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Flavio Fusi

La questione settentrionale

Il Napoli umilia il Milan, dimostrando come da problemi simili si possa arrivare a risultati…

 

In un campionato sempre più incerto, lo scontro tra Milan e Napoli era anche lo scontro tra Mihajlovic e Sarri: una partita che avremmo potuto vedere a panchine invertite, se è vero che Berlusconi aveva incontrato il tecnico toscano quando ancora allenava l’Empoli, e che De Laurentis avrebbe visto volentieri il serbo sulla panchina azzurra.

 

Con Romagnoli squalificato dopo l’espulsione di Marassi, Mihajlovic ha schierato Zapata accanto a Ely, scegliendo Antonelli per la fascia sinistra, con Calabria in panchina. Bertolacci si è posizionato da interno sinistro vicino a Montolivo e Kucka, tutti e tre alle spalle di Bonaventura, trequartista nel 4-3-1-2. Una sospetta pubalgia ha messo ko Balotelli, per cui accanto al confermato Luiz Adriano si è rivisto Bacca, dopo la panchina con il Genoa.

 

Dopo il turnover di Europa League, Sarri ha schierato con il 4-3-3 il suo undici titolare, con Hysaj ormai stabilmente a destra e un rinato Jorginho che sembra aver ribaltato le gerarchie interne a discapito di Valdifiori, in posizione da regista.

 

Difficoltà comuni

Il Milan da subito ha cercato di mantenere una difesa alta, come confermato dall’atteggiamento sul fuorigioco (31.3 m), per spingere gli azzurri nella loro metà campo e approfittare degli spazi che si creavano tra centrocampo e difesa, con la linea mediana aggressiva nel pressare il portatore di palla e la retroguardia del Napoli pronta ad abbassarsi per evitare i pericolosi uno contro uno di Bacca e Luiz Adriano, sulla carta un punto debole sia per Albiol che Koulibaly.

 

In apertura di gara, i due attaccanti rossoneri hanno più volte cercato di far male agendo tra le linee: solitamente uno dei due veniva incontro a ricevere il pallone, mentre l’altro si lanciava subito in profondità, cercando di sorprendere la difesa avversaria.

 

Luiz Adriano si è abbassato fino al cerchio di centrocampo per ricevere palla. Allo stesso tempo Bacca attacca la profondità alle spalle di Albiol e Koulibaly. Adriano calibra male il passaggio e la potenziale occasione da gol sfuma in un nulla di fatto.

 

Anche in fase di non possesso Mihajlovic ha cercato di fare leva su un altro dei punti deboli del Napoli di Sarri: le qualità tecniche dei difensori centrali, e in particolare Koulibaly che, pur marginalmente migliorato con Sarri, non è abilissimo nel far ripartire l’azione dalla propria metà campo.

 

Il Milan, mantenendo il 4-3-1-2 iniziale, poneva i due attaccanti in pressione sul difensore con il pallone tra i piedi, con Bonaventura che prendeva in consegna Jorginho, cercando di escludere lo scarico più facile (e logico) dalle opzioni del centrale avversario. A quel punto, il portatore di palla senza immediate possibilità di scarico corto veniva pressato con la partecipazione di centrocampisti.

 

Albiol non sa a chi passare il pallone e la pressione di Luiz Adriano, supportato anche dai compagni, si fa più intensa. Il difensore spagnolo, in chiara difficoltà, è costretto a calciare lungo, regalando il possesso ai rossoneri.

 

Al Milan, però, mancava il ritmo necessario a creare con continuità azioni pericolose e la difficoltà nella costruzione del gioco in entrambe le metà campo è apparsa evidente: come i centrali partenopei, anche la coppia Zapata-Ely non ha le doti né la personalità necessarie per impostare una fluida costruzione dalla difesa. A peggiorare le cose, la prestazione non memorabile di Montolivo, che ha sbagliato più di un passaggio su quattro (18 su 71): non esattamente numeri positivi per un regista.

 

Slancio sarriano

Il colpo di grazia a un Milan povero di idee lo ha dato il pressing del Napoli, che ha inferto un vera e propria mazzata alle (poche) certezze del Milan in occasione del gol del vantaggio di Allan. La pressione dei centrocampisti, invitata dalla macchinosa manovra del Milan, ha fatto indietreggiare i rossoneri: Bertolacci si è visto prima sottrarre tutte le opzioni di passaggio, poi pressato da Allan e Higuaín, ha dovuto ripiegare su Rodrigo Ely.

 

Bertolacci si è trovato senza opzioni di passaggio, pressato da Higuaín e Allan. Dopo aver indietreggiato l’unica opzione è un retropassaggio in direzione di Ely.

 

Tutti i giocatori del Napoli hanno speculato sul movimento del pallone, alzando notevolmente il baricentro della squadra e schiacciando Ely, costretto a un ulteriore retropassaggio in direzione di Diego López. Il portiere dei rossoneri ha giocato corto verso Zapata, subito isolato dal pressing di Higuaín e Insigne: il colombiano si è trovato costretto a giocare un passaggio frettoloso, finito sui piedi di Hamsik.

 

Il passaggio corto di Diego López mette in difficoltà Zapata, che, pressato da Higuaín e Insigne, regala il possesso ad Hamsik.

 

Recuperata palla, Hamsik ha verticalizzato verso Insigne: Higuaín ha attaccato la profondità, ma Ely ha esitato nel metterlo in fuorigioco, per poi fuggire verso il centro-destra nel tentativo di recuperare l’allineamento con gli altri tre difensori. La sua corsa in diagonale non ha fatto che srotolare definitivamente il tappeto rosso per l’inserimento già in atto di Allan, magistralmente servito da Insigne per il suo terzo gol in campionato (in 116 partite con la maglia dell’Udinese, erano state appena due le marcature del centrocampista brasiliano).

 

Sull’onda dell’entusiasmo, il Napoli ha anche trovato rimedio al problema della compattezza verticale di cui il Milan aveva cercato di approfittare. La difesa ha gradualmente alzato la linea serrando i ranghi con il centrocampo, e il pressing ne ha subito beneficiato.

 

Gli uomini di Sarri hanno negato l’accesso al centro del campo con facilità, costringendo i centrocampisti del Milan ad abbassarsi e giocare verso le fasce. A quel punto per il Napoli era fin troppo facile scorrere sul lato palla e intrappolare lungo le corsie il gioco del Milan.

 

Con lo spazio alle spalle del centrocampo congestionato dalla difesa alta, il Napoli ha più libertà di pressare il Milan nella propria metà campo. Hamsik pressa Ely, che deve smistare all’indietro su Montolivo, Callejón lo pressa tagliando fuori anche Antonelli, Higuaín marca Zapata e Allan Bertolacci, Jorginho e Insigne si tengono pronti nel caso Kucka ricevesse palla. Il regista dei rossoneri è costretto a calciare via il pallone.

 

Quando invece il Napoli difendeva nella propria trequarti, era la linea mediana a scivolare all’indietro, annullando le possibilità di gioco tra le linee per gli uomini di Mihajlovic. A quel punto il Milan doveva allargare il pallone in fascia, dove disponeva solo dei terzini, oppure riciclare il possesso all’indietro, facendo così il gioco del Napoli, che ne approfittava per  riguadagnare campo mantenendo la squadra corta.

 

Le linee del Napoli sono schiacciate in meno di 5 metri e Montolivo non sa cosa fare del pallone. Cercherà quindi un improbabile tiro da fuori, tra l’altro bloccato da Allan.

 

Uscire dal pressing

Anche in fase di costruzione il Napoli ha trovato l’antidoto al pressing del trio offensivo del Milan: la palla veniva allargata sulle corsie, dove i terzini erano praticamente sempre liberi, visto che il rombo di Mihajlovic non prevede per costruzione esterni di centrocampo o d’attacco. A quel punto Hysaj e Ghoulam potevano facilmente triangolare sia con l’interno di centrocampo di riferimento che con Jorginho (vero e proprio riferimento di Sarri in mezzo al campo, autore di 77 pasaggi positivi, 4 lanci e di un filtrante) e guadagnare campo sia giocando in verticale che in diagonale.

 

Il differente approccio degli azzurri ha permesso al Napoli di evadere il pressing alto del Milan, che escluse le battute iniziali non è più stato granché efficace. In avanti le alternative abbondavano: Insigne e compagni costruivano triangoli a volontà, muovendo il pallone rapidamente anche nello stretto, senza dare possibilità di replica a centrocampisti e difensori avversari.

 

Già dall’ultimo quarto d’ora del primo tempo la pressione del Milan sul portatore di palla era calata, probabilmente per una questione mentale, e al rientro in campo nel secondo tempo l’impressione era che il Napoli ne avrebbe approfittato chiudendo la partita. Dopo appena tre minuti, Insigne ha ricevuto palla da Jorginho tra le linee del Milan. Nessuno lo ha seguito, così come nessuno ha chiuso Higuain, che dopo aver ricevuto palla dal compagno ha scambiato con Insigne mettendolo davanti a Diego Lopez. L’attaccante esterno di Sarri ha così portato il risultato sullo 0-2.

 

Insigne riceve palla tra le due linee del Milan troppo piatte. Nessuno esce a chiuderlo e l’azzurro triangola con Higuaín, segnando il gol del raddoppio. Da notare anche il posizionamento dei compagni, in funzione della costruzione dei triangoli necessari a un’efficace circolazione di palla.

 

Nonostante mancasse praticamente un’intera frazione di gioco, il raddoppio di Insigne ha segnato la fine della partita. Gli uomini di Sarri hanno continuato a pressare i rossoneri a tutto campo e ad attaccare in forze come se il risultato fosse ancora in equilibrio, il che non ha fatto altro che ampliare notevolmente il solco contro una squadra in confusione tattica.

 

La confusione tattica del Milan. Montolivo è pressato da Hamsik e Callejón e si ritrova senza un compagno a cui passare il pallone in avanti. Bonaventura ha abbandonato la sua posizione da trequartista per cercare di dare una mano ai compagni in difficoltà. Riceverà palla da Bertolacci successivamente a un rimpallo, ma il suo passaggio in profondità verrà vanificato con facilità dalla trappola del fuorigioco degli azzurri.

 

Cambiare, ma come?

L’ingresso di Cerci per un Bertolacci sempre più smarrito nel centrocampo a tre del Milan, non solo non ha cambiato volto alla fase offensiva del Diavolo, ma ha peggiorato la situazione dal punto di vista difensivo.

 

Sottraendo un uomo a un centrocampo già in difficoltà nel supportare la propria difesa, Mihajlovic ha definitivamente spianato la strada al Napoli, con i partenopei letali in campo aperto. Proprio su un contropiede di Higuaín, fermato irregolarmente da Ely, Rizzoli ha fischiato la punizione poi trasformata da Insigne. Ely, per sua sfortuna, è stato protagonista anche sul poker del Napoli, quando ha depositato la palla alle spalle del proprio portiere nel tentativo di anticipare Higuaín.

 

Dopo la trasferta di Marassi, che già aveva messo in discussione la bontà del lavoro di Mihajlovic, la quarta sconfitta in appena sette partite di campionato aumenta le perplessità e toglie serenità per un proficuo lavoro settimanale, oltre a creare una situazione ambientale molto difficile. La pausa internazionale sarà rovente per il serbo, che tra l’altro non potrà lavorare a pieno organico, con ben dieci elementi della rosa convocati dalle rispettive Nazionali.

 

Per il Napoli parlano i numeri delle ultime sei partite: cinque vittorie e un pareggio, 18 gol segnati e appena uno subito. Sarri ha rimarcato il concetto che per lui lo scudetto rimane una bestemmia, ma l’impressione è che da qui alla ripresa del campionato (al San Paolo sarà ospite la Fiorentina capolista) in molti si pronunceranno in modo blasfemo sulle prospettive degli azzurri.

 
 

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Flavio Fusi è nato nel 1993 e vive ad Arezzo. Laureato in Management, lavora per una startup tech e collabora anche con il sito di analytics StatsBomb.