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Guida ufficiosa alla Serie B 2016-17
02 set 2016
02 set 2016
I principali temi della serie cadetta, iniziata una settimana fa.
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Il Verona parte nettamente davanti a tutti o c’è qualcuno che vedete meglio?Gabriele Anello Mi sembra che la Serie B riparta da una costante degli ultimi anni: c’è una super-favorita. Dopo Palermo e Cagliari, tocca all’Hellas. È un ruolo comunque difficile, perché a volte c’è bisogno di tempo per collaudare determinati meccanismi e ottenere risultati. A Verona, se possibile, la situazione mi pare più difficile dei due casi sopra citati: l’Hellas non ha nomi così altisonanti (tolto Pazzini) da far pensare a un dominio dalla prima all’ultima giornata. C’è un gruppo solido, ma le difficoltà sono da metter in conto. Peraltro Pecchia è tutto da testare: nel curriculum ha una pessima esperienza a Gubbio e una cavalcata esaltante, ma interrotta a Latina. Saprà guidare una supposta corazzata dopo tre anni da vice di Benitez? Stefano Ughi L’Hellas è senza dubbio una delle principali pretendenti alla promozione in A - forse anche la principale pretendente - ma onestamente non me la sento di considerarla la squadra “superfavorita”, come poteva essere il Cagliari un anno fa. Ovvio, il valore della squadra non si discute e alcuni giocatori c’entrano poco o nulla con la categoria, come si è già visto nella prima gara vinta 4-1 contro il Latina. Tuttavia, la relativa esperienza di Pecchia potrebbe costituire un’incognita e oltretutto non vedo (sulla carta, chiaro) uno scarto enorme rispetto ad altre formazioni come Bari, Spezia e Frosinone. Federico Aquè Magari non sarà nettamente davanti a tutte, ma nessuna squadra può considerarsi più favorita dell’Hellas, che ha la rosa più forte e profonda della Serie B. E anche Pecchia è un’incognita fino a un certo punto: negli ultimi tre anni ha potuto confrontarsi con la Serie A (Napoli), la Liga (Real Madrid) e la Premier League (Newcastle); abituarsi a gestire le pressioni di piazze estremamente esigenti e allenare stelle di livello mondiale. Anche se ha fatto tutto questo da vice di Benítez, non è il curriculum di un allenatore alle prime armi e non credo che l’impatto con la Serie B gli causerà particolari problemi. https://www.youtube.com/watch?v=hd5Vwi0mPak

Il 4 a 1 rifilato al Latina nella prima giornata, con primo gol in campionato del “Pazzo”.

Delle altre due retrocesse, vedo meglio il Carpi rispetto al Frosinone: gli emiliani hanno lo stesso allenatore, lo stesso impianto di gioco e più o meno la stessa rosa che li ha portati a non sfigurare in Serie A; il Frosinone invece deve assorbire il cambio dal calcio pragmatico e difensivo di Stellone a quello più offensivo e organizzato di Marino, un passaggio tutt’altro che banale, visto che la rosa non è cambiata molto. Tutte e due tra l’altro devono fare i conti con una realtà completamente diversa rispetto a due anni fa: non sono più le sorprese, ma candidate credibili alla promozione, il che comporta responsabilità e pressioni maggiori. Direi che il gruppo composto da Cesena, Spezia e Novara ha più possibilità di imporsi come anti-Hellas.

Sembrava dovesse essere un campionato, di fatto, a 21 squadre? Quali sono le prospettive del Pisa?Gabriele Non so voi, però mi sembra assurdo che in Italia si debba partire ogni stagione con queste situazioni, che aumentano e peggiorano scendendo tra le categorie. La faccenda diventa ancora più incredibile pensando a come il Pisa sia fallito solo sette anni fa. Quindi non solo un fallimento del sistema Lega Pro, ma anche della stessa società, tornata agli stessi guai del 2009 quest’estate, dopo una promozione faticosa sotto la guida di Gattuso e il passaggio di mano della proprietà, almeno finora non portato a termine. Per fortuna la situazione sembra essersi sia sistemata: la cessione della società sembra cosa fatta e Gattuso è tornato sulla panchina. Bene per la piazza, ma anche per non avere rimpianti per la mancata promozione del Foggia, oggetto di adorazione per molti dopo la cura De Zerbi, ma sconfitto proprio dal Pisa nell’ultima finale dei play-off di Lega Pro. https://www.youtube.com/watch?v=zJj_yDojf_A Stefano Va detto poi che nonostante il caos societario, e senza un vero allenatore in panchina, sul campo il Pisa è comunque già riuscito a superare due turni di Coppa Italia, quindi credo che la squadra sarebbe potenzialmente in grado di esprimere dei valori importanti in questa Serie B. In ogni caso credo che il tema fondamentale sia quello della riduzione del numero complessivo delle squadre professionistiche, ma per arrivare ad un accordo di questo tipo serve la volontà congiunta di Lega Serie A, Lega B e Lega Pro: uno scenario non scontato e non così immediato. Federico Anche ora che si è risolto tutto, che la società è stata ceduta e Gattuso è tornato in panchina, almeno inizialmente non sarà un campionato normale. Al Pisa tocca rimettersi in pari anche nelle cose più banali, come ad esempio tornare ad allenarsi, organizzare una partita (vendita dei biglietti, gestione degli steward, etc.), oltretutto senza la possibilità di utilizzare il proprio stadio, ma facendo affidamento su quello dell’Empoli. Tornare insomma a essere una società di calcio dopo settimane in cui non lo è stata. I toscani hanno un gap enorme da colmare e zero tempo a disposizione, visto che il campionato è già iniziato. In un simile contesto, qualsiasi altro obiettivo che non sia garantire il normale svolgimento del campionato è al momento soltanto un’utopia.

Chi si è rinforzata di più durante il calciomercato?Gabriele Può sembrare una replica della scorsa estate, ma credo che la Salernitana stavolta abbia fatto le cose per bene. Il 2015-16 è stata un’annata da dimenticare, partita con sogni di play-off e finita con il play-out contro la Virtus Lanciano. Mi sembra che quest’anno si sia cercata una via diversa. Meno legami con la Lazio (Lotito è sempre il padrone occulto della Salernitana) e più operazioni nel mercato di B. Già Rosina è un pezzo da novanta per la categoria, ma a lui si sono aggiunti Busellato, Vitale e Laverone. Anche in Emilia mi sembra si sia lavorato bene: il Carpi ha rimediato alle partenze, la SPAL ha rinforzato ciò che serviva. Stefano Sulle bontà delle mosse della Salernitana sono abbastanza d’accordo. Può esserci qualche dubbio su un tecnico come Sannino, reduce da qualche annata non proprio entusiasmante, ma il tridente Rosina-Coda-Donnarumma è, per la cadetteria, un’arma potenzialmente illegale. Io poi, rispondendo alla domanda da un’altra prospettiva, dico Carpi e Frosinone, più che altro perché mi pare abbiano fatto poco mercato in uscita: non dimentichiamoci che queste due squadre in buona parte sono ancora quelle che due anni fa hanno dominato la Serie B e l’anno scorso hanno lottato punto a punto col Palermo per restare in A. Federico Il Benevento ha fatto un mercato di assoluto livello per una neopromossa: Chibsah, Falco e Ceravolo sono nel pieno delle proprie carriere e garantiscono un rendimento elevato per la Serie B; Puscas è un centravanti molto interessante e in panchina siede un tecnico affermato come Marco Baroni, che l’anno scorso ha portato il Novara ai playoff. https://www.youtube.com/watch?v=ra7fdyhxFZs

Falco macchina da assist.

Guardando invece alle squadre che dovrebbero stare al vertice, metto Verona e Cesena davanti a tutti: hanno perso pezzi importanti, ma hanno comunque allestito rose di assoluto spessore per la categoria, le più forti del campionato.

Le promozioni di Cagliari, Crotone e Pescara sono il segnale di un cambiamento di tendenza? In Serie B vince chi attacca meglio?Gabriele Il cambiamento c’è, ma fino a un certo punto. Due anni fa comunque è salito in A il Carpi, che non ha cambiato il suo paradigma di gioco neanche nella massima serie - tutti molto compatti e ripartenze veloci per sorprendere gli avversari – e ha pagato un po’ quest’impostazione di Castori. O lo stesso Bologna di Delio Rossi, salito in A nella stessa stagione con molta fortuna. In B conta sicuramente il modo in cui ci si schiera in campo, ma ancor di più la tenuta mentale e fisica. Così come l’entusiasmo: le favole degli ultimi anni – Carpi, Frosinone, Crotone – diventano realtà quando superano quella prova che le rende improvvisamente favorite. Il 3-1 dei pitagorici al Cagliari nel gennaio di quest’anno è solo un esempio. Di certo, chi gioca bene fa una bella figura in B, ma alla lunga secondo me a pesare sono fattori più psicologici. Stefano L’anno scorso è stato effettivamente così: Cagliari, Crotone e Pescara hanno raggiunto la A mettendo in mostra un calcio offensivo (comunque con tante differenze), basato fondamentalmente sul controllo della partita e sulla ricerca della qualità. Detto ciò, non me la sentirei di parlare di cambiamento di tendenza. Gabriele ha ricordato opportunamente il Carpi, dominatore della B appena due stagioni fa, che giocava un calcio completamente opposto. La Serie B è un campionato ostico, lungo, fisicamente massacrante, tant’è che tutte e tre le neopromosse in A hanno sofferto un periodo di pesante appannamento nel corso della scorsa stagione. Sarò banale e tradizionalista, ma le statistiche degli ultimi campionati confermano che una grande solidità difensiva offre garanzie maggiori in ottica promozione. Si dice spesso che la miglior difesa è l’attacco, ma a me pare che in Italia più che altrove sia ancora valido il contrario. Federico Faccio fatica a separare l’attacco dalla difesa: la fase offensiva e quella difensiva sono due lati della stessa medaglia; è raro che una squadra abbia successo segnando pochissimo, ma concedendo ancora meno, oppure subendo molto, ma segnando ancora di più. Attaccare meglio significa difendere meglio e le squadre vincenti di solito sono quelle che riescono a mantenere un buon equilibrio tra gol fatti e subiti: l’eccezione l’anno scorso è stata soltanto il Pescara, che è riuscito a salire in Serie A pur subendo 52 gol, peggio del Latina arrivato 16.esimo, ma mettendo in mostra il secondo attacco della Serie B (69 gol). Cagliari, Crotone e Pescara hanno più che altro marcato la differenza nella mentalità e nell’approccio, nella costante volontà di dominare l’avversario e avere il controllo sulla partita, anche con una squadra di qualità non eccelsa (Crotone) e senza snaturarsi quando le cose andavano male (vedi i due mesi in cui il Pescara non ha vinto una partita). L’esatto opposto dell’approccio speculativo e difensivo che ha portato in Serie A il Carpi e il Frosinone: mettendo a confronto i due campionati non c’è dubbio che l’ultimo sia stato più spettacolare e avvincente, e sarebbe bello se la Serie B sfruttasse questo momento di crisi economica per imporsi come palestra per gli allenatori dalle idee forti, che puntino a vincere giocando un calcio organizzato. La precarietà delle rose, fatte di molti prestiti e pochi giocatori di proprietà, che di conseguenza porta a stravolgere le squadre ogni anno, e la possibilità di allenare i migliori ragazzi dei settori giovanili delle squadre di Serie A dovrebbero essere viste come l’occasione per giocare un calcio migliore.

Il Brescia ha realizzato per davvero l'ideale di una squadra giovane e italiana. È un modello da seguire? Dove arriveranno le "Rondinelle"?Gabriele Va detto che il lavoro era già iniziato lo scorso anno, quando il Brescia si è ritrovato improvvisamente ripescato in B dopo la retrocessione in Lega Pro. Il Brescia è sicuramente un modello da seguire, se non altro da un punto di vista economico: i ricavi della B non sono alti e le plusvalenze diventano un ottimo modo per sopravvivere e potenziarsi. Io, però, ho un po’ paura per la squadra di quest’anno. Nonostante l’ambiente Milan sia una fiera dell’assurdo da diversi anni a questa parte, mi risulta difficile pensare che Cristian Brocchi possa esser stata la scelta giusta. Questa sua gavetta sarebbe dovuta arrivare prima del Milan, non dopo. Il rischio – già corso e pagato da altri: Ferrara, Stramaccioni, Inzaghi – è quello di aver sbagliato l’ordine degli addendi. E a pagare potrebbe esser il Brescia, che comunque ha perso Geijo, Embalo e Mazzitelli in una sola estate. Stefano Faccio clamorosamente il tifo per questo Brescia. La Società ha deciso di proseguire sulla strada dello scorso anno, che oggettivamente ha portato risultati straordinari: una squadra ripescata dopo la retrocessione, imbottita di giovani e giovanissimi, data per spacciata da molti a inizio stagione, che ha saputo giocare un ottimo calcio e arrivare a un passo dai playoff. La rosa è cambiata, l’allenatore pure (Brocchi potrà lavorare con più serenità rispetto ai mesi passati, o perlomeno glielo si augura), ma sono rimasti alcuni giocatori fondamentali come l’Airone Caracciolo (sì, ancora lui, già autore di un gol splendido contro l’Avellino) e Leonardo Morosini, centrocampista classe ‘95 e a mio parere tra i nomi più interessanti di tutta la B. Mi auguro davvero che questo Brescia italiano e giovanissimo possa essere la grande sorpresa stagionale, perché ce lo meriteremmo in un Paese in cui un giocatore come Berardi non viene ancora convocato in Nazionale maggiore per paura di bruciarlo... https://www.youtube.com/watch?v=bSYB2IhOIA4

Prima giornata di campionato, ed è subito gol dell’Airone Caracciolo.

Federico Non credo nelle formule magiche e nell’imposizione dall’alto di modelli che non tengano conto delle particolarità di ogni squadra, ma il Brescia ha fatto esattamente ciò che mi piacerebbe facessero più società in Serie B: sfruttare le difficoltà per trasformarsi in un’isola felice in cui si lanciano i giovani e si mettono alla prova allenatori che devono fare esperienza, una scelta quasi controculturale per il calcio italiano, dominato storicamente dall’interesse per i risultati del breve periodo. Detto questo, sono curioso di vedere come se la caverà Cristian Brocchi e di seguire l’evoluzione di Morosini e Bonazzoli, i due talenti che spiccano rispetto agli altri. L’obiettivo credo sia una salvezza tranquilla, se riuscisse a raggiungerla giocando un calcio piacevole il Brescia potrà diventare una delle sorprese del campionato.

Dopo Carpi e Crotone, quali sono le possibili squadre rivelazione del campionato?Gabriele L’estate scorsa pensavamo che il Crotone avrebbe giocato molto bene, non che sarebbe salito con una giornata d’anticipo in A. Faccio due nomi, sebbene queste due squadre abbiano obiettivi diversi. Il Novara ha fatto una campagna acquisti discreta e ha cambiato guida tecnica. Roberto Boscaglia è garanzia di bel calcio, ma soprattutto di buoni risultati. I piemontesi l’anno scorso sono arrivati ottavi, ma sul campo hanno portato a casa 68 punti, gli stessi del Bari quarto. Ripartire da quella base con un tecnico così capace permette di sognare qualcosa di importante, come il ritorno in Serie A dopo cinque anni. Il secondo pensiero corre a Ferrara, dove la SPAL è tornata in B dopo 23 anni. Nessuno ci avrebbe scommesso più di tanto, dopo due fallimenti e alcuni passaggi di mano negli anni 2000. Eppure i biancoazzurri giocheranno con una coppia d’attacco che promette bene (Antenucci-Cerri, primo rincalzo Zigoni) e si sono tenuti stretti Leonardo Semplici. L’allenatore toscano è già stato incoronato da Cosmi come suo erede: la promozione a Ferrara e un passato da allenatore della Primavera della Fiorentina completano un discreto curriculum. Il tutto mentre la SPAL ha scalato il gotha del calcio emiliano: chi avrebbe detto dieci anni fa che questo club avrebbe giocato in una categoria superiore rispetto a Parma, Modena, Piacenza e Reggiana? Stefano Ecco, tornando a parlare di tendenze, un fatto pressoché certo è che in questo campionato c’è sempre una sorpresa. Detto che mi piacerebbe vedere il Brescia in lotta per le prime posizioni, sono discretamente convinto che il neopromosso Benevento possa fare davvero un buon campionato. In panchina è arrivato Marco Baroni, uno che la Serie B ha ormai imparato a conoscerla e le cui squadre hanno sempre disputato stagioni positive, benché non sia ancora riuscito ad abbellire la propria torta con la classica ciliegina. Chissà che non possa essere questa la volta buona, dato che ha a disposizione una rosa ben equilibrata, formata da elementi esperti e giovani talenti. Inoltre, elemento non trascurabile, l’entusiasmo della piazza è letteralmente alle stelle per la prima partecipazione alla Serie B, dopo anni in cui la promozione dalla Lega Pro era stata soltanto sfiorata. Come possibile rivelazione, subito dietro ai campani metto anch’io la Spal (peraltro sconfitta 2-0 all’esordio proprio a Benevento). La squadra ferrarese può contare su una rosa complessivamente esperta ma arricchita da talenti già molto “chiacchierati”, come il portiere ‘97 Alex Meret (di proprietà dell’Udinese, convocato come quarto al ritiro pre-Europei) e il centravanti classe ‘96 Alberto Cerri (di proprietà della Juventus), che quest’anno farà coppia in attacco con Mirco Antenucci, rientrato in Italia dopo la buona esperienza inglese con la maglia del Leeds. https://www.youtube.com/watch?v=86A7sZ0JBX8

Chi fermerà questo Amato Ciciretti?

Federico A me ha impressionato il Cittadella, che ha mantenuto l’impianto che l’ha portato a dominare il proprio girone nella scorsa Lega Pro, e sono convinto che anche il Benevento può fare un bel campionato. Però, se parliamo di possibili outsider per la promozione dico il Perugia, che abbina un gioco molto interessante a individualità di grande valore per la categoria (Bianchi, Dezi, Guberti), almeno per quanto visto nell’ottimo esordio a Cesena, e poi il Trapani, perché confermarsi ai livelli mostrati l’anno scorso sarebbe ancora più sorprendente della finale playoff giocata qualche mese fa.

Chi sarà l'MVP?Gabriele Con uno dei migliori sinistri visti in Italia negli ultimi anni, mi chiedo cosa ne sarà della carriera di Gianluca Sansone. Dopo l’ottima annata con il Sassuolo (20 gol in B, ma parliamo del 2011-12), non si è mai consacrato. Non sono bastate quattro stagioni, due categorie e quattro squadre diverse a farlo tornare a quei livelli. La Samp l’ha ceduto a titolo definitivo dopo due prestiti: Sansone sembrava diretto addirittura a Parma in Lega Pro, ma poi ha scelto Novara. E allora la 2016-17 diventa la stagione della verità, specie a 29 anni. Lui si dice fiducioso: «La mia ambizione è di tornare in A, anche se la squadra ha l’obiettivo di salvarsi il prima possibile. È stato un anno di alti e bassi. Era tanto che non facevo una preparazione così dura, ma l’ho fatta con entusiasmo».

Dov’eravamo rimasti?

Stefano Penso che così, di getto, chiunque risponderebbe Giampaolo Pazzini, un giocatore che, personalmente, mi rifiuto di considerare già finito. Un anno da titolare inamovibile in B (anche se alle sue spalle scalpita Simone Ganz) potrebbe in effetti fargli bene, per ritrovare continuità, autostima e soprattutto il feeling con la porta avversaria. Tuttavia, siccome la Serie B di pronosticabile ha ben poco, mi gioco un altro nome meno scontato, che peraltro ho già citato prima: Alfredo Donnarumma. Classe ‘90, attaccante completo e in grado di fare un po’ tutto, l’anno scorso è stato tra i pochi a salvarsi nella soffertissima stagione della Salernitana, riuscendo a mettere insieme (senza rigori) 13 reti, fondamentali per mantenere i granata in cadetteria. Ora, se la Salernitana si dimostrasse in grado di lottare per le posizioni di vertice, Donnarumma potrebbe realmente consacrarsi come un giocatore di primo livello. Una curiosità? Due stagioni fa, con la maglia del Teramo in Lega Pro, Donnarumma realizzò 23 reti, 2 in più del suo allora compagno di reparto, quel Gianluca Lapadula l’anno scorso abbattutosi sulle difese della Serie B in maniera paragonabile a quanto fatto da Higuain in Serie A. Chissà che ora non sia arrivato il turno di Donnarumma... Federico Qui devo confessare la mia passione per Alessandro Rosina, in memoria dei tempi in cui affettava le difese avversarie partendo palla al piede e sembrava potesse diventare un giocatore davvero importante. Quel Rosina non c’è più e per sottolineare la differenza alla Salernitana è stato messo in un ruolo, la mezzala tecnica che garantisce il collegamento tra centrocampo e attacco, in cui non può accontentarsi di sporadiche azioni eccezionali, ma deve influenzare costantemente la manovra della propria squadra. Ci riuscisse, e sarebbe un bel cambio di prospettiva rispetto a quanto fatto in carriera finora, sarebbe il mio MVP a mani basse.

Chi vincerà la classifica marcatori? Gabriele Quest’anno potrebbe succedere l’impossibile, e cioè che Daniele Cacia superi Stefan Schwoch nella classifica cannonieri all-time della Serie B. Cacia ha bisogno di 17 gol per issarsi al primo posto nella storia della cadetteria, gli stessi fatti l’anno scorso. Del resto, in carriera Cacia ha avuto quattro stagioni da 17 o più gol in B. All’Ascoli servono le sue reti per salvarsi. In alternativa, Antenucci di ritorno dall’Inghilterra. Stefano Alcuni nomi, come Pazzini e Donnarumma, li ho già fatti. Sempre a Salerno c’è Massimo Coda, che peraltro è più centravanti di Donnarumma e l’anno scorso di gol ne ha fatti 17. Impossibile non citare Cacia, una sorta di living legend della Serie B, così come lo stesso Caracciolo (che però negli ultimi anni ha accusato qualche problema fisico di troppo). Occhio poi a una coppia alla quale non ho ancora fatto riferimento: a Frosinone sono rimasti sia Dionisi, sia Daniel Ciofani, autori di 9 gol a testa in Serie A nella scorsa stagione e determinanti due anni fa nel portare i ciociari in massima divisione. A Carpi è arrivato Catellani, nel 2014-15 capocannoniere con 19 reti. Insomma, faccio un po’ fatica a dare un nome solo: sono davvero tanti i centravanti di categoria presenti quest’anno, e non li ho nemmeno citati tutti. Federico Pazzini, mi sembra scontato.

Lo scorso anno Juric e Oddo hanno dimostrato che la Serie B è sempre più un serbatoio di tecnici con idee tattiche forti. Quali sono gli allenatori da seguire quest’anno?Gabriele Se dovessimo menzionare i soliti noti, sarei curioso di capire se Stellone trasporterà il suo modello a Bari. Se Drago ci affascinerà un’altra volta, magari stavolta salendo direttamente in A con il Cesena. Se Marino tornerà nella massima serie a Frosinone. Però faccio due nomi diversi. Il primo è quello di Cristian Bucchi, che noi ricordiamo come attaccante di categoria in B e buon rincalzo in A. Dopo un po’ di gavetta, l’anno scorso ha fatto un miracolo a Macerata: la Maceratese ha fatto sei punti pieni contro la SPAL e fermato due volte il Pisa di Gattuso, prima di perdere la sfida decisiva ai play-off proprio contro i toscani. A Perugia trova un ambiente familiare e una piazza appassionata: chissà che i play-off non siano possibili. Il secondo nome costringe a riprendere il discorso Novara. La differenza tra i play-off e una promozione non sta solo negli acquisti, ma anche nel nuovo tecnico. Tra Juric e Oddo, Roberto Boscaglia non ha potuto ricevere i giusti complimenti. Già autore della risalita del Trapani dalla D alla B, l’anno scorso ha fatto un miracolo, salvando un Brescia riammesso a un mese dall’inizio del campionato con diverse giornate d’anticipo e una squadra imbottita di giovani. Con altro materiale, sono sicuro che ci farà divertire. https://www.youtube.com/watch?v=XPRArghllZw

Geijo ha fatto il triplo delle reti che aveva realizzato nelle tre precedenti stagioni in tre diversi campionati (11 a 9). Qualche merito ci dovrà pur essere.

Stefano Il nome più “stimolante” è forse quello di Fabio Pecchia, uno che insieme a Benitez ha lavorato al Real Madrid, al Napoli, al Newcastle e che ha tra le mani la rosa probabilmente migliore della categoria. Come detto da GA, Bucchi in Lega Pro ha fatto grandi cose e quest’anno è tornato “a casa” a Perugia, dove avrà a disposizione una squadra le cui potenzialità sono tutte da scoprire. Detto ciò, al di là di quelle che potranno essere le formazioni più o meno coinvolte nella lotta per i primissimi posti, mi aspetto di vedere cose interessanti dal Cesena di Massimo Drago, per il secondo anno alla guida dei romagnoli dopo una lunga (e ultra positiva) trafila al Crotone. A tratti nello scorso campionato il Cesena ha dato spettacolo, specie nel girone di andata. La squadra ha sofferto molto in trasferta, mentre al “Manuzzi” ha quasi sempre regalato prestazioni di alto livello. Certo, Drago ha perso tante pedine fondamentali (Sensi, Kessié e Ragusa, giusto per dirne tre), ma la sua idea di gioco non cambierà: 4-3-3 (o 4-3-1-2) , in cui il vero ago della bilancia dovrà essere ora Camillo Ciano, seguito anche da alcune squadre in A. Guardando i nomi in rosa, quest’anno i bianconeri potrebbero avere perso qualcosina in termini di qualità e imprevedibilità, ma compensano dal punto di vista della solidità e dell’esperienza. Vedremo dove riusciranno ad arrivare. Cito rapidamente anche Stellone a Bari: dopo l’eccellente esperienza alla guida del Frosinone, ha ora la possibilità di confermarsi in una piazza importante, ambiziosissima e da troppo tempo assente dalla Serie A.

5 giocatori da seguireGabriele Dezi a Perugia, con la domanda sul perché Sarri non gli abbia dato qualche minuto l’anno scorso con la coperta corta a centrocampo. Di Gennaro a Terni, perché mi sembra uno dei portieri italiani U-23 più preparati. Martinho a Bari, perché non capisco come un ragazzo con quelle possibilità fisiche e tecniche sia rimasto senza contratto quest’estate (inoltre in B ha vissuto il meglio della sua carriera). Coronado a Trapani, perché prima della Sicilia ha fatto il giro d’Europa e Cosmi lo adora alla follia. Ma soprattutto un giocatore che nelle sue poche apparizioni in Serie A mi ha fatto impazzire da osservatore e disperare da avversario: Karim Laribi ha preferito un ruolo da protagonista a Cesena che da riserva a Sassuolo, nonostante l’addio di Sansone gli avrebbe potuto lasciare qualche minuto in più. Una volta si allenava nella Primavera dell’Inter con Balotelli, Destro e Santon: oggi deve costruirsi una fama anche in A. Il 4-3-3 gli è familiare, la B stretta: è l’anno giusto per il salto (anche se sarà disponibile solo da ottobre). https://www.youtube.com/watch?v=-0pREmXLCQo Stefano In Serie B la lista di giocatori da tenere sott’occhio è potenzialmente chilometrica, ma allo stesso tempo il rischio di “bucare” un nome è elevatissimo. Parto comunque da Bruno Petkovic, uno che prima di finire (a gennaio) a Trapani sotto la guida di Cosmi sembrava l’ennesimo Ibra wannabe destinato a lasciare zero tracce di sé, e invece in Sicilia ha improvvisamente iniziato a mostrare sprazzi di classe, ma roba davvero da stropicciarsi gli occhi, trascinando la squadra a un passo da una miracolosa promozione: si confermasse su quei livelli, sarebbe da portare immediatamente in Serie A. Poi dico Valerio Mantovani, difensore centrale classe ‘96 della Salernitana, ex capitano della Primavera del Torino, che mi ha davvero impressionato per personalità e precisione nella gara di esordio (in B e tra i professionisti) contro lo Spezia. Il terzo nome è Daniel Bessa, centrocampista italo-brasiliano di grande qualità che, dopo aver lasciato la Primavera dell’Inter (che ancora detiene il cartellino del giocatore) e superato alcuni infortuni, ha collezionato una promozione in A col Bologna e poi una retrocessione in Lega Pro col Como: quest’anno con l’Hellas potrà secondo me proseguire il proprio percorso di crescita. Quarto nome: George Puscas. Attaccante rumeno, classe ‘96 in prestito al Benevento (anche lui di proprietà dell’Inter, dove ha segnato caterve di gol in Primavera): alla prima di campionato, è entrato in campo al 71’ e dopo 9 minuti ha siglato la rete che ha chiuso il match con la Spal. L’anno scorso ha messo a segno 5 reti a Bari disputando solo spezzoni di gara. Con la sua Under 21 gioca e segna, ed è già nel giro delle convocazioni della Nazionale maggiore. Insomma, sull’esplosione (presto o tardi) di Puscas mi ci gioco la casa. Come ultimo nome mi sarebbe piaciuto fare quello dell’attaccante uruguaiano Felipe Avenatti della Ternana, reduce però da un’annata disastrosa, quindi punto forte su Riccardo Orsolini, rapidissimo attaccante classe ‘97 dell’Ascoli, ascolano e prodotto del settore giovanile dei marchigiani, promosso titolare in Prima Squadra sul finire della scorsa stagione (e già finito in orbita Juventus) dopo un eccellente Torneo di Viareggio. Federico Parto con Lucas Chiaretti, trequartista mancino del Cittadella, che sembra uno di quei giocatori di un’altra epoca alla Franco Vázquez e calcia benissimo punizioni e corner. Poi Cheick Keita, classe ‘96 della Virtus Entella, un terzino sinistro potenzialmente fuori categoria, che già si è messo in mostra l’anno scorso ed è seguito da diverse squadre di Serie A, ma potrebbe affermarsi come uno dei migliori nel suo ruolo in questo campionato. Continuando la mia lista di mancini, dico Federico Bonazzoli, che nell’Inter esordì da giovanissimo, ad appena 16 anni, e nel Brescia potrebbe trovare l’ambiente giusto per iniziare a costruire la sua carriera ad alti livelli. Un altro ‘97 da seguire con attenzione è Alex Meret, il portiere della SPAL in prestito dall’Udinese, che affronta il primo campionato della carriera da titolare dopo lo splendido Europeo Under-19 giocato in estate. Chiudo con Michael De Marchi, attaccante del ‘94 preso dal Carpi, ma solo per segnalarne la storia: De Marchi l’anno scorso giocava in Eccellenza al Cerea e si ritrova in Serie B saltando tutte le categorie di mezzo. Un percorso simile a quello di un altro giocatore culto del Carpi, anche lui con un passato al Cerea: Kevin Lasagna.

Quali sono le principali candidate alla retrocessione?Gabriele

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