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David Breschi

La Motion Offense di Stevens e Popovich

Come Boston, San Antonio e le altre squadre NBA creano il movimento di uomini e…

Benvenuti a X&Os la rubrica in cui analizzeremo gli schemi più utilizzati dalle squadre NBA. In questa prima puntata ci occupiamo delle Motion Offense dei Boston Celtics di Brad Stevens e dei San Antonio Spurs di Gregg Popovich.

 

 

La “5 Out Motion” dei Boston Celtics

 

Da quando Stevens è sulla panchina di Boston, i Celtics hanno vissuto una crescita che li ha portati a primeggiare con squadre di alto livello per quanto riguarda i rating offensivi giocando un basket veloce, ad alto numero di conclusioni – lo scorso anno hanno chiuso al secondo posto per numero di tiri tentati su 100 possessi, appena dietro a Chicago – ed estremamente efficace.

 

Stevens è famoso per il suo attacco basato su un’idea di Motion Offense il cui principio cardine è il “Read & React”: l’obiettivo dei suoi giochi infatti è attaccare la difesa, leggerla e reagire in modo opportuno valutando le opzioni che si creano con il movimento di palla e di uomini. Il gioco più utilizzato dai Celtics per scardinare le difese è un “5 fuori” di stampo Princeton Offense, valido per il gioco in transizione ma che può essere declinato anche come set offensivo a metà campo.

 

Lo sviluppo del gioco è semplice ed elementare, quasi a sussurrarci che non importa quello che fai, ma come lo fai: palla al lungo che decide su quale lato spostare la manovra, blocco del giocatore “alto” per il giocatore “basso” che sprinta verso il compagno con la palla per giocare un pick & roll consegnato, in gergo DHO (acronimo che sta per Dribble Hand Off). Questa soluzione permette al terminale offensivo designato di ottenere un certo vantaggio sul suo difensore, che, in sequenza, deve difendere su un blocco lontano dalla palla e subito dopo su uno sulla palla, perdendo per forza di cose quelle frazioni di secondo che contro gli attaccanti NBA equivale alla morte.

 

 

 

Nella prima clip la scelta difensiva dei Nuggets è di proteggere il pitturato, ma la posizione di Kenneth Faried è troppo contenitiva e Isaiah Thomas, una volta “girato l’angolo” dopo il DHO con Amir Johnson, ha tutto il tempo e lo spazio del mondo per fare tre palleggi, tenere dietro Jameer Nelson, e lasciar partire il floater da centro area senza opposizioni.

 

 

 

Nella seconda clip, Marcus Smart passa a Jordan Mickey, il rimorchio, che non ribalta il lato, ma attende il blocco per liberare Gerald Green. Wilson Chandler è in ritardo e passa dietro, la difesa di Nikola Jokic è sempre contenitiva ma più alta rispetto a quella precedente di Faried, quindi apre una voragine a centro in cui si getta a capofitto Mickey rollando a canestro per una comoda schiacciata.

 

 

 

Poco dopo, altra esecuzione dello stesso schema: Avery Bradley, il destinatario del primo blocco verticale, decide di eseguire un ricciolo che costringe l’uomo su Smart a fare un passo indietro per coprire il taglio. È Smart quindi a giocare il DHO con Mickey ed attacca in palleggio il centro area presidiato ancora una volta da Jokic. Rispetto alle situazioni esaminate in precedenza, i difensori sul lato debole si staccano dai loro uomini per stringere la morsa sulla palla (in gergo: flottare), ma il taglio iniziale di Bradley libera del tutto il lato forte che è una prateria per il taglio a canestro di Mickey, che ancora una volta affonda a canestro.

 

 

 

Cambiano gli interpreti, cambia la difesa, ma non l’esecuzione: Kelly Olynyk e Jonas Jerebko sono due “mezzi lunghi” intercambiabili che possono aprire ulteriormente il campo ai Celtics. Sul blocco di Olynyk per Thomas, il difensore del canadese Joakim Noah scala (in gero: droppa) in area per coprire lo show di Lance Thomas. Sul taglio di Jerebko a canestro Noah chiama un cambio difensivo, ma il suo compagno di front line è in ritardo e ciò crea spazio per una tripla aperta di Olynyk.

 

 

 

In questa clip invece il blocco iniziale della Motion non è verticale per liberare il giocatore che parte in angolo, ma è un blocco in allontanamento, o Flare Screen in gergo, che permette a Thomas di tagliare backdoor a canestro e segnare un facile sottomano.

 

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Nella vita reale lavora come Web & Graphic Designer. Considerava Harold Miner il nuovo Michael Jordan. Mette clip di tattica su Twitter usando l'hashtag #BasketballPorn. Ha giocato nella Nazionale Francese Senior sotto falso nome (true story).