miguel, in un certo senso, riflette questa distanza.
L’uruguagio è un terzino tosto, che partecipa volentieri alla fase offensiva ma che è soprattutto affidabile in fase difensiva, di quelli che difficilmente si fanno fregare alle spalle. Miguel, invece, è praticamente un centrocampista prestato al ruolo da terzino. Anzi, per dirla tutta, una vera mezzala. Non uno di quei terzini che si mettono dentro al campo per impostare, ma proprio un interno da gioco di posizione che si alza tra le linee e determina lo sviluppo sulla trequarti. Basta dare un’occhiata alle rispettive heatmap per accorgersi della differenza.
Nemmeno Mathias Olivera, nell’ultimo anno, è stato un terzino che rimaneva sulla fascia: a dare l’ampiezza sulla sua fascia ci pensava l’ala. Miguel Gutiérrez, però, rispetto a lui è abituato a giocare in zone ben più avanzate rispetto a Olivera.
In questi anni abbiamo assistito all’evoluzione dei terzini e non ci sorprendiamo più di vederli in zone diverse dalla fascia. Miguel, forse, è quello che in Europa estremizza di più il concetto – probabilmente il motivo per cui, nonostante da due anni sia uno dei migliori laterali della Liga, non viene preso in considerazione da De La Fuente per la Nazionale spagnola, dove a guardare le spalle di Lamine Yamal dev’esserci un terzino più classico come Cucurella.
Come i migliori esemplari della categoria dei falsi terzini, Miguel ha grande intelligenza nel capire quando spostarsi dalla fascia al centro, difficilmente butta la palla sotto pressione e sa rendersi utile in costruzione. Ciò che rende unico il suo repertorio, però, emerge una volta che il primo possesso è stato consolidato e che la squadra può sviluppare all’altezza del centrocampo. A quel punto l’obiettivo di Miguel non è più partecipare alla costruzione, ma alzarsi sopra la linea della palla e far avanzare la squadra sulla trequarti.
Il Girona, soprattutto due anni fa, quando riuscì a qualificarsi in Champions, aveva un circuito associativo molto elaborato nei corridoi interni del campo. Giocatori e pallone erano in movimento continuo e attraevano gli avversari per creare buchi alle loro spalle. Sul centro sinistra, quando si creava lo spazio, toccava a Miguel diventare mezzapunta. È un calciatore che legge davvero bene gli spazi», ha detto di lui Michel a margine della vittoria per 2-4 in casa del Barcellona due stagioni fa, in quella che probabilmente è stata la miglior partita della carriera di Miguel. Quella sera, il fatto che vicino vi fossero un’ala dribblomane come Savinho e un giocatore intelligente come Miguel Gutiérrez, aveva reso impossibile per Koundé e per il Barcellona difendere la fascia sinistra: «Abbiamo la fortuna di avere un giocatore come Savinho che di per sé costringe l’avversario ad abbassarsi. Se si concentrano su di lui, dobbiamo creare situazioni pericolose in zone interne e in questo Miguel è straordinario. Daley (Blind), Iván (Martín), David (Lopez) e Aleix (García) fanno si che possa ricevere tra le linee e che possa creare pericoli nei corridoi interni».
È chiaro come le letture facciano la differenza per giocare in questo modo. Il cervello, però, non basta per ricevere nei corridoi interni, spesso spalle al centrocampo, come fa Miguel. In quelle situazioni gli spazi si restringono facilmente e per questo occorrono anche velocità di pensiero e qualità nei piedi, che possa tradurre quell’intelligenza in qualcosa di concreto.
Da questo punto di vista, col suo mancino Miguel Gutiérrez è un giocatore pulito. Se riceve di spalle ha un buon primo controllo ed è preciso negli scarichi. Fronte alla porta, invece, è un ottimo passatore: può cercare l’imbucata per il compagno tra le linee oppure verticalizzare direttamente in profondità. Tra le sue opzioni c'è anche il cambio gioco da sinistra verso destra, che potrebbe tornare utile con Conte. Quando invece deve costruire sul corto, gioca bene in diagonale, oppure provoca gli avversari con la suola per portarli fuori posizione. Dopo essersi avvicinato ai compagni e aver scaricato, gli piace muoversi per triangolare e sviluppare il gioco in maniera dinamica.
Se poi la squadra sposta il gioco sul lato opposto, partire da una zona più centrale gli permette di attaccare l’area proprio come una vera mezzala.
Ovviamente, da buon terzino non disdegna di tornare alle origini e comportarsi in maniera più ortodossa. Con Savinho, ad esempio, aveva sviluppato una grande intesa. Il brasiliano poteva decidere di condurre palla verso il centro e allora Miguel lo compensava muovendosi verso l’esterno. In questo modo era arrivato un assist in una partita in casa del Celta Vigo.
È un tipo di dinamica a cui potremmo assistere anche con il Napoli, vista l’importanza che Conte quest’anno sembra voler riservare alle sue ali. Miguel aveva portato palla oltre il centrocampo e aveva scaricato per Savinho in ampiezza. Il brasiliano aveva attratto il terzino avversario e Miguel si era fiondato alle sue spalle. Ricevuto il passaggio in profondità da Savinho, lo spagnolo aveva alzato la testa e con freddezza aveva servito Portu con un cross rasoterra a rimorchio.
Perché non immaginare questo tipo di azione con Lang o chissà quale altra ala sinistra che comprerà il Napoli?
Insomma, Miguel Gutiérrez senza dubbio alzerebbe il livello tecnico del Napoli. Gli azzurri, rispetto alle altre squadre di Conte, hanno sfruttato un po’ meno la costruzione dal basso e anche in quel caso lo spagnolo potrebbe tornare utile. Soprattutto, Miguel potrebbe rendere più imprevedibile la squadra in attacco posizionale, a patto di non pestarsi i piedi con McTominay quando entra dentro al campo.
Ma a Napoli ci saranno le condizioni per vedere lo stesso terzino del Girona? Oppure Miguel dovrà interpretare in maniera un po’ meno estrema la funzione di falso terzino? Questa seconda opzione sembra la più plausibile, non fosse altro per la cura di Antonio Conte verso la fase difensiva, anche quando la palla ce l’ha la sua squadra. Se il Napoli ha subito così poco è anche perché perdeva palla in sicurezza. Cosa che invece, con un terzino che si alza tra le linee, potrebbe non accadere.
È chiaro che se un esterno basso si alza sopra la linea della palla, in caso di perdita del possesso qualcuno deve rimanere dietro per coprirgli le spalle. Se però serve rinculare, di certo un terzino ha più gamba per rientrare rispetto a una mezzala o un mediano, che potrebbero fare più fatica. Anche Olivera si spostava al centro ma, come detto, tendeva a rimanere in zone più basse rispetto a Miguel anche per prevenire le transizioni.
Quanto tempo potrebbe passare Miguel Gutiérrez, al Napoli, nella metà campo avversaria? Conte lo terrà più basso o creerà meccanismi appositi per farlo salire (un po’ come aveva fatto qualche anno fa all’Inter, quando ogni tanto Hakimi si metteva dentro sulla trequarti e Skriniar scalava in fascia)?
Del resto, non sono mancate le occasioni in cui anche Olivera si è spinto a ridosso degli attaccanti. Avere un terzino che fa anche le sovrapposizioni interne, inoltre, potrebbe costringere gli avversari ad abbassarsi e libererebbe più facilmente la linea di passaggio per l’isolamento dell’ala in ampiezza
Se Conte trovasse il modo di inserirlo senza snaturarlo troppo e senza creare scompensi, avrebbe tra le mani una variante tattica notevole. Capace, peraltro, di portare anche soluzioni fuori dagli schemi. Miguel Gutiérrez non è solo un giocatore intelligente, ma sa essere anche creativo in una certa misura. Il suo primo assist in Liga, con la maglia del Real Madrid contro il Granada nella stagione 2020/21, con la maglia del Real Madrid, era arrivato convergendo verso il centro e inventandosi un cucchiaio per mandare in porta Modrić.
Nella già citata partita contro il Barcellona, invece, si era insinuato tra le maglie blaugrana e dal limite dell’area aveva superato Ter Stegen con una "puntata" da calcetto.
A queste soluzioni più estemporanee aggiunge una qualità nei cross superiore a quella dei terzini oggi a disposizione del Napoli. Anzi, il sinistro di Miguel è abbastanza educato da poter scoccare cross pericolosi dalla trequarti, senza dover raggiungere il fondo. Stessa caratteristica che, ovviamente con maggior qualità, per anni ha reso speciale De Bruyne: il belga sul centro destra e lo spagnolo sul centro sinistra potrebbero essere letali crossando dal vertice dell’area.
È raro che i Napoli sbagli i suoi acquisti quando pesca in Liga. Miguel Gutiérrez è un giocatore estremamente particolare e forse non è così facile da inserire. Tuttavia, avrebbe le carte in regola per diventare importante anche in una squadra come quella di Conte. Per un allenatore che ama muovere i suoi giocatori come pedine, una variante tattica come lo spagnolo aprirebbe prospettive davvero interessanti.