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Mattia Pianezzi
I primi amori non si scordano, edizione 2017
08 set 2017
08 set 2017
Luca Mora, Patrick Cutrone, Gil Dias e altri colpi di fulmine di settembre.
(di)
Mattia Pianezzi
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C’è qualcosa di più profondo della semplice voglia di ripresa del campionato nella frenesia con la quale si aspetta il termine della prima pausa per le partite delle nazionali. Per un po’ ho pensato che fosse colpa del dare poco e male, ovvero di mostrarci due giornate di forme fisiche non ottime e prove tattiche ancora in corso. Invece c’è qualcosa di più forte sotto al nostro enorme dolore per la sospensione improvvisa del campionato: è colpa dell’amore.

 

Per le prime partite di Serie A, come

, ho guardato volti nuovi affacciarsi sulla massima Serie, ed erano così belli e pieni di speranze che volevo vederne ancora, e subito. Qui ho riunito i miei preferiti, affinché possiate guardarli meglio questo fine settimana: non sono mica geloso.

 

💞

 

https://www.youtube.com/watch?v=2OIXv45LaGk



 

Marten de Roon è una persona buona, buonissima: arrivato a Bergamo e adorato dai tifosi per delle ottime prime prestazioni e una grinta infinita, dopo il suo primo anno all’Atalanta ha voluto seguire le sirene della Premier League, in particolare del Middlesbrough. Non è stata un’annata fortunatissima, tanto che il “Boro” è retrocesso; e però de Roon è stato giocatore dell’anno scelto dai tifosi locali e si è fatto voler bene anche fuori dal campo andando a trovare un ragazzino che gli

. Dentro il campo a non volergli bene sono gli avversari: spigoloso e tenace, de Roon insegue chi si infila tra le linee, intercetta i palloni ed è pure bravo in fase di transizione. È rientrato alla corte della Dea e ha giocato solo due finali di partita, ma non è così che lo preserveranno dal nostro sentimento.

 

Con De Roon c’eravamo già amati, e per questo ci guarderemo da lontano, consapevoli entrambi che le minestre riscaldate sono sciocche, ma saziano e ti danno quel senso di calore dentro che ti mancava da tempo.

 



 




 

Amato Ciciretti è un giocatore di una neopromossa. Di una neopromossa che ha una strega (una strega con la scopa volante) nel suo logo. Si chiama Amato Ciciretti. Sono motivazioni sufficienti per renderlo un instant feticcio e un amore del nostro campionato. Metteteci pure quel gol senza senso all’esordio che gli ha attirato addosso gli occhi di mezzo giornalismo sportivo italiano. La sentite quell’etichetta di “giovane talentuoso” echeggiare nell’aria? Lo sentite un’acquisto futuribile da parte di una squadra di media-bassa classifica? Perché noi lo sentiamo. Potete sempre vantarvi in seguito di averlo scoperto, e non si fa quasi mai brutta figura nel credere nei giovani (a parte Elijero Elia).

 

All’amore per Ciciretti, condiviso con tanti, penserò ogni domenica, lo vedrò e mi accorgerò che la passione è finita, però non potrò non guardarlo con simpatia e pensare a quando mi faceva battere forte il cuore; bastava un gesto.



 



 

Di Luca Mora, capitano della Spal di Ferrara neopromossa dopo 49 anni, si è già detto parecchio, nonostante, e in fondo proprio perché, è una persona normale, cioè con interessi specifici che vanno oltre il calcio e le borse. Dice di pensare tanto alla filosofia di Epicuro quando pensa al gruppo della Spal («abbiamo vinto due campionati perché giocavamo felici»), perché Mora è davvero uno studente di Filosofia, gli mancano cinque esami. Come alle persone normali d’altronde. Forse è per questo che

Luca Mora appare come su uno sfondo sfocato, un iperuranio dell’idea del Calcio: potrebbe essere il Mazza, o la nebbia di Ferrara, come potrebbe essere lo sfondo della Scuola di Filosofia di Raffaello, in cui tra l’altro

.

 

Sul campo Mora è semplice e onesto come i suoi beniamini: tignoso, pronto ad entrare in scivolata per recuperare palloni sporchi, ed è un buon capitano per i suoi proprio perché dà un esempio agonistico più che tecnico, e tutti lo seguono. Sarebbe facile per Mora cadere nella categoria dei giocatori operai, di un simbolo dell’anticalcio moderno contro il capitale solo quando fa comodo; ma Mora va più in là di questo, da bravo filosofo: «Il mercato crea soldi e uno li può spendere, se vuole. Se poi vogliamo parlarne dal punto di vista etico, allora dovremmo rivedere l’80% di tutto quello che ci circonda. Non solo del calcio». Se non vi basta, Mora consiglia anche di

.

 

Con Luca Mora intratterrei volentieri una solida relazione epistolare fatta di commenti su Instagram, ma lui non usa i social network; allora prenderò carta e penna e commenterò ogni suo gesto tecnico paragonandolo a teorie filosofiche del passato.

 

💚

 


Gil Dias che gioca a pallone in Portogallo, senza pantaloncini.


 

Presentatosi ai tifosi italiani con una busta (nel senso del tunnel), Gil Dias è perfetto nella vita fumosa della Fiorentina degli ultimi anni, fatta di talenti che ogni tanto son talenti e ogni tanto no – soprattutto mentre sono ancora alla Viola. Potrei farne un elenco lungo anche solo di quest’anno: Chiesa, Veretout, Mati Fernandez, Giovanni Simeone, Eysseric, Cristóforo – all’interno di questo elenco c’è poi un sottogruppo di “figli-di-quelli-forti” che credo necessiti un articolo a parte. Gil Dias non è altissimo ma ha comunque un’aria equina, corre a testa bassa ed è rapidissimo a cambiare direzione, gioca esterno d’attacco e quindi è un tipo estroso, e ha quel mix di imprevedibilità e prevedibilità dei mancini che fanno sempre la stessa cosa ma la fanno molto bene.

 

Non so esattamente cosa mi piaccia di Gil Dias, non capisco la sua lingua del pallone, ma ne sono affascinato; gli basta cambiare il passo, spostare la sfera rapidamente verso il mancino e io cerco di seguire le gambe, e infatti mi ha fatto tunnel nel cuore; anche Nagatomo

.

 

💗

 


*Careless Whisper playing in the background*.


 

È difficile, se si segue il calcio, non aver sentito parlare di Cutrone, la ciliegina sulla torta di questo inizio di stagione del Milan così pieno d’entusiasmo e amore giovanile. Il Milan può aver comprato il centrocampista di prospettiva più forte della Serie A, il suo difensore più chiacchierato, vari talentuosi attaccanti, ma è questo prodotto della primavera che richiama a sé tutte le attenzioni.

 

Cutrone è giovane, viene dalla primavera (= no ai milioni, calcio di una volta, umiltà, ecc), e sul campo sembra tarantolato. Nelle ultime 7 uscite ufficiali ha fatto 4 gol e 1 assist, e non si capisce bene cosa lo spinga avanti così forte: se la consapevolezza di uno stato di forma fisica e mentale eccellente, l’essere davvero un fenomeno, estratti di piante tropicali, una maledizione antica. Quanto possa durare non lo sappiamo, ma ci auguriamo molto perché siamo romantici.

 

Di Cutrone non sentirò davvero mai la mancanza: lui sarà sempre lì a ricordarmi di com’era bello all’inizio della nostra storia; ormai avrò razionalizzato Cutrone e la mia infatuazione, ma non mi dimenticherò di lui.

 



 


Se andate sul profilo twitter di Nicolas Viola trovate i video di tutti i concerti che si fa: Red Hot Chili Peppers, Radiohead, Depeche Mode, la sua copertina è un’immagine sgranata di The Dark Side of the Moon; è uno giusto.


 

Nicolas Viola viene da un piccolo paese calabrese chiamato Oppido Mamertina, e a quanto dice è molto legato alla sua terra. È giusto notare che i Mamertini da cui prende il nome il suo luogo d’origine altro non erano che dei pirati attaccabrighe, di cui lui è fiero discendente, e di cui porta l’aspetto fuori dal campo con magliette dei

, o camicie improponibili e pizzetti che avrebbero reso

. Però, come tutti gli animi sensibili, ha un lato dolce, che è quello sul campo: il suo sinistro preciso e tondo è perfetto per il suo ruolo di regista, le sue punizioni sono inviti galanti, la sua intelligenza tattica è l’apostrofo rosa tra le parole calciod’angolo.

 

 

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