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Dario Saltari
Guida al gruppo A
15 nov 2022
15 nov 2022
Forse il gruppo più random di tutto il torneo.
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Dario Saltari
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ANP via Getty Images
(foto) ANP via Getty Images
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Qatar 2022 si porta dietro questioni problematiche, in questo articolo, che metteremo in cima ad ogni pezzo sul Mondiale, abbiamo raccolto inchieste e report che riguardano le morti e le sofferenze ad esso connesse.

Se guardate questo Mondiale per vedere partite possibili solo con la modalità random di FIFA allora il girone A fa per voi. Qatar, Olanda, Senegal e Ecuador non hanno precedenti in gare ufficiali (e complessivamente appena tre in amichevole) e sarebbe strano il contrario. Cosa aspettarsi allora? Forse l’unico filo rosso che lega le quattro squadre è l’inesperienza. Il Qatar è la squadra esordiente, e per via della qualificazione di diritto ottenuta grazie all’assegnazione del Mondiale quest’anno deve ancora giocare una partita ufficiale (l’ultima, la finale terzo-quarto posto della Coppa Araba, è avvenuta poco meno di un anno fa). L’Olanda, che molti danno come la possibile outsider di questa competizione, viene dalla cocente assenza ai Mondiali del 2018 e, a parte i totem van Gaal e Blind, è una squadra quasi del tutto diversa da quella che arrivò a un passo dalla finale otto anni fa, in Brasile. Lo stesso discorso vale per l’Ecuador, anch’esso assente in Russia. La Nazionale sudamericana, per via della disputa legale con il Cile riguardo alla nazionalità di Byron Castillo (alla fine escluso dai convocati), ha avuto la conferma ufficiale della sua presenza al Mondiale solo una settimana fa e fuori dal campo la vicenda ha già lasciato degli strascichi, visto che il TAS di Losanna lo ha condannato a pagare 100mila franchi svizzeri e a scontare tre punti di penalizzazione nel girone di qualificazione ai Mondiali del 2026.

Tra tutte, la Nazionale più esperta sembra il Senegal: una squadra rodata, con un allenatore che dopo la vittoria della Coppa d’Africa si è guadagnato lo status di predestinato, e che già quattro anni fa aveva fatto un’ottima figura, venendo eliminata ai gironi solo per la regola del fair play, applicata per la prima volta nella storia dei Mondiali. Il Senegal era arrivato a pari punti e con la stessa differenza reti del Giappone, che però passò alla fase ad eliminazione diretta per via del minor numero di cartellini gialli. Da quel momento a oggi la squadra allenata da Aliou Cissé ha una Coppa d’Africa in più ma anche un Sadio Mané in meno, o quasi. L’attaccante del Bayern Monaco ha subito una brutta botta al ginocchio destro nell’ultima partita giocata contro il Werder Brema e non è chiaro in che condizioni arriverà in Qatar, e se riuscirà a giocare del tutto. Inutile dire che un Senegal senza Mané è una squadra completamente diversa da un Senegal con Mané, e la sua assenza da sola riaccende le speranze di qualificazione del Qatar e soprattutto dell’Ecuador. Qatar-Ecuador sarà anche la partita d’apertura del Mondiale, che quindi sarà subito importante per capire chi potrà recitare il ruolo di terzo incomodo.

Favorite per il passaggio del turno

L’unica Nazionale che ha tutto da perdere da questo girone è l’Olanda, condannata non solo a superare questo girone ma anche a vincerlo, cosa che gli permetterebbe di affrontare la seconda del gruppo B (presumibilmente una tra Galles, Stati Uniti e Iran). Il calendario, però, ha messo le cose in salita per la squadra di van Gaal, che affronterà subito la squadra che peggio si incastra con i suoi difetti. Il Senegal è infatti una squadra molto intensa e difensivamente solida, e potrebbe dare più di un fastidio a una Nazionale che al contrario sembra essere ambiziosa tatticamente ma anche fragile a palla persa. Se le cose dovessero mettersi male nella partita d’esordio, l’Olanda si ritroverebbe a quel punto con le spalle al muro ad affrontare l’Ecuador, che invece come detto ha il vantaggio di partire con il Qatar.

Gli ingredienti per un disastro arancione potenzialmente ci sono, insomma, bisogna vedere però se ci sarà qualcuno in grado di metterli insieme. Il Senegal, come detto, è una squadra tatticamente ordinata, ma senza Mané, l’unico che garantisce un po’ di creatività nell’ultimo terzo di campo, sembra anche arida offensivamente ed eccessivamente rigida. Cissé non ha molto tempo per inventarsi qualcosa di nuovo e nemmeno grandi alternative in panchina, ma in un Mondiale non si sa mai. E se senza Mané diventasse il Mondiale di uno dei suoi molti giovani in rampa di lancio? Chissà che uno tra Bamba Dieng, Ismaila Sarr e Iliman Ndiaye non possa stupirci.

Con 9 gol e 2 assist in 21 partite di Championship, Iliman Ndiaye a 22 anni sta stupendo allo Sheffield. 

Ecuador e Qatar, dal canto loro, cercheranno di infilarsi in questa corsa a due partendo da presupposti opposti. La Nazionale sudamericana, allenata da Gustavo Alfaro, ha alcuni ottimi giocatori, come Moises Caicedo, Pervis Estupiñan e Piero Hincapié, ma nessuna velleità tattica, e dovrà sperare in un po’ di fortuna e nello stato di forma dei suoi talenti migliori. Il Qatar al contrario è una delle poche Nazionali di questo Mondiale allenata come una squadra di club, e infatti è stata in ritiro per un paio di mesi nella cittadina spagnola di Marbella. Il 3-5-2 fluido e ambizioso del catalano Felix Sanchez cerca di difendersi bassa senza il pallone e di attaccare seguendo i principi del gioco di posizione, ma il livello tecnico della sua rosa va testato a questi livelli. Il Qatar ha alcuni giocatori interessanti, come la mezzala Hasan Al-Haydos, il centravanti Almoez Ali e la seconda punta Akram Afif, e c’è da dire che ha ottenuto risultati impressionanti negli ultimi anni (come la Coppa d’Asia vinta nel 2019 e la semifinale di Gold Cup raggiunta nel 2021). Il Mondiale però è tutta un’altra storia.

Squadra più interessante

Anche se è priva di una stella vera e propria, l’Olanda di van Gaal è forse la Nazionale che riesce a combinare meglio una proposta tattica ambiziosa a un livello tecnico mediamente molto alto. Il percorso che l’ha portata a Qatar 2022 poi è stato quasi trionfale, con la vittoria prima del girone di qualificazione ai Mondiali (23 punti davanti a Turchia e Norvegia, 33 gol fatti, 8 subiti) e poi quello di Nations League (16 punti davanti a Belgio e Polonia, 14 gol fatti, 6 subiti).

L'1-0 inflitto al Belgio con cui l'Olanda ha concluso il suo ottimo percorso in Nations League.

Nonostante sia tornata a qualificarsi per un Mondiale a otto anni di distanza, in Olanda più dei risultati si è discusso del gioco di van Gaal, che alla fine della sua carriera ha scoperto un amore per il 3-5-2 che nella patria del calcio totale è quasi eretico. «Più alleno e più lo amo», ha dichiarato van Gaal «Puoi attaccare e difendere con la stessa efficacia, puoi pressare l’avversario ovunque e con i tre centrali si rischia di meno sulle transizioni avversarie». Dichiarazioni che sono musica per le orecchie degli allenatori italiani, ma che in Olanda non sono state apprezzate, persino da van Dijk che ha pubblicamente criticato il passaggio alla difesa a tre.

In realtà, il sistema adottato da van Gaal è meno di rottura con la tradizione olandese di quanto non sembri, sia per modulo che per principi. In questo 3-5-2, infatti, i due attaccanti si dispongono in verticale anziché in orizzontale, e in questo modo in fase di possesso l’Olanda adotta un modulo che in realtà è molto vicino a un 3-4-3 a rombo, che era uno dei preferiti di Johan Cruyff. In questo senso, sarà interessante scoprire chi sceglierà van Gaal nella posizione di “numero 10” alle spalle di Memphis Depay. Nelle ultime partite, in Nations League, in quel ruolo ha fatto bene Cody Gakpo, che in questo inizio di stagione ha fatto le fiamme al PSV.

La Nazionale oranje, poi, non è certo una squadra reattiva, e, anzi, prova ad attaccare e a difendersi con il pallone, manipolando l’avversario con il possesso. I problemi, come detto, iniziano a palla persa, dove l’Olanda non sembra avere meccanismi sufficientemente rodati per organizzare una vera e propria riconquista immediata del possesso. Per i risultati degli oranje saranno quindi decisive le prestazioni del centrocampista accanto a de Jong, uno tra Koopmeiners e de Roon (giocatore molto apprezzato da van Gaal a conferma della sua “italianizzazione”), e dei tre centrali, dove potrebbero esserci delle sorprese, almeno da queste parti. Il CT olandese non sembra essere un grande fan di Matthijs de Ligt, che ha schierato da titolare solo due volte nelle ultime sei partite di Nations League, e potrebbe rinunciare anche a Stefan de Vrij. Al loro posto, accanto a van Dijk, dovrebbe giocare la coppia Timber-Aké. È in porta, però, che le nuove idee di van Gaal si sono scontrate di più con una tradizione tattica che sembra aver rifiutato del tutto la distruzione del gioco. Tra i pali l’Olanda ha convocato: il 39enne Remko Pasveer, diventato titolare dell’Ajax dopo una serie di sfortunati eventi alla fine di una carriera modesta; il portiere del Feyenoord, Justin Bijlow, 22 gol subiti in 20 partite per adesso in stagione; e l’ex Foggia Andries Noppert.

Partita da non perdere

Oltre a essere per valori tecnici il big match del gruppo, Senegal-Olanda appena un giorno dopo la partita inaugurale del Mondiale sarà importante per capire diverse cose. Se c’è veramente una sfida per il primo posto del girone. Se esiste un Senegal competitivo senza Sadio Mané. Se l’Olanda può davvero essere una delle outsider del torneo. Se Qatar ed Ecuador, che si affrontano il giorno prima, possono sperare in una qualificazione alla fase ad eliminazione diretta.

Giocatore da seguire

Non ci sono molti altri calciatori che possono vantare lo stesso impatto sulla Premier League di Moises Caicedo. Il centrocampista ecuadoriano ha da poco compiuto 21 anni, e si è preso la titolarità nel Brighton da nemmeno nove mesi, eppure da quel momento non ha quasi mai mancato un minuto, diventando uno dei giovani più interessanti del campionato inglese. Roberto De Zerbi, che l’ha preso in consegna da Graham Potter, l’ha definito «uno dei migliori centrocampisti della Premier League», «un top player con e senza palla». Nonostante la fascia di capitano dell’Ecuador sia salda sul braccio del grande vecchio Enner Valencia, non è una bestemmia dire che sia lui il leader tecnico della Nazionale allenata da Gustavo Alfaro. Per una squadra che cerca la verticalità già dai rilanci del portiere, le letture difensive di Caicedo in mezzo al campo saranno determinanti per non far crollare tutto. Per superare il girone, poi, ci sarà bisogno di lui anche nell’ultimo terzo di campo. Un artista dell’hockey pass, cioè il passaggio che precede l’assist, Caicedo ha già messo la sua firma sulla storica qualificazione a questo Mondiale, con il gol che quasi esattamente un anno fa al 93esimo ha sigillato la decisiva vittoria contro il Cile a Santiago per 0-2. Per un Mondiale da ricordare, l’Ecuador deve sperare di rivivere momenti come questo.

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