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Federico Aquè

Guida ufficiosa alla Serie B 2016-17

I principali temi della serie cadetta, iniziata una settimana fa.

  1. Il Verona parte nettamente davanti a tutti o c’è qualcuno che vedete meglio?

 

Gabriele Anello

Mi sembra che la Serie B riparta da una costante degli ultimi anni: c’è una super-favorita. Dopo Palermo e Cagliari, tocca all’Hellas. È un ruolo comunque difficile, perché a volte c’è bisogno di tempo per collaudare determinati meccanismi e ottenere risultati.

 

A Verona, se possibile, la situazione mi pare più difficile dei due casi sopra citati: l’Hellas non ha nomi così altisonanti (tolto Pazzini) da far pensare a un dominio dalla prima all’ultima giornata. C’è un gruppo solido, ma le difficoltà sono da metter in conto. Peraltro Pecchia è tutto da testare: nel curriculum ha una pessima esperienza a Gubbio e una cavalcata esaltante, ma interrotta a Latina. Saprà guidare una supposta corazzata dopo tre anni da vice di Benitez?

 

Stefano Ughi

L’Hellas è senza dubbio una delle principali pretendenti alla promozione in A – forse anche la principale pretendente – ma onestamente non me la sento di considerarla la squadra “superfavorita”, come poteva essere il Cagliari un anno fa. Ovvio, il valore della squadra non si discute e alcuni giocatori c’entrano poco o nulla con la categoria, come si è già visto nella prima gara vinta 4-1 contro il Latina. Tuttavia, la relativa esperienza di Pecchia potrebbe costituire un’incognita e oltretutto non vedo (sulla carta, chiaro) uno scarto enorme rispetto ad altre formazioni come Bari, Spezia e Frosinone.

 

Federico Aquè

Magari non sarà nettamente davanti a tutte, ma nessuna squadra può considerarsi più favorita dell’Hellas, che ha la rosa più forte e profonda della Serie B. E anche Pecchia è un’incognita fino a un certo punto: negli ultimi tre anni ha potuto confrontarsi con la Serie A (Napoli), la Liga (Real Madrid) e la Premier League (Newcastle); abituarsi a gestire le pressioni di piazze estremamente esigenti e allenare stelle di livello mondiale. Anche se ha fatto tutto questo da vice di Benítez, non è il curriculum di un allenatore alle prime armi e non credo che l’impatto con la Serie B gli causerà particolari problemi.

 

Il 4 a 1 rifilato al Latina nella prima giornata, con primo gol in campionato del “Pazzo”.

 

Delle altre due retrocesse, vedo meglio il Carpi rispetto al Frosinone: gli emiliani hanno lo stesso allenatore, lo stesso impianto di gioco e più o meno la stessa rosa che li ha portati a non sfigurare in Serie A; il Frosinone invece deve assorbire il cambio dal calcio pragmatico e difensivo di Stellone a quello più offensivo e organizzato di Marino, un passaggio tutt’altro che banale, visto che la rosa non è cambiata molto. Tutte e due tra l’altro devono fare i conti con una realtà completamente diversa rispetto a due anni fa: non sono più le sorprese, ma candidate credibili alla promozione, il che comporta responsabilità e pressioni maggiori. Direi che il gruppo composto da Cesena, Spezia e Novara ha più possibilità di imporsi come anti-Hellas.

 

 

  1. Sembrava dovesse essere un campionato, di fatto, a 21 squadre? Quali sono le prospettive del Pisa?

 

Gabriele

Non so voi, però mi sembra assurdo che in Italia si debba partire ogni stagione con queste situazioni, che aumentano e peggiorano scendendo tra le categorie.

 

La faccenda diventa ancora più incredibile pensando a come il Pisa sia fallito solo sette anni fa. Quindi non solo un fallimento del sistema Lega Pro, ma anche della stessa società, tornata agli stessi guai del 2009 quest’estate, dopo una promozione faticosa sotto la guida di Gattuso e il passaggio di mano della proprietà, almeno finora non portato a termine.

 

Per fortuna la situazione sembra essersi sia sistemata: la cessione della società sembra cosa fatta e Gattuso è tornato sulla panchina. Bene per la piazza, ma anche per non avere rimpianti per la mancata promozione del Foggia, oggetto di adorazione per molti dopo la cura De Zerbi, ma sconfitto proprio dal Pisa nell’ultima finale dei play-off di Lega Pro.

 

 

Stefano

Va detto poi che nonostante il caos societario, e senza un vero allenatore in panchina, sul campo il Pisa è comunque già riuscito a superare due turni di Coppa Italia, quindi credo che la squadra sarebbe potenzialmente in grado di esprimere dei valori importanti in questa Serie B.

 

In ogni caso credo che il tema fondamentale sia quello della riduzione del numero complessivo delle squadre professionistiche, ma per arrivare ad un accordo di questo tipo serve la volontà congiunta di Lega Serie A, Lega B e Lega Pro: uno scenario non scontato e non così immediato.

 

Federico

Anche ora che si è risolto tutto, che la società è stata ceduta e Gattuso è tornato in panchina, almeno inizialmente non sarà un campionato normale. Al Pisa tocca rimettersi in pari anche nelle cose più banali, come ad esempio tornare ad allenarsi, organizzare una partita (vendita dei biglietti, gestione degli steward, etc.), oltretutto senza la possibilità di utilizzare il proprio stadio, ma facendo affidamento su quello dell’Empoli. Tornare insomma a essere una società di calcio dopo settimane in cui non lo è stata. I toscani hanno un gap enorme da colmare e zero tempo a disposizione, visto che il campionato è già iniziato. In un simile contesto, qualsiasi altro obiettivo che non sia garantire il normale svolgimento del campionato è al momento soltanto un’utopia.

 

 

  1. Chi si è rinforzata di più durante il calciomercato?

 

Gabriele

Può sembrare una replica della scorsa estate, ma credo che la Salernitana stavolta abbia fatto le cose per bene. Il 2015-16 è stata un’annata da dimenticare, partita con sogni di play-off e finita con il play-out contro la Virtus Lanciano. Mi sembra che quest’anno si sia cercata una via diversa.

 

Meno legami con la Lazio (Lotito è sempre il padrone occulto della Salernitana) e più operazioni nel mercato di B. Già Rosina è un pezzo da novanta per la categoria, ma a lui si sono aggiunti Busellato, Vitale e Laverone.

 

Anche in Emilia mi sembra si sia lavorato bene: il Carpi ha rimediato alle partenze, la SPAL ha rinforzato ciò che serviva.

 

Stefano

Sulle bontà delle mosse della Salernitana sono abbastanza d’accordo. Può esserci qualche dubbio su un tecnico come Sannino, reduce da qualche annata non proprio entusiasmante, ma il tridente Rosina-Coda-Donnarumma è, per la cadetteria, un’arma potenzialmente illegale. Io poi, rispondendo alla domanda da un’altra prospettiva, dico Carpi e Frosinone, più che altro perché mi pare abbiano fatto poco mercato in uscita: non dimentichiamoci che queste due squadre in buona parte sono ancora quelle che due anni fa hanno dominato la Serie B e l’anno scorso hanno lottato punto a punto col Palermo per restare in A.

 

Federico

Il Benevento ha fatto un mercato di assoluto livello per una neopromossa: Chibsah, Falco e Ceravolo sono nel pieno delle proprie carriere e garantiscono un rendimento elevato per la Serie B; Puscas è un centravanti molto interessante e in panchina siede un tecnico affermato come Marco Baroni, che l’anno scorso ha portato il Novara ai playoff.

 

Falco macchina da assist.

 

Guardando invece alle squadre che dovrebbero stare al vertice, metto Verona e Cesena davanti a tutti: hanno perso pezzi importanti, ma hanno comunque allestito rose di assoluto spessore per la categoria, le più forti del campionato.

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Federico Aquè ha collaborato con Sprint&Sport, Datasport e Sportmediaset.

Gabriele Anello ha il passaporto italiano, ma il cuore giapponese. Scrive per Crampi Sportivi, SampNews24 e MondoFutbol. In più, gestisce i blog Golden Goal e #IPGSDIW.

Stefano Ughi vive a Milano. Laureato in Comunicazione, ha lavorato per Sprint & Sport e Inter Channel. Oggi collabora con Opta e con l'area digital della Lega B. Vorrebbe guardare meno partite di calcio.