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Flavio Fusi
Quanto vale Mbappé
03 ago 2017
03 ago 2017
Il prezzo lo fa il mercato, ma anche il potenziale del giovanissimo attaccante del Monaco.
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Flavio Fusi
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A giudicare dall’aria che tira in questa estate 2017 il Real Madrid sembra aver varato

: dopo anni passati ad inseguire colpi “galattici”, di fronte alla bolla finanziaria che di anno in anno sta facendo costantemente impennare i prezzi dei cartellini dei giocatori, ridefinendo periodicamente il concetto di offerta irrinunciabile, anche Florentino Pérez ha dovuto rimodulare la propria strategia di investimento.

 

A quanto pare, quindi, scommettendo su un’ulteriore impennata dei prezzi il Real ha cominciato a investire (anche pesantemente) su giocatori non ancora affermati, ma che potrebbero in un futuro non troppo lontano maturare lo status di top player a livello europeo. Un modo per anticipare la concorrenza, insomma, per evitare di non strapagare i potenziali crack del futuro e allo stesso tempo di averli a disposizione fin dalla giovane età, in modo da poterne modulare la crescita anche in base alle proprie necessità tecnico-tattiche.

 

È il caso di Theo Hernández, terzino sinistro protagonista a 19 anni di un’ottima prima stagione da titolare nella Liga, pagato 30 milioni di euro ai rivali dell’Atlético Madrid; di Dani Ceballos, messosi in luce nel centrocampo della Spagna Under-21, per cui il prezzo da 17 milioni sembrava fin troppo conveniente per non essere pagato; di Vinícius Júnior, 17enne attaccante del Flamengo costato addirittura 45 milioni (10 in più di quanto costò Benzema, per dire) e che non dovrebbe arrivare prima del 2019, ma sul cui futuro assicurato la dirigenza dei "blancos" non sembra nutrire alcun dubbio, considerata appunto l’entità dell’investimento.

 

Tra le squadre che hanno già hanno adottato una politica di questo tipo c’è sicuramente il Monaco, che dopo le prime faraoniche campagne acquisti del neo-proprietario Dmitrij Rybolovlev, ha chiuso i cordoni della borsa a seguito del sanguinoso - almeno a livello finanziario - divorzio del magnate russo, costatogli praticamente la metà del suo patrimonio da oltre 7 miliardi di euro. Il club del Principato ha virato rotta nel momento migliore possibile, cioè prima del definitivo innalzamento dei prezzi del calciomercato degli ultimi due, tre anni, e al momento sta godendo in pieno dei vantaggi generati dalla nuova strategia.

 

Investendo sul settore giovanile e su una rete di osservatori capillare, piuttosto che andando a prendere giocatori tutto sommato già “pronti”, il Monaco ha visto aumentare notevolmente il proprio spessore tecnico e sotto la guida di un brillante allenatore come Jardim ha assunto un’identità tattica tale da riuscire ad aggiudicarsi il titolo in Ligue 1, spezzando l’egemonia del PSG che durava ormai da quattro stagioni consecutive, arrivando anche a giocare una semifinale di Champions League.

 

E dopo aver arricchito la propria bacheca, il club ha gonfiato anche il proprio portafoglio cedendo tra gli altri, Mendy (venduto per 57,5 milioni al Manchester City), Bernardo Silva (50 milioni, anche lui al City), Bakayoko (40 milioni al Chelsea) e Germain (8 milioni al Marsiglia), quattro calciatori acquistati per meno di 40 milioni di euro complessivi - e tra l’altro, se tutto andrà bene, il Monaco potrebbe essersi garantito un proseguimento del proprio progetto tecnico grazie ad acquisti mirati quali Meïté, Mboula, Kongolo e soprattutto Tielemans).

 

Ed è a questo punto che le strade di Monaco e Real Madrid si incontrano. Perché le cessioni eccellenti della squadra di Jardim potrebbero non essere finite qui e ad andarsene potrebbe essere il più luminoso gioiello della corona del Principato,

, che figura tuttora in rosa e anzi si è appena preso il numero 10.



Stando alle ultime indiscrezioni di mercato, i “merengues” hanno recapitato un’offerta ufficiale da 180 milioni di euro, forti di un altrettanto presunto accordo con il giocatore da 7 milioni netti all’anno per 6 anni (e pensare che a 14 anni l’attaccante francese aveva sostenuto un provino proprio con i “merengues” rifiutandosi però di essere aggregato alla cantera blanca, preferendo rimanere in patria).

 

Mbappé, classe 1998, ha visto lievitare il proprio prezzo a suon di gol e di prestazioni fenomenali, tanto che dai circa 70 milioni che fino a qualche mese fa sembrava fossero necessari per strapparlo al Monaco, siamo arrivati a un cartellino valutato addirittura più del doppio, che si avvicina sempre più ai 200 milioni.

 
 



 

Il trasferimento di Neymar al PSG per 222 milioni di euro ha definitivamente cancellato qualsiasi limite di prezzo per un calciatore, oltre a porre pesanti interrogativi sull’efficacia della politica UEFA riguardo il fair play Finanziario, ma è altrettanto vero che una cifra del genere per un giocatore che nemmeno tre mesi fa concludeva la sua prima stagione ad alti livelli - tra l’altro dopo essere diventato titolare soltanto nella seconda metà della stagione - può sembrare esagerata persino all’interno di un contesto del genere.

 

Dal punto di vista puramente tecnico è indubbio che probabilmente nel panorama europeo non esista un altro giocatore che, così giovane, abbia i numeri di Mbappé. Due dei migliori attaccanti francesi delle ultime due generazioni, cioè Henry e Benzema, all’età di Mbappé avevano - rispettivamente - 3 gol e 5 assist in 18 partite, e 5 gol e un assist in 21 gare. Nemmeno due mostri sacri come Cristiano Ronaldo (33 partite, 5 gol e 6 assist), e Messi (6 gol e 2 assist in 17 presenze) reggono il confronto con il 18enne cresciuto al centro federale di Clairefontaine, che nel 2016/17 ha giocato 44 partite, segnato 26 gol (6 in Champions League) e servito 14 assist.

 

Da questo punto di vista, l’acquisto di Mbappé sarebbe la scelta più coerente possibile con la rinnovata politica di calciomercato del Real, ma il prezzo sarebbe persino più di quello di un “galactico”. Quasi il doppio, anzi, dei 101 milioni sborsati per Gareth Bale, l’unico acquisto a otto zeri nella storia del club.

 

A maggio, Ted Knutson aveva cercato di stimare

tramite un calcolo probabilistico. Partendo da una base di 60 milioni di sterline, che a suo modo di vedere sarebbe il valore stabilito secondo alcune statistiche del giocatore e il mercato, Knutson aveva poi aggiunto il prezzo del suo potenziale: considerando che un giocatore in orbita Pallone d’Oro oggi vale sui 200 milioni di euro, e che il francese potrebbe avere un 20% di probabilità di vincere il massimo riconoscimento individuale, il prezzo che era emerso dal suo calcolo era di 88 milioni di sterline, arrotondabile anche a 100, ma comunque lontano dalle ultime cifre emerse.

 

Mbappé è certamente un giocatore straordinario, tanto che se anche solo mantenesse un livello di prestazioni simile a quello della sua stagione d’esordio (e considerata l’età avrebbe almeno una quindicina di stagioni davanti a sé), farebbe la fortuna di qualsiasi squadra. Però, se veramente queste saranno le cifre di un suo eventuale trasferimento, è evidente che chi le sborserà - negli ultimi giorni si è parlato anche di un interesse di Barcellona e Manchester City ed è

della richiesta di cessione da parte dello stesso Mbappé - sarà disposto a scommettere anche sul potenziale di Mbappé, oltre che su di un suo adattamento a un altro contesto tattico. Ecco perché è necessario esplorare i suoi margini di miglioramento.

 
 



 

Non va tralasciato il fatto che il Monaco quest’anno abbia vissuto una stagione probabilmente irripetibile

e che i numeri di Mbappé ne hanno ovviamente beneficiato. In Ligue 1 ha tenuto una media di 0,9 gol senza rigori per 90 minuti, di fronte a una produzione attesa da 0,5 xG per 90. Si può fare un discorso simile anche per gli assist, visto che ha fatto registrare una media da 0,5 assist ogni 90 minuti, pur servendo 1,9 passaggi chiave di media. Inoltre, sempre limitandosi ad analizzare il suo rendimento solo dal punto di vista statistico, bisogna ammettere che il livello del campionato francese, anche se buono, è ancora inferiore rispetto agli altri principali campionati europei.

 

Ma passiamo alle considerazioni tecniche. Mbappé è un attaccante che all’occorrenza può anche giocare sulla fascia, al Monaco ha giocato stabilmente da punta di sinistra del 4-4-2 di Jardim, accanto a Falcao, e il fatto di avere di fianco il colombiano lo ha sollevato dalla maggior parte dei compiti di raccordo con gli altri reparti, visto che era l’ex Atlético Madrid ad abbassarsi per ricevere palla dai centrocampisti, lasciando il francese libero di attaccare la profondità.
 


Difficile biasimare Jardim se questi sono i risultati delle libertà concesse a Mbappé.



 

L’allenatore portoghese non ha voluto caricare di troppe responsabilità il 18enne, concedendogli maggiori libertà e permettendogli di fare quello che sa fare meglio, cioè cercare di infilarsi tra centrale e terzino avversario compiendo quei movimento dentro-fuori e fuori-dentro che gli vengono in maniera tanto naturale. Il doppio centravanti è sempre più raro nel calcio moderno e probabilmente, in qualsiasi altro contesto, Mbappé si troverebbe a giocare da unica punta, dovendo quindi ampliare lo spettro dei suoi compiti sul rettangolo verde. E in questo caso ci troveremmo di fronte a una prima domanda senza ancora possibilità di risposta: saprà caricarsi il peso e la mole di lavoro che gli verranno richieste?

 

Al contempo però, possiamo dire che il fatto di avere giocato praticamente da subito al centro dell’attacco, ne ha accelerato lo sviluppo, permettendogli di fare esperienza in quello che probabilmente sarà il suo ruolo. Si è visto già, infatti, come negli ultimi mesi della passata stagione sia migliorato nei movimenti senza palla, negli smarcamenti e nell’attacco del lato cieco dei difensori. Cosa che probabilmente non sarebbe avvenuta se nei primi mesi della sua carriera fosse stato dirottato sulla corsia.

 


La combinazione di velocità e movimenti senza palla di Mbappé è spesso micidiale.



 

Per quanto fatto vedere finora, Mbappé non è un giocatore particolarmente associativo, ma ci sarebbe quasi da stupirsi del contrario, considerato che il suo stile è stato plasmato dalla superiorità tecnica e fisica che aveva nei confronti di avversari e compagni fin dalle giovanili. Ogni volta che riceveva palla, anche quando si allargava sulla fascia, il suo primo pensiero era quello di stabilire se c’era la possibilità di condurre palla partendo con una delle sue devastanti progressioni. Se non c’erano le condizioni tendeva a liberarsi della palla piuttosto velocemente scaricandola verso un compagno.

 

Il Monaco è una squadra che, salvo eccezioni, ha mantenuto un approccio diretto nella passata stagione e quindi non vuol dire che Mbappé non sarebbe capace di valorizzarsi anche in un contesto più ragionato e ad altri ritmi, ma è indubbio che se si dovesse trasferire al Real, il suo adattamento potrebbe essere più rapido, almeno da questo punto di vista.

 

Mbappé ha un talento raro nel vedere la porta e soprattutto una capacità di concludere a rete in maniera forte e tesa che lo rende già un finalizzatore tra i migliori in Europa. Sorprende il metodo quasi chirurgico con cui seleziona le sue conclusioni e

è solitamente molto preciso. Su questo aspetto probabilmente non ci sarebbe da lavorare granché, e anzi, in una squadra ancora più dominante, potrebbe aumentare il proprio efficiente volume di tiro da 3,2 conclusioni ogni 90 minuti, di cui 2,9 da dentro l’area.

 



È stupefacente la naturalezza con cui Mbappé riesce a battere un portiere.



 



 

Un aspetto del gioco di Mbappé da sviluppare è quello del

: è vero che un giocatore in grado di compiere quelle progressioni e di mantenere, se non aumentare, la velocità anche una volta cominciato lo sprint dovrebbe essere scatenato alla prima opportunità, ma il gioco di Mbappé beneficerebbe dell’aggiunta di nuove dimensioni, che non siano quelle di creare il panico nella difesa avversaria con un’iniziativa personale, anche quando si trova in inferiorità numerica e senza particolari sbocchi offensivi.

 

Il suo approccio alla fase difensiva, seppur sicuramente migliorato progressivamente sotto la guida di Jardim, è ancora molto istintivo. Mbappé si affida alla sua resistenza e ai suoi mezzi atletici per compiere ripiegamenti apprezzabili, ma è ancora poco efficiente nel portare il pressing, visto che è ancora inesperto nel bloccare le linee di passaggio (compie 0,2 intercetti e vince 0,5 contrasti ogni 90 minuti) e deve ancora lavorare sui tempi di uscita, anche perché, giova ricordarlo, stiamo parlando di un giocatore nato a dicembre del 1998.

 

È alto 178 centimetri per 73 chili di peso e considerato la sua giovanissima età non è da escludere che possa svilupparsi ulteriormente. Le gambe lunghe sono la causa scatenante di quello spettacolo unico che sono le sue conduzioni palla al piede e delineano il suo stile di dribbling quasi danzante.


 

È molto coordinato nei movimenti e un aspetto che a prima vista potrebbe essere trascurato è la muscolatura della parte superiore del suo corpo, che insieme alla sua grinta e alla forza nelle gambe gli permette di resistere nei contrasti anche di fronte giocatori più grossi di lui. Se mettesse su altra massa muscolare senza compromettere la propria rapidità di esecuzione potrebbe diventare ancora più inarrestabile di quanto non sia già.

 

Soffermandosi a guardare le varie sfaccettature del gioco di Mbappé è evidente che i limiti del suo calcio siano tuttora inesplorati. Non si può non ammettere che c’è un fondo di verità nell’entusiasmo che si è creato intorno a lui. Forse nemmeno Mbappé è in grado di immaginare cosa potrebbe fare in futuro, e non sono molti i giocatori del genere. E da questo punto di vista è legittimo che ci siano squadre disposte a pagarlo anche moltissimo, tenendo conto delle sue potenzialità.

 

Va ricordato sempre che nessuno, in realtà, è in grado di dire se un prezzo sia giusto o meno. Come ha riconosciuto Raúl, interrogato propio su Mbappé: “Il prezzo di un giocatore lo decide il mercato”.

 
 

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