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Fabio Barcellona
Come Haaland ha cambiato il City di Guardiola
20 apr 2023
20 apr 2023
L'ennesima rivoluzione-adattamento di un tecnico pragmatico.
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Fabio Barcellona
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Foto di IMAGO / Offside Sports Photography
(foto) Foto di IMAGO / Offside Sports Photography
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Al termine del ritorno tra Manchester City e Bayern Monaco Bernando Silva rilascia un'intervista a bordo campo mentre è ancora stremato e sudato. Gli intervistatori sono Rio Ferdinand, Joleon Lescott e Owen Hargreaves. È notevole la lucidità di Bernardo Silva in una situazione del genere. Una lucidità che ricorda quella che mostra sempre in campo, con le sue scelte affilate e mai banali. Bernardo Silva conferma l'impressione di tutti: il City è diventato più solido rispetto a quello delle ultime versioni viste in Europa. Hargreaves, ex del Bayern Monaco e anche del City, gli chiede cosa sia cambiato. Per il portoghese la squadra ha imparato dagli errori del passato. Hanno capito che in Champions League, contro altre grandi squadre, non è sempre possibile dominare per novanta minuti, schiacciare gli avversari nell’ultimo terzo di campo. Talvolta bisogna accettare che è necessario difendersi e per questo bisogna essere solidi, lavorare duro senza concedere occasioni facili agli avversari. Rio Ferdinand chiede quindi al portoghese se la nuova maniera di interpretare queste partite sia resa più semplice dalla presenza in campo di Haaland. Bernardo Silva risponde che sì, molto probabilmente la presenza del norvegese ha a che fare con la maniera con cui il City difende. Erano abituati ad attaccanti che si avvicinavano ai centrocampisti e palleggiavano con la squadra, ma il norvegese è un giocatore diverso. Non ha bisogno di toccare tanti palloni, può stare nell’ombra per 85 minuti, quindi toccare un solo pallone e realizzare un gol. Con Haaland la squadra ha più fiducia nel difendere bassa, perché sa che con spazio a disposizione e con la sua speciale connessione con Kevin De Bruyne i contrattacchi lunghi possono essere davvero pericolosi.Le ultime parole di Bernardo Silva descrivono bene ciò che è accaduto al minuto 57 della partita di ritorno tra Manchester City e Bayern Monaco. Coman da posizione piuttosto angolata, ma dentro l’area, calcia un ottimo diagonale rasoterra, intercettato con la mano da una prodezza di Ederson. Sulla deviazione del portiere si avventa John Stones, che rilancia lungo, forse solo per liberare l’area, ma probabilmente con la consapevolezza che lì davanti, su questa palla buttata a casaccio, ci sarà comunque Haaland pronto a combattere per il possesso. De Ligt è anche bravo a vincere il duello aereo col norvegese e, all’altezza del centrocampo, a colpire di testa rimandando la palla più avanti. Ma Kevin De Bruyne, come ha detto Bernardo Silva, ha una connessione speciale con il suo centravanti. Sa che lotterà su quella palla e si dispone dietro Haaland, sulla sua verticale, per supportarlo in caso di conquista del possesso o, in alternativa, per impadronirsi della seconda palla.È proprio questo il caso e De Bruyne conquista, a 70 metri dalla porta, la palla respinta da De Ligt. Adesso è un due contro due tra De Bruyne e Haaland contro De Ligt e Upamecano, costretti a correre all’indietro. Molti immaginano come andrà a finire. I tifosi del Bayern temono che quello che anche loro immaginano possa, tra qualche secondo, tramutarsi in realtà. Il movimento “a mezzaluna” di Haaland per aprirsi sul fianco destro di Upamecano e ricevere sul suo piede sinistro è perfetto per traiettoria e tempi. La sensibilità composita tra i neuroni e il piede destro di De Bruyne disegna la sincronia spaziale e temporale perfetta. Haaland può quindi puntare Upamecano che, terrorizzato, scivola. Il centravanti è prontissimo a sfruttare la debolezza del suo marcatore e con un impercettibile scavetto alza la palla di quei pochi centimetri per scavalcare Upamecano a terra e prepararsi il tiro che batte Sommer e nega di fatto ogni possibilità al Bayern di raggiungere le semifinali di Champions League. Dalla parata di Ederson al tiro di Haaland sono passati solo 12 secondi e in 12 secondi il Manchester City ha percorso i 105 metri che separano la propria porta da quella di Sommer. Un’azione e un gol che il Manchester City di Guardiola non avrebbe potuto e nemmeno voluto fare prima di Haaland. [gallery columns="6" ids="90822,90823"]

De Ligt contende il pallone ad Haaland, De Bruyne si muove alle spalle del centravanti conquistando la seconda palla. Sulla conduzione del belga, Haaland attacca con chirurgica precisione il fianco esterno di Upamecano.

Il nuovo Manchester CityLa qualificazione del Manchester City alla semifinale di Champions League ha a che fare soprattutto con quello che gli uomini di Guardiola hanno fatto in fase difensiva. Basti pensare che, banalmente, in entrambe le partite la squadra che ha avuto il maggiore possesso palla è stata quello di Thomas Tuchel. Nel match di andata Pep Guardiola aveva ben mescolato il pressing alla difesa posizionale. Il City si era contrapposto al 4-2-3-1 di Thomas Tuchel adottando un sistema di pressione piuttosto intuitivo che abbinava gli uomini del suo 4-4-2 difensivo - con la linea costituita dai quattro difensori centrali Akanji, Stones, Ruben Dias e Aké - al sistema di gioco degli avversari.

Lo stretto 4-4-2 con cui in alcune fasi di gioco il City ha difeso nella gara di andata.

In particolare, la prima linea di pressione vedeva contrapposti Haaland e De Bruyne a Upamecano e De Ligt, con Grealish a sinistra e Bernardo Silva a destra nella zona dei due terzini avversari. Alle loro spalle i due interni di Guardiola si contrapponevano ai due centrocampisti del Bayern, mentre era Stones, tra i due centrali, quello deputato a rompere la linea per andare a pressare il trequartista Musiala.

Il risultato del pressing del City era stato ottimo, e aveva prevenuto facili attacchi in verticale del Bayern, ma non aveva troppo soddisfatto Guardiola in termini di palle recuperate in alto. Il tecnico aveva allora intensificato le trappole per mettere in difficoltà i centrali del Bayern in possesso palla. L’idea di Guardiola allora diventa quella i pressare attivamente Upamecano e De Ligt, così da forzarne gli errori, con Grealish e Bernardo Silva. I due esterni del City, muovendosi dalle loro posizioni, pressavano i centrali del Bayern avendo cura di oscurare la linea di passaggio esterna verso il proprio terzino di riferimento. Al contempo Haaland e De Bruyne abbassavano la loro posizione, schermando gli interni Kimmich e Goretzka. Una soluzione vista nel primo tempo, ma esasperata nel secondo. In questo modo, pressati sul loro fianco esterno e senza soluzioni facili interne, i centrali del Bayern – soprattutto Upamecano – sono andati in crisi quando in possesso palla.Le trappole in pressing predisposte da Guardiola hanno quindi generato tante palle recuperate nella metà campo avversaria, parecchie difficoltà a De Ligt e, in particolare ad Upamecano. Infine il gol del 2-0 realizzato da Bernardo Silva, nato da una palla rubata da Grealish proprio al centrale francese. [gallery columns="6" ids="90826,90827"]

Il pressing aggressivo del Manchester City nella partita di andata. Grealish pressa Upamecano attaccandolo sul suo fianco esterno, avendo cura di schermare al contempo il passaggio verso Pavard. Haaland si abbassa per mettere in ombra i centrocampisti del Bayern. Upamecano non ha una linea di passaggio semplice a disposizione. La trappola funziona, Grealish strappa il pallone all’avversario e serve di tacco Haaland sul cui cross Bernardo Silva segnerà il gol del 2-0.

Nella partita di ritorno Pep Guardiola ha disegnato un sistema di pressing analogo a quello visto nella partita di andata. Ma, stavolta, il Bayern di Tuchel si è fatto trovare pronto, aggirando le trappole del tecnico catalano e riuscendo a mettere in crisi il sistema difensivo del City, specie sulla fascia sinistra. Ancora una volta il pressing del City si è concentrato su Upamecano, con la pressione che è giunta dal suo fianco destro da Grealish. A differenza che nella gara d’andata Upamecano e i suoi compagni sapevano bene cosa fare. Coman si è spesso avvicinato a Upamecano, fornendogli una linea di passaggio interna e generando, con la sua ricezione, un due contro uno in fascia assieme a Pavard, mollato dal pressing di Grealish e spesso posizionatosi alto sulla fascia destra, contro Aké. [gallery columns="9" ids="90828,90829,90830,90831"]

Grealish pressa Upamecano sul fianco destro. Coman taglia internamente generando una linea di passaggio verticale per Upamecano. Coman riceve e viene utilizzato come “terzo uomo” per raggiungere Pavard, schermato da Grealish. Sulla ricezione di Pavard, Coman attacca la profondità alle spalle di Aké dopo averlo attirato fuori posizione con il primo movimento incontro al pallone

In altre occasioni Upamecano ha spezzato il pressing andando in conduzione e generando superiorità posizionale per la sua squadra. [gallery columns="7" ids="90832,90833,90834"]

Upamecano spezza la pressione di Grealish e genera superiorità posizionale. Haaland è costretto a lasciare Kimmich per contrastare Upamecano, che però riesce a servire il suo compagno di squadra, avanzando, a catena, la superiorità numerica. Coman attacca la profondità alle spalle di Aké e viene servito da Kimmich.

La vulnerabilità sulla fascia sinistra del City ha quindi convinto Guardiola a modificare il proprio sistema di pressing, rendendolo più prudente per difendersi contro gli attacchi verticali del Bayern Monaco. Il Manchester City ha iniziato a limitare le uscite in pressione di Bernardo Silva e di Grealish, sui centrali avversari, accomodandosi su un più conservativo 4-4-2. Così la squadra ha controllato meglio il lavoro congiunto di Pavard e Coman.

Dopo aver sofferto nel primo tempo, il City cambia il proprio pressing adattandosi a un più classico 4-4-2 con il canonico lavoro in ripiegamento dell’esterno offensivo (Grealish) sulle avanzate del terzino avversario.

Dopo il primo tempo, insomma, Guardiola ha impostato un Manchester City più conservativo. Una scelta coerente con la strada presa di recente. Lo schieramento dei quattro centrali è un cambio di paradigma. Guardiola sembra avere accettato di giocare fasi, anche lunghe, di difesa posizionale; ha accettato di non dominare il pallone e lo spazio tutto il tempo. Una vera rivoluzione per lui.Nella doppia sfida contro il Bayern la nuova versione del Manchester City si è esibita nella sua interezza. Ha centrato buona parte del proprio gioco, anche offensivo, sulla fase di non possesso palla; ha alternato fasi di pressing più aggressivo che, nella partita di andata hanno fruttato il gol del 2-0 di Bernardo Silva, a fasi di pressione più prudente e, addirittura, fasi di difesa posizionale con un blocco basso, liberando spazi per i contrattacchi guidati da De Bruyne e Haaland. Ha cercato in tutti i modi di negare le transizioni agli avversari, probabilmente la migliore arma offensiva del Bayern. Anche la scelta sull’esterno di giocatori come Grealish e Bernardo Silva, più orientati al controllo del ritmo e capaci di pressare e ripiegare in fase difensiva, è stata funzionale alla nuova dimensione della squadra. Pep Guardiola, a dispetto di una certa narrativa superficiale, è sempre stato un allenatore pragmatico. I suoi macro adattamenti da un campionato all'altro - fra Barcellona, Bayern e City - lo testimoniano ampiamente e i continui micro-adattamenti del suo gioco sono i segni di una costante ricerca del miglioramento e dell’efficacia della sua squadra. L’ultima versione del suo City sembra però segnare un’ulteriore e importante step nell’evoluzione del tecnico catalano, che sembra aver ampliato ulteriormente lo spettro delle possibilità del suo calcio. Chi avrebbe mai pensato che l’inventore dei cosiddetti “falsi terzini” avrebbe disegnato una squadra senza terzini e con quattro centrali di ruolo in squadra? Chi avrebbe mai immaginato che l’inserimento in squadra di Haaland avrebbe contemplato la possibilità di abbassare il baricentro della fase difensiva per lasciare spazi da attaccare al norvegese? Chi poteva pensare che una squadra di Guardiola avrebbe dominato un quarto di finale di Champions League lasciando di fatto il dominio del possesso palla agli avversari? Ancora una volta Guardiola ci sorprende tutti e dimostra il suo genio in panchina. Basterà a vincere la tanto agognata Champions League?

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