• Calcio
Redazione

Guida tattica alla Serie A 2016/17

15 domande sui temi tattici principali della prossima stagione.

 

6. L’Inter parte davvero davanti a Roma e Napoli come qualcuno dice?

 

Emiliano
C’è qualcuno che lo dice? Per me ancora non è così, anche se Banega è nella top 3 degli acquisti della Serie A, Joao Mario sarebbe un grandissimo acquisto e Candreva è un buon colpo. Da lontano, però, la situazione è questa: l’Inter ha un nuovo allenatore dal 9 agosto, con idee decisamente diverse da quelle del precedente e con il precampionato ormai andato; la squadra non viene da anni di un sistema rodato ma dal magma indistinto (e un po’ casuale) di soluzioni tattiche manciniane; la rosa ha ancora diverse lacune e non sappiamo se ci saranno delle cessioni eccellenti. De Boer è bravo ma parte indietro rispetto alle prime tre dell’anno passato (almeno da quello che si vede ora): c’è tanto lavoro per l’allenatore olandese e questa prima stagione dovrebbe essere di semina. Spero non gli chiedano subito il raccolto.

 

Daniele
Io penso che potrei anche dirlo… nel senso che ho visto un po’ le amichevoli estive e mi sembra una squadra che inizia a conoscersi molto bene, in cui giocatori come Kondogbia e Perisic sono sempre più a proprio agio, e che con un allenatore nuovo che porti un po’ di calma razionalità in campo e nello spogliatoio può fare molto meglio di quanto abbiamo visto fin qui. A mio avviso è fondamentale che non perda Brozovic e che trovi la giusta collocazione per Banega (mezzala più alta rispetto a Kondogbia, con Medel a fare da ago della bilancia?) e che ritrovi una solidità difensiva nuova, che non si basi solo sulle capacità di Miranda-Murillo. Se l’Inter giocasse finalmente da squadra, come Roma e Napoli, perché no, secondo me sarebbe alla loro altezza. Il mercato può ancora cambiare molto (Joao Mario si inserirebbe alla grande secondo me, perché anche lui è un giocatore fisicamente dominante, oltre che tecnicamente; perdere qualche pezzo importante invece sarebbe un peccato) ma credo che negli 11-13 giocatori titolari a disposizione sia in effetti competitiva (nota bene: lo scorso anno, anche quando a inizio stagione raccoglieva punti, ero rimasto scettico, lo specifico per dire che non faccio il solito discorso sull’Inter che ad agosto è sempre da primi posti: quest’anno mi sembra davvero migliore).

 

Fabio
De Boer sembra volere puntare sul 4-2-3-1 e un fronte d’attacco composto da Candreva, Banega, Perisic alle spalle di Icardi è certamente di ottimo livello. Non dimenticando, se dovesse rimanere, Brozovic che può giocare in tutti i ruoli del centrocampo. La rosa andrebbe integrata da un centrocampista d’ordine, a meno che De Boer non pensi di usare nel ruolo Banega e probabilmente da un altro difensore di livello. Forse il valore dei calciatori (in attesa della fine del calcio mercato) è al livello di Roma e Napoli, ma l’Inter, come dice Emiliano, viene da anni disastrosi tatticamente, in cui Mancini non ha costruito proprio nulla, accumulando giocatori su giocatori e arriverà al campionato dopo solo 12 giorni di lavoro con De Boer, allenatore tutto da scoprire nel’impatto con il campionato italiano e le sue pressioni e tensioni. Quindi no, il livello di partenza dell’Inter è più basso di quello di Roma e Napoli e servirà tanto lavoro per far emergere il potenziale della rosa nerazzura.

 

Francesco
Se davvero si concretizzerà l’infinita trattativa per Joao Mario, il valore della rosa sarà necessariamente più basso di quello attuale, perché una campagna acquisti di queste dimensioni non sarebbe sostenibile in nessun modo. Proprio Brozovic, che sarebbe bello vedere agli ordini di De Boer, mi pare il maggior indiziato a partire entro la fine di agosto. E probabilmente sarà comunque necessaria un’ulteriore cessione. Insomma, è vero che l’undici titolare può competere sulla carta con quello di Napoli e Roma, ma poi manca tutto il resto, dalla panchina profonda fino alle certezze tattiche.

 

 

 

7. Vi aspettate una Fiorentina bella come quella dell’inizio dello scorso anno o in difficoltà come a fine stagione?

 

Emiliano
La Fiorentina è il vero grande enigma della nuova stagione per una serie di motivi. Paulo Sousa non era apparso particolarmente contento del mercato invernale, e anche in questa sessione non ci sono grandi colpi all’orizzonte (ma Carlos Sanchez è un bel volante central). A fine stagione sembrava che il portoghese potesse andare allo Zenit, poi non se n’è fatto niente, ma c’è da capire se quella della Fiorentina è una ripartenza convinta o una stanca convenienza. Sousa non sembra sprizzare
entusiasmo, e la squadra viene da una seconda parte di stagione davvero stagnante, a livello fisico e tattico (una copia incredibile della stagione di Sousa allo Swansea). Insomma: come e perché dovrebbe migliorare la Fiorentina? Per la solidità dei suoi principi tattici, per la bellezza e funzionalità del suo sistema, certo: la continuità è sempre un valore aggiunto. La Serie A, però, è il campionato più esigente ed estenuante tatticamente: basta un attimo per ritrovarsi incapaci persino di servire il proprio centravanti, e di tenere il pallone senza disordinare l’avversario.

 

Fabio
La passata stagione, a un girone di andata entusiasmante per risultati e livello di calcio espresso, ha fatto seguito un finale di stagione in cui se i risultati non sono del tutto precipitati, la qualità del gioco della squadra di Paulo Sousa è scesa in maniera evidente. Un punto di svolta, almeno temporale, può essere identificato con la fase del mercato di gennaio, in cui il tecnico viola si era lamentato in maniera non troppo nascosta dei mancati rinforzi. Da lì in poi, la delusione di Sousa e i continui dubbi su una sua permanenza a Firenze sembrarono aver tolto il propellente necessario alla squadra per continuare ad esprimere il calcio brillante, rischioso ed originale espresso fino a quel momento.

 

 

In questo inizio di stagione Paulo Sousa non pare particolarmente eccitato dal suo secondo anno in viola e i risultati delle amichevoli precampionato, così diversi da quelli clamorosi dell’anno passato, sembrano confermare l’idea di una Fiorentina ancora in difficoltà. La rosa d’altronde è corta e dipendente dai suoi giocatori migliori. Ad esempio, l’anno scorso l’infortunio di Badelj o il calo di rendimento di Kalinic hanno fortemente influenzato in negativo le prestazioni della squadra. Il roster non sembra essere migliorato né quantitativamente, né qualitativamente, e bisogna attendere la fine del calcio mercato per vedere se oltretutto ci sarà una cessione eccellente. Sono d’accordo con Emiliano: perché la Fiorentina dovrebbe essere migliorata?

 

Daniele
È vero che il malumore di Sousa, così come il mercato conservativo di quest’estate, non sono segni positivi, ma è vero anche che alla fine Sousa è rimasto e la Fiorentina è quella dello scorso anno con qualche innesto interessante. Carlos Sanchez ma anche Giuseppe Rossi che con la sua tendenza ad abbassarsi tra le linee può sfruttare alla perfezione i movimenti in profondità di Kalinic e fare da centrocampista aggiunto per il possesso viola. Ho visto la partita con il Valencia e a fronte degli stessi problemi dello scorso anno in transizione negativa, non appena viene saltato il primo pressing, e di una difesa posizionale fragile come un picnic in spiaggia in un giorno di vento, credo che vedremo una proposta di gioco simile ma con meccanismi più oliati per far risalire il pallone. E quindi una squadra potenzialmente migliore e ancora più divertente da vedere. Non chiedo molto di più a Paulo Sousa, e non so se sarebbe giusto farlo, francamente.

 

 

8. Montella ha una rosa adatta teoricamente alle sue idee di calcio?

 

Emiliano
No, questo Milan è ancora sotto il livello tecnico richiesto dal sistema di gioco di Montella: serve un difensore centrale abile nell’impostazione, un regista in grado di gestire i ritmi della squadra e di vedere tutte le linee di passaggio, e qualcosa anche tra le linee, per rendere il giropalla efficace e aumentare la pericolosità offensiva. Senza questi tre giocatori può essere in ogni caso una buona squadra, ma difficilmente in grado di superare i limiti della scorsa stagione.

 

Fabio
Il problema è ancora a monte: l’attuale rosa del Milan è inadatta a competere con serie possibilità di successo per un posto in Europa League e per sostenere quel minimo di ambizione che la storia di un club come il Milan comunque impone. Poi, sono totalmente d’accordo con Emiliano anche nelle motivazioni, nello specifico non è una rosa con cui Montella potrebbe implementare facilmente il suo tipo di calcio.

 

Alfredo
Montella
non aveva una rosa adatta alle sue idee neanche alla Samp. Eppure ha accettato l’incarico. Eppure non ha gettato la spugna nonostante l’altalena dei risultati e la burrasca del mercato invernale. Eppure, nonostante tutto, ha tenuto la Samp fuori dalle secche della retrocessione. Montella non è certo un allenatore di campo, è un allenatore di principi calcistici, che sa però all’occorrenza mediare, adattare alle circostanze. Confido che riesca a trovare la quadra anche in questo Milan.

 

 

Flavio
Parlando delle ultime stagioni del Milan, si è spesso identificato la causa delle difficoltà dei rossoneri nell’inesperienza degli allenatori che si sono susseguiti sulla panchina del Diavolo. Come dimostra il caso Mihajlović, arrivato al Milan con un buon bagaglio di esperienza nel nostro campionato, e come hanno scritto Emiliano e Francesco, il problema del Milan è ed è stato la rosa, inadeguata agli obiettivi preposti nelle passate stagioni. Il continuo cambio di guida tecnica ha gravato sulle finanze del club, sia per il fatto di dover pagare (profumatamente) allenatori esonerati, che per lo spreco di denari in giocatori comprati per un tecnico che poi non facevano al caso del successore. Penso che il Milan debba assecondare le richieste del proprio allenatore, oppure armarsi di pazienza e vivere un altra stagione di transizione, che non dovrà in alcun modo finire con un altro esonero. Purtroppo l’attuale situazione di instabilità all’interno del club complica ulteriormente l’instaurazione di un progetto tecnico-tattico ambizioso come quello che avrebbe dovuto seguire l’ingaggio di Montella.

 

 

9. Come vedete il passaggio del Genoa da Gasperini a Juric?

 

Fabio
Molto bene. Juric è un allievo di Gasperini, conosce benissimo l’ambiente e ha dimostrato a Crotone di essere un ottimo allenatore. Va quindi in un posto di cui conosce pregi e difetti, ad allenare una rosa che padroneggia i principi tattici di base del calcio che il nuovo tecnico vorrà giocare, portando in più l’entusiasmo di un debuttante e rinnovando la gestione di Gasperini che pareva un po’ stanca. Il 3-4-3 aggressivo di Juric potrebbe essere una delle cose più interessanti della stagione.

 

 

Francesco
Tutto quello che circonda il Genoa, dirigenza a parte, mi sembra molto esaltante. Juric si è confermato un allenatore molto intelligente, cucendo le caratteristiche del tridente offensivo Ocampos-Pavoletti-Pandev sulle caratteristiche dei suoi interpreti, delegando al macedone un ruolo quasi da trequartista e all’argentino il compito di spezzare le partite. E in attacco si aggiungeranno Giovanni Simeone e tutti i “sophomore” in cerca di conferma (Lazovic, Ntcham, Gakpé). La transizione dai principi di Gasperini a quelli di Juric sarà morbida, e questo non potrà che accelerare il percorso di crescita.

 

Daniele
Juric fan di havy metal con Pavoletti centravanti? Seriamente, credo che un passaggio di consegne altrettanto naturale di questo sia difficile da immaginare (oddio, forse Conte-Ventura in Nazionale). Perfetto anche per lanciare, o rilanciare, i giovani interessanti come Ntcham e Ocampos… secondo me il Genoa sarà senza dubbio una delle squadre più interessanti da seguire. PS: Io lo scorso anno avrei scommesso tutto su una buona stagione di Pandev, magari sarà questa.

 

 

10. Simone Inzaghi riuscirà a sorprendere positivamente i tanti scettici?

 

Daniele
Se gli scettici pensano che Inzaghi manderà in campo undici giocatori a caso, sì, la sorpresa sarà grande. Certo il contesto di lavoro è difficile, soprattutto dal punto di vista psicologico, è difficile lavorare con giocatori demotivati o in aperto conflitto con la società. Ed è un peccato perché la Lazio secondo me ha un’ottima squadra e quasi tutti i ruoli coperti da 2 giocatori di livello. Il ritorno di De Vrij, l’arrivo di Leitner e Immobile secondo me rafforzano non poco il roster, con alcune alternative valide come Lukaku e Wallace che possono garantire un ricambio migliore rispetto a quello degli scorsi anni. Anche gli altri nomi che si fanno sulla Lazio sono interessanti, ma molto dipenderà dai giocatori che devono prendersi responsabilità individuali, tipo Felipe Anderson, Milinkovic-Savic, Parolo, Biglia, Keita (ammesso che resti) e Kishna. Simone Inzaghi, per strano che possa sembrare dopo la storia di Bielsa, è una delle poche certezze su cui possono contare i tifosi della Lazio.

 

Fabio
Nelle 7 partite in cui ha allenato la scorsa stagione Simone Inzaghi ha fatto abbastanza bene, mostrando sin dall’inizio la voglia, parzialmente soddisfatta, di incidere anche in maniera profonda sull’identità tattica della propria squadra. È sembrato un allenatore dalle idee chiare e deciso a seguirle. Ma sette partite di fine stagione non stabiliscono il peso effettivo di un allenatore; Inzaghi si gioca quasi tutto quest’anno e date le promettenti premesse della passata stagione c’è curiosità per vedere all’opera il suo 4-3-3.

 

Francesco
Anche quest’anno il calciomercato della Lazio non è che abbia proprio scaldato gli animi dei tifosi, ma neanche dei semplici appassionati. Sarebbe disonesto chiedere a Simone Inzaghi un piazzamento europeo e giudicarlo su questa base, la mia speranza è che la sua proposta di gioco si dimostri il più possibile coerente con le caratteristiche dei titolari, una qualità che ha effettivamente mostrato in quelle sette partite, e che gli è valsa la riconferma (mettendo un attimo da parte il caos-Bielsa). Bisogna tirar fuori il meglio dal potenziale di Milinkovic-Savic e Kishna, bisogna rilanciare le carriere naufragate di Ravel Morrison e Leitner, e soprattutto ridare credibilità ad una linea difensiva che negli ultimi anni è stata fonte di grande imbarazzo. Che lo si valuti sulla base di questi obiettivi.

 

 

Page: 1 2 3

Page: 1 2 3

Tags :

La Redazione de l'Ultimo Uomo è divisa tra Roma e Milano, ed è composta da una dozzina di ragazzi e ragazze che, generalmente parlando, ti vogliono bene.