Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Fabio Barcellona
Le migliori squadre del 2023
04 gen 2024
04 gen 2024
Il Manchester City e l'Inter, inevitabilmente, ma non solo.
(di)
Fabio Barcellona
(foto)
IMAGO / Moritz Müller
(foto) IMAGO / Moritz Müller
Dark mode
(ON)

Come ogni classifica di fine anno, e come ogni classifica in generale, anche questa è puramente soggettiva. È prima di tutto italocentrica, perché le partite italiane sono quelle che guardo di più e, in secondo luogo, eurocentrica. Poi, inevitabilmente, rispecchia il mio modo di intendere il calcio e di fruirne lo spettacolo. Ci sono squadre oggettivamente forti, squadre che mi piace guardare perché mi divertono e squadre che soddisfano la mia curiosità intellettuale perché propongono soluzioni tattiche acute e innovative.

Ne mancano alcune che avrei voluto mettere. Mi è dispiaciuto escludere, per esempio, il coraggiosissimo Frosinone, che prima con Fabio Grosso e poi con Eusebio Di Francesco ha messo in campo un calcio gradevole ed efficiente. Potevano benissimo stare in classifica anche la Real Sociedad di Imanol Alguacil o il Brighton di Roberto De Zerbi. Purtroppo, però, le classifiche implicano questo: bisogna fare delle scelte. Ecco le mie.

10. Catanzaro

Il Catanzaro è stata la prima squadra calabrese, nel 1971, a giocare in Serie A. Dopo un periodo di saliscendi dalla Serie B, dal 1978 il Catanzaro si è stabilizzato nella massima serie, riuscendo a disputare cinque campionati consecutivi in Serie A. Il 1981/82 fu la stagione d’oro per i calabresi, giunti al settimo posto dopo avere anche sognato una clamorosa qualificazione in coppa UEFA. In Coppa Italia si arrese all’Inter solamente in semifinale, eliminato ai supplementari dalla regola dei gol in trasferta dopo avere ribaltato con un 3-2 la sconfitta per 2-1 della gara di San Siro. Edi Bivi, ventunenne acquistato dalla Mestrina in Serie C2 per sostituire la leggenda Massimo Palanca - passato al Napoli, dove però non riuscì a ripetere le prodezze di Catanzaro - fu, con 12 gol realizzati, addirittura il vicecapocannoniere del campionato alle spalle di Roberto Pruzzo. L’anno dopo, però, un disastroso campionato, chiuso all’ultimo posto con soli 13 punti, condannò il Catanzaro alla Serie B dove, precipitando, giunse nuovamente ultimo scendendo in Serie C.

Dopo qualche sfortunata apparizione in Serie B, i fallimenti del 2006 e del 2011, il Catanzaro è sparito dalle prime categorie della piramide calcistica italiana per un po'. È riapparso improvvisamente la scorsa stagione quando si è cominciato a parlare dei record collezionati nel girone C della Serie C dalla squadra di Vincenzo Vivarini. Record di punti in serie C (96), una clamorosa differenza reti di +81 figlia di un attacco capace di segnare 102 reti in 38 partite, record di vittorie (30) e, per il centravanti, il catanzarese Pietro Iemmello, il record di reti (28 reti). A gennaio, l'anno scorso, il Catanzaro era rimasta l’unica squadra imbattuta nei principali campionati professionistici europei. È arrivata la promozione in serie B, da dove il Catanzaro era assente da 18 anni.

Il Catanzaro, però, non si è fermato lì e solo una brusca frenata, con tre sconfitte di fila nelle ultime tre partite dell’anno, l’ha allontanata dalla vetta. L’attuale settimo posto, a cinque punti dal secondo, lascia ancora intatte le possibilità di lottare per la promozione in Serie A.

Il Catanzaro di Vivarini gioca un calcio molto offensivo, con un 3-4-3 fluido che in fase di non possesso può disegnare una linea a 4. In genere le costanti sono una costruzione 3+2 e l’occupazione dell’ampiezza con due uomini, di cui uno è il fortissimo belga Jari Vandeputte. La costruzione è varia e brillante, e può cercare indifferentemente gli uomini tra le linee, l’attacco alla profondità degli esterni o il lavoro di raccordo di Iemmello. In fase di non possesso il Catanzaro è una squadra che, con un pressing orientato sull’uomo, prova a recuperare presto e in alto il pallone. In Serie B il coraggio della proposta di gioco sembra ancora pagare qualche scotto – 5 gol presi dal Parma e 3 dal Brescia in casa, 3 dal Lecco fuori casa - ma la spinta propulsiva iniziata nel novembre 2021 con l’avvento in panchina di Vincenzo Vivarini non è ancora esaurita.

9. Bologna

Il Bologna è attualmente al quinto posto in classifica in Serie A e, dopo quasi un girone, sembra in grado di lottare per un posto nella prossima Champions League. Un risultato enorme per una squadra il cui miglior piazzamento in classifica, dopo la risalita dalla Serie B nella stagione 2015/16, era stato il decimo posto della stagione 2018/2019. La passata stagione Thiago Motta, subentrato precocemente a Sinisa Mihajlovic, aveva portato il Bologna al nono posto in classifica e, soprattutto, aveva reso il Bologna una squadra interessante e con una direzione tattica chiara, dopo anni di grigiore e confusione.

I semi piantati la passata stagione sembrano adesso germogliare grazie anche a una rosa rinnovata e alla possibilità di lavorare sulla squadra sin dal ritiro precampionato. Il Bologna non si è posto alcun problema a rinunciare a tanti giocatori che costituivano l’ossatura della squadra, alcuni dei quali all’apparenza difficilmente sostituibili. Hanno lasciato la squadra rossoblù, tra gli altri, Soriano, Sansone, Medel, Barrow e i due centrocampisti Schouten e Dominguez, oltre al leader tecnico della squadra Marko Arnautovic. Gli arrivi sono stati, per forza di cose, numerosi. Dietro serviva necessariamente un difensore centrale ed è arrivato Beukema all’AZ Alkmaar, insieme all’esterno Karlsson. Sono arrivati due terzini sinistri, Calafiori e Kristiansen, i centrocampisti Freuler e Fabbian, e gli esterni Ndoye e Saelemaekers. Tranne il trentunenne Freuler, preso in prestito dal Nottingham Forest, tutti i nuovi arrivati hanno meno di 25 anni.

Il Bologna vuole controllare la partita con il pallone (56% di possesso in media, quarto posto in Serie A) e il possesso è gestito attraverso una disposizione posizionale fluida, che si nutre di letture continue dei suoi interpreti per la creazione e successivo attacco di spazi. La squadra di Thiago Motta ama utilizzare un campo grande per sviluppare il suo possesso e non cerca necessariamente di abbassare la squadra avversaria, preferendo invece dilatarne le distanze con la circolazione della palla e disordinarla con il continuo movimento dei suoi giocatori, in particolare dei tre centrocampisti del suo 4-2-3-1/4-3-3. Tutti i giocatori hanno grosse responsabilità in costruzione, compresi i difensori centrali, che spesso si smarcano al di sopra della linea del pallone, sia per ricevere che per creare spazi alla circolazione del pallone.

In questa emblematica azione molte delle tendenze del gioco del Bologna: lo smarcamento sopra il pallone del centrale Calafiori che, appena vede che la palla è giocata addosso a Zirkzee, si muove a sostegno del centravanti. Ferguson nel frattempo attacca la profondità.

Il segreto nemmeno troppo nascosto del Bologna però è la sua insospettabile solidità difensiva. Già durante la stagione scorsa Thiago Motta aveva migliorato le statistiche difensive della sua squadra, precedentemente disastrose, organizzando una riconquista palla aggressiva che l'ha portato al secondo posto della passata Serie A per palle recuperate da azioni di pressing e contropressing. Quest’anno i numeri difensivi sono ancora, e notevolmente, migliorati. Il Bologna è al quarto posto della Serie A per xG concessi (0.76 p90), al terzo posto per xG concessi su azione (0.55 p90, quasi la metà di quelli concessi la scorsa stagione) e per qualità dei tiri concessi agli avversari (0.07 xG/tiro). La squadra di Thiago Motta ha reso ancora più efficiente il proprio pressing orientato sull’uomo riuscendo anche a gestire con meno frenesia la fase di riconquista e a giocare con grossa efficacia lunghe fasi di difesa posizionale.

Il lavoro di Thiago Motta si vede anche dalla vertiginosa crescita individuale dei suoi giocatori. Tre nomi su tutti: Riccardo Calafiori, convertito dal tecnico da terzino sinistro a centrale mancino con un successo sorprendente; Lewis Ferguson, capace con le sue letture e il suo dinamismo di variare continuamente la disposizione posizionale in campo e coi suoi inserimenti di compensare perfettamente i movimenti lontano dall’area della punta; Joshua Zirkzee, fenomeno assoluto e per distacco il giocatore più eccitante di tutta la Serie A, che con Thiago Motta sembra avere completato con un’efficacia spietata un’estetica mai in discussione.

8. PSV Eindhoven

Il PSV Eindhoven è, assieme ad Ajax e Feyenoord, una delle tre grandi storiche del calcio olandese, capaci di vincere, oltre che pacchi di titoli nazionali, anche la Coppa dei Campioni. Il PSV, però, non vince l’Eredivisie dalla stagione 2017-18, quando conquistò il suo ventiquattresimo titolo olandese con Philip Cocu in panchina. La passata stagione la squadra di Eindhoven è arrivata seconda nonostante la conquista di due trofei nazionali – la Coppa e la Supercoppa d’Olanda – e anche per questo il rapporto con il tecnico Ruud Van Nistelrooy si è bruscamente interrotto a una giornata dalla fine del campionato (si parla anche di pessimi rapporti dell’allenatore con i calciatori e gli altri membri dello staff tecnico).

A sostituire Van Nistelrooy è stato chiamato il 60enne Peter Bosz, reduce dagli esoneri a Dortmund, Leverkusen e Lione. La squadra di Bosz, già privata di Cody Gakpo, andato a Liverpool a metà della stagione scorsa, ha ceduto Xavi Simons al PSG e il mediano Sangarè al Nottingham Forest, senza contare la fine dei prestiti del centrale inglese Branthwaite e di Fabio Silva, tornati all’Everton e al Wolverhampton. Per sostituire i giocatori ceduti il club olandese ha investito 15 milioni sul ritorno da Napoli di Hirving Lozano, 12,5 milioni per Noa Lang dal Bruges, 12 milioni per prelevare Jordy Schouten dal Bologna, 11 milioni per il 20enne statunitense Ricardo Pepi e ha preso in prestito Sergino Dest dal Barcellona.

Con una rosa completamente rinnovata e un nuovo allenatore, il PSV ha iniziato superando due turni preliminari di Champions League niente affatto banali, eliminando nell’ordine Sturm Graz e Rangers Glasgow, e vincendo la Supercoppa d’Olanda contro il Feyenoord. A quel punto il PSV ha iniziato a correre e non si è più fermato, giungendo alla pausa invernale del campionato con un incredibile record di 16 vittorie vinte su 16 partite, 56 gol fatti e solamente 6 subiti. In Champions League è approdato alla fase ad eliminazione diretta giungendo al secondo posto del girone dietro all’Arsenal e mettendosi alle spalle Lens e Siviglia. Dall’inizio della stagione ha perso solo la partita giocata all’Emirates Stadium contro l’Arsenal.

Bosz schiera la sua squadra con un 4-3-3 piuttosto canonico che, come storicamente capita nelle sue squadre olandesi, è pronto a mutare in un 4-2-3-1 con l’occupazione della trequarti di una delle mezzali. La fase difensiva è piuttosto aggressiva e mira, tenendo la difesa alta e forzando la pressione sui portatori di palla, a negare tempo e spazio agli avversari. Offensivamente la squadra gioca un calcio posizionale convenzionale pronto a sviluppare in verticale i vantaggi ottenuti grazie alla superiorità numerica, posizionale o tecnica.

A brillare individualmente nel PSV è, oltre al solito Luuk De Jong già autore di 19 gol nelle 26 partite giocate in stagione, la mezzala 25enne Joey Veerman. Con Schouten che occupa solitamente la posizione di mediano e Guus Til che va a giocare sulla trequarti, Veerman è il centrocampista che si muove tra la fase di costruzione e quella di rifinitura, che interpreta in maniera eccellente. Destro naturale, piuttosto alto (185 cm), Veerman ha una tecnica sopraffina in conduzione e nella trasmissione del pallone, non a caso ha già messo a referto ben 9 assist nelle 16 partite già giocate in Eredivisie. Nel 2023 è stato il giocatore ad aver fatto più assist (21) tra quelli che militano nei migliori campionati europei.

Una selezione di assist e key passdi Joey Veerman, per capire che tipo di giocatore è.

Nel 2018-19 il PSV Eindhoven, guidato all’epoca da Mark Van Bommel, aveva vinto le prime 13 partite dell’Eredivisie, ma alla fine si era dovuto accontentare del secondo posto alle spalle del miglior Ajax della gestione Ten Hag. Quest’anno il PSV si è superato ed è in una striscia aperta di 16 vittorie consecutive e sembra davvero difficile non riportare il titolo ad Eindhoven.

7. Inter

Nella classifica dell’anno solare 2023 della Serie A, l’Inter è al primo posto con 10 punti di vantaggio dal Napoli. La scorsa stagione ha vinto la Coppa Italia battendo la Fiorentina in finale e a gennaio la Supercoppa Italiana, con un rotondo 3-0 al Milan. E questo senza dimenticare il grande percorso in Champions League, con la finale di Istanbul, persa di misura contro il Manchester City, raggiunta dopo avere eliminato il Barcellona nella fase a gironi ed eliminando con autorevolezza Porto, Benfica e Milan, regolato con un netto 3-0 complessivo.

La stagione 2023/24 è iniziata alla grande. La squadra di Inzaghi ha preso la testa del campionato e ha raggiunto piuttosto agevolmente gli ottavi di Champions League, sebbene la mancata vittoria casalinga all’ultimo turno contro la Real Sociedad le abbia negato il primo posto del girone. Nella nuova stagione la squadra di Inzaghi - rinnovata dagli innesti di Sommer, Pavard, Carlos Augusto, Frattesi, Marcus Thuram e Arnuatovic che hanno sostituito rispettivamente Onana, Skriniar, Gosens, Brozovic, Dzeko e Lukaku – sta disputando una Serie A autorevole perdendo una sola volta – in casa contro il Sassuolo, la squadra che ha inflitto anche alla Juventus seconda in classifica l’unica sconfitta in campionato – e regalando una sensazione di dominio piuttosto chiaro.

L'Inter ha i migliori dati della Serie A per xG prodotti (1.66 p90) e subiti (0.65 p90) su azione e per qualità di tiri effettuati (0.11 xG per tiro) e concessi agli avversari (0.06 xG per tiro). Il 3-5-2 di Inzaghi è ormai maneggiato con padronanza dai nerazzurri, che sono capaci di giocare registri di gioco piuttosto vari. L’Inter sembra essere una squadra piuttosto solida quando decide – o è costretta – a difendere con un blocco ad altezza medio-bassa ed è capace di attaccare, partendo dalla sua metà campo, transizioni lunghe efficacissime, a cui Marcus Thuram ha dato una nuova dimensione. La capacità di superare il pressing avversario con la costruzione bassa e quella di disordinare col palleggio le strutture difensive avversarie la rendono efficace in fase di possesso palla sia contro squadre che l’aggrediscono che contro quelle che provano ad aspettarla.

Certo, manca quello scudetto che regalerebbe all'Inter la seconda stella e soprattutto consacrerebbe definitivamente Simone Inzaghi tra i più grandi allenatori italiani del momento. L'allenatore di Piacenza deve fugare i dubbi sulla sua capacità di gestire un’intera stagione senza quei cali di tensione che hanno compromesso lo scudetto nel 2022.

6. Bayer Leverkusen

Il Bayer Leverkusen è la seconda squadra della Bundesliga per numero di punti nell’anno solare, solamente uno in meno del Bayern Monaco. Nel campionato 2023-24 è al primo posto, con quattro punti (e una partita) in più dei bavaresi, fermato sul 2-2 nello scontro diretto di settembre all’Allianz Arena di Monaco. La squadra di Xabi Alonso è arrivata fino alla semifinale della passata edizione dell’Europa League e, in quella corrente, ha dominato il girone vincendo tutte e sei le partite, segnando 19 gol e subendone solamente 3.

Questo percorso straordinario è iniziato nell’ottobre del 2022, quando Xabi Alonso ha sostituito in panchina lo svizzero Gerardo Seoane, con la squadra al penultimo posto in Bundesliga, con soli 5 punti fatti in 8 partite. Il tecnico spagnolo, la cui esperienza di allenatore si limitava fino a quel momento alla squadra B della Real Sociedad, è riuscito nell’impresa di portare il Leverkusen dal penultimo al sesto posto, guadagnandosi la qualificazione all’Europa League. Il calciomercato estivo ha contribuito ad alzare ulteriormente il livello della squadra. Victor Boniface, Granit Xhaka, Jonas Hofmann e Alejandro Grimaldo, infatti, sono diventati immediatamente punti fermi del nuovo Bayer Leverkusen.

I nuovi acquisti hanno permesso a Xabi Alonso di giocare un calcio posizionale più ragionato e dai fraseggi più corti rispetto alla versione più verticale della passata stagione. L’intelligenza tattica di Grimaldo consente all’allenatore di variare la propria linea difensiva schierando lo spagnolo più o meno alto per il campo. In mezzo al campo il cuore della manovra è il quadrilatero costituito dai due interni e dai due trequartisti. Palacios e Xhaka più indietro, Wirtz e Hoffmann più avanti, disegnano il cuore della manovra del Bayer. La squadra di Xabi Alonso ama palleggiare sul breve (il Bayer Leverkusen è la squadra di Bundesliga che gioca più passaggi), ricercando grande densità in zona palla e superiorità posizionali. L’ampiezza è garantita a destra da Frimpong, mentre Victor Boniface allarga gli spazi verticali impegnando le linee difensive avversarie.

Forse il dato che più restituisce la brillantezza del Bayer è che a brillare non è solo il gioiello Florian Wirtz (2.43 passaggi chiave su azione p90, miglior giocatore della Bundesliga), ma anche molti altri giocatoi. Boniface e Frimpong per esempio sono nei primi 5 posti del campionato per assist su azione per 90 minuti.

Il Bayer Leverkusen non ha mai vinto la Bundesliga. Alla fine degli anni 90 e all’inizio del nuovo secolo la squadra di Michael Ballack, giunta alla finale di Champions League contro il Real Madrid di Zinedine Zidane, aveva più volte sfiorato il titolo, arrivando 4 volte al secondo posto in 5 anni, ma non riuscì mai a conquistare la Bundesliga, che rimane un trofeo mancante dentro la bacheca del club. Chissà magari Xabi Alonso riuscirà a spezzare anche questa maledizione.

5. Girona

Il Girona ha concluso il 2023 al primo posto della Liga assieme al Real Madrid e solo il gol del pareggio a due minuti dalla fine subito da German Pezzella del Betis nell’ultima partita di campionato ha negato ai catalani la vetta solitaria della classifica. L’ottimo lavoro del tecnico Michel parte da lontano.

Scelto nel 2021 con la squadra in Segunda División, il tecnico madrileno, partendo da un sesto posto e da una qualificazione ai playoff raggiunta solo per avere subito un gol in meno del Real Oviedo giunto a pari punti, ha conquistato la promozione in Liga. Alla prima stagione nella massima serie Michel è riuscito a condurre la squadra a un ottimo decimo posto. Il buon campionato del Girona non è certo passato inosservato e in estate hanno lasciato il club il centrale Santiago Bueno, acquistato dal Wolverhampton, Tony Castellanos, passato alla Lazio, Oriol Romeu, espressamente richiesto da Xavi al Barcellona, e Rodrigo Riquelme, tornato all’Atletico Madrid. Sono giunti invece in Catalogna i difensori Eric Garcia e lo svincolato trentatreenne Daley Blind, il talentuosissimo esterno Savio del Troyes, altra squadra della galassia City Group, e il centravanti ucraino del Dnipro-1 Artem Dovbik.

Con l’inizio del nuovo campionato il Girona è esploso. 45 punti frutto di 14 vittorie, 3 pareggi e la sconfitta casalinga proprio contro il Real Madrid. Il Girona è la miglior squadra della Liga per reti segnate e la seconda per xG e xG su azione. La qualità offensiva della squadra di Michel è registrata anche dal dato dei passaggi completati in area di rigore e negli ultimi 20 metri di campo, secondo solo a quello del Real Madrid.

Il Girona gioca un calcio aderente in maniera ortodossa ai principi del gioco di posizione. L’obiettivo della squadra è controllare il match attraverso il controllo del pallone e i corridoi verticali alle spalle sono sempre pienamente occupati, mentre due giocatori fissano l’ampiezza. A destra gioca per esempio l’ucraino Tsygankov o il velocissimo terzino Yan Couto. La fascia sinistra è invece il regno del classe 2004 Savinho Moreira, praticamente alla sua prima stagione da professionista, un’ala mancina talentuosissima capace di dribblare da entrambi i lati con una sensibilità tecnica davvero rara. Più dietro, in genere, la costruzione del Girona prevede la “salida lavolpiana” del mediano David Lopez e una disposizione a tre con Daley Blind ed Eric Garcia ai fianchi di Lopez e Aleix Garcia davanti alla linea arretrata. Le capacità in conduzione-trasmissione di Blind è fondamentale per generare e capitalizzare i vantaggi posizionali ricercati e le capacità sul lungo di Aleix Garcia regalano una dimensione diversa al palleggio corto del Girona.

Il Girona è alla sua seconda esperienza e alla quarta stagione della sua storia in Liga. Ha alle spalle le basi solide del City Group che hanno dato stabilità al lavoro di Michel e una rosa di qualità. Forse parlare di "favola", insomma, sarebbe leggermente fuori luogo. Sulle fondamenta del City Group, però, l'allenatore spagnolo ha costruito idee e lavoro creando una squadra brillante, divertente da vedere, ricca sia tecnicamente che tatticamente e anche tremendamente efficace. Il 2024 ci dirà fino a che punto si spingerà l’avventura inaspettata del Girona.

4. Fluminense

Nel 2022 è giunto in Europa un dibattito che, in Sudamerica, andava avanti già da un certo tempo. In particolare, in Brasile, una parte del pubblico ha cominciato a condannare l’adozione da parte delle squadre di club e, soprattutto della Nazionale, di modelli di gioco definiti come “europei”, arrivando a sostenere che il calcio brasiliano e sudamericano dovesse tornare a giocare secondo i canoni tradizionali del continente, rigettando quello che viene considerato una sorta di “colonialismo calcistico”. Secondo i fautori del ritorno a un calcio “indigeno”, il calcio europeo è troppo centrato sulla occupazione razionale degli spazi e per questo è considerato rigido, meccanico e fin troppo cerebrale. Per questo, secondo i fautori del calcio cosiddetto relazionale, i club sudamericani dovrebbero adottare principi di gioco che, più che degli spazi, fanno del centro del gioco il pallone.

In campo, il profeta di questo nuovo movimento è Fernando Diniz, tecnico dall’aprile del 2022 della Fluminense. E, al di là delle teorizzazioni sul nuovo calcio “relazionale” brasiliano contrapposto a quello “posizionale” europeo, in effetti la Fluminense di Diniz fa vedere un calcio diverso da quello che, in diverse forme, si è abituati a vedere in Europa. La prima cosa che balza all’occhio guardando "la Flu" è la grande densità di giocatori che, su un lato del campo, giocano vicini scambiandosi il pallone e muovendosi continuamente. Una sorta di mega “torello” in movimento in cui sembra che lo scopo principale sia sostanzialmente quello di passarsi il pallone per il gusto di farlo, utilizzando anche finezze tecniche in zone di campo pericolose. I vantaggi sugli avversari vengono ottenuti essenzialmente attraverso le combinazioni tecniche tra i calciatori che si associano secondo il loro istinto calcistico in maniera apparentemente non studiata.

Il 2023, da questo punto di vista, è stato l’anno in cui la Fluminense ha aggiunto alla curiosità per il suo peculiare stile di gioco risultati storici come la conquista della sua prima Copa Libertadores. Dopo avere vinto il proprio girone eliminatorio "la Flu" ha raggiunto la finale di Rio de Janeiro eliminando nell’ordine Argentinos Juniors, Olimpia Asuncion e International di Porto Alegre. Nella finale giocata al Maracanà, lo stadio di casa, la Fluminense ha battuto il Boca Juniors per 2-1 con il gol nei tempi supplementari del ventunenne attaccante John Kennedy, dopo il gol del momentaneo vantaggio segnato da German Cano nel primo tempo. La vittoria in Copa Libertadores ha permesso al Fluminense di giocare la Coppa del Mondo del club in Arabia Saudita dove, dopo avere eliminato in semifinale gli egiziani dell’Al-Alhy, è stato sconfitto piuttosto nettamente in finale dal Manchester City di Pep Guardiola.

A completare la stagione trionfale della Fluminense è arrivato anche il Pallone d’Oro al miglior giocatore del Sudamerica assegnato al bomber German Cano, trentacinquenne dalla carriera erratica che ha trovato la sua dimensione a suon di gol dopo i trent’anni. German Cano ha segnato 40 gol nel 2023 ed è stato il capocannoniere della Copa Libertadores con 13 reti. Anche il secondo classificato nella graduatoria del Pallone d’Oro è stato un giocatore del Fluminense, Jhon Arias, veloce ala colombiana ventiseienne. Infine, il premio al miglior allenatore sudamericano del 2023 è stato assegnato a Fernando Diniz che ha guidato Ganso, Marcelo, Felipe Melo - giocatori che sembravano ormai avere esaurito la loro vita calcistica - a un passo da quello che teoricamente è il più importante trofeo internazionale, con un calcio che sembra andare contro tutto quello che abbiamo visto negli ultimi trent'anni.

3. Spagna Femminile

La Spagna femminile si è qualificata per la prima volta ai Mondiali solamente nel 2015, venendo eliminata già nella fase a gironi con un solo punto fatto, conquistato con un pareggio contro Costa Rica. Nel 2019 era invece stata eliminata agli ottavi dalle future campionesse del mondo degli Stati Uniti, che avevano battuto per 2-1 le spagnole con due calci di rigore realizzati da Megan Rapinoe. Anche la storia agli Europei delle spagnole non era stata molto gloriosa. Dopo le storiche semifinali raggiunte nel 1997, la Spagna aveva dovuto aspettare il 2013 per qualificarsi nuovamente alla fase finale, dove non era arrivata al di là dei quarti di finale, persi ai supplementari contro l’Inghilterra.

La conquista della Coppa del Mondo nel 2023 è stato quindi un dato eccezionale, frutto di una crescita dell’intero movimento calcistico femminile della Spagna, che ha portato anche la Nazionale Under 17 e quella Under 20 a vincere gli ultimi Mondiali. A contribuire alla crescita sono stati anche gli investimenti di grandi club come Barcellona e Real Madrid sulle loro squadre femminili. Da queste squadre provengono grandi giocatrici come Alexia Putellas e Jenni Hermoso, oltre alla generazione guidata dalla talentuosa Aitana Bonmatì.

Il talento a disposizione era enorme, ma la Spagna non era certo la favorita numero uno del torneo per almeno un paio di motivi. Il primo riguardava una presunta distanza atletica, ritenuta ancora incolmabile, con le squadre più strutturate fisicamente, come, ad esempio, l’Inghilterra. Il secondo invece aveva a che fare con il CT Jorge Vilda e il suo burrascoso rapporto con le giocatrici. Vilda era l’allenatore della Bazionale dal 2015, anno in cui era subentrato allo storico CT Ignacio Quereda, in carica da 27 anni e sfiduciato con un comunicato dall’intera rosa dopo il Mondiale del 2015 per i suoi metodi di allenamento antiquati e il rapporto ai limiti dell’abuso con le giocatrici. Dopo l’Europeo del 2022 la storia è sembrata ripetersi e 15 giocatrici della Nazionale hanno inviato una mail alla Federazione Spagnola in cui annunciavano il loro rifiuto ad accettare le convocazioni fino a quando Vilda fosse rimasto in carica. La mediazione della Federazione ha mantenuto Vilda e questo ha costretto la Spagna ad andare al Mondiale con uno spogliatoio in subbuglio.

Il girone di qualificazione sembrava confermare le diffidenze attorno alla Nazionale spagnola. Troppo superiore rispetto a Zambia e Costa Rica, le spagnole hanno perso malamente l’unica partita impegnativa del girone, subendo un sonoro 4-0 dal Giappone nonostante il 68% di possesso palla. Il 5-1 agli ottavi contro la Svizzera, con 25 tiri in porta di cui 18 da dentro l’area ha però cambiato il vento. Ai quarti di finale la Spagna ha eliminato i Paesi Bassi con un gol ai supplementari di Salma Paralluelo, con un gol arrivato con un precisissimo diagonale di sinistro dopo essersi liberata del suo marcatore con uno splendido doppio passo. Dopo la semifinale vinta in maniera rocambolesca contro la Svezia, la Spagna è arrivata in finale contro l'Inghilterra, dove Olga Carmona ha segnato il gol che è valso il titolo mondiale.

La Spagna si è dimostrata più forte delle spaccature interne e ha vinto con le sue armi – la tecnica, l’intelligenza calcistica, il possesso palla – mostrandosi più forte di una supposta supremazia atletica delle avversarie. Con Putellas in condizione fisiche precarie è stato il Mondiale della nuova generazione, di Olga Carmona, della diciannovenne Salma Paralluelo, migliore giocatrice giovane del torneo, e soprattutto di Aitana Bonmatí, centrocampista di grande tecnica ed intelligenza calcistica, meritatamente vincitrice del Pallone d’Oro pochi mesi dopo.

2. Aston Villa

Il 31 dicembre del 2023 l’Aston Villa era al primo posto della Premier League con una partita un più del Liverpool. Poi le cose sono leggermente cambiat

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura