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Guida tattica alla Serie A 2016/17
19 ago 2016
19 ago 2016
15 domande sui temi tattici principali della prossima stagione.
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La scommessa più bella da vincere per Max Allegri sarà la trasformazione di Marco Pjaca in una mezzala sinistra di primo livello. Sulla miglior collocazione del ragazzo si sono fatte tante speculazione e la mia è solo l’ennesima. Ma sarei pronto a scommettere che, con la sua ottima conduzione di palla, il gran fisico, la buona tecnica di base e la mobilità intorno al campo, Pjaca rappresenterà in futuro il perfetto Pogba-replacement.

 



 


Allegri ha in mano una squadra altamente flessibile e se volesse potrebbe cambiare sistema di gioco e/o strategia di settimana in settimana. Pjanić sarà probabilmente usato come regista almeno fino al rientro di Marchisio e ciò lascia scoperto il ruolo di trequartista in un eventuale 4-3-1-2, ma ciò non toglie che le opzioni a disposizione sono molteplici. Per fare un esempio concreto, nel secondo tempo contro l’Espanyol, Allegri ha testato una Juve a trazione anteriore, schierando Dybala dietro le punte: con Mandzukić ed Higuaín ad impegnare i difensori avversari e partendo qualche metro più indietro rispetto al solito, la Joya ha fatto realmente quello che voleva, tanto che i difensori spagnoli riuscivano a fermarlo solo commettendo fallo. Poco dopo Pjaca ha sostituito il connazionale è si è visto un 4-3-2-1, con il croato centro-sinistra e Dybala centro-destra.

 

Non dimentichiamoci poi che già la scorsa stagione, partendo dal 3-5-2 , i bianconeri



 

 



 


Sarri è un metodico e in questo caso poi il metodo è giusto: non credo si muoverà dal 4-3-3, a meno che non arrivi Saponara o un giocatore tatticamente così evoluto da rendere credibile una modifica duratura. La qualità del lavoro di Sarri è sotto gli occhi di tutti ma la fermezza dei suoi meccanismi tattici ha anche un possibile difetto: l’incapacità di reagire e adattarsi agli accorgimenti degli avversari, o alle caratteristiche dei nuovi giocatori come Milik. Il Napoli, come tutte le squadre, si deve evolvere, e non contare solo sugli strumenti utilizzati nell’anno passato: un certo ristagnamento tattico si era visto anche nel girone di ritorno dello scorso campionato. Con la rosa più ampia (innesti di qualità come Zielinski, Rog e Giaccherini servono eccome), magari Sarri dimostrerà anche più variabilità tattica.

 



 



 



 



 

Non sarei così sicuro che Sarri insista sul tridente puro. Come dice Flavio, giocatori nuovi significano anche soluzioni alternative che rendano il 4-3-3 più fluido. In particolare secondo me deve trovare il modo di recuperare le giocate delle due punte che allenava benissimo all’Empoli, magari accentrando uno degli esterni (alternati, uno alla volta vicino alla punta, o in maniera asimmetrica con uno dei due costantemente più vicino alla punta). Soprattutto perché secondo me Milik guadagna a giocare con un compagno vicino, ad alternarsi nel lavoro con il resto della squadra. Anche l’eventuale ritorno al trequartista non è da escludere. È vero che Sarri alla fine della scorsa stagione si è irrigidito diventando prevedibile (e personalmente credo che avrebbe potuto gestire molto meglio la parte finale della corsa) ma è vero anche che all’inizio dell’anno ha avuto la flessibilità di riunciare al 4-3-1-2.

 

 



 



 



 



 



 

Ho l’impressione che il mercato della Roma sia un compromesso tra quello che Sabatini voleva fare e quello che andava fatto anche per risanare un po’ i conti. Magari verrò smentito, ma credo che siano stati presi un po’ di giocatori non adatti a una lotta di primissimo livello, in Italia e tanto meno in Europa, tipo Fazio e Juan Jesus. Ma anche le incognite Vermaelen e Alisson, come l’all-in su un giocatore come Gerson che prima dell’estate sembrava non potesse proprio far parte della squadra, secondo me non sono in linea con un progetto tattico o tecnico di medio-lungo periodo, quanto piuttosto delle mosse magari anche intelligenti ma comunque basate su esigenze molto temporanee. E non parlo neanche delle condizioni contrattuali, tutti quei prestiti con diritto di riscatto che sanno tanto di occasione colta all’ultimo secondo, di smoking in affitto per la festa dei diciotto anni di un compagno di classe. Poi c’è la scommessa su Dzeko, che a mio avviso non ha semplicemente senso. Anche recuperandolo

 credo che difficilmente può diventare qualcosa di più di un riferimento che tenga bassa la difesa avversaria…

 

All’interno di questo discorso c’è l’acquisto di Bruno Peres, che potrebbe cambiare molto tatticamente, aggiungendo di fatto un playmaker esterno (se Peres utilizzerà la sua tecnica non solo per partire sgommando sulla fascia) che tolga un po’ di responsabilità a De Rossi, che credo possa garantire di più come schermo, anche nel recupero alto, che in impostazione. E il ritorno di Strootman, che come secondo pivote vicino a De Rossi funziona meglio che da mezzala (per via del dinamismo ridotto rispetto allo Strootman pre-infortuni). A fare da tramite tra i due blocchi, difensivo e offensivo, ci dovrebbe essere Nainggolan, che come dinamismo e tecnica di base sono anche d’accordo, ma dalla trequarti in su molto meno (anche se qualche gol lo farà). Non so se è questa la Roma che Spalletti aveva in mente, ma credo che sarà questa la Roma migliore possibile che vedremo.

 

 



 



 

Concordo con Emiliano: spero soprattutto di vedere un allenatore che non avrà paura a lanciare giovani anche in ruoli fondamentali e in momenti delicati della stagione.

 si inscrive bene in un contesto non troppo intenso, ma dovrà stare attento a non diventare prevedibile. In questo la Serie A è molto crudele, se un allenatore non aggiusta il proprio gioco, gli avversari gli prendono le misure e gli fanno un bel cappottino per l’inverno...

 



 



 



 



 

 



 



 


C’è qualcuno che lo dice? Per me ancora non è così, anche se Banega è nella top 3 degli acquisti della Serie A, Joao Mario sarebbe un grandissimo acquisto e Candreva è un buon colpo. Da lontano, però, la situazione è questa: l’Inter ha un nuovo allenatore dal 9 agosto, con idee decisamente diverse da quelle del precedente e con il precampionato ormai andato; la squadra non viene da anni di un sistema rodato ma dal magma indistinto (e un po’ casuale) di soluzioni tattiche manciniane; la rosa ha ancora diverse lacune e non sappiamo se ci saranno delle cessioni eccellenti. De Boer è bravo ma parte indietro rispetto alle prime tre dell’anno passato (almeno da quello che si vede ora): c’è tanto lavoro per l’allenatore olandese e questa prima stagione dovrebbe essere di semina. Spero non gli chiedano subito il raccolto.

 

Io penso che potrei anche dirlo… nel senso che ho visto un po’ le amichevoli estive e mi sembra una squadra che inizia a conoscersi molto bene, in cui giocatori come Kondogbia e Perisic sono sempre più a proprio agio, e che con un allenatore nuovo che porti un po’ di calma razionalità in campo e nello spogliatoio può fare molto meglio di quanto abbiamo visto fin qui. A mio avviso è fondamentale che non perda Brozovic e che trovi la giusta collocazione per Banega (mezzala più alta rispetto a Kondogbia, con Medel a fare da ago della bilancia?) e che ritrovi una solidità difensiva nuova, che non si basi solo sulle capacità di Miranda-Murillo. Se l’Inter giocasse finalmente da squadra, come Roma e Napoli, perché no, secondo me sarebbe alla loro altezza. Il mercato può ancora cambiare molto (Joao Mario si inserirebbe alla grande secondo me, perché anche lui è un giocatore fisicamente dominante, oltre che tecnicamente; perdere qualche pezzo importante invece sarebbe un peccato) ma credo che negli 11-13 giocatori titolari a disposizione sia in effetti competitiva (nota bene: lo scorso anno, anche quando a inizio stagione raccoglieva punti, ero rimasto scettico, lo specifico per dire che non faccio il solito discorso sull’Inter che ad agosto è sempre da primi posti: quest’anno mi sembra davvero migliore).

 



 



 



 

 



 



 



 



 



 

È vero che il malumore di Sousa, così come il mercato conservativo di quest’estate, non sono segni positivi, ma è vero anche che alla fine Sousa è rimasto e la Fiorentina è quella dello scorso anno con qualche innesto interessante. Carlos Sanchez ma anche Giuseppe Rossi che con la sua tendenza ad abbassarsi tra le linee può sfruttare alla perfezione i movimenti in profondità di Kalinic e fare da centrocampista aggiunto per il possesso viola. Ho visto la partita con il Valencia e a fronte degli stessi problemi dello scorso anno in transizione negativa, non appena viene saltato il primo pressing, e di una difesa posizionale fragile come un picnic in spiaggia in un giorno di vento, credo che vedremo una proposta di gioco simile ma con meccanismi più oliati per far risalire il pallone. E quindi una squadra potenzialmente migliore e ancora più divertente da vedere. Non chiedo molto di più a Paulo Sousa, e non so se sarebbe giusto farlo, francamente.

 

 



 

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