
Una punizione da centrocampo coglie la linea difensiva del Liverpool di sorpresa e Omari Hutchinson, ala del Nottingham Forest, riceve sulla destra. Hutchinson punta Robertson, rientra sul sinistro e calcia in porta, Allison respinge ma sulla ribattuta Morgan Gibbs-White incrocia con un piatto di sinistro delicato, battendolo un'altra volta. È 3-0 per il Nottingham Forest.
Van Dijk in mezzo all’area perde l’aplomb olandese e comincia a gesticolare disperatamente. Dopo la partita va ai microfoni e non usa mezzi termini per descrivere il momento della sua squadra: «Siamo nei guai», dice. Il Liverpool ha perso 8 delle ultime 11 partite e si trova al dodicesimo posto della Premier League, con gli stessi punti di Tottenham, Manchester United e Everton. Qualcosa che nessuno aveva visto arrivare.
La clamorosa regressione dei "Reds" è indubbiamente la grande sorpresa di questo primo inizio di stagione in Europa, con Arne Slot ora sotto scrutinio dopo un'estate in cui ha speso 446 milioni di sterline solo in cartellini, la spesa più grande mai sostenuta da un club della Premier League in una singola finestra di mercato.
La stagione non era certo iniziata male, anzi dopo la prima manciata di partite il Liverpool sembrava tranquillamente sulla strada per vincere il secondo titolo consecutivo: la Premier League 2025/26 era iniziata con cinque vittorie consecutive, una serie di partite dove la squadra di Slot sembrava vivere dell’inerzia della stagione precedente. Il Liverpool semplicemente sembrava avere troppa qualità per gli avversari: a volte soffriva, è vero, ma in qualche modo trovava sempre il match point nei minuti finali. Nello scontro diretto contro l’Arsenal, per dire, aveva trovato l'1-0 con una punizione da antologia di Dominik Szoboszlai a pochi minuti dal novantesimo.
Il 14 settembre il Liverpool era imbattuto e con 5 punti di vantaggio sulla squadra di Arteta. Due mesi dopo, i "Gunners" sono lontani 11 punti. A vedere oggi quella striscia di vittorie arrivate in extremis sembra passato un secolo - un'epoca d'oro in cui il Liverpool ancora riusciva a nascondere la polvere sotto al tappeto con i guizzi dei propri campioni.
Come si spiega un crollo simile? Innanzitutto bisogna dire che il Liverpool è cambiato molto rispetto alla scorsa stagione e che molti dei nuovi arrivati hanno cominciato male. Con questa sessione di mercato, Slot voleva costruire un Liverpool più suo che di Klopp nel renderlo ancora più dominate e offensivo - un'impresa non semplice se pensiamo che questa squadra era stata già capace di abbattere il record di Expected Goals in una singola partita.
Nelle prima uscite stagionali, Slot ha cercato di mettere le basi per un 4-2-4 che schierava tutti assieme Gakpo, Wirtz, Ekitike e Salah, aspettando Isak arrivato giusto poco prima della fine del mercato. Un'idea ambiziosa che oggi non sta funzionando. Il Liverpool non solo sembra aver perso il proprio equilibrio difensivo ma soprattutto produce molto meno rispetto alla passata stagione: secondo i dati di Hudl StatsBomb, la squadra di Slot è passata da 1.76 xG creati per 90 minuti (esclusi i rigori) agli attuali 1.47, scivolando dal primo al quinto posto in questa classifica. Il nuovo fronte offensivo del Liverpool gioca con poca intensità, si muove poco e senza alchimia: in poche parole, non sembra ancora aver capito come essere davvero efficace.
Tra tutti i talenti che sembrano essersi spenti spicca quello con il potenziale più alto: Florian Wirtz, arrivato dal Bayer Leverkusen per 100 milioni di sterline (che possono diventare 116 con i bonus). Il talento tedesco non ha ancora trovato il gol e l’unico assist lo ha servito in Champions League. Idealmente Wirtz doveva ricoprire la posizione del trequartista creativo con licenza di spostarsi su tutto il fronte d’attacco, da classico numero 10, ma le difficoltà nel trovare la posizione per incidere in campo sono evidenti.
Il tedesco sta facendo molta fatica ad associarsi con i compagni e la maggior parte delle sue ricezioni sono spalle alle porta, complicandogli la vita nel gioco di prima dove ha fatto vedere solo qualche lampo sporadico. Wirtz è un giocatore più a suo agio nel spostarsi verso sinistra e questo spesso lo ha portato a occupare le stesse zone di Cody Gakpo con il risultato di far appassire entrambi. Rispetto alla scorsa stagione al Leverkusen, Wirtz tocca ben 23 palloni in meno a partita, un enormità per un giocatore che dà il meglio si sé quando è nel vivo del gioco.
Un altro giocatore che sembra giocare con un punto interrogativo sopra alla testa è Alexander Isak, arrivato per 125 milioni dal Newcastle dopo tre stagioni in cui aveva realizzato 54 gol. Isak ha giocato un duro braccio di ferro con la sua ex squadra per forzare la sua cessione in estate, abbandonando addirittura il ritiro per allenarsi da solo a San Sebastian. Si potrebbe spiegare il suo inizio di stagione opaco con la mancata preparazione estiva con il resto della squadra e forse anche per questo Slot non ha esitato a schierarlo da titolare appena lo ha avuto a disposizione. Isak però è ancora nel limbo e la sua presenza è sembrata spegnere il fuoco di Ekitike, l’unico dei nuovi acquisti che aveva iniziato davvero alla grande la stagione.
L’attaccante francese arrivato dall’Eintracht Francoforte per 69 milioni di sterline ci aveva messo solo 4 minuti per trovare il primo gol con la nuova maglia, nel Community Shield poi perso ai rigori contro il Crystal Palace. Nel suo primo mese a Liverpool, Ekitike ha segnato 5 gol, con un attitudine da born ready disarmante. Dopo l’inserimento di Isak, però, le cose sono radicalmente cambiate: nelle ultime nove presenze, Ekitike ha segnato solo un gol - il più classico dei gol dell’ex contro l’Eintracht in Champions.
Se i nuovi arrivati piangono, i senatori non ridono di certo. Il Liverpool tra le altre cose in questa prima parte di stagione ha perso la certezza su cui si sono fondati tutti i suoi successi negli ultimi anni: Mohamed Salah. Nonostante sia sempre lui il giocatore ad contribuire di più tra gol e assist (5+3) il suo inizio di stagione è stato molto negativo, ricco di tante scelte sbagliate e qualche momento di egoismo che a volte lo fanno sembrare addirittura un corpo estemporaneo alla squadra. Di fronte a numeri normalizzati, il suo mancato contributo difensivo si nota di più e adesso il lato destro del Liverpool sembra a tutti - in primo luogo agli avversari - la spina nel fianco della squadra di Slot. Al di là dell'egiziano, da quel lato il Liverpool è dove sembra avere più problemi di rosa - non a caso, pur avendo Frimpong e Bradley, Slot ci ha provato addirittura Szoboszlai. Dopo la vittoria del Chelsea per 2-1, per dire, Marc Cucurella non ha nascosto ai microfoni il fatto che abbiano cercato di puntare costantemente la zona per costruire la loro vittoria. Nel 3-0 subito dal Manchester City Jeremy Doku ha fatto quello che voleva su quel lato, e anche nell’ultima sconfitta contro il Forest il gol decisivo di Savona nasce sfruttando gli spazi su quel lato.
Rimane il fatto, però, che ancora oggi se non gira Salah non gira nemmeno tutto il resto del Liverpool. L'allenatore olandese, dopo le prime sconfitte, ha provato a tornare al 4-3-3 della tradizione ma le cose continuano a peggiorare, e il Liverpool non riesce nemmeno più a trovare soluzioni dalla panchina. Lontani i tempi in cui Federico Chiesa spaccava le partite nei minuti finali o in cui riusciva a farlo anche il giovanissimo Ngumoah (che aveva deciso al novantanovesimo la trasferta a Newcastle nella seconda giornata).
Se così tanti giocatori non riescono ad esprimersi sui propri livelli evidentemente però c'è un problema. Uno di questi è che il Liverpool non riesce più a far risalire il pallone come prima, in particolare sulle fasce. Da questo punto di vista sembra aver pesato molto la cessione di Alexander-Arnold e la perdita di rilevanza all'interno della rosa di Andy Robertson: i due infatti erano tra i maggiori centri creativi della squadra e i loro sostituti, Milos Kerkez e Conor Bradley, non sembrano ancora alla loro altezza, almeno nel far progredire il pallone in avanti. Questo sembra aver avuto conseguenze a cascata anche sulla qualità della circolazione a centrocampo, e chissà che anche il calo di Mac Allister non sia dovuto a questo.
Il problema più grande del Liverpool però rimane la fragilità difensiva. Il Liverpool in 12 partite di campionato ha subito 20 gol, quasi la metà di quelli subiti nel campionato scorso (41), e per xG subiti è a metà classifica (1.13 per 90 minuti, poco meglio del Sunderland, per dire). Slot fin dalle prime partite di agosto ha deciso di cambiare l’approccio della squadra in fase di non possesso, passando a un sistema più rigido di marcature uomo su uomo. Forse era una mossa per sopperire alla partenza di Luis Diaz - che in fase di pressing, come ha notato recentemente Emanuele Atturo, dà tantissimo - e all'arretramento di Szoboszlai. In ogni caso, la squadra di Slot sembra sempre in apnea, soprattutto quando c'è da difendere le palle lunghe alle spalle dei difensori, che hanno fatto male soprattutto nelle sconfitte contro Crystal Palace (3-0) e Manchester United (2-1).
E poi c’è una difficoltà nel difendere sulle situazioni da fermo, uno dei temi tattici della Premier League di quest’anno al quale i "Reds" non stanno riuscendo a trovare risposte. Escludendo i rigori, la squadra di Slot ha subito sei gol su calcio piazzato in questa stagione (meno solo di West Ham e Nottingham Forest), un'underperformance che è difficile da spiegare se si pensa che invece per xG subiti su palla da fermo il Liverpool è tra le migliori squadre della Premier. Forse è perché la rosa non è costruita per i duelli aerei, con i soli Van Dijk e Konaté abili in quel fondamentale, ed è orfana di Darwin Nunez che nelle scorse stagioni era l’uomo che si piazzava sul primo palo a difendere i corner.
Insomma: al Liverpool in questo momento non sta funzionando niente. La vittoria in Champions contro il Real Madrid è stata solo un palliativo e la squadra sembra nel mezzo di un'evoluzione difficile. Slot ha provato ad accelerare l’innesto dei nuovi giocatori ma poi, di fronte alla crisi di risultati, ha cercato di tornare sui propri passi, peggiorando ulteriormente le cose.
Sul campo Luis Diaz e Trent Alexander-Arnold hanno lasciato un vuoto più grande di quanto forse si pensasse, e ora viene facile dire che sono due giocatori che è difficile rimpiazzare anche se puoi spendere 400 milioni.
In tutta questa situazione, poi, non bisogna dimenticare l'impatto emotivo prodotto sulla squadra dalla morte di Diogo Jota. Sarebbe ingiusto non ricordare che il Liverpool sta vivendo questa stagione nel segno del lutto - lo aveva intuito a inizio stagione Rory Smith sull'Observer. Pochi giorni fa abbiamo visto Andy Robertson piangere pensando a lui pochi secondi dopo aver contribuito a una qualificazione mondiale della Scozia che mancava da 28 anni e lì si è aperta una finestra sul dolore dello spogliatoio del Liverpool, che purtroppo non può rimanere fuori dal campo.