
Federico Chiesa è stato nominato miglior giocatore del mese di settembre dai tifosi del Liverpool: un’altra delle grandi contraddizioni di questo inizio di stagione dei "Reds". Impiegato pochissimo dal suo allenatore, non è mai partito titolare in campionato, ha giocato un solo spezzone in Champions League e ha segnato un solo gol nel mese preso in considerazione. Da dove arriva, allora, il premio?
L’amore fra Chiesa e i tifosi del Liverpool sboccia nel finale della prima giornata contro il Bournemouth. A otto minuti dalla fine, siamo sul punteggio di 2-2 quando Slot decide di inserire l’italiano. Dopo sei minuti accade l’inatteso. Il lancio di Alisson è la solita apertura telecomandata verso Salah che lascia il pallone a Szoboszlai. L’ungherese controlla male per se stesso, ma perfettamente per il compagno appostato mezzo metro dietro. L’egiziano addomestica e lascia partire un cross insidiosissimo, zona portiere, alla ricerca di una deviazione fortunata. Curtis Jones piomba come un carro armato sul primo palo, ma non trova il pallone che viene respinto da Petrovic. Due difensori si ostacolano e proprio in quella zolla decisiva arriva Chiesa: mezzo esterno al volo e gol che, di fatto, vale tre punti.
È un gol che inizia a ribaltare qualche convinzione. Chiesa finora è stato trattato ingiustamente? Inizia a insinuarsi il pensiero che, nonostante venga considerato un acquisto sbagliato che il club si porta dietro come una palla al piede, in realtà sia più forte di quanto sembri. Chiesa meriterebbe più spazio, si pensa, e in certi angoli dei social è nata anche la convinzione che Arne Slot covi una sorta di risentimento ingiustificato nei confronti del giocatore italiano. Si leggono frasi come “Siamo oltre lo scherzo”; oppure “Cos’ha Slot contro Chiesa?”; o “Arne Slot deve spiegarci cosa gli ha fatto Chiesa. Questo non è normale”.
Il premio di giocatore del mese nasce da qui: da un giocatore cioè che sta acquistando una specie di reputazione di culto tra i tifosi. Un premio vinto, insomma, più restando in panchina che giocando. In un momento di profonda crisi della squadra ha un suo senso: se chi va in campo non funziona, chi rimane fuori potrebbe essere la soluzione.
Per noi che lo guardiamo dall'Italia però le domande sono diverse: possiamo considerare queste lamentele di tifosi scontenti come un’effettiva prova del fatto che Chiesa sia in qualche modo tornato ad essere un giocatore di alto livello? Com’è possibile che il cambio di percezione sia stato così repentino?
Chiesa è al Liverpool da due anni e nella scorsa stagione ha avuto grandi difficoltà ad adattarsi ai ritmi di allenamento inglesi - e a quelli di Slot in particolare. Aver completato la preparazione estiva, però, ha favorito una condizione atletica migliore. Chiesa quest’anno è stato subito pronto e a disposizione: «La scorsa stagione ha avuto grandi difficoltà a preparare la sua forma fisica», ha confermato Slot: «sfortunatamente ha saltato anche il tour in Asia, quindi vi siete persi molto di lui». In questo avvio di campionato il minutaggio di Chiesa ha già superato quello dell’anno passato: 117 minuti contro 108. E siamo solo a ottobre.
L’impiego è comunque risicato, ma in crescita. Nelle dieci presenze che ha collezionato quest’anno, solo due volte è partito titolare, entrambe in Coppa di Lega. Contro il Southampton, ha servito due assist ed è stato insignito del premio di man of the match: «Federico è stato il giocatore più coinvolto nella partita», dice Slot in conferenza stampa «quello che ci ha provato di più, quello che ha lavorato più duramente». E allora perché da quel momento non lo ha fatto più giocare?
Chiesa comunque ha mantenuto alta l’intensità. Nelle restanti nove partite, pur avendo a disposizione un minutaggio limitato, ha cercato di ritagliarsi il proprio spazio per incidere. Quando ci è riuscito, però, la prestazione personale è stata offuscata dal risultato finale. Nella partita contro il Crystal Palace (non quella di ieri di Coppa di Lega, ma quella di campionato del 27 settembre) entra dalla panchina e trova il momentaneo pareggio.
Il gol è un capolavoro di opportunismo, Chiesa legge in anticipo la palla vagante in area di rigore e segna con un destro di controbalzo. Il Liverpool - che aveva rischiato di capitolare tantissime volte sull’1-0 - subisce la resa dei conti in sospeso nel tempo di recupero e crolla al 97’. Il gol di Nketiah sancisce la prima di una serie di sconfitte in campionato che con la netta sconfitta di ieri proprio contro il Crystal Palace per 0-3 non si è ancora conclusa.
L'arrendevolezza del Liverpool cozza con l'energia elettrica di Federico Chiesa, e da qui il dubbio di alcuni tifosi del Liverpool che Slot in qualche modo ce l'abbia con lui. In ogni caso, l’inizio di questo campionato ha raccontato un Liverpool manchevole della stessa voracità che lo aveva caratterizzato nella scorsa stagione. Nelle prime quattro giornate di Premier League, la squadra di Slot ha sì raccolto 12 punti, ma in tutti i casi le vittorie sono arrivate grazie a un gol nel recupero. Dopo un ulteriore successo nel derby con l’Everton sono arrivate quattro sconfitte consecutive.
In questo periodo, Chiesa gioca solo spezzoni di partite. Contro il Chelsea, non gioca. Contro il Manchester United, entra al 72’ al posto di Isak e ci mette poco più di cinque minuti per incidere con un assist che fa segnare Gakpo a porta vuota. In quel momento sembra l’unico con le idee chiare, lucido in area di rigore. È paradossale: in una squadra che ha speso centinaia di milioni in attacco Federico Chiesa sembra l’unico giocatore incisivo.
Tutti e tre gli assist serviti da Chiesa in questo inizio di stagione hanno portato il compagno ad appoggiare nella porta sguarnita.
Proprio l’enorme concorrenza nel reparto offensivo dei "Reds", d'altra parte, è il motivo dello scarso impiego di Chiesa. Nell’ultima sessione di mercato estiva la società inglese ha sborsato un totale di 365 milioni di euro per giocatori dalla trequarti in su: Wirtz, Ekitike e Isak vanno ad aggiungersi a una batteria di attaccanti che comprende anche Salah, Gakpo e il giovanissimo Ngumoah.
Un ingorgo di talento da cui è difficilissimo emergere, tanto che Slot a settembre aveva deciso di fare a meno di Chiesa in Champions League, lasciandolo fuori dalla lista dei giocatori impiegabili per la prima fase: «È stata dura per me, lo è per lui. Certo, non era contento di quella decisione, ma ha capito il ragionamento», si è giustificato il tecnico «[Chiesa] ha dato la risposta che ci si aspetta da un giocatore e sarà lì per dare una mano nelle altre coppe e in Premier League. Pur non essendo stato selezionato ha lavorato per farsi trovare pronto e questo conta più delle parole».
L’infortunio di Giovanni Leoni ha dato una chance imprevista a Chiesa che è stato “ripescato” da Slot in extremis e, sfruttando la nuova regola della UEFA, ha rimpiazzato il connazionale. Alla prima convocazione europea, l'esterno italiano ha trovato subito ampio spazio. Contro l’Eintracht Francoforte è sceso in campo per tutto il secondo tempo. Non è entrato nel tabellino, ma la prestazione è stata ugualmente positiva: ha sfiorato il gol con una bella girata al volo dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo e ha servito un assist non sfruttato da Salah.
Tre giorni dopo, contro il Brentford, ha avuto a disposizione mezz’ora - tanto come mai prima in questo campionato - ma stavolta ha combinato poco. Chiesa sembra giovare dall'entrare dalla panchina, quando le energie iniziano a scemare, ma non bisogna dimenticare che giocare così non è semplice. Con la crisi del Liverpool, infatti, Chiesa è stato messo in situazioni difficili, costretto a coprire zone del campo che non competerebbero al suo ruolo. Nella foto qui sotto, per esempio, lo vediamo in un recupero difensivo, scattare per chiudere la linea di passaggio avversaria, da ultimo uomo dello schieramento.

Spesso Chiesa gioca in situazioni di partita in cui il Liverpool è riversato in area di rigore avversaria, e allora brilla la sua intensità mentale, la capacità di trovare situazioni pericolose dal nulla. Una qualità che ha sempre avuto in carriera e che pare andare oltre le sue qualità tecniche e fisiche.
Rimane però che il momento del Liverpool è drammatico e inevitabilmente questo rende la risalita di Chiesa sempre più difficile. Ieri la squadra di Slot è tornata a perdere, addirittura per 3-0, contro il Crystal Palace e Chiesa ha giocato titolare. Era però una partita di Coppa di Lega e la formazione era talmente rimaneggiata che, come dire, non sembrava nemmeno il Liverpool. Chiesa non è stato nemmeno schierato nel suo ruolo naturale ma da punta centrale, con dietro Ngumoha, MacAllister e Morrison.
Chiesa si è anche costruito qualche occasione, ma stavolta è risultato più impreciso del solito. Ha restituito però l’impressione di un attaccante del tutto recuperato, mentalmente e fisicamente, e forse questa è la cosa che conta di più adesso. Si può vedere ad esempio in questa azione in cui si ricava un tiro da un lancio casuale buttato in avanti, in cui è riuscito a superare in velocità il difensore.
Impossibile non mettere in questo discorso il conto aperto che Chiesa ha con la Nazionale, a pochi mesi dal Mondiale. L’ultima presenza in maglia azzurra risale a più di un anno fa, lo sciagurato ottavo di finale dell’Europeo con la Svizzera; l’ultimo gol a novembre 2023, la doppietta contro la Macedonia del Nord nel 5-2 allo Stadio Olimpico valido per le qualificazioni all’Europeo tedesco.
Nelle due tornate di partite della nuova gestione, Gattuso non lo ha incluso tra i convocati e ha motivato così la sua decisione: «Con Federico ci sentiamo ogni quindici giorni, più o meno. Mi ha detto che non si sente ancora al cento per cento e va rispettato. Giocherà con la Nazionale quando arriverà al top».
La domanda a questo punto è naturale: quando arriverà al top Federico Chiesa? Dov'è il suo top, oggi? Sostenere che sia tornato ai fasti di Firenze, o dell'Europeo vinto nel 2021, forse sarebbe eccessivo: d'altra parte non si può nemmeno pretendere che Chiesa diventi da un anno all’altro un titolare di una delle squadre più attrezzate d’Europa a livello offensivo.
Chiesa rimane un giocatore che è stato toccato da un infortunio grave: non ha più l’elettricità che aveva prima ma sembra ancora riuscire a compensare queste lacune atletiche con un’intensità mentale che continua ad essere diversa da quella degli altri, persino in Premier League. A differenza della scorsa stagione, in cui non era nemmeno preso in considerazione dal suo allenatore, oggi Chiesa è a tutti gli effetti un’alternativa dell'attacco del Liverpool, un giocatore nelle rotazioni di una delle squadre più competitive al mondo, nel campionato più competitivo al mondo. Quanti altri giocatori italiani possono dire lo stesso?


