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Daniele V. Morrone
Come sta andando il mercato in Liga
02 ago 2017
02 ago 2017
Chi ha speso, chi ha venduto e quali sono le squadre che hanno fatto le scommesse più interessanti per la prossima stagione in Spagna.
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Daniele V. Morrone
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Siamo a metà del mercato estivo e in Spagna sono successe abbastanza cose da rendere utile un recap, per capire come si stanno muovendo le varie squadre. La base di partenza per ogni analisi, come ogni anno d’altra parte, è che le candidate al titolo saranno le due di Madrid più il Barcellona (del mercato particolare dell’Atlético, condizionato dalla sanzione della FIFA

). La cosa interessante è che quest’estate il Real Madrid e il Barcellona si stanno muovendo in maniera molto diversa, non solo partendo da ragionamenti di tipo opposto, ma che oltretutto contrastano con le rispettive strategie passate.

 
 



 

Il Madrid ha cominciato il mercato con la consapevolezza di avere la migliore rosa del torneo, per distacco, e un allenatore in grado di utilizzarla appieno durante tutta la stagione, come Zidane ha dimostrato di saper fare nel suo anno e mezzo incredibile. Ma c’era anche la consapevolezza che mantenere una simile profondità sarebbe stato difficile: gli addii di Morata,

, Danilo e Pepe erano preventivati, ma non per questo sono stati meno dolorosi.

 

I tanti soldi ricavati da tali cessioni sono serviti più che altro per continuare il piano che ha in mente Florentino Pérez da circa due stagioni: con un 11 titolare difficilmente migliorabile, l’idea è di riempire il Real Madrid di tutti i migliori Under-21 su cui si riesce a mettere le mani, anche perché con l’impennata che hanno avuto i prezzi dei giocatori già formati - probabilmente scommettendo anche su un ulteriore incremento nel prossimo futuro - perfino il Real Madrid correrebbe un rischio troppo grande se si mettesse a competere per i migliori calciatori disponibili a ogni sessione di mercato. Allora, ecco la scelta intelligente di prendere i più promettenti ora che sono disponibili e crescerli alle spalle di un gruppo già campione di tutto.

 




 

Jesús Vallejo, che era stato acquistato due anni fa inaugurando il progetto ed è tornato dal prestito in Germania proprio per essere il sostituto di Pepe; Theo Hernández come riserva di Marcelo ora, per poi esserne il ricambio; Dani Ceballos che avrà la stessa funzione a lungo termine di Modric, a centrocampo. Per un totale di circa 50 milioni spesi, oggi, per non doverne spendere almeno 150 tra due o tre anni.

 

Il Real Madrid adesso ha una delle panchine più promettenti d’Europa, ma le cessioni non possono essere prese sotto gamba, vista l’importanza che giocatori come Pepe e Morata hanno avuto nel corso della passata stagione, quando chiamati in causa. Con ancora buona parte del budget a disposizione, quindi, non è detto che Florentino non si tolga un ultimo sfizio davanti per trovare un sostituto per Morata, visto che il giovane Borja Mayoral sembra avere ancora bisogno di fare esperienza prima di poter essere una riserva credibile per Benzema.

 
 



 

Diverso il discorso del Barcellona, che invece è entrato sul mercato con l’obiettivo opposto, ovvero quello di trovare tre titolari per migliorare l’undici iniziale. E sarebbero anche stati individuati i tre nomi principali per i tre ruoli in cui il Barça ha bisogno: Bellerín come terzino destro, Verratti come mezzala e Ousmane Dembélé come ala destra. Valverde, per non stravolgere il sistema, avrebbe anche accettato di prendere un ala destra non di primissimo livello, che potesse partire dalla panchina e con un budget iniziale inferiore ai 100 milioni (comprese le cessioni minori) sarebbe stato comunque impossibile prenderne più di due su tre. Ma il mercato si è mostrato ancora più severo con il Barcellona: tutte e tre le squadre hanno chiuso la porta a ogni tentativo di trattativa, respingendo fin dalla prima offerta i tentativi blaugrana e costringendo la dirigenza a muoversi per trovare alternative.

 

Per l’ala destra la soluzione è arrivata subito: il rientro di Deulofeu per 12 milioni, dopo tre anni tra Inghilterra e Italia, è stata la pezza per garantire a Valverde l’ala pura di riserva che cercava. Deulofeu, pur senza garantire il livello e soprattutto le prospettive di Dembélé, è arrivato a prezzo di saldo visto il mercato attuale e non necessita di un periodo di adattamento, permettendo quindi di concentrare il grosso del budget per i due titolari.

 

A cominciare dal terzino.

 



Qualità atletiche e tecniche ci sono, ma è presto per considerarlo un titolare di livello.



 

Il primo arrivato è stato Nélson Semedo dal Benfica. Un giocatore giovane e con margini di miglioramento, dalle caratteristiche simili alla prima scelta, Bellerín. È un terzino che fa degli attributi atletici il punto di forza, con una buona conduzione del pallone, margini di miglioramento quando riceve nella trequarti offensiva e che è in grado di occupare da solo tutta la fascia senza lasciare praterie alle sue spalle. Non si tratta certo di un giocatore di grandissimo livello in grado di cambiare le sorti della fascia destra del Barça per anni, come fece Dani Alves ormai quasi due lustri fa, ma il ruolo al momento è chiaramente privo di interpreti di quel livello e il costo in linea con il mercato (30 milioni + massimo 20 di bonus per presenza) ne fanno un buon acquisto che copre una lacuna evidente lo scorso anno.

 

Il terzo arrivato doveva essere la mezzala di possesso, che non poteva essere Verratti. Ma invece di cercare un nome alternativo subito, il Barcellona ha deciso di prendere tempo cercando un’alternativa a centrocampo, cambiando registro verso un centrocampista fisico e duttile. Con grande sorpresa di tutti, il Barcellona ha fatto ben due offerte - crescenti - in Cina per Paulinho del Guangzhou Evergrande. Una cifra che arriva sopra i 30 milioni per un 29enne da due anni lontano dall’Europa. A rendere la situazione ancora più assurda è il rifiuto del club cinese, che potrebbe costringere il Barcellona a pagare la clausola di 40 milioni se realmente vuole il giocatore.

 

La mancata trattativa per Verratti non ha solo cambiato i piani a centrocampo, ma ha scoperchiato il vaso di Pandora dei problemi del mercato blaugrana: il pressing su Verratti e le dichiarazioni dell’italiano e del suo manager hanno innescato la reazione a catena che ha portato il presidente del PSG a decidere di lanciarsi una volta per tutte su Neymar. La clausola sul contratto ha fissato il prezzo e il Barcellona non può fare altro che accettarne la partenza se qualcuno convince il giocatore a pagarla. La partenza di Neymar non solo toglierebbe al Barça il suo secondo miglior giocatore, ma lo riporta quasi alla casella di partenza. Adesso il Barcellona deve comprare due titolari: la mezzala che cercava e, appunto, l’erede di Neymar.

 

Siamo a metà mercato e le squadre con cui il Barcellona andrà a trattare probabilmente alzeranno il prezzo a livello astronomico, contando di poter rosicchiare il più possibile da quei 222 milioni. Un esempio è già quello di Coutinho, pensato come erede di Iniesta prima e di Neymar una volta nata la necessità di sostituirlo: il Liverpool ha rifiutato tutte le prime offerte nonostante fossero intorno agli 80 milioni e il Barcellona potrebbe essere costretto a sfiorare i 100 anche solo per iniziare a trattare. La situazione Neymar, con i suoi sostituti, è in continua evoluzione e ovviamente segnerà il futuro a breve termine del Barcellona.

 
 



 

Nonostante la partenza di Monchi il mercato del Siviglia sembra non averne risentito in questa sessione (forse il nuovo DS della Roma ha lasciato, come i profeti, una schiera di apostoli in grado di raccoglierne la visione). L’idea iniziale era chiaramente quella di confermare il blocco principale della rosa e raccogliere sul mercato più o meno 40 milioni, cedendo i giocatori in parabola discendente: cosa fatta egregiamente vendendo Iborra, Mariano e Rami. Poi bisognava consegnare nelle mani dell’allenatore Berizzo un centrale di difesa, un regista, un terzino destro e una punta.

 





 

Alla fine sono arrivati quindi il centrale Kjaer dal Fenerbahçe, il terzino Corchia dal Lille, ben due registi argentini: Banega e

(quest’ultimo dal Messico) e la punta della Samp, Luis Muriel, per un totale di circa 50 milioni.

 

Tutto come previsto, se non fosse che l’Atlético ha rovinato i piani andando a pagare la clausola di Vitolo e togliendo quindi al Siviglia il miglior giocatore della rosa. Il ritorno in Liga di Nolito come sostituto diretto (ex giocatore di Berizzo al Celta) per 9 milioni e dell’ex canterano Navas come figura mediatica, hanno creato una bella plusvalenza rispetto ai circa 40 della clausola di Vitolo, ma non è detto che potranno colmare la partenza del giocatore. C’è ancora tempo però e ci sono i soldi per provare a migliorare ancora.

 

Anche il Villarreal sembra voler provare a tornare tra le prime quattro con un mercato molto ambizioso e funzionale. Forte anche dei soldi incassati dalla cessione di Musacchio (circa 18 milioni), sono stati investiti 40 milioni per prendere tre Under-23: un centrale difensivo, un centrocampista e una punta, così da rafforzare la spina dorsale della squadra.

 

Il centrale è il portoghese Ruben Semedo, costato 14 milioni e in cui il Villarreal vede l’erede di Musacchio per gioco aggressivo e capacità di tenere alta la difesa. Il centrocampista è Pablo Fornals del Málaga, che viene da un ottimo campionato e ha ancora ampi margini di miglioramento. Con Fornals accanto a Bruno Soriano e Manu Trigueros, il Villareal può costruire un centrocampo invidiabile. Considerato che è stato pagato solo i 12 milioni della sua clausola rescissoria, Fornals è probabilmente il vero colpo dell’anno in Liga.

 



Fornals che con freddezza e precisione gestisce il pallone al limite dell’area contro il Real Madrid al novantesimo.



 

Poi il Villarreal ha preso dal Manchester City, per 14 milioni, la punta Enes Ünal, uno tra gli attaccanti più promettenti d’Europa, con un stile di gioco che sembra sposarsi bene con la Liga spagnola. Il City per sicurezza si è premurato di mettere una ricompra in caso di esplosione nei prossimi due anni. Ünal potrebbe essere proprio la punta da 15 gol che è mancata lo scorso anno.

 

A Siviglia e Villareal, come maggiori investitori dietro le prime tre, va aggiunto il Betis, che sta provando a uscire dalla mediocrità. Con i soldi ricevuti dal Madrid per Dani Ceballos è stata migliorata la rosa in ogni ruolo, senza fare il passo più lungo della gamba: per meno di 10 milioni sono arrivati il centrocampista Víctor Camarasa (via Levante) e

, entrambi reduci da una grande stagione al Deportivo Alavés, e per altri 10 milioni Cristian Tello, l’attaccante Sergio León e soprattutto la nuova stella della squadra, Andrés Guardado, che sostituirà come figura Ceballos.

 

Con i prestiti di Barragan e Amat dalla Premier praticamente manca un esterno destro d’alto livello per poter provare anche a puntare l’Europa. Le trattative con Gastón Ramírez, Carlos Vela e Ryad Boudebouz per trovare l’esterno destro fanno pensare che arriverà anche quello e che sarà di livello.

 

https://www.youtube.com/watch?v=RmSRT7EG_5w

Guardado arriva in Liga con le potenzialità per diventarne subito uno dei protagonisti.



 
 



 

In piena crisi economica, il Valencia è in una fase di svendita totale che serve ad abbassare il monte ingaggi. La buona notizia, però, è che il nuovo allenatore, Marcelino, è il candidato ideale per iniziare finalmente un percorso tattico coerente. Il Valencia ha quindi potuto dare via i giocatori ritenuti di troppo dal tecnico (ad esempio sono stati venduti in tutta fretta il portiere Diego Alves e il centrocampista Enzo Pérez). Non sono previsti grandi acquisti, dopo la conferma dei prestiti di Zaza e Orellana, e l’arrivo di Neto dalla Juventus come nuovo portiere. Sicuramente altri big partiranno (probabilmente due su tutti: Abdennour e Negredo) e la transizione da una stagione all’altra dipenderà molto di più dal lavoro tattico di Marcelino su quel che resta del Valencia piuttosto che dal mercato. Come sempre in questi casi, non è detto che una crisi non si riveli in realtà un’opportunità.

 

Anche per il Málaga sembrano passati decenni da quando faceva la voce grossa sul mercato diventando la quarta forza della Liga: lo sceicco ormai da tempo ha deciso che la mediocrità gli va più che bene, una mediocrità che significa stare lontani dall’Europa per non dover aumentare il monte ingaggi. Sul mercato si traduce nel dover rinunciare ogni anno ai propri giocatori migliori (vedi anche Fornals) rimpiazzandoli con scommesse a basso costo. Il Málaga però potrebbe quanto meno imparare a vendere bene, e invece è riuscito a perdere il suo giocatore migliore, Ignacio Camacho, accettando solo 15 milioni dal Wolfsburg.

 



Saluta la Liga il miglior centrocampista difensivo per rendimento dell’ultimo biennio.



 

Poi, per la clausola rescissoria incredibilmente bassa, il Málaga ha perso la propria punta, Sandro (6 milioni dall’Everton), e il suo secondo miglior giocatore, appunto Pablo Fornals. Infine, gratis, se ne è andato il portiere Carlos Kameni. Sono arrivati il giovane centrale Emanuel Cecchini dall’Argentina, l’esperto centrale Paul Baysse dal Nizza, e la punta in prestito dallo Swansea Borja Bastón, che non promettono nulla di più che di poter continuare la lotta per non retrocedere.

 
 



 

Con la crisi economica di questi anni, le squadre normali della Liga si sono specializzate nel rilanciare talenti che sembravano perduti per il grande calcio. Con la partenza di Carlos Vela, che sembra solo questione di giorni, alla Real Sociedad hanno già preso da tempo il sostituto, un giocatore altrettanto talentuoso: Adnan Januzaj. Vista anche l’importanza del messicano per il gioco di Eusebio, in termini di definizione e per la capacità di uscire dallo spartito con un colpo geniale, la stagione di Januzaj sarà molto più importante per i risultati della Real Sociedad di quanto potrebbe sembrare. Un suo fallimento ridimensionerebbe per sempre la sua carriera, ma significherebbe anche un problema davanti per la Real.

 

Il Deportivo La Coruña ha invece scelto di mettere le sue fiches su Fabian Schär. Solo un anno fa Schär si dimostrava uno dei migliori centrali dell’Europeo in Francia, freddo nelle decisioni e tra i migliori nell’impostare di tutta la competizione. Sembrava in una parabola ascendente che l’avrebbe destinato a una grande squadra, ma una bruttissima annata all’Hoffenheim ne ha fatto scendere talmente tanto il valore che al Deportivo sono bastati 2 milioni per prenderlo a titolo definitivo. Dovesse funzionare la coppia con un altro portento con la palla tra i piedi come Sidnei, il Deportivo avrebbe un’uscita del pallone con pochi eguali nella Liga.

 



Schär è uno di quei centrali in grado di fare la differenza con la palla tra i piedi.



 

Con una rosa bilanciata in ogni reparto e in attesa dell’occasione giusta per prendere la punta da affiancare a Gerard Moreno dopo aver ceduto Caicedo alla Lazio, l’Espanyol ha il lusso di poter provare a rilanciare la carriera di Esteban Granero, nel limbo per l’ennesima volta dopo il tentativo di rilancio fallito alla Real Sociedad. Ormai trentenne, non è detto però che la capacità di lanciare lungo che non ha mai perso non diventi una soluzione tattica perfetta per una squadra da blocco basso e contropiede come quella di Quique Flores. Ma Granero resta un giocatore da tenere d’occhio, finché non deciderà di smettere almeno.

 
 



 

Nelle squadre di media-bassa classifica della Liga, si trovano invece quelle scommesse esotiche che da una parte fanno sperare i club in una possibile plusvalenza che faccia svoltare il prossimo bilancio, e dall’altra a noi spettatori offrono l’occasione di seguire la possibile esplosione di un futuro talento. Tipo il nuovo giocatore del Levante, Enis Bardhi. Il Levante ha dominato la Segunda e si è concesso il lusso di confermare in blocco la squadra ricavando anche 12 milioni dalla vendita di Camarasa e Deyverson, lo scorso anno rimasti in Primera. Non c’era base di partenza migliore quindi per provare la scommessa Enis Bardhi, macedone protagonista dell’ultimo Europeo Under-21. Bardhi può trovare da subito il posto da titolare come trequartista della squadra di Juan Muñiz, andando a innalzare il tasso tecnico dell’undici titolare e promettendo una golosa plusvalenza, visto che è costato solo 1,5 milioni dagli ungheresi dell’Újpest.

 



Il bel gol segnato da Bardhi agli Europei U-21 contro il Portogallo.



 

Ormai l’acquisto di un giocatore dal Nord Europa è un classico del mercato del Celta, una scelta hipster fino a un certo punto, però, se si considera che il ventiduenne Stanislav Lobotka è stato uno dei migliori giocatori dell’ultimo Europeo Under-21. Una competizione che ha anzi innalzato il prezzo del centrocampista, tanto da portare il Celta a dover spendere 5 milioni per prenderlo dal Nordsjaelland. Regista ambidestro, Lobotka va a coprire una lacuna della scorsa stagione nel Celta, a cui mancava come il pane un giocatore che desse un minimo di controllo alla tendenza tutta verticale del centrocampo.

 

Infine una piccola scommessa va fatta anche su Shibasaki, che aveva lasciato la J. League come uno dei migliori giocatori del torneo a gennaio, sperando di trovare un ingaggio in Liga, il campionato che ritiene più adatto al suo stile di gioco tecnico e associativo. Il poco tempo a disposizione e il suo essere extracomunitario aveva portato però al fallimento di ogni trattativa, con Shibasaki costretto ad accettare il parcheggio in Segunda, al Tenerife, come tappa intermedia. Scelta che gli è costata anche le Nazionale.

 

Alla fine però il gioco è valso la candela, perché dopo l’ottimo finale di stagione con la squadra canaria il Getafe, neopromosso e vincente proprio della finale playoff contro il Tenerife, si è convinto che Shibasaki per visione e tecnica è un giocatore da Primera División. Adesso, come per tutti i giocatori citati, non resta che giocarsi al meglio le proprie carte.

 
 

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