Alterzoanno di innamoramenti lampo coi nuovi giocatori della Serie A mi sento costretto a fare un bilancio. Degli undici giocatori di cui mi sono innamorato gli scorsi anni (e vi siete innamorati anche voi, dite la verità) solo due hanno fatto bella figura nel resto della stagione o ancora giocano benino. Questo non toglie credibilità al mio (al nostro!) amore, anzi, è una medaglia: ci innamoriamo senza valutazioni preliminari, senza analisi, ci innamoriamo e basta, mica smettiamo. Ecco chi ci ha fatto battere il cuore in queste prime due giornate di campionato.
Emre Can - Juventus
Tipo di amore: Uomo con cui mettere su famiglia❣️
Un post condiviso da Fanpage (@emre.can2323) in data: Ago 26, 2018 at 9:48 PDT
Figlio illegittimo di Khedira e un gundam, Emre Can è apparso nella nostra Serie A giocando appena 27 minuti, in sostituzione a centrocampisti più rodati nel sistema di Allegri. Questa mezzoretta è bastata anche ai tifosi juventini più scettici per trovare tra i tre acquisti più importanti una nota di speranza, tra Bonucci-il-traditore e CR7-eh-ma-non-ha-ancora-segnato. Emre Can è nelle aspettative più rosee il centrocampista box-to-box che manca ai bianconeri dai tempi di quell’altro con la 23 (Arturo Vidal), in quelle peggiori uno Sturaro che sa stoppare un pallone, che comunque è giàmeglio dello Sturaro originale.
Contro il Chievo sembra spingere i suoi a far meglio solo con la sua presenza e prestazione muscolare; contro la Lazio sbaglia anche qualcosa, ma poi torna a fare fallo per fermare l’azione avversaria propiziata dal suo errore, al 76’ scherza Parolo con la suola, tenendolo distante (e sappiamo che Parolo non è esattamente uno che si fa scherzare) e gestendo i tempi del gioco. In generale sembra unire una certa fisicità a una calma cerebrale tipica di chi è in controllo, non rischia le giocate difficili (anche per il ruolo che ricopre) e sembra adattarsi bene alle situazioni di gioco: più offensivo nei 10’ col Chievo in situazione di forcing (più duelli aerei vinti in posizioni pericolose, un tiro), più attento e compassato nella gestione con la Lazio (tre contrasti, un intercetto, passaggi semplici). Questo, unito alla sua stazza, dà una certa sicurezza; l’idea poi che poi possa giocare in difesa (persino terzino) come in mediana fa sudare i miei ormoni della tattica.
Emre Can è l’amore agognato che il padre dell’amato (Allegri) non ti lascia neanche vedere fin quando non valuta che sia abbastanza maturo per farsi amare in tutte le sue caratteristiche. Probabilmente alle giostre darebbe un pugno molto forte al punch ball e ti regalerebbe il pupazzo che ha vinto proprio per te.
Darwin Machis - Udinese
Tipo di amore: sporco e rivoluzionario 💘
Machis è il prosieguo spirituale dell’aura misteriosa del nuovo allenatore dell’Udinese Julio Velazquez. In arrivo entrambi dalla Serie B spagnola, con caratteristiche e personalità da valutare (se non addirittura dubbie), si sono fatti voler bene nel precampionato e grazie all’atteggiamento. I due sembrano particolarmente in sintonia, tanto che Machis ha superato nelle gerarchie della squadra il più quotato Pussetto grazie a un impegno e a una lettura degli spazi migliore del collega di reparto.
Dopo un gol molto bello in una partita disastrosa contro il Benevento in Coppa Italia, la squadra di Velazquez sta iniziando a girare in Serie A: contro il Parma Machis ha fatto tre dribbling e tre tiri muovendosi come ala destra con una buona prestazione atta a consolidare la superiorità numerica; contro la Sampdoria Machis ba provato un gol da 40 metri, poi ha sofferto un po’ la stanchezza, ma ha fatto il suo anche in fase difensiva.
Se siamo interessati al destino dell’Udinese di Velazquez sembra che non potremo fare a meno di essere interessati al destino di Machis, e questo mi piace molto. Darwin Machis, col suo nome bellissimo da rivoluzionario sudamericano, è l’amore esotico per un ideale di calcio che ancora manco conosciamo bene, ma che vogliamo scoprire pezzo dopo pezzo ogni domenica, come se fossimo alle riunioni di Lucha Comunista.
Justin Kluivert - Roma
Tipo di amore: Quello giovane e pazzo e senza confini
I figli d’arte dei calciatori culto degli anni ’90 sono sempre di più e sempre più forti, come se Football Manager, e la possibilità che i giocatori rinascano, sia entrato nella vita reale.
La Roma ha pensato di assicurarsi le prestazioni di uno di loro, che è anche uno degli esterni d’attacco più promettenti tra i campionati europei. Justin Kluivert è figlio di Patrick e l’anno scorso in Eredivisie, all’Ajax, ha giocato titolare, finendo in doppia cifra e con cinque assist e venendo benedetto da Mourinho, Messi,goal.com, il padre stesso. Con queste aspettative, e un talento chiaro ma acerbo, c’era da temere per lui. Appena è sceso in campo, però, ci ha rassicurati.
Inserito alla prima col Torino a 20’ dalla fine al posto dell’altro golden boy Ünder, ogni tocco di palla di Kluivert è stato un sussulto, una sorpresa, un’emozione. Ci ha messo solo venti minuti a lasciare il segno: si è portato dietro mezza difesa granata verso destra e ha messo un cross in mezzo dal fondo per Dzeko che ha fattoun gran gol. Con l’Atalanta, una delle squadre più toste del campionato, Di Francesco gli ha concesso un tempo intero, un tempo difficile e sotto di due gol; la Roma è riuscita a recuperare ma lui è apparso un po’ fuori fuoco, con i soliti guizzi ma lievemente fuori dal gioco. Al 93’, lanciato da Schick, per poco non porta la Roma in vantaggio, ma non è abbastanza rapido nelle decisioni. L’amore comunque perdona, soprattutto nel caso di Justin Kluivert: è l’amore senza senso dei primi tempi, per il quale molleresti la tua vita e andresti a vivere insieme da subito, l’amore senza fiatella mattutina e senza scazzi, l’amore senza tempi morti e pieno di trick da ala e doppi passi.
Miha Zajc - Empoli
Tipo di amore: Birsa
La mia speranza, vista la serie B della scorsa stagione, era di poter aggiungere a questa lista il cuore pulsante dell’Empoli di Andreazzoli promosso, Bennacer; il tecnico però sembra preferirgli l’esperienza nella massima serie e i muscoli di Acquah, ma non per questo non ho trovato l’amore vestito d’azzurrino. Miha Zajc, trequartista calciante dall’est europa (il cuore inizia a battere a ritmo di B I R S A), sembra molto più piccolo dei suoi 24 anni, è leggero e ha gli occhi chiari e lo sguardo vispo di un personaggio di High School Musical. Ha già fatto un assist (quasi due se non si conta una leggera deviazione in area) e gioca da trequartista in un Empoli che sembra voler proporre la sua idea di calcio con tutti – buona col Cagliari e un po’ ingenua col Genoa che ha approfittato dell’indole offensiva dei toscani per ripartire in contropiede. Contro i liguri in due minuti Zajc ha fatto una veronica e ha preso una traversa su punizione, e ha sfoggiato le sue arti tra passaggi chiave, tiri, dribbling e qualche cross.
Zajc, con la sua umile 6 sulle spalle, lo guardi a distanza, infatuato ma consapevole di vivere in due piani di realtà differenti: lui in quello della geometria e dei piedi buoni, tu in quello che spera in lui e che si comprerà la sua maglietta.
Krzysztof Piatek e Christian Kouamé - Genoa
Tipo di amore: Un uomo che ti fa ridere
Tom e Jerry, Batman e Robin, Lennon e Mccartney, Bonnie e Clyde, Simon e Garfunkel, prosciutto e melone. Voglio credere con tutto me stesso che da questo campionato si aggiungerà un altro iconico duo al nostro mondo culturale grazie al nuovo giovane attacco del Genoa.
Krzysztof Piatek (23 anni), arrivato dal Cracovia come semi-incognita, ha fatto un precampionato da punto esclamativo segnando 4 gol in 38’ al debutto contro il Lecce in Coppa Italia, tre di testa e uno di piede, festeggiando sparandosi i bicipiti come un tamarro e ricevendo lo sguardo un po’ severo ma anche fiero di Pandev. In occasione della prima di campionato dei grifoni ha segnato un gol semplice semplice ma comunque importante per spezzare psicologicamente l’Empoli esuberante nel fraseggio.
Non appena i toscani sembravano aver ripreso coraggio ci ha pensato Kouamé (21 anni) a metterli di nuovo a sedere con un gol cinico, una rasoiata dopo una corsa rapidissima alle spalle di Silvestre (a 16 anni l’ivoriano era una promessa dei cento metri di atletica, non sappiamo se correva alle spalle di grossi difensori argentini). Già in coppa col Lecce aveva fatto l’assist per Piatek, ma dopo questa prima partita del Genoa in A vorrei vederli giocare sempre in coppia. L’unico migliore di loro è Criscito, di ritorno dalla Russia con due assist per entrambi i giovanotti, per il quale l’amore ha lasciato ormai spazio a un grande rispetto.
Krzysztof e Christian li ami come ami i personaggi per cui fai il tifo di una sitcom, vuoi che tutto gli vada bene e sai che, se lo sceneggiatore non è G.R.R. Martin, allora per loro c’è un futuro roseo ancora per qualche stagione.
Soualiho Meité - Torino
Tipo di amore: Quello della vita
Meité, con Baselli e Belotti, è uno tra i migliori giocatori del Torino di Mazzarri, che ha deciso per questa stagione di puntare molto sulla rosa esistente aggiungendo un paio di innesti intelligenti e funzionali al suo gioco. Meité, proveniente dal Monaco, è uno di questi: interno di centrocampo roccioso, più fisico che cerebrale, portato al pressing, al fraseggio stretto, ed estremamente dinamico, ottimo per il 3-5-2 del tecnico.
Se i timori principali dei granata possono essere quelli di perdere una certa elasticità necessaria al gioco del tecnico, con Meité si cade sul morbido: con la Roma ha fatto valere il suo fisico nei duelli aerei (terzo in una partita che comunque vedeva in campo Dzeko e Belotti), con l’Inter è uno dei migliori in campo e suggella la sua prestazione con un gol che inizia con uno scavetto di un’intelligenza sopraffina. Tatticamente Mazzarri sembra averlo assimilato nel suo sistema. Quello per Meité è un amore pieno di fiducia nell’altro, quando hai la sensazione che uno come lui non potrà mai abbandonarti nel momento del bisogno e che questo amore sia solo destinato a crescere.