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Redazione basket

La top-50 della NBA: il rush finale

Abbiamo rimesso mano alla nostra classifica di inizio anno in vista del finale di stagione.

  1. LaMarcus Aldridge, San Antonio Spurs

Precedente: 39

Posizione media: 24

 

Dario V.: Con Kawhi Leonard circondato da una cortina di fumo, davvero gli Spurs possono fare strada nei playoff avendo solo il 25° miglior giocatore della lega?

 

Fabrizio: Intanto il suo lo fa. Al momento di fare le squadre per l’All-Star Game è stato lasciato per ultimo, ma intanto c’era. Il suo bicchiere è sempre mezzo pieno.

 

Dario R.: Volenti o nolenti, il volto di San Antonio quest’anno è lui. A me la sua stagione non sta dispiacendo, anzi. Fa quello che può è lo fa bene. E la voce di Popovich non gli crea più l’effetto Larsen nel cervello.

 

  1. Kyle Lowry, Toronto Raptors

Precedente: 28

Posizione media: 22.45

 

Dario C.: Non potete non amare Kyle Lowry, almeno da ottobre ad aprile. Poi, quando iniziano i playoff, è tutta un’altra storia.

 

Fabrizio: È anche vero che ci è praticamente sempre arrivato rotto o esaurito. Magari questa è la volta buona sia per lui che per i Raptors.

 

Daniele V.: Per me questa stagione per lui inizia veramente solo ad aprile. Deve invertire una tendenza ormai consolidata, non ci sono più scuse.

 

  1. John Wall, Washington Wizards

Precedente: 10

Posizione media: 22.27

 

Daniele V.: Il fatto che sia finito 13 posizioni più dietro rispetto alla prima classifica (e soprattutto sia stato scavalcato dal compagno di squadra Bradley Beal) penso che dica tutto della sua stagione.

 

Dario C.: Il candidato John Wall è pregato di farsi trovare in condizioni fisiche quantomeno decorose all’inizio della prossima stagione. Comprendere come i primi due mesi di regular season non possano rappresentare il proprio personale training camp sarebbe il primo passo per rimettere in sesto una carriera che ha preso un pessimo abbrivio.

 

  1. Blake Griffin, Detroit Pistons

Precedente: 19

Posizione media: 22.18

 

Dario V.: Per certi versi, con il suo passaggio a Detroit la sua carriera più che iniziare mi sembra arrivata a un punto morto. Cambia davvero qualcosa nella sua narrazione se va ai playoff o non ci va? Il contratto è quello, la squadra anche: goditi l’aurea mediocritas e lascia stare le Kardashian, Blake.

 

Dario C.: Un vecchio adagio sostiene che se i padri pellegrini fossero approdati sulla costa ovest degli attuali Stati Uniti, quella est rimarrebbe ancora oggi inesplorata. Siamo convinti che pure Blake Griffin la pensi alla stessa maniera, soprattutto da quando Jerry West l’ha accompagnato all’aeroporto e, porgendogli il biglietto di sola andata, gli ha sussurrato “Vedrai, il River Front sotto la neve è meraviglioso”.

 

  1. Al Horford, Boston Celtics

Precedente: 31

Posizione media: 21.36

 

Daniele V.: Si nota più quando non c’è e questo penso ce lo faccia sottovalutare rispetto a giocatori più vistosi e rumorosi. Lui è buono come il pane, non strilla mai a nessuno e lavora anche per i compagni. Non è che tutti debbano necessariamente essere maschi alfa per essere delle stelle.

 

Dario C.: L’ennesima stagione di “Tutti amano Al” sta confermando ottimi indici di rating. Non sarà mai la serie che non vi fa dormire la notte dall’adrenalina, ma a Brad Stevens e ai Celtics va bene anche così.

 

Dario R.: Certo che va bene così! Non c’è un momento della partita in cui non pensa ad una cosa utile per la squadra. E con il joystick sta guidando Irving alla sua miglior stagione difensiva della carriera.

 

  1. Bradley Beal, Washington Wizards

Precedente: 30

Posizione media: 20.91

 

Dario C.: Vederlo giocare fa sempre bene al cuore e al senso estetico di chi ama la pallacanestro. Se non fossero note le cifre del suo contratto sarebbe probabilmente il giocatore più sottovalutato dell’intera lega.

 

Nicolò: È diventato un attaccante molto più completo, ma non sono assolutamente certo che per i Wizards sia una cosa positiva. Certo che finché come PG di riserva continuano a prendere le controfigure di giocatori va benissimo così.

 

  1. Nikola Jokic, Denver Nuggets

Precedente: 22

Posizione media: 19.55

 

Daniele V.: Vale da solo la visione di una partita random di Denver: la sua capacità di costruire connessioni con gli esterni leggendone i tagli è unica nella lega. Se volesse potrebbe diventare il miglior giocatore di pallanuoto della storia, per nostra fortuna ha scelto il basket.

 

Nicolò: La sua qualità migliore è molto più difficile da misurare rispetto alle movenze di Towns, la difesa di Embiid o il tiro di Porzingis, ma dubito che i Nuggets preferiscano qualsiasi altro dei tre di cui sopra a lui. Dopo la storia d’amore con Gary Harris dell’anno scorso, restate sintonizzati per la nuova intesa con Jamal Murray.

 

 

  1. DeMar DeRozan, Toronto Raptors

Precedente: 34

Posizione media: 19

 

Daniele V.: Ha scoperto il tiro da dietro l’arco, siamo al doppio dei tentativi rispetto alla scorsa stagione. Questo gli chiedevamo per essere un attaccante completo. Poco da aggiungere: la top 20 è meritata.

 

Dario C.: In un mondo giusto DeRozan sarebbe tra i primi dieci, perchè è il miglior giocatore della squadra con il miglior record a Est, almeno al momento. Ma questo non è un mondo giusto e DeMar si deve accontentare di aver compiuto il balzo in avanti più clamoroso. Alla nona stagione in the league non è roba da poco.

 

Dario R.: È tutta da verificare la crescita di DeMar come tiratore dall’arco anche nei playoff, quando conterà davvero essere meno prevedibili rispetto al passato. Però i suoi progressi in stagione sono evidenti.

 

  1. Rudy Gobert, Utah Jazz

Precedente: 17

Posizione media: 17.91

 

Daniele V.: Tornato lui gli Jazz stanno volando. Non penso sia un caso. Condiziona gli attacchi avversari come pochissimi.

 

Fabrizio: Defensive Player of the Year, anche e soprattutto tenendo in considerazione le partite che non ha giocato. Magari non sarà il leader vocale della squadra, sicuramente non è il giocatore di riferimento in attacco, ma è l’anima e il simbolo dei Jazz, insieme a Joe Ingles. Cosa fanno un Australiano e un Francese sui monti dello Utah? No, non è una barzelletta.

 

  1. Joel Embiid, Philadelphia 76ers

Precedente: 29

Posizione media: 17.09

 

Lorenzo B.: Personalmente sono rimasto impressionato anche in un contesto particolare come l’All-Star Game. Stiamo davvero grattando la superficie di qualcosa di mai visto prima.

 

Daniele V.: Hinkie aveva ragione: il Processo ha portato al risultato sperato, Phila ha il suo giocatore franchigia in grado di cambiarne il futuro.

 

Dario C.: Da un punto di vista meritocratico sarebbe del tutto scorretto concedere l’accesso tra i migliori venti a uno che non ha ancora giocato una stagione intera in NBA. Eppure Embiid, nonostante la limitatezza del campione in esame, è già oggi nell’élite della lega. Facendo gli opportuni scongiuri per quanto riguarda l’incolumità fisica, la scalata di almeno dieci posizioni sembra questione di un anno o al massimo due.

 

  1. Damian Lillard, Portland Trail Blazers

Precedente: 21

Posizione media: 17

 

Dario V.: Piano piano è risalito nella considerazione generale e la convocazione all’All-Star Game si spera abbia spento definitivamente le dichiarazioni sul fatto che viene snobbato da tutti, che ormai hanno abbastanza annoiato.

 

Fabrizio: Non è che magari è sempre stato valutato bene e adesso si sta esagerando? Ad esempio, che succede se Portland manca i playoff? E non è un’ipotesi così assurda guardando calendario e tendenze recenti dei Blazers e delle rivali dirette.

 

  1. Karl-Anthony Towns, Minnesota Timberwolves

Precedente: 14

Posizione media: 14.82

 

Daniele V.: Siamo rimasti dove l’avevamo lasciato e non solo nella posizione in classifica: probabilmente miglior centro della lega nella metà campo offensiva, irritante per quello che potrebbe fare ma non si vede in campo in quella difensiva. Però è giusto continuare a ripeterci che ha solo 22 anni.

 

Dario C.: A inizio stagione sarei stato pronto a scommettere la casa su un suo ingresso nella top 10. Per fortuna non ne posseggo una, di casa. La cura Thibs/Butler/Gibson finora ha generato effetti alquanto marginali. Tempo ce n’è, ma l’auspicato cambio di passo, soprattutto a livello di cattiveria agonistica, non potrà farsi attendere ancora per molto.

 

Dario R.: Però va sottolineato come il Towns difensore di febbraio sia decisamente migliore del Towns difensore di novembre. Lontanissimo dall’essere rispettabile, ma comunque in crescita.

 

  1. Klay Thompson, Golden State Warriors

Precedente: 16

Posizione media: 12.73

 

Dario C.: Palla in mano, a dire il vero, fatica a costruirsi un tiro. Per tutto il resto dello scibile cestistico siamo a livelli di eccellenza assoluta. Senza troppa fanfara, forse il vero giocatore simbolo di questi Golden State Warriors.

 

Nicolò: In questa stagione sta avendo le migliori cifre della sua carriera nelle seguenti voci statistiche: percentuale dal campo, triple segnate a partita, percentuale da 3, percentuale da 2, percentuale effettiva, percentuale ai liberi, True Shooting %, rimbalzi a partita, falli per partita.

 

Daniele V.: Tutto quello che avevo da scrivere su Klay Thompson l’ho fatto in questo pezzo. Aggiungo soltanto che spero non cambi mai dentro e soprattutto fuori dal campo, perché lì è veramente un tesoro mondiale.

 

  1. Paul George, Oklahoma City Thunder

Precedente: 12

Posizione media: 11.36

 

Lorenzo B.: PG era uno dei pochi che si meritava davvero una contender e alla fine ha trovato una cosa che gli si avvicina abbastanza.

 

Dario: Le percentuali dall’arco fanno spavento: in quattro posizioni su cinque tira sopra il 44% (!). Giocare con Westbrook aiuta, la difesa invece è sempre stata élite quando si è sentito coinvolto.

 

Dario C.: Il miglior giocatore tra quelli di cui non sentite parlare ogni maledetta sera.

 

  1. Draymond Green, Golden State Warriors

Precedente: 13

Posizione media: 11.27

 

Daniele V.: In questa stagione (probabilmente per scelta sua) ha abbassato l’intensità difensiva da una-partita-ogni-sera al singolo-possesso-ogni-tanto. Su quel singolo possesso però può essere ancora considerato il miglior difensore della lega. Contro i Suns abbiamo anche scoperto che ha una mente tattica quantomeno interessante.

 

Dario: Con i nuovi metri arbitrali sulle proteste potrebbe essere espulso al secondo quarto di ogni partita. È al minimo in carriera per percentuale da tre: fondamentalmente, costringere gli Warriors a farlo tirare è già una vittoria enorme considerando gli altri tre.

 

Dario C.: Qualcuno vocifera che tra maggio e giugno potrebbe proprio essere lui l’anello debole degli Warriors. Draymond non sembra farci troppo caso e si prepara a smentire il pettegolezzo, così, pronto a capitalizzare sull’ennesima mancanza di fiducia nei suoi confronti.

 

 

 

  1. Kyrie Irving, Boston Celtics

Precedente: 18

Posizione media: 10.45

 

Dario: Il voto peggiore della nostra precedente Top-50 viene rimesso a posto: Kyrie è da top-10 senza dubbi, per come sta trascinando un attacco che non può fare a meno di lui in nessuna occasione.

 

Daniele V.: Se non sbaglio ero stato quello a votarlo peggio di tutti la scorsa edizione, perché non mi fidavo di tutte quelle cose che avrebbe dovuto fare come leader di un gruppo in campo e fuori. Mi sbagliavo.

 

Dario C.: A soli 25 anni ha giocato le ultime tre finali, segnando il tiro più importante della storia dei Cleveland Cavaliers e vincendo il titolo nel 2016. Ha deciso di cambiare aria per non restare nel cono d’ombra di Le Bron, sfida non da poco e, almeno per il momento, vinta.

 

Nicolò: Faccio il bastian contrario. Sta avendo esattamente gli stessi numeri dell’anno scorso in tutte le voci (o leggermente peggio in qualcuna) e non è migliorato in niente nel dettare il ritmo della squadra. Non è che è salito di posizioni solo per l’inizio di stagione dei Celtics? Boston non è più prima nella conference, e hanno solo tre sconfitte in meno dei Cavs che hanno fatto detonare il roster. Senza quella striscia di vittorie in cosa la sua stagione è stata molto migliore di quella di Lillard?

 

Lorenzo B.: Sì, ma intanto ha anche girato un film, mica registrato un disco.

 

Dario R.: Oltre ai meriti cinematografici, considererei due fattori: ha iniziato a difendere, non con regolarità ma sicuramente con più efficacia rispetto al passato; senza Hayward si è dovuto prendere molte più responsabilità del previsto.

 

  1. Jimmy Butler, Minnesota Timberwolves

Precedente: 11

Posizione media: 9

 

Lorenzo B.: Ora che si è riposato per bene a Los Angeles si prospetta un grande finale di stagione.

 

Dario V.: Ha ribaltato la testa dei T’Wolves con la sola imposizione delle mani e le capocciate tirate in spogliatoio. Ho paura che ai playoff emergeranno tutti i difetti strutturali della squadra e l’immaturità dei suoi compagni, ma il suo rendimento è al di sopra di ogni ragionevole dubbio.

 

Daniele V.: Ha veramente un carisma straripante, una personalità magnetica.

 

Dario C.: Quando si è presentato ai compagni per la prima volta negli spogliatoi del Target Center pare abbia detto “mi chiamo Jimmy B. e risolvo problemi”. Per quanto in suo potere ha mantenuto la promessa, difficile però fare meglio di così da oggi in avanti.

 

 

  1. Chris Paul, Houston Rockets

Precedente: 8

Posizione media: 7.33

 

Dario V.: E se fosse la sua miglior stagione nella carriera? Adesso non si rifiuta più di andare in isolamento anche nei primi tre quarti delle partite e sta tirando con le migliori percentuali della lega, un assurdo 59.2% di eFG. Considerando che il secondo gioca con lui e sta quattro posizioni più avanti…

 

Dario C.: Quando CP3 torna a casa dalle partite o dagli allenamenti, nell’atrio trova un enorme calendario su cui segnare con una grossa croce rossa ogni giorno trascorso in attesa dei playoff. Perchè è lì, a primavera, che arriverà il bello. Vero?

 

Fabrizio: Il letame ricevuto da Biff Tannen in tutta la trilogia di Ritorno al Futuro è nulla a confronto di quello che toccherà a CP3 se Houston dovesse uscire contro gli Warriors in finale di conference. E questa è l’ipotesi migliore, perché se per caso va pure peggio c’è il rischio di esaurire le scorte mondiali. E sarà tutto tremendamente ingiusto.

 

  1. Giannis Antetokounmpo, Milwaukee Bucks

Precedente: 9

Posizione media: 7.33

 

Dario C.: Guardare Giannis giocare, per chi ha vissuto quel periodo, ricorda quando a inizio anni Novanta si idolatravano i Public Enemy. Certo, li ascoltavamo e non è che capissimo proprio tutto di ciò che dicevano, però eravamo convinti che fossero nel giusto e comunque ci gasavano come nient’altro. Ecco, guardando Giannis riesce spesso difficile comprendere il senso di tutto quello che fa sul campo da gioco, ma i numeri gli danno ragione e nessuno, ma proprio nessuno riesce a farci saltare sulla sedia come lui.

 

Fabrizio: Era partito talmente forte che ora che è tornato a regime sembra quasi trascurabile. Ma no, non lo è.

 

Dario R.: Speriamo non metta il tiro da 3 nel bagaglio delle soluzioni perché altrimenti potremmo chiudere tutto per manifesta superiorità.

 

  1. Anthony Davis, New Orleans Pelicans

Precedente: 7

Posizione media: 6.33

 

Dario C.: Intorno a lui tutto crolla tra scelte di mercato folli, infortuni e sfighe assortite. Eppure la sensazione è che con AD in campo, a prescindere dagli altri quattro che vestono la stessa maglia, la sua squadra abbia sempre una possibilità di spuntarla. Il premio di MVP è nel suo oroscopo da tempo, anche se forse occorrerà traslocare per dar ragione agli astri.

 

Dario V.: Ogni tanto mi dà l’impressione che, anche nelle mie risibili condizioni fisiche, un paio di assist a partita potrei farli anche io con lui. Basta buttarla nei pressi del ferro, anche da rimessa laterale: poi si passa al tavolo segnapunti a riscattare il bottino.

 

Daniele V.: Visto che ormai i Pelicans sono un caso disperato… io dico che sarebbe il perfetto giocatore-franchigia per rilanciare da subito i nuovi Seattle Sonics.

 

Lorenzo B.: Madonna Dani, è la cosa più vicina ad un senso di giustizia extra-terrena che ho letto stamattina.

 

  1. Russell Westbrook, Oklahoma City Thunder

Precedente: 5

Posizione media: 5.75

 

Dario C.: Da dieci stagioni conosce solo una velocità di gioco, quella massima. Finché le ginocchia lo sorreggono rimane uno dei motivi per cui amare l’NBA.

 

Fabrizio: Comunque sarebbe di nuovo nei dintorni della tripla doppia, che sarà un indicatore arbitrario quanto si vuole, ma non è esattamente cosa da tutti e da tutte le stagioni. Siamo tremendamente vicini a darlo per scontato.

 

Lorenzo B.: Le persone che fanno il tifo per Russell sono le persone migliori del mondo.

 

  1. James Harden, Houston Rockets

Precedente: 4

Posizione media: 3.67

 

Daniele V.: M-V-P.

 

Dario C.: Gli highlights della sua stagione fin qui sono uno spietato revenge porn nei confronti di chi gli ha preferito altri nel segreto dell’urna per l’MVP 2017. C’è sempre tempo per recuperare eh.

 

Nicolò: Non vedo l’ora che tra 10 anni Jonathan Abrams lo intervisti e ci faccia sapere cosa è successo in quella gara-6 contro San Antonio. Come può quel giocatore essere lo stesso di questo biennio è al di là delle mie facoltà mentali.

 

Dario V.: Il probabile premio di MVP aggiungerà ulteriori pressioni in vista della post-season: io non sono davvero sicuro che i Rockets – nella loro a tratti stucchevole binarietà offensiva di pick and roll e isolamenti – abbiano davvero le carte in regola per giocarsela coi mostri della Baia come stanno cercando di auto-convincersi, ma sono certo che se ce le hanno molte di queste passano dalle mani del Barba.

 

 

 

  1. Steph Curry, Golden State Warriors

Precedente: 3

Posizione media: 2.83

 

Dario V.: Tra il ritorno dall’infortunio e il rallentamento pre-All-Star ha vissuto delle settimane di puro delirio, forse il picco più alto toccato da un singolo giocatore in questa stagione. Spostava, sposta e continuerà a spostare ancora per molto tempo.

 

Daniele V.: Gli Warriors continuano ad andare dove va lui e la NBA ad andare dove vanno gli Warriors. Sta segnando la lega da quattro anni filati e non accenna a fermarsi.

 

Dario R.: E tutto questo senza troppe luci attorno. Perché ormai diamo per scontato che Curry faccia il Curry tutte le sere. E invece di scontato non c’è proprio nulla.

 

  1. Kevin Durant, Golden State Warriors

Precedente: 2

Posizione media: 2.42

 

Dario V.: Ci crediamo al titolo di miglior difensore della stagione?

 

Fabrizio: Fino a Natale avrei detto assolutamente sì, ma negli ultimi due mesi ha – saggiamente – inserito la modalità Eco.

 

Dario C.: Picco di carriera quanto a maturità e completezza nell’arsenale di gioco su entrambi i lati del campo. Qualora domani si svegliasse all’improvviso incapace di fare altro se non tirare, rimarrebbe comunque nella top 10.

 

Nicolò: Se c’è una stagione in cui ho fatto davvero fatica a preferirgli ancora LeBron è questa. E senza il lifting fatto al roster dei Cavs alla deadline avrei certamente spodestato il Re in suo favore.

 

  1. LeBron James, Cleveland Cavaliers

Precedente: 1

Posizione media: 1.25

 

Dario V.: Dentro e fuori dal campo, passa tutto dalle sue mani e dalla sua testa. Tiene in scacco la NBA da 15 anni e non sembra avere finito. Non appena è tornato di buon umore ha ricominciato a macinare avversari e, dopo mesi in cui sembravano morti e sepolti, i Cavs sembrano essere tornati favoritissimi per il titolo a Est da un giorno all’altro. All hail the King.

 

Dario C.: Personalmente non capisco perchè questa classifica non inizi con la posizione numero 2. Senza perdere tempo in futili argomentazioni, corro a compilare apposite liste di proscrizione per quei (pochi) miscredenti che non hanno piazzato il Re in cima alla lega.

 

Nicolò: Quando tra qualche anno non ci resterà che posizionarlo correttamente tra i primissimi giocatori di sempre non vorrei che ci scordassimo con quale costanza e continuità sta giocando a questo livello. Ci ha abituato all’eccellenza continua con un minutaggio ancora stellare e un chilometraggio infinito: in questo probabilmente è il migliore di sempre.

 

 

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La redazione basket è composta da gente molto alacre che vorrebbe giocare a basket ma che purtroppo sarebbe troppo bassa anche per il campionato filippino. Almeno due membri della redazione basket sono convinti che il film A Beautiful Mind parli di loro.