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Fabio Barcellona
Dove può arrivare questa Inghilterra?
04 lug 2018
04 lug 2018
La prudenza della Colombia ha ostacolato quanto basta l'Inghilterra. Per fortuna di Southgate, il fantasma dell'Europeo del 1996 è stato scacciato.
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Fabio Barcellona
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Da giocatore, Gareth Southgate è stato un buon difensore che è riuscito a collezionare 57 presenze con la Nazionale inglese durante la sua carriera spesa tra Crystal Palace, Aston Villa e Middlesbrough. Fino a ieri, l’episodio più noto dell’attuale tecnico dell’Inghilterra era, purtroppo, il rigore sbagliato contro la Germania nella semifinale degli europei casalinghi del 1996, il sesto della serie finale, che era costato la sconfitta e la fine del sogno di vincere, a 30 anni di distanza dal Mondiale, un altro torneo internazionale, per di più in casa.

 

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Sono passati 22 anni e l'Inghilterra non è ancora riuscita a vincere nessun trofeo, collezionando nel frattempo una serie che pareva infinita di sconfitte ai rigori. Prima di ieri, l’Inghilterra aveva perso in 3 occasioni su 3: contro la Germania nella semifinale di Italia ‘90, contro l’Argentina a Francia ‘98 e contro il Portogallo, in Germania, nel 2006. E questo senza contare anche il dolore delle tre eliminazioni agli Europei, compresa quella del 1996 sempre ai calci di rigore.

 

L’ottavo di finale della Colombia ha finalmente cambiato la sorte dal dischetto degli inglesi e probabilmente la storia di Gareth Southgate, che verrà ricordato anche come il primo allenatore della nazionale britannica a vincere una partita ai calci di rigore. In Inghilterra, però, scrivere la storia con la Nazionale significa principalmente vincere i Mondiali. E se Southgate vorrà mettere il proprio nome accanto a quello di Sir Alf Ramsey, allenatore dell’Inghilterra campione del mondo nel 1966, dovrà cambiare qualcosa nel gioco della sua squadra, a lungo in difficoltà contro la vischiosa tattica difensiva della Colombia.

 



Nelle partite del girone la Colombia si era sempre schierata con il 4-2-3-1, con Quintero alle spalle del centravanti Falcao. L’assenza di James Rodriguez apriva il dubbio sulla scelta del suo sostituto, che José Peckerman ha risolto cambiando modulo di gioco e ricalcando il proprio piano gara sulla caratteristiche della squadra di Southgate. La Colombia si è quindi schierata con un 4-3-1-2, con Wilmar Barrios ad agire da vertice basso del centrocampo in mezzo alle due mezzali, Carlos Sánchez e Jefferson Lerma; e Quintero alle spalle dei due attaccanti Falcao e Cuadrado - nell’insolito ruolo di seconda punta. Così, il modulo di gioco si disponeva a specchio rispetto al 3-1-4-2 inglese. La finalità era quella di predisporre, alle spalle della prima pressione, una serie di duelli individuali per disinnescare le consuete direttrici del gioco offensivo della squadra di Southgate.

 

La fase di possesso dell’Inghilterra si basa su un ampio uso delle ricezioni alla spalle del centrocampo avversario, dove vanno a posizionarsi le due mezzali, in questo caso Dale Alli a sinistra e Jesse Lingard a destra, che, occupando

, andavano a formare un quadrilatero avanzato con le due punte Sterling e Kane. Contro la Colombia, le ricezioni interne erano ulteriormente favorite dalla posizione avanzata e aperta dei due esterni, Young e Trippier, che ampliavano la distanze tra i difensori colombiani. La circolazione bassa è stata affidata ai tre centrali (inizialmente Maguire, Stones e Walker) e al mediano Henderson, che si scambiavano il pallone con lo scopo di attirare la pressione della linea mediana avversaria, disordinandola per trovare le linee di passaggio verso i giocatori offensivi.

 

Vista l’assenza di James e le difficoltà di un 4-4-2 nel difendere contro il rombo arretrato avversario, Peckerman ha scelto una disposizione simmetrica a quello inglese nella trequarti avversaria, con una strategia mirata a rendere vani gli sforzi degli uomini di Southgate. La Colombia si posizionava piuttosto in basso per ridurre la porzione di campo verticale a disposizione degli inglesi e le distanze tra i reparti.

 

Quintero marcava Henderson o ne oscurava le ricezioni, mentre Cuadrado e Falcao contrastavano la circolazione palla tra i tre difensori. Ma era dietro i tre giocatori offensivi che Peckerman sviluppava pienamente il suo piano difensivo, marcando con estrema aggressività gli uomini nella zona: Arias e Mojica si occupavano di Young e Trippier, le due mezzali di Alli e Lingard, mentre Kane e Sterling erano gestiti, in superiorità numerica, dal trio composto dai due centrali (Mina e Davinson Sanchez) e dal mediano Barrios.

 

Proprio i compiti assegnati e ottimamente svolti dal rapido e aggressivo centrocampista del Boca Juniors erano fondamentali per il successo della strategia dei "Cafeteros": quando Sterling e Kane si distribuivano la spazio orizzontalmente erano presi in consegna con una marcatura stretta dai due centrali, e Barrios scendeva tra i due, pronto a dare copertura. Se invece Kane e Sterling si disponevano in verticale, Barrios orientava la propria posizione verso Sterling, che riusciva a controllare grazie alla sua esplosività e intelligenza tattica.

 



 

In definitiva, Peckerman ha scelto di dare maggiore priorità al controllo degli uomini rispetto a quello degli spazi, sterilizzando il gioco offensivo degli inglesi, basato sulla creazione di buchi nella struttura difensiva avversaria tramite la circolazione bassa e l’occupazione dell’ampiezza. Il sistema pensato dal CT argentino, proprio perchè fortemente orientato sull’uomo, non prevedeva una struttura rigida da disordinare e allargare, e soffocava il gioco inglese in un continuo e affollato duello corpo a corpo in cui la tecnica e la verticalità dei giocatori offensivi inglesi non riusciva ad esprimersi.

 

Isolato Henderson - che nei 133 minuti di gioco totali è stato il calciatore inglese a ricevere meno passaggi, solo 33 - la costruzione del gioco era interamente affidata ai piedi e alle letture dei tre difensori, che non riuscivano a giocare con pulizia il pallone verso i giocatori avanzati. I limiti di Walker, Stones e Maguire si combinavano con la difficoltà del quartetto d’attacco, costituito dalle due mezzali e dalle due punte, a ricevere in posizione utile all’avanzamento della manovra senza avere addosso il proprio marcatore diretto.

 

La Colombia ha commesso ben 23 falli, più del doppio di quanti ne aveva commessi in totale nelle tre partite del girone. L’elevato numero di falli, che ha continuamente spezzato il ritmo della partita, è nuovamente spiegabile con la nuova strategia difensiva progettata da Peckerman, ricca di confronti individuali e fortemente aggressiva sull’uomo.

 


La pass-map dell’Inghilterra mostra come la Colombia sia riuscita a isolare il mediano Henderson (il pallino col diametro minore, indice di un minor volume di passaggi) e, esclusa la direttrice verso Alli che si abbassava sul centro-sinistra per ricevere, abbia ridotto il numero di passaggi dal rombo arretrato verso i quattro giocatori offensivi.


 



Anche in fase d’attacco il primo obiettivo della Colombia era quello di evitare che i giocatori inglesi potessero giocare in condizioni favorevoli. Temendo la velocità in campo aperto degli uomini di Southgate, il possesso palla della squadra di Peckerman era principalmente preoccupato di proteggersi dalle transizioni offensive avversarie.

 

In fase offensiva i colombiani occupavano l’ampiezza coi due terzini, Arias e Mojica, e costituivano un blocco basso e prudente coi due centrali difensivi e i tre centrocampisti, che, solo raramente si muovevano dalla loro posizione, rimanendo preferibilmente sotto la linea del pallone. In tale maniera, l’eventuale transizione offensiva dell’Inghilterra era sempre affrontata con ben cinque uomini già pronti in copertura. La prudenza adottata da Peckerman costringeva però i "Cafeteros" ad attaccare con soli 5 uomini e, considerando la tendenza di Quintero e Cuadrado ad allontanarsi dal cuore della difesa avversaria, isolava Falcao in mezzo al trio arretrato inglese.

 

In fase di attacco manovrato la Colombia non aveva così il peso specifico necessario ad impensierire l’Inghilterra. Il buon gegenpressing attuato dagli uomini di Southgate dopo la perdita del possesso, inoltre, sporcava le eventuali ripartenze avversarie negando ai sudamericani la possibilità di essere pericolosi in transizione.

 


La pass-map della Colombia: le naturali tendenze di Cuadrado e Quintero definiscono quello destro come il lato forte della manovra offensiva, spingendo il terzino Arias in avanti. Falcao, rimane piuttosto isolato.


 

Il piano gara difensivo colombiano ha funzionato alla meraviglia, imbrigliando l’attacco dell’Inghilterra, incapace di sviluppare compiutamente il proprio gioco sia contro la difesa posizionale della Colombia che in ripartenza. Solamente l’ingenuità di Carlos Sanchez, alimentata dal timore delle capacità inglesi sulle situazioni da calcio piazzato, spezzava l’appiccicoso equilibrio del match e costringeva Peckerman ad attingere risorse dalla propria panchina per modificare strategia e disposizione in campo.

 

Col primo cambio, il tecnico argentino della Colombia ha inerito Carlos Bacca al posto di Lerma, passando al 3-5-2 con Cuadrado e Mojica sugli esterni e Arias come terzo di destra in difesa. La vivacità di Bacca al fianco di Falcao impensieriva maggiormente la difesa inglese, ma il primo tiro in porta dei colombiani è arrivato solo al minuto 80, con l’occasione in campo aperto di Cuadrado, nata da una palla persa ingenuamente a centrocampo da Walker. Il pareggio è arrivato fuori da ogni strategia, grazie a un incredibile tiro dai 30 metri di Uribe, subentrato a Carlos Sanchez, splendidamente parato da Pickford, e al colpo di testa di Yerry Mina - al terzo gol consecutivo - sul calcio d’angolo susseguente, col portiere Ospina dentro l’area avversaria.

 

Raggiunto il pareggio, Peckerman ha provato - nonostante i tanti giocatori offensivi messi in campo - ad adottare nuovamente un atteggiamento prudente, schierando la sua squadra col 4-4-2, con Cuadrado e Muriel sugli esterni. L’Inghilterra, però, non ha approfittato di un contesto tattico rinnovato che avrebbe potuto favorire il suo originale 3-1-4-2.

 

Le sostituzioni operate da Southgate, che in situazione di vantaggio aveva sostituito Alli e Sterling con Dier e Vardy, hanno modificato lo schieramento in un 3-4-3, con Henderson e lo stesso Dier come mediani, e Kane e Lingard ai fianchi di Vardy. Il doppio mediano e l’assenza di giocatori mobili quali Alli e Sterling toglieva soluzioni di passaggio avanzate agli inglesi proprio quando la disposizione in campo degli avversari sembrava favorire, finalmente, il gioco d’attacco dei britannici. Solamente la vivacità e la freschezza dei nuovi entrati Rose e Vardy erano in grado di creare pericoli per la porta di Ospina, insufficienti, tuttavia, ad evitare che la partita si concludesse ai rigori.

 


La produzione offensiva delle due squadre, in particolare della Colombia, è stata abbastanza modesta.


 



Per la terza volta di fila in questi Mondiali la squadra che ha cominciato a calciare i rigori non ha sfruttato il leggero vantaggio insito

, fatore che ha spinto la UEFA a sperimentare in alcune competizioni il modello AB-BA per determinare

.

 

È bello immaginare che un contributo importante alla vittoria inglese dopo una lunghissima serie di sconfitte sia stato dato proprio da Southgate. Il tecnico britannico, interrogato a proposito della presunta “maledizione” inglese, aveva affermato di non credere affatto che i rigori fossero una “lotteria”, ma una prestazione sportiva da effettuare in una situazione di grossa pressione e che pertanto chiama in causa le abilità dei giocatori. Forse, eliminata dalla testa dei calciatori ogni forma di superstizione, Southgate è riuscito, finalmente, a capovolgere la storia dal dischetto della nazionale inglese.

 

L’ottavo di finale contro la Colombia era considerato il primo vero test attendibile per l’Inghilterra dopo i due facili match contro Tunisia e Panama, e la partita povera di significati giocata col Belgio. La qualificazione ottenuta non ha sciolto ogni dubbio circa il reale valore dei britannici. La tattica prevalentemente difensiva di Peckerman, perfettamente tarata sulle caratteristiche del gioco inglese, ha incastrato i meccanismi dell’attacco di Southgate, costringendolo in una palude di duelli individuali e manovre spezzettate.

 

A un livello di difficoltà del match più elevato è emersa una certa difficoltà tecnica e cognitiva del trio di difensori a gestire con continuità ed efficacia le grosse responsabilità in costruzione della manovra a loro assegnate. Inoltre, come emerso in controluce anche dopo la partita contro la Tunisia, l’Inghilterra è apparsa un po’ rigida nella ricerca delle sue consuete direttrici di gioco, bloccate dal piano gara avversario, indice di un forte legame con le soluzioni provate in allenamento, ma di una

.

 

Se lo scopo del gioco di possesso di Southgate è quello di trovare più frequentemente possibile i riferimenti alle spalle della linea di pressione avversaria, l’Inghilterra avrebbe dovuto, contro le marcature a uomo predisposte da Peckerman, muovere maggiormente per il campo i propri uomini per sfuggire al rigido controllo degli avversari ed evitare di addossare al rombo arretrato tutta la responsabilità di creare vantaggi posizionali .

 

I dubbi sul valore assoluto della nazionale inglese si estendono anche alla fase di difesa posizionale. Se il pressing e, soprattutto, il gegenpressing hanno funzionato bene, meno solida è invece apparsa la difesa schierata contro il possesso consolidato dei colombiani. Nonostante la scarsa produzione offensiva degli uomini di Peckerman, il trio difensivo è apparso in difficoltà, dopo le sostituzioni operate dal tecnico della Colombia, contro i movimenti combinati di Bacca e Falcao, sia lontano dalla porta di Pickford che all’interno dell’area.

 

Il prossimo avversario dell’Inghilterra sarà l’ottima Svezia di Jan Andersson che pare avere le caratteristiche giuste per mettere in difficoltà la nazionale di Southgate. L’Inghilterra è nella parte di tabellone considerata da tutti più agevole e l'altro ostacolo sul cammino verso la finale, oltre alla Svezia, si chiamerà Russia o Croazia. Non sono ostacoli insormontabili, ma la partita contro la Colombia, ha mostrato i limiti attuali dell’ambizioso progetto tattico di Southgate. Forse è ancora presto per questa generazione di calciatori inglesi e il lavoro dell’allenatore richiederebbe ancora un pò di tempo per potere essere pienamente compiuto. Ma l’occasione è qui e ora, e l’Inghilterra dovrà andare oltre i propri limiti per arrivare almeno a giocare di nuovo la finale dei mondiali dopo 52 anni.

 

Il primo ostacolo, quello dei calci di rigore, è già stato abbattuto.

 

 

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