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Marco D'Ottavi
Guida al Gruppo G
23 nov 2022
23 nov 2022
Uno dei gironi più equilibrati di Qatar 2022.
(di)
Marco D'Ottavi
(foto)
CARL DE SOUZA/AFP via Getty Images
(foto) CARL DE SOUZA/AFP via Getty Images
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Qatar 2022 si porta dietro questioni problematiche, in questo articolo abbiamo raccolto inchieste e report che riguardano le morti e le sofferenze ad esso connesse.Riedizione quasi spiccicata del girone E dei Mondiali 2018 (in quella circostanza c’era il Costa Rica al posto del Camerun), il girone G sembra costruito appositamente per occupare tutto lo spettro di ogni possibile tipo di Nazionale al Mondiale: la potenza sudamericana zeppa di talento creativo ma costruita su solide basi tattiche europee; l’outsider balcanica con un reparto offensivo al pari dei migliori al mondo ma spesso sconclusionata; la grigia compagine mitteleuropea organizzata ma senza grandi individualità; l’indomita africana dalle grandi individualità ma tatticamente ingenua. Queste però sono generalizzazioni che lasciano il tempo che trovano e Brasile, Serbia, Svizzera e Camerun costituiscono un girone piuttosto equilibrato, forse il più equilibrato di tutta la competizione (per FiveThirtyEight è il 6° girone per punteggio Elo della storia dei Mondiali, il primo in Qatar). Prendiamo il Camerun, sulla carta il fanalino di coda del girone (se proprio dobbiamo trovarne uno). Nell’ultima edizione della Coppa d’Africa, quella del 2021, si è classificata terza, perdendo solo ai rigori contro l’Egitto e per arrivare fino in Qatar ha eliminato prima la Costa d’Avorio e poi l’Algeria, con un gol di Toko Ekambi al 124’ nella partita di ritorno dello spareggio.

Non che sia la squadra perfetta: difensivamente ha parecchi limiti, anche nel livello degli interpreti (il miglior difensore è Nicolas N'Koulou, ex Torino, oggi all’Aris Salonicco), ma può contare di alcuni elementi di grandissima qualità nella spina dorsale della squadra. Tre giocatori che oltretutto stanno vivendo un grande momento con il loro club: André Onana in porta, che dopo un inizio difficile all’Inter si è guadagnato il posto da titolare con prestazioni sempre più convincenti; Frank Anguissa a centrocampo, uno dei centrocampisti più completi della Serie A che con il Napoli di Spalletti sta dominando il campionato; e Choupo-Moting davanti, che a 33 anni è diventato all’improvviso un bomber implacabile (11 gol nell’ultimo mese con il Bayern Monaco, di cui è diventato il centravanti titolare). A guidarli Rigobert Song, tornato in panchina pochi mesi fa per volontà di Samuel Eto’o, potentissimo presidente della Federazione. Il 4-3-3 con cui ha impostato la squadra in queste prime uscite da CT non è sembrato particolarmente brillante, ma il suo carisma in un torneo così breve ed estemporaneo può essere un fattore. Favorite per il passaggio del turnoCerto, è impossibile negare che il Brasile parte come la favorita non solo del girone G, ma forse anche di tutto il Mondiale. Il suo percorso per arrivare in Qatar è stato spaventosamente solido: nel girone CONMEBOL ha conquistato 14 vittorie e 3 pareggi nelle 17 gare disputate, chiudendo al primo posto con sei punti di vantaggio sull’Argentina e con una differenza reti di +35, frutto di 40 gol fatti e appena 5 subiti. Nelle successive amichevoli, il suo dominio è stato ancora più netto.

La squadra di Tite, in carica dal 2016 e che in Qatar chiuderà il suo percorso sulla panchina del Brasile, è probabilmente la squadra più forte considerando i 26 convocati. Una profondità che inizia dalla porta dove Ederson si trova a fare la riserva di Alisson (in altre squadre presenti in Qatar giocherebbe titolare anche a centrocampo) e che continua in quasi tutti i ruoli. Starà a Tite, quindi, trovare la “quadra”, gli 11 uomini a cui affidarsi in questo mese. Se la strada di come vogliono giocare è tracciata, il Brasile vuole dominare con il pallone tra i piedi, costruendo con un 3-2-5 usato da molte squadre europee, il CT ha ancora qualche dubbio riguardo gli uomini. Chi saranno i terzini (forse l’unico punto debole di questa squadra, visto che Tite dovrà sceglierne due tra Dani Alves, 39 anni, Danilo, Alex Sandro e Alex Telles)? Chi sarà il compagno di reparto di Casemiro tra Fred e Paquetà? Neymar agirà come falso nove o verrà inserito davanti uno tra Richarlison o Gabriel Jesus? Nelle qualificazioni, infatti, il Brasile ha spesso giocato con un 4-2-3-1 con Fred e Casemiro in mediana, Neymar trequartista alle spalle di Richarlison, con Paquetà e Raphina come esterni, ma questo vorrebbe dire lasciare in panchina Vinicius Jr e non è più possibile. La soluzione vista nelle ultime uscite è stata quella di spostare Paquetà nella mediana a due per inserire l’esterno del Real Madrid, una soluzione che migliora la fase di possesso palla ma priva il Brasile di un centrocampista abile nelle coperture preventive. La possibilità di fare cinque cambi, comunque, è un ulteriore vantaggio per Tite, che quando si gira in panchina vedrà calciatori come Bruno Guimaraes, Fabinho, Antony, Gabriel Jesus e Rodrygo.In ogni caso, tutto ruota intorno a Neymar. Pochi giocatori nell’epoca contemporanea sono stati più decisivi con la maglia della propria nazionale. In Qatar potrebbe raggiungere e superare il record di gol col Brasile di Pelè (77, Neymar è fermo a 75), ma il suo contributo va molto oltre. È lui che lega il gioco che decide il ritmo della squadra e le zone in cui attaccare. Se il Brasile ha leader più carismatici di lui - Thiago Silva, Marquinhos, Dani Alves - è indubbio che il leader tecnico è lui, la stella polare intorno a cui gira una squadra solidissima. Solida è anche la Svizzera, che sembra sempre la stessa squadra da quindici anni. L’allenatore non è più Petkovic, ma Murat Yakin, mentre per il resto la base è sempre quella: Sommer a ogni grande torneo si conferma un ottimo portiere (però, occhio, non è al meglio), Granit Xhaka sta vivendo forse il suo miglior momento da quando è all’Arsenal, mentre Shaqiri è volato verso la MLS ma rimane il centro creativo di una Nazionale molto poco creativa, che basa tutto sull’organizzazione tattica e una fase difensiva incredibilmente efficiente (è stata la squadra a subire meno gol nelle qualificazioni europee). Se la difesa è il reparto più affidabile, con Akanji che sembra aver tratto beneficio dal passaggio al Manchester City, in avanti l’inserimento di Noah Okafor, esterno classe 2000 molto tecnico del Red Bull Salisburgo, potrebbe portare quel brio spesso assente nella Svizzera, ancora attaccata ai gol di Embolo. L’obiettivo è quello di provare a superare l’ostacolo degli ottavi (i quarti mancano dal 1954), aggrappandosi alla grande vittoria ottenuta agli ultimi Europei contro la Francia, in una partita storica. Un risultato che non sembra alla portata, ma scommettere contro la Svizzera è sempre rischioso: nell’ultimo anno è arrivata davanti all’Italia nel girone di qualificazione al Mondiale (sigh) e ha battuto sia la Spagna che il Portogallo in Nations League. Squadra più interessanteImmaginatevi questo attacco: Aleksandar Mitrovic e Dusan Vlahovic dentro l’area di rigore, Filip Kostic ad arare la fascia sinistra, Dusan Tadic alle loro spalle e Sergej Milinkovic-Savic a entrare da dietro. Quanto di meglio si può trovare in Qatar? La Serbia di Dragan Stojković ha un potenziale offensivo ridicolo che il CT si è impegnato per amalgamare e rendere sostenibile in un 3-4-1-2 dagli equilibri sottili. Se ci è riuscito è la grande domanda che accompagna i serbi in Qatar. Fin qui i risultati sono buoni: con il nuovo allenatore in 21 partite sono arrivate 14 vittorie, 4 pareggi e appena 3 sconfitte, di cui due in amichevole. La vittoria più importante è stata quella in casa del Portogallo, arrivata con un gol di testa di Mitrovic al 90’, e che è valsa la qualificazione diretta in Serbia.

L’attaccante del Fulham sta vivendo un momento d’oro (più di 50 gol nell’ultimo anno e mezzo), ma arriva in Qatar acciaccato e dovrebbe saltare la prima partita col Brasile. Si riprenderà per le altre partite, decisive in caso di sconfitta alla prima? La Serbia ha comunque altri modi per segnare, e forse il più importante di tutti sono i calci piazzati. In una competizione dove le squadre vogliono far succedere il meno possibile avere Tadic e Kostic (ma anche lui non è al meglio e dovrebbe saltare la prima partita) a calciare e una batteria di saltatori che non teme confronti può essere un grande vantaggio per riuscire finalmente a superare i gironi, un risultato raggiunto solo nel 1998. Partita da non perdere Quattro anni fa, in Russia, la Svizzera riuscì a ribaltare la partita contro la Serbia, e qualificarsi agli ottavi, grazie ai gol di Xhaka e Shaqiri, che poi esultarono facendo “il gesto dell’aquila”, un richiamo diretto alle loro origini kossovare che creò grande trambusto a livello geopolitico. Il 2 dicembre la storia potrebbe ripetersi: le due squadre si affrontano di nuovo all’ultimo turno, di nuovo con - probabilmente - la qualificazione in ballo. Forse non sarà la partita più spettacolare del girone (che invece potrebbe essere Serbia-Brasile) ma sicuramente quella che promette più drammaticità. Giocatore da seguire Ok, può essere il mondiale di Neymar, che pur avendo 30 anni ha fatto capire che difficilmente arriverà a giocare tra altri 4 anni, ma nessun calciatore al mondo è salito di livello più di Vinicius Jr nell’ultimo anno e mezzo. Da ala velocissima ma inconcludente a giocatore decisivo nel Real Madrid campione d’Europa, con tanto di gol in finale di Champions. La sua freschezza sulla sinistra potrebbe essere quel qualcosa in più che serve al Brasile per arrivare fino in fondo. Chi può stargli dietro tra le difese avversarie? La sua tecnica in velocità, la sua capacità di dribblare gli avversari nello spazio di una monetina, i miglioramenti nelle scelte una volta arrivato negli ultimi 16 metri (32 gol e 22 assist con la maglia del Real dall’inizio della stagione 2021/22). Con la maglia verdeoro la sua storia è appena agli inizi: 16 presenze, molti spezzoni, appena un gol. Non ha la genialità mistica dei numeri 10 del Brasile, ma dopo il Qatar, con Neymar che potrebbe lasciare, il futuro della Selecao è lui. Come si dice in questi casi, però: per Vinicius Jr il futuro è adesso. Giovane più eccitante Non è un girone per giovani. Serbia, Camerun, Brasile e Svizzera sono squadre esperte, con titolari rodati e spesso più vicino ai trenta che ai venti. Oltre a Vinicius Jr, che appunto ormai definire “giovane” è giusto solo da un punto di vista anagrafico, non c’è molto. Il nome più interessante è sicuramente quello di Noah Okafor, che potrebbe essere la sorpresa di una squadra che non ama le sorprese. È un’ala veloce e tecnica, con una creatività non banale anche nel gioco a tutta velocità del Red Bull Salisburgo. In una Svizzera che punta a chiudersi molto per poi ripartire in verticale, la sua freschezza potrebbe essere decisiva, anche se fin qui Murat Yakin lo ha usato col contagocce. Se invece vi piacciono i difensori con la faccia da killer e lo stile di gioco da killer, allora il nome che fa per voi è Strahinja Pavlovic. Classe 2001, quasi due metri e novanta chili, è il centrale destro della difesa a tre della Serbia, un ruolo che interpreta in maniera molto aggressiva. Molto forte nei duelli individuali, sia a terra che aerei, sembra entrato nelle mire della Juventus. Dove gioca? Ma nel Red Bull Salisburgo ovviamente (arriveremo a quel momento della storia in cui tutti i giovani interessanti giocano o hanno giocato in una squadra Red Bull?).

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