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Marco D'Ottavi
L'unico attaccante che sta facendo meglio di Haaland
20 ott 2022
20 ott 2022
Numeri alla mano Cody Gakpo è l'attaccante più influente d'Europa.
(di)
Marco D'Ottavi
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ANP / IPA
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Cody Gakpo è nato nel 1999 a Eindhoven. Il padre è stato un calciatore professionista con anche una presenza nel Togo, la madre una rugbista che è arrivata fino alla nazionale olandese, anche il fratello più grande Sidney gioca a calcio (nel RPC Eindhoven). Insieme sono cresciuti nel quartiere di Stratum, una decina di minuti di macchina dal Philips Stadion. Da piccoli passavano ore a giocare nel cortile di casa o in strada, anche per soldi. Cody in camera aveva i poster di Jefferson Farfán e Ibrahim Afellay, due giocatori del PSV. Nel 2006, a neanche 8 anni, è entrato nelle giovanili del PSV e non ne è più uscito. Con pazienza il club ne ha coltivato il talento: Gakpo è passato per tutte le under, risalendo la corrente fino alla prima squadra, dove ha esordito il 25 febbraio 2018.In Olanda non è una novità, o una sorpresa, che una squadra anche di vertice come il PSV si affidi a calciatori appena maggiorenni, e il suo percorso non poi tanto diverso da quello di altri talenti prodotti dal loro calcio. Dai diciannove anni Gakpo è stato promosso titolare e presto responsabilizzato: 2 gol nella stagione 2018/19, 8 nel 2019/20, 11 nel 2020/21, 21 nella scorsa, in cui, a 22 anni, ha vinto il premio di miglior giocatore della Eredivisie. Quel titolo era sembrato il compimento della sua parabola in patria, il trampolino di lancio verso campionati con più blasone e soldi. I tifosi del PSV, consapevoli del destino riservato ai migliori giocatori della loro squadra, avevano provato a far leva sul senso di appartenenza di Gakpo facendogli firmare uno striscione a forma di contratto, pregandolo di rinnovare per rimanere un altro anno nella squadra per cui tifa fin da bambino. https://youtu.be/CMHv_4-hVHs

Gakpo ha anche partecipato a un video del rapper olandese Dio, in cui mette in scena tutti i sacrifici fatti per arrivare in prima squadra al PSV.

Gakpo ha rinnovato fino al 2026, ma più come gesto di rispetto: in estate la sua partenza era sembrata una formalità. Diverse squadre della Premier League, tra cui il Manchester United prima di virare su Anthony, hanno bussato alla sua porta e, nell’ultimo giorno di mercato, il Southampton e il Leeds avevano trovato un accordo con il PSV. Gakpo aveva addirittura salutato i tifosi uscendo dal campo dopo una tripletta al Volendam, poi proprio all’ultimo ha cambiato idea. «Fino alla scorsa settimana ero sicuro che sarei andato al Manchester United» ha detto dopo la chiusura del mercato alla televisione del PSV «Si erano fatti vivi all’inizio del mercato, ma poi l’interesse è diminuito. Mi sono trovato nella possibilità di scegliere un’altra squadra ma mi sembrava tutto troppo frettoloso, così sono rimasto». Anche pochi giorni fa ha ripetuto che il trasferimento allo United era un passo, lo ha detto con una punta di rammarico. Forse la decisione di non lasciare il PSV c'è stata anche la differenza di appeal: finire al Leeds, avrà pensato, non è la stessa cosa. Un altro motivo, pare, sia stata una telefonata di Van Gaal, l’allenatore dell’Olanda, che gli ha ricordato come un calo del suo minutaggio dovuto al suo passaggio in Premier avrebbe potuto costargli il Mondiale in Qatar. La decisione di Gakpo, emotiva o meno, oggi sta pagando, per lui e per il PSV. L’olandese è, numeri alla mano, il giocatore più influente a livello offensivo in Europa: in 18 partite ha contribuito a 24 gol di squadra, andando a segno per 13 volte e fornendo 11 assist. In Eredivisie nessuno aveva fatto così bene nelle prime 10 partite (9 gol e 7 assist) da oltre vent’anni, dai tempi di quello che oggi è il suo allenatore, Ruud van Nistelrooy. Sono numeri che hanno fatto accostare il suo nome a quello di Haaland, che al momento è appena dietro con 20 gol e 3 assist, usandolo come outsider nella lotta tutti contro Haaland. Ma se il centravanti del City mantiene questa media dalla nascita, Gakpo è un calciatore molto diverso, per ruolo e per modi in cui riesce a incidere su una partita in questa stagione.

Gakpo, infatti, non è un centravanti inarrestabile negli ultimi metri, nonostante a inizio carriera abbia giocato anche come numero nove, ma un’ala sinistra che gioca a piede invertito, che ama ricevere largo ed entrare dentro al campo per concludere o rifinire l’azione. Vederlo coi piedi spesso ben piantati sulla linea laterale fa uno strano effetto, o almeno lo farebbe se il calcio di oggi non ci avesse abituato ad atleti sempre più atipici. Col suo metro e ottantasette - almeno così viene indicato su internet, ma sembra anche più alto a guardare le foto, ad esempio è sicuramente più alto del compagno El Ghazi che risulta alto un metro e ottantanove - e una struttura fisica slanciata e potente ci si aspetterebbe di trovarsi davanti un calciatore più compassato, meno simile a un vento leggero. Gakpo invece quando corre sembra pattinare, con una leggerezza nella corsa quasi contagiosa. Quando poi deve concludere, invece, diventa tremendamente efficace. L’abbinamento tra grazia e potenza, nel suo gioco, fa pensare a quelle pubblicità patinate delle automobili, dove tutto è anche troppo perfetto. https://youtu.be/RcqtrlbzAx8 A 23 anni il suo fisico sembra aver raggiunto la maturazione ideale. Quando entra dentro al campo sa reggere i duelli fisici con gli avversari molto meglio dei primi anni, attraversare la trequarti in diagonale per poi creare quasi sempre qualcosa di buono. Non è di quei giocatori con un primo passo bruciante, che ti dribblano stando fermi, ma è davvero bravo nell’orientare il primo controllo e quando prende velocità fermarlo non è facile. Se il talento fisico è quello che salta prima all’occhio, è la qualità del suo piede destro numero 46 a renderlo tanto pericoloso. Dei 13 gol segnati quest’anno, 4 sono arrivati da fuori dall’area e 7 comunque da poco dentro, calciando a giro sul secondo palo o secco sul primo, battendo i portieri di forza o di precisione. Il suo tiro è qualcosa che allena da sempre, come ha raccontato lo stesso giocatore dopo il suo primo gol. In partita, dice, controlla sempre se è il momento giusto per calciare, se c’è lo spazio, se il portiere non è posizionato al meglio. Grazie a questa capacità di calciare in maniera pericolosa da quasi ogni posizione, pur non giocando tanto dentro l’area di rigore, Gakpo riesce ad avere statistiche da vero finalizzatore: in Eredivisie è il giocatore con più gol (1.06 ogni 90’), più tiri totali (4.5 ogni 90’) e tiri nello specchio della porta (2.47 per 90’). È quasi scontato dirlo, ma in ognuna di queste voci è alla migliore stagione della carriera, addirittura la percentuale dei suoi tiri che prende la porta è salita di quasi 20 punti percentuali (55,3% oggi, 37,5% la scorsa stagione, questo secondo dato, in linea con tutta la carriera, fa pensare che la sua produzione realizzativa potrebbe abbassarsi nei prossimi mesi).

Ma il destro non lo usa solo per segnare, anzi. Forse l’aspetto più unico del gioco di Gakpo è la sensibilità con cui riesce a trovare i compagni con i suoi cross (è terzo in Eredivisie per cross tentati, un numero che abbinato a quello sui tiri fa capire quanto sia influente nel gioco del PSV). Una delle sue giocate preferite è una specie di scavetto da fermo, quasi dalla punta destra dell’area di rigore, con cui mette una palla morbida verso uno dei suoi compagni che intanto si sta inserendo, un tipo di passaggio che non è statisticamente efficiente, ma che tra i suoi piedi lo diventa. Non è però neanche un giocatore monodimensionale col pallone tra i piedi: quando i difensori tendono a chiudergli ogni possibilità di rientrare dentro al campo, può anche arrivare sul fondo e crossare col sinistro o provare il tiro.

Gakpo non ha una visione di gioco strabiliante, non è di quei giocatori che riesce a mettere in porta i compagni con filtranti immaginifici o tocchi geniali, ma - appunto - il suo destro è molto preciso e non ha problemi a provare a creare qualcosa con ogni pallone che finisce dalle sue parti. In questa stagione il numero di passaggi chiave che gioca è salito ulteriormente arrivando ad appaiare un mammasantissima del fondamentale come Dusan Tadic come migliore dell’Eredivisie (entrambi 4.4 per 90’). Che il suo destro sia speciale lo si può vedere dal numero di assist fatti direttamente da calcio d’angolo (sei l’anno scorso, già a quota quattro quest’anno). Con la fascia da capitano al braccio - lo è diventato dopo la scelta di rimanere nell’ultimo giorno di mercato - e un’influenza sempre più grande sul PSV, Cody Gakpo è la punta di diamante di una squadra che ha iniziato la stagione benissimo. La squadra di van Nistelrooy, alla prima esperienza su una panchina di Eredivisie dopo aver allenato lo Jong PSV, è un punto dietro all’Ajax in campionato e stasera si giocherà la testa del girone di Europa League con l’Arsenal. Quello che più risalta, sono le capacità offensive di questo PSV, che in campionato è riuscito a segnare un gol in più dell’Ajax (35 a 34, il terzo miglior attacco è fermo a 26) e in Europa League 11 in appena 3 partite. A brillare oltre a Gakpo è il giocatore che dovrebbe raccoglierne l'eredità, ovvero Xavi Simons (ma che forse sta facendo troppo bene per restare a lungo al PSV). Di lui se ne parla da anni, da quando era una piccola stella nella Masia del Barcellona con i capelli ricci e biondi più grandi di lui e quel nome così “calcistico”. A 19 anni, dopo essere passato anche per le giovanili del PSG, era difficile aspettarsi un impatto così immediato sul calcio professionistico, per quanto, ancora, l’Olanda sembra essere il terreno ideale per queste storie. Simons ha già segnato 9 gol in stagione (tanto da essere il vice capocannoniere della Eredivisie, proprio dietro a Gakpo), pur avendo giocato in più ruoli tra cui da mezzala. La connessione tra i due migliora di partita in partita, sia quando si associano giocando sullo stesso lato, sia quando Simons parte da destra, con il suo dinamismo e un senso per gli inserimenti particolarmente raffinato.

L’ultimo ostacolo, per Gakpo e il PSV, è la Champions League. Finora l’olandese ha giocato appena 7 minuti nella competizione, in una partita col Tottenham nella fase a girone del 2018. Per il resto i suoi sforzi si sono sempre fermati alle qualificazioni, dove non ha mai particolarmente brillato. In 12 presenze (la squadra olandese è una presenza costante, essendo finita spesso dietro all’Ajax negli ultimi anni) ha segnato 2 gol e anche quest’anno è rimasto a secco. Soprattutto nella partita decisiva, il ritorno in casa coi Rangers dopo il 2-2 dell’andata, Gakpo ha sbagliato un paio di buone occasioni e il PSV ha finito per perdere 1-0. Ovviamente per lui è solo questione di tempo prima di testare il proprio talento in palcoscenici più prestigiosi. Già stasera, nel recupero della gara rimandata a causa delle celebrazioni del funerale della regina, il PSV affronterà l’Arsenal, che in questo momento è una delle squadre più entusiasmanti in Europa. Tra un mese, invece, sarà chiamato alla prova più importante per un giovane che vuole mettersi in mostra: il Mondiale. Con l’arrivo di van Gaal e il passaggio dal 4-3-3 a un 3-4-1-2, Gakpo ha dovuto rivedere il suo modo di giocare. Qualche volta il CT olandese l’ha schierato come seconda punta sulla sinistra, quindi con la possibilità di allargarsi e ricevere sull'esterno, ma nelle ultime apparizioni Gakpo ha giocato da trequartista, visto che la coppia d'attacco dovrebbe essere Depay e Bergwijn. Nella Nations League ha segnato contro la Polonia con un facile tocco da pochi passi, concludendo una bella azione dell’Olanda. Il suo inserimento partendo da dietro, però, è molto intelligente e lascia intravedere un aspetto del gioco in cui Gakpo può migliorare, per giocare anche in zone più centrali del campo, dove sapersi muovere senza palla è fondamentale. Con il PSV è molto libero di muoversi per il campo e non è raro vederlo ricevere anche più dentro al campo. Imparare a sfruttare al meglio le sue qualità anche nella fascia centrale del campo potrebbe aiutarlo molto in contesti diversi dal PSV. https://youtu.be/Bb5U608slJg?t=52 Gakpo dovrebbe essere titolare in Qatar, anche se van Gaal finora ha variato molto in avanti. L’Olanda gioca bene e ha un girone abbastanza abbordabile e per lui è un’occasione unica per mettersi in mostra in maniera prepotente. Anche per questo, più di una squadra sta provando a metterci le mani sopra prima di novembre. L’ultima, in ordine di interesse, è il Milan, che è impegnata nelle difficili trattative per rinnovare Leao e, se dovesse fallire, avrebbe bisogno proprio di un giocatore come Gakpo per sostituirlo. È difficile dire quale possa essere l'impatto di Gakpo fuori dall'Olanda. Le sue statistiche sono sicuramente "falsate" da un campionato dove la maggior parte delle squadre non è di un livello abbastanza buono (alcune volte Gakpo non sembra avere bisogno neanche di impegnarsi per creare qualcosa), ma è certo che le sue caratteristiche fisiche e tecniche lo rendono un giocatore ideale per il calcio di oggi. Anche a livello caratteriale non sembra spaventato da sfide più difficili e, se a 23 anni è ancora in patria, è più un caso che non una sua volontà. Il futuro, insomma, sembra roseo per Gakpo, ma anche, e soprattutto, per chi deciderà di puntarci.

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