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I migliori gol di aprile 2023
02 mag 2023
02 mag 2023
Un mese che non ha deciso lo Scudetto ma ci ha lasciato tanti gol belli.
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IMAGO / ZUMA Press
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Si è giocato così tanto ad aprile, che alcuni di questi gol sembrano successi una vita fa. Anche perché in mezzo ci sono stati i quarti di finale in Europa, ma con sei squadre italiane era un po’ come vedere la Serie A. Tante partite, uguale tanti gol, uguale tanti bei gol: è semplice statistica e la statistica non mente. È stato un mese ricco di calcio, il mese che ci guida fuori dall’inverno e dentro la primavera. Non è stato il mese dello scudetto del Napoli proprio per un bel gol, il gol di Dia, una delle sorprese di questo campionato. Sarà maggio, e va bene così. Di seguito, come tutti i mesi, abbiamo scelto i migliori gol di aprile, che non sono tutti quelli che meritavano, anzi, viene quasi da dire che avremmo potuto scegliere meglio. Ma come si fa? Solo in Napoli-Milan c’erano tre gol davvero belli. Abbiamo tenuto fuori lo slalom di Saelemaekers per premiare la sprezzatura di Leao, ma poi abbiamo tenuto fuori il gol di Leao al Lecce. Non c’è il gol di Sernicola alla Sampdoria e quello di Jesé al Lecce (ma se volete leggere di lui potete farlo qui). Non c’è l’assist di De Gregorio per Mota contro la Fiorentina, ma se siete abbonati a L’Ultimo Uomo ne avete già letto nella nostra newsletter (se non lo siete, potete farlo qui). Per il resto, ecco a voi.Stefan Posch vs Udinese

In questo mese pieno di bei gol forse questo di Posch potrebbe stonare. È vero che è un tiro da lontano, ma si infila quasi al centro della porta, dare la colpa a Silvestri sembra quasi inevitabile. Ma è davvero così? Rivendendolo ancora e ancora - dal vivo avrei detto che c’era stata una deviazione - si può vedere come il giro del tiro di Posch sia assolutamente inscrutabile. Silvestri fa un passettino alla sua destra perché il pallone sta andando lì alla sua destra e perché - per postura e posizione di tiro - doveva andare lì. All’improvviso però, appena dopo aver passato la testa di Zeegelaar vira verso la sua sinistra come se fosse un motoscafo telecomandato. Sono tiri che nel calcio “vero” sono rarissimi, effetti del pallone che di solito sono riservati agli youtuber, che si mettono lì e calciano da fermi centinaia e centinaia di palloni per cercare di rendere ripetitivo un gesto estemporaneo. L’unico che forse aveva imparato quest’arte tra i professionisti è stato Roberto Carlos, ma - appunto - è un’unicità, qualcosa di molto raro. Col brasiliano Posch condivide il ruolo, ma neanche in teoria: qualche giorno fa Di Vaio ha detto che il Bologna lo aveva preso perché aveva bisogno di un difensore centrale per la difesa a tre e per caso si sono ritrovati per le mani uno dei terzini più forti della Serie A. Vedi ogni tanto il caso. Rafael Leao vs Napoli

Nelle tre partite di aprile tra campionato e coppa che hanno visto affrontarsi Milan e Napoli, Rafael Leao ha segnato due gol e realizzato un assist (che vale praticamente quanto un gol, visto che ha messo Giroud davanti alla porta vuota dopo aver saltato tutta la difesa avversaria portiere compreso). I gol li ha fatti entrambi nel 4-0 in campionato che è servito a spostare il vantaggio psicologico nel campo milanista. Aveva già segnato l’1-0, con uno scavino leggero e delicato, poi a inizio secondo tempo ha chiuso la partita con una giocata che, gli riuscisse sempre così bene, così facilmente, forse Leao sarebbe tra i candidati al Pallone d’Oro. Certo, non ogni volta la palla gli arriva (dopo un grande recupero di Tonali) in campo aperto uno contro uno con il difensore centrale avversario.Rrhamani fa da vittima sacrificale pur non sbagliando niente perché Leao, si sa, calcia più volentieri con il destro che con il sinistro e, in quel caso, i suoi movimenti sono leggibili, lasciano margine per l’intervento in scivolata e per la parata, ammesso che prenda la porta. Perché Leao è tutto tranne che un finalizzatore infallibile, e forse aspettarlo, come fa Rrhamani, e aspettare al tempo stesso il recupero di Di Lorenzo, non è poi un’idea così cattiva. Sulla carta.In campo, però, è Leao ad aspettare, ad arrivare senza fretta nel cuore dell’area, a rallentare prima di strappare sterzando sul sinistro. E guardate la rapidità con cui calcia, la precisione del suo collo sinistro a incrociare. Se Leao fosse sempre così efficace si diceva… ma il punto forse non è qui. Piuttosto, sta nella pericolosità della sua fantasia, della sua creatività, nel fatto che è uno dei giocatori più imprevedibili del calcio europeo. Questo gol è una specie di anticipazione, di promessa, di quello che farà in Champions League, al ritorno, quando con freddezza simile partirà da metà campo palla al piede, imprendibile come un fantasma, come un incubo uscito dalle notti agitate della difesa del Napoli.Adolfo Gaich vs Sassuolo

La domanda che dovete farvi, per giudicare questo gol, è quanto è facile centrare una porta da poco dopo metà campo, calciando di prima, in pieno recupero, con la possibilità di far vincere la vostra squadra e che questa vittoria possa essere un primo decisivo passo verso una salvezza che sembrava impossibile. È con questo carico che Gaich viene servito da Consigli (qui è impossibile non sottolineare l’errore del portiere) e deve scartare il suo regalo con la freddezza di chi è abituato a risolvere partite. Al contrario, fin qui, la sua storia è di attaccante che segna pochissimo, con un rapporto conflittuale con la porta. Per questo vogliamo premiare la sicurezza con cui sceglie di calciare di prima, di non darsi nessuna ancora di sicurezza, ma al contrario di non pensare, andare dritto per il gol. Nello sport in generale riuscire a non pensare, lasciar lavorare la memoria muscolare, è sempre la scelta giusta, e lo è anche questa volta. Gaich segna un gol decisivo, l’unico della sua stagione fin qui, e lo segna da centrocampo. Candreva vs Inter

Per carità, lo abbiamo fatto anche noi. Lo hanno fatto tutti. Non c’è tifoso italiano che non abbia scherzato sulla quantità di cross che Antonio Candreva è capace di fare in una partita. Come se l’unico modo per fare gol fosse mettere la palla sulla testa dell’attaccante, come se lo scopo della storia del calcio fosse la ricerca del cross perfetto. E forse lo ha trovato, Candreva, il suo cross perfetto. Contro la sua ex squadra, per giunta. Un cross che non ha neanche bisogno dell’attaccante, che si infila in quella finestra strettissima tra le mani del portiere, il palo più lontano e la traversa. E che importa il fatto che, probabilmente, Candreva non volesse tirare, e che forse anche Onana ha le sue colpe? Sono dettagli di scarsa importanza di fronte alla perfezione della parabola di Candreva, l’arcobaleno disegnato sopra la testa dei giocatori dell’Inter, ma soprattutto a confronto della ricerca lunga tutta una carriera di Candreva, una ricerca da artista pazzo che rifà sempre lo stesso quadro, da detective ossessionato con un caso irrisolvibile. Antonio Candreva ha trovato quello che cercava da sempre, un cross perfetto, che entrasse in porta da solo.Samardzic vs Cremonese

Avete presente il meme di Spiderman, anzi sarebbe meglio dire di Tobey Maguire nei panni di Spiderman, mentre si mette e toglie gli occhiali? Be', immaginatevi questa cosa con Samardzic e Modric, se volete sminuire questo gol del talentino dell’Udinese. Al contrario, rimanete sempre su meme a tema Spiderman, ma prendete i due Spiderman che si indicano a vicenda se in questo gol siete riusciti a vedere nel futuro, non vostro, ma di Samardzic e l’avete visto maledettamente simile a quello di Modric. Perché quest’uso anche controintuitivo dell’esterno e la capacità di usarlo come se fosse l’interno destro ha un solo epigone, ed è il centrocampista del Real Madrid. Non è questo il tempo e il luogo di parlare di Samardzic tout court, ma se sapete poco di lui questo gol è un bel bignami: è una persona con un sinistro che parla agli animali, che può convertire gli infedeli. Al momento gli basta per entrare in questa classifica (non è la prima volta che succede, dovesse rimanere in A non sarà l’ultima), in futuro chissà. Duvan Zapata vs Torino

Fino a poco tempo fa pensavamo che Duvan Zapata fosse finito, o che almeno si fosse esaurito il suo impatto a un certo livello, cioè quello di un giocatore che nelle giornate buone poteva trascinarsi un’intera difesa dietro prendendola per le orecchie. In questa stagione Rasmus Hojlund gli ha rubato la scena e non ci vedevamo niente di strano: un semplice avvicendamento tra un centravanti giovane e in salute, e uno invece che ha scaricato il contachilometri. Quando Gasperini diceva che aveva bisogno del “miglior Zapata” suonava un po’ patetico, nostalgico verso un’Atalanta che non c’è più. Invece Zapata è tornato sul serio, in questo mese di aprile soprattutto, con un paio di prestazioni rotonde che danno all’Atalanta una dimensione diversa, di una squadra che può qualificarsi davvero in Champions League. Questo gol al Torino, che fa la differenza tra un pareggio e una vittoria, racconta il suo potere atletico. La capacità di portare scatti mortali ancora a cinque minuti dalla fine: sfidare il difensore in velocità, e avere ancora più forza e controllo di lui: sterzare col tacco e farlo cadere a terra con i piedi in avanti. In modo goffo e imbarazzante. Poi concludere con un tiro d’interno perentorio.Nicolò Cambiaghi vs Sassuolo

Il calcio, ogni tanto, premia chi osa. Cambiaghi approfitta di un retropassaggio imperfetto per recuperare palla, ma a quel punto il buon senso avrebbe dovuto dirgli di rallentare, dare la pausa in attesa dei suoi compagni. Cambiaghi invece vede una strada e ci si butta, sente che può arrivare in porta e ci arriva. La sua corsa in diagonale è sincopata ma non à la Messi, sembra quasi che abbia problemi in conduzione, Erlic però si gira dal lato sbagliato e allora Cambiaghi cerca di passargli alle spalle, si allunga il pallone sempre in diagonale, ma ecco che arriva Toljan. Solo che Cambiaghi è una palla di cannone lanciata in porta e taglia la strada a Toljan che - e si pentirà - decide di non fermarlo con le cattive. A questo punto Cambiaghi non può più tornare indietro, deve saltare Erlic e lo fa nella maniera più beffarda, con una sterzata con cui cambia direzione, facendo alzare il pallone di quel tanto che basta per mandare a vuoto l’avversario e crearsi lo spazio di tiro. Arrivato dove voleva arrivare con tanta fatica, figurati se sbaglia la cosa più facile: tiro a incrociare e gol. Boulaye Dia vs Napoli

Avete presente il finale dei Soprano? [occhio: spoiler] Tony e la sua famiglia entrano in un ristorante, si siedono e Tony guarda un po’ nel vuoto un po’ verso la porta di ingresso, perché è in piena guerra e da un momento all’altro può entrare un sicario a freddare lui e la sua famiglia. Ma non entra nessun sicario, i Soprano, semplicemente finiscono. Avete presente Dexter? [occhio: altri spoiler] Dopo otto stagioni, di una serie basata su un’idea che oggi francamente mi pare scema (un serial killer di serial killer) si decide per una fine in dissolvenza, con una barca che si allontana nel mare e lascia aperta qualsiasi strada - al tempo stesso non rispondendo alle domande più importanti che la serie aveva sollevato negli anni passati. Sono solo due esempi di finali anticlimatici, che anziché chiudere col botto chiudono in modo deludente. Anticlimax è diventato di per sé un concetto negativo, sinonimo di finale sgonfio, alla luce del quale rivalutare in peggio l’intera opera. È anche, però, causa di una cultura in cui tutto ciò che è sfumato e complesso è esposto a fraintendimenti, da fruitori che preferiscono le storie con significati netti, chiari, senza interpretazioni troppo complesse. Certo, il finale dei Soprano era a suo modo conclusivo e aveva un significato profondo, mentre quello di Dexter sembrava semplicemente il tentativo goffo di chiudere una trama incasinata. Il punto però è che l’anticlimax non è sempre e comunque una cosa brutta. Dipende semmai dal tipo di anticlimax.Quello che il destino ha scritto per il Napoli, ad esempio è stato piuttosto bello e spettacolare. Al netto della sorpresa del Maradona letteralmente fumante e già in festa, di una città in ebollizione già dalla doppietta di Lautaro Martinez di poche ore prima, va riconosciuta la bellezza del gesto tecnico di Boulaye Dia. Un giocatore che al primo anno in Serie A ha già segnato 12 gol e che ha inventato dal nulla un gol importante sia per la lotta salvezza che per la rivalità tra Napoli e Salerno. Un gol cominciato con un controllo mezzo sbagliato a cui Dia rimedia con un tunnel su Osimhen, un gol improvvisato anche nel resto, nel modo in cui Dia porta palla in area senza sapere bene cosa fare, dove andare, decidendo all’improvviso di calciare a giro di sinistro sul secondo palo. Un gol inventato dal nulla che rimanda una festa preparata da mesi, prolungando al tempo stesso il piacere di uno Scudetto che solo apparentemente è stato facile per questo Napoli. Il gol di Dia, anzi, ci ricorda proprio che vincere il campionato italiano, anche quando si è molto più forti degli altri, non è affatto scontato.

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