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Flavio Fusi

Svegliarsi a martellate

Il Liverpool stecca la prima dell'anno, perdendo nettamente da un West Ham ben messo in…

 

È toccato a Slaven Bilic e il suo West Ham inaugurare il 2016 della Premier League al Boylen Ground di Londra, affrontando il Liverpool di Jürgen Klopp per il “lunch time kick-off” della ventesima giornata. Due squadre praticamente incollate in classifica, con un solo punto di distanza (a favore dei “Reds”) prima del fischio di inizio.

 

Il West Ham, imbattuto da 6 partite, è sceso in campo con un 4-4-2 in cui la difesa, davanti al portiere Adrian, era comporsta da Tomkins a destra, Collins e Ogbonna centrali, Cresswell a sinistra (in dubbio fino all’ultimo momento). Michail Antonio, Noble, Kouyate e Lanzini hanno invece costituito la seconda linea da quattro. In avanti Enner Valencia ha agito a supporto dell’ariete Andy Carroll e in panchina si è finalmente rivisto Dimitri Payet, al rientro da un lungo infortunio.

 

Klopp, invece, ad appena due giorni di distanza dalla vittoria con il Sunderland, ha scelto nuovamente il 4-2-3-1 che nelle ultime settimane sembra diventato quello abituale. Difesa tipo con Mignolet in porta: Clyne e Moreno sugli esterni, Lovren e Sakho al centro; a centrocampo invece, proprio quando l’allenatore tedesco sembrava aver trovato una coppia stabile, Jordan Henderson ha subìto il riacutizzarsi dell’infortunio al tallone che lo aveva già tenuto lontano dai campi per oltre tre mesi, e con il capitano rimasto a Liverpool (insieme a Milner, Skrtel, Sturridge e Flanagan) è toccato a Lucas Leiva posizionarsi al centro al fianco di Emre Can. Ibe, Firmino e Coutinho hanno formato il trio di trequartisti alle spalle di Benteke, con Lallana lasciato inizialmente in panchina.

 

Il problema della prevedibilità
Il Liverpool ha mantenuto il possesso del pallone per larghi tratti del match, ma ancora una volta ha faticato a concretizzare la mole di gioco creata e a costruire occasioni pericolose. Rispetto ad altre formazioni viste con Klopp, quella proposta contro il West Ham non è stata in grado di creare dinamiche di gioco interessanti: fatta eccezione per Firmino, i restanti componenti del reparto offensivo non hanno garantito abbastanza movimento, diventando prevedibili contro il solido schieramento dei padroni di casa.

 

Ibe è un giocatore esplosivo e bravo nell’uno contro uno, ma con lui in campo (indubbiamente anche per merito degli avversari) non si è vista quella fluidità e quelle combinazioni proposte, ad esempio, quando sono stati Clyne, Henderson e Lallana a formare la catena di destra.

 

Contro il West Ham, l’egoismo di Coutinho ha toccato una delle punte più alte della sua avventura in Premier League: il brasiliano ama rientrare dalla sinistra per cercare la conclusione, una tendenza però che lo limita, soffocando le altre dimensioni del suo gioco. Il Coutinho delle ultime uscite è prevedibile e la frequenza con cui tira dalla distanza è utile solo ad incrementare l’insofferenza di compagni e spettatori, che lo hanno ormai soprannominato “Shootinho”.

 


Con 48 tentativi, Coutinho è il giocatore che ha tirato di più da fuori area di tutta la Premier. Anche con il West Ham tutte le sue conclusioni sono partite da fuori area, da distanza spesso proibitiva. Risultato? 5 tiri respinti da un difensore, 1 tiro alto e nessun tiro nello specchio.

 

 

Benteke era l’unico attaccante puro a disposizione di Klopp, con Ings che ha terminato in anticipo la sua prima stagione con la maglia dei “Reds”, Sturridge e Origi ancora fermi. Il belga aveva deciso le ultime due partite, le vittorie di misura con Leicester e Sunderland, ma sta faticando ad entrare nei meccanismi del “Kloppool”, tanto da sembrare quasi un corpo estraneo. La mobilità non è il suo forte e questo è stato sicuramente un limite contro una difesa chiusa come quella del West Ham, ma Benteke ha fallito spesso alcuni stop elementari, mostrando anche preoccupanti limiti tecnici. Nemmeno la stazza lo ha salvato: il centravanti dei “Reds” è stato letteralmente dominato da Collins e Ogbonna che gli hanno consentito di vincere appena 2 duelli aerei su 13 tentativi.

 

E va detto che la strategia difensiva del West Ham non ha fatto che acuire i limiti dello schieramento del Liverpool: salvo eccezioni, gli “Hammers” non cominciavano a pressare sulla trequarti ma sul cerchio di centrocampo, Sakho e Lovren erano lasciati relativamente liberi di condurre palla, con Carroll e Valencia che cercavano di impedire che il pallone giungesse nei piedi di Can e Lucas, supportati dai centrocampisti, sempre abbastanza vicini.

 

Il Liverpool ha provato a rispondere mantenendo più basso almeno uno dei terzini, in modo da mantenere la superiorità numerica e consentire ai centrali una gestione più sicura del pallone.

 


Carroll e Valencia presidiano il centro del campo, cercando di impedire che il pallone giunga tra i piedi di Can. Moreno rimane basso e si posiziona più stretto vicino a Sakho e Lovren per assicurare una gestione del pallone senza rischi.

 

 

Il presidio del centro degli attaccanti di Bilic rallentava la manovra degli ospiti, mentre lo stile di gioco di Klopp prevederebbe proprio una rapida circolazione di palla attraverso il centrocampo.

 

Can e Lucas avevano difficoltà a girarsi anche quando ricevevano palla e il Liverpool doveva circolare lungo le corsie per poi tornare verso il centro del campo, a meno che uno dei due centrali (solitamente Lovren) non si fosse assunto la responsabilità di verticalizzare il gioco.

 


Con il centro controllato dagli attaccanti del West Ham, Emre Can lascia la sua posizione accanto a Lucas e va a ricevere palla lungo la fascia destra, prontamente seguito da Carroll.

 


Lovren, relativamente libero dalla pressione degli “Hammers”, avanza e verticalizza verso Coutinho, tagliando la linea di centrocampo del West Ham.

 

 


Nella propria metà-campo gli “Hammers” stringevano le linee del 4-4-2, congestionando lo spazio nelle zone centrali del campo e cercando di condurre il Liverpool lungo le corsie. I “Reds” hanno avuto enormi difficoltà a penetrare il blocco difensivo della squadra di Bilic: non si sono posizionati sulla trequarti con continuità, in modo da ricevere palla, cercando piuttosto di aggirare il blocco attaccando lungo le corsie, facendo così il gioco del West Ham.

 

Gli uomini di Klopp, quindi, si sono appellati ancora una volta al cross: il Liverpool ha messo al centro dell’area la palla per 32 volte, cifra ben superiore ai circa 20 traversoni della media stagionale. Ma i cross si sono rivelati pressoché inutili contro una difesa come quella del West Ham, che proprio nel gioco aereo ha uno dei principali punti di forza. I tifosi degli “Hammers” hanno tremato solo quando sono stati i centrocampisti ad inserirsi per colpire di testa, come è successo nel finale con un colpo di testa di Allen quando il risultato era comunque compromesso.

 

L’altra soluzione adottata dalla squadra del Merseyside è stata quella della conclusione dalla distanza, ma nessuno dei giocatori del Liverpool è riuscito a pescare il famigerato jolly dal mazzo: il solo Emre Can ci è andato vicino quando ha colpito la traversa. Gli uomini di Klopp hanno tirato per ben 23 volte, ma in appena 2 occasioni hanno calciato in porta, costringendo Adrian a intervenire.

 

Come dimostra la xG map della partita il Liverpool è ricorso con frequenza alle conclusioni dalla distanza. Tra l’altro l’occasione con la maggior aspettativa di gol (il quadratino grande nei pressi dell’area di rigore), non era nemmeno un vera e propria conclusione, visto che Firmino si è trovato Adrian di fronte prima ancora di scoccare il tiro. D’altra parte il West Ham non solo ha meritato di vincere, ma ha fatto registrare 2.0 xG, il valore più alto concesso dalla difesa del Liverpool da quando Klopp siede in panchina.

 


Dominio aereo

Il dominio sulle palle alte del West Ham, che ha vinto il 69% dei duelli aerei, si è rivelato fondamentale anche in fase offensiva. Il Liverpool aveva già dimostrato di soffrire i cambi di gioco e i cross sul secondo palo, sia per la natura della propria strategia difensiva, che prevede scorrimenti di squadra verso il lato della palla, sia perché non possiede terzini particolarmente alti (Clyne è alto 1,75 m, Moreno 1,71 m).

 

Evidentemente Bilic aveva identificato questo difetto della squadra di Klopp: su ogni traversone, compresi i due assist, i giocatori del West Ham hanno cercato di affollare la porzione di area di rigore compresa tra il dischetto del rigore e il secondo palo con almeno due uomini. I terzini rimasti a difendere il secondo palo non hanno mai ricevuto il supporto del centrale, e questo ha causato entrambe le reti del West Ham.

 

Michail Antonio è stato il grande protagonista dell’1-0: prima ha recuperato palla da Moreno con una scivolata vicino alla propria linea di fondo; poi ha raccolto il traversone dalla sinistra di Valencia sul lato opposto del campo, saltando sopra Clyne e depositando in rete. Nell’occasione, Lucas non aveva portato pressione sul Valencia, consentendo all’ecuadoregno di crossare in libertà.

 


Valencia crossa dalla destra senza che Lucas lo disturbi. Il traversone trova Antonio sul secondo palo, che svetta su Clyne e segna il gol del vantaggio. Nell’occasione anche Carroll aveva attaccato la porta, creando una 2 contro 2 all’altezza del dischetto del rigore.

 

La rete del 2-0, firmata dal grande ex della partita, Andy Carroll (pagato 35 milioni di sterline dal Liverpool nell’estate del 2011 e poi scaricato proprio al West Ham, prima in prestito e poi ha titolo definitivo) ha di fatto chiuso i giochi nel secondo tempo. La dinamica è stata molto simile a quella del gol del vantaggio: Carroll ha impattato di testa un altro cross dalla destra, stavolta ad opera di Noble, approfittando della situazione di 3 contro 2 creata dai padroni di casa all’altezza del secondo palo. L’attaccante inglese ha così portato a 37 il suo bottino di gol in Premier League, di cui 19 segnati di testa.

 


Il West Ham ha raddoppiato da una situazione praticamente identica a quella del gol del vantaggio. Stavolta la superiorità numerica degli “Hammers” nella zona tra dischetto e secondo palo è ancora maggiore. Carroll approfitta del 3 contro 2 e segna il gol del 2-0.

 

Dopo il raddoppio, il West Ham ha mantenuto la propria strategia difensiva, cercando di prendersi meno rischi possibile. Il modulo di gioco era intanto passato al 4-1-4-1: Pedro Obiang era subentrato a Lanzini, infortunatosi sul finire della prima frazione di gioco. Al momento del cambio l’ex centrocampista della Sampdoria si era posizionato davanti alla difesa, con Valencia allargatosi a sinistra. Il nuovo schieramento del West Ham prevedeva marcature specifiche sui terzini del Liverpool, che ormai si alzavano in coppia e sui Coutinho, Firmino e Ibe , quando si posizionavano all’interno del blocco nel tentativo di ricevere palla.

 


Le marcature sui terzini del Liverpool, con Antonio su Smith (subentrato a Moreno) e Payet su Clyne, permettono ai quattro difensori di concentrarci sulla difesa dell’area di rigore con Tomkins che marca a uomo Coutinho posizionatosi sulla trequarti.

 

 

Stanchezza inglese
Il West Ham ha difeso il risultato senza soffrire molto e negli ultimi 25 minuti di gioco si è rivisto nuovamente in campo Payet, che ha fin da subito mostrato un paio di spunti interessanti, nascondendo il pallone con la sua tecnica e fornendo a Kouyaté l’opportunità di segnare il 3-0.

 


Dopo due vittorie di fila, il Liverpool è capitolato sul campo del West Ham che lo ha anche superato in classifica, conquistando il sesto posto provvisorio. I “Reds” hanno probabilmente pagato il calendario fitto di queste festività, che li ha visti giocare con appena due giorni di riposo: troppo pochi per recuperare. D’altro canto però, dalla partita di Upton Park sono emersi tutti i difetti e i limiti di questo Liverpool, che ha ancora molta strada da fare prima di assimilare in toto il gioco del suo allenatore, che tra l’altro richiede giocatori con caratteristiche specifiche che in questo momento probabilmente mancano alla rosa, a causa dei tanti infortuni e di qualche lacuna generale.

 

Dopo la vittoria per 3-0 nella gara di andata, che segnò l’inizio della fine per Rodgers, il West Ham festeggia la seconda vittoria in campionato sul Liverpool, e già questo di per sé è un successo storico dato che non accadeva dal 1963/1964. Ma è anche una buona notizia per il proseguimento di un campionato che, vista la classifica corta, potrebbe regalargli altre belle sorprese.

 

 

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Flavio Fusi è nato nel 1993 e vive ad Arezzo. Laureato in Management, lavora per una startup tech e collabora anche con il sito di analytics StatsBomb.