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Il bello dell’Europa League 2021 vol. 12
16 apr 2021
16 apr 2021
Momenti aulici di una competizione poetica.
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Un video di Emery che racconta la sua carriera da calciatore

In un campo da calcio vuoto alle sue spalle villette basse e un cielo grigio che sembra quello di un posto sperduto nei Paesi Baschi. Emery ha il suo classico aplomb, cioè nervosissimo. Non sta mai fermo, si rigira tra le mani un pallone Adidas dei Mondiali del 2006, fa un passo a destra e uno a sinistra. Un uomo dominato dalla pressione alta. Indossa un maglione bianco a rombi rossi e bianchi incredibile, lo comprerei su StockX a qualunque cifra. Il suo spagnolo è isterico come sempre, le parole sembrano scivolargli fra i denti ancora poco formate, mentre racconta una carriera modesta nel ruolo di mezzala sinistra. Dai suoi primi anni nella Real Sociedad fino all’infortunio che ha posto fine al suo percorso. Non si sente alcuna domanda dell’intervistatore; ogni tanto l’immagine di Emery scorre verso sinistra e da destra viene fuori un altro Emery: stesso maglione a rombi, nervosismo a palate, risposte a domande che lui stesso sembra essersi posto. Video caricato dall’account Emeryvideos, commenti disabilitati.


Come si sono lasciati Unai Emery e l’Arsenal

Siamo qui per mettere un po’ di pepe sulla partita tra Villarreal e Arsenal, e quindi sulla sfida tra Unai Emery e la sua vecchia squadra. Emery era stato il prescelto per raccogliere l’eredità di Arsene Wenger, e come per Moyes al Manchester United, il suo destino sembrava segnato. Dopo una buona prima stagione, conclusa con una finale di Europa League (persa nettamente, but still) e con un tentativo disperato di rivoluzione - organizzava sedute video per istruire i giocatori sulla costruzione dal basso e su un sistema di pressing alto, inesistenti nell’Ancien Regime di Wenger. Nel secondo tutto si è sgretolato, con uno spogliatoio pigro e vendicatore, almeno stando a quanto dice lui. In un’intervista al Guardian con Sid Lowe ha usato parole di fuoco: «In ogni club sono stato protetto: Lorca, Almeria, Valencia, PSG. Al Siviglia avevo Monchi. Al PSG Al-Khelaifi mi ha protetto nello spogliatoio e pubblicamente. All’Arsenal non sono stati in grado di farlo, forse perché erano abituati a Wenger che faceva tutto. Mi dicevano che erano con me, ma alla fine non erano in grado di proteggermi. La verità è che ero solo e i risultati sono arrivati di conseguenza».

Una questione divertente era quella della lingua. Si dice che Emery abbia dovuto interrompere il suo lavoro sulle sedute video per la scarsa conoscenza della lingua inglese. I giornali e i tabloid ricamavano continuamente sulla sua pronuncia e c’è un video su YouTube francamente esilarante che raccoglie i suoi exploit.

«Ok, lo so che si dice Good evening. Quando diceva “Good ebening” e vincevamo era divertente; quando lo dicevo e perdevamo era un disastro» ha detto risentito. Quindi aspettiamoci una partita dagli animi distesi :)


La partita di Cristante

Dovremmo ricordarci, ogni tanto, che Bryan Cristante è un centrocampista e non un difensore. Un centrocampista persino offensivo, che in carriera ha espresso il meglio delle proprie potenzialità quando ha giocato più vicino alla porta avversaria che alla propria. Un giocatore offensivo, insomma. Dovremmo ricordarcelo quando parliamo delle sue prestazioni da difensore centrale della difesa a tre, il ruolo che sta ricoprendo ormai da mesi, da quando cioè i problemi fisici di Chris Smalling sono diventati sempre più misteriosi - e a questi si sono aggiunti quelli di Ibañez e di Kumbulla (stagione finita). Fonseca, a dire il vero, aveva già schierato Cristante difensore centrale, ma in contesti tattici particolari: in partite in cui la Roma controllava molto il pallone e affrontava squadre che rinunciavano al pressing. Cristante allora era un uomo guadagnato in costruzione, un giocatore con tecnica e visione di gioco per tagliare le linee col suo gioco di passaggi - in una squadra che fa una fatica a volte assurda a giocare tra le linee. In quelle partite Cristante giocava in un ruolo quasi alla Frenkie de Jong, partendo da dietro ma poi muovendosi in zone avanzate; mentre in partite come quella di ieri ha dovuto giocare da difensore puro, e lo ha fatto alla grande.

In quest’occasione mette in fuorigioco Neres, il guardalinee non lo segnala ma lui gli resta attaccato, aspetta il raddoppio di Mancini, poi ha la lucidità di proteggere palla col corpo, girarsi e lanciare Dzeko con un lancio che sembra a caso ma che in realtà è calibrato sulla corsa. C’è modo e modo di lanciare.

In occasione del gol della Roma, tutto è partito dai suoi piedi, dal suo coraggio nel provare un dribbling in conduzione nella propria area, tenendo la testa alta e servendo Mkhitaryan.

È il pupillo di Fonseca, che già poche settimane dopo il suo arrivo lo aveva elogiato: «È un giocatore intelligente e capisce cosa voglio. È coraggioso per giocare questo tipo di calcio e nella sua posizione si gioca spesso sotto pressione. È molto bravo difensivamente e apprezzo che sia forte nel momento in cui riceve il pallone, in più ha una buona gamba. È uno dei giocatori più importanti per il suo equilibrio tattico». Ogni volta che na ha l’occasione lo loda: «Cristante è stato decisivo» aveva detto contro l’Inter; «Cristante è un giocatore molto intelligente» dopo il Genoa. A febbraio gli aveva dato la fascia da capitano, pur con Dzeko in campo, e anche ieri ha dimostrato di essere uno dei leader della squadra anche con momenti di grande carisma. Come quando è andato testa a testa con Brobbey dopo il gol, o quando ha fatto la ramanzina a Pau Lopez dopo il brutto errore in costruzione dei primi minuti

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L’Arsenal contro il razzismo

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Nei giorni scorsi la UEFA ha squalificato per 10 partite Ondrej Kudela dello Slavia Praga “per comportamento razzista”. Nella partita contro i Rangers aveva offeso Glen Kamara chiamandolo “fottuta scimmia”. Glen Kamara è cresciuto nell’Arsenal. Entrati in campo, i giocatori dell’Arsenal si sono messi in ginocchio davanti ai loro avversari, rimasti invece stretti in un abbraccio al centro del campo. Non era previsto, ma i giocatori hanno sentito la necessità di farlo, come raccontato da Arteta: «Volevano farlo e avevano le giuste ragioni per farlo, il club e io ci siamo detti favorevoli. E per fortuna anche gli arbitri e la Uefa sono stati di supporto».

L’immagine più forte è stata sicuramente quella del capitano Lacazette, che si è inginocchiato al centro del campo, davanti all’abbraccio dei giocatori dello Slavia Praga guardandoli negli occhi. “Oh capitano mio capitano” ha titolato il Telegraph per quella che è stata una serata trionfale per l’Arsenal e soprattutto per Lacazette, autore di due gol nel 4-0 finale.


Alcuni piatti da assaggiare a Danzica per prepararvi alla trasferta per la finale (lo stadio sarà chiuso ma voi vorrete far sentire il vostro supporto andando comunque nella città ospitante e guardando la partita dalla camera del vostro Airbnb)

I pierogi

L’equivalente della nostra pasta fresca, forma a semicerchio, un po’ di frittura finale. Li potete mangiare in Lituania, Germania dell’est, Polonia, quindi capite che Danzica è l’epicentro mondiale dei pierogi. La pasta viene ripiena con cipolle e formaggio; per il condimento si va sul leggero: cipolla tritata, bacon, burro a volontà.

Rosol

Classico brodo polacco che condivide il nome con un tennista ceco. Potete farlo con la pasta o senza pasta, ma il brodo è rigorosamente di carne, mista gallina e vitello, quindi regolatevi. Senza pasta ottimo da bere.

Mizeria

Insalata il cui nome suona pericolosamente vicino a Miseria e ne rievoca, in effetti, il concetto: cetrioli, yogurt, stop.

Golabki

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Involtini di verza ripieni di riso e carne; si dice che il re Krak abbia domato il drago che dormiva nella caverna sotto la collina di Wawel offrendogli proprio questo delizioso involtino e placando la sua fame leggendaria. Da lì nacque la Polonia.


Cosa pensare di Brian Brobbey

Brian Brobbey ha il nome di un pirata dei cartoni e ha esordito con l’Ajax e dopo otto minuti è andato in gol. Lo stesso è successo in Europa League, quando per regalare il gol vittoria alla sua squadra contro il Lille gli sono bastati meno di 15 minuti. In stagione l’Ajax lo ha usato pochissimo (appena 214 minuti), che non sarebbe così strano per un classe 2002, se non fosse incisivo quanto Brobbey. Forse le ragioni vanno ricercate nella scelta di liberarsi a parametro zero e firmare con il Lipsia, che raggiungerà in estate. Ieri contro la Roma è entrato all’inizio del secondo tempo e dopo appena quattro minuti è andato in gol.

Era evidente che all'Ajax mancasse un riferimento centrale. Nel primo tempo aveva avuto quasi sempre il pallone ma non era mai riuscito a essere pericoloso con Tadic poco propenso a occupare l’area di rigore. Brobbey ci ha messo un attimo a infilarsi tra Mancini e Cristante e anticipare l’uscita di Pau Lopez. Brobbey ha un fisico atipico per un calciatore soprattutto così giovane. Ha i bicipiti possenti e il torace largo quanto la ruota di un camion. I quadricipiti sembrano voler far esplodere i pantaloncini. Per questo suo fisico qualcuno l’ha paragonato a un linebacker del football americano, qualcun altro a Zion Williamson, giocatore di basket dal fisico particolarmente massiccio. Per qualcuno addirittura è un mini-Lukaku (non si capisce se perché è giovane o perché è basso, visto che non dovrebbe arrivare al metro e ottanta). Lui comunque a questi paragoni risponde definendosi “il nuovo Brian Brobbey” qualunque cosa voglia dire. Il suo gioco comunque è ancora molto grezzo. Sul lungo non ha la progressione di Lukaku, anzi; nel breve invece ha uno spunto notevole. La tecnica non è eccelsa, ma in area di rigore sa muoversi già da attaccante navigato, anche se il campione di minuti giocati è davvero esiguo.

Contro la Roma Brobbey ha dimostrato di brillare in quello che sembra il suo talento principale, ovvero il gol. Dentro l’area di rigore è spesso ingegnoso, trova soluzioni mai banali per calciare in porta, sfruttando anche il fisico per tenere lontani gli avversari. Dopo la rete si è un po’ perso, facendo fatica contro la difesa chiusa della Roma, ma soprattutto in un Ajax che dopo aver subito il pareggio ha fatto un po’ di confusione tattica. Nel finale ha avuto un paio di possibilità di incidere in area di rigore, ma forse era troppo chiedere a lui di risolvere una sfida così importante che la squadra di ten Hag si era complicata notevolmente.


Quale giocatore sconosciuto del Villarreal sei

Pervis Josué Esupinan Tenorio

Da due anni sei fidanzato con Carlotta, conosciuta all’associazione di quartiere con cui fai volontariato. Da qualche mese ti sei accorto che non ami lei ma la sua famiglia: passate con loro tutti i weekend e Carlotta pensa che vogliano più bene a te che a lei. Guarda in faccia la realtà: Riccardo, il padre di Carlotta, è il tuo migliore amico. Insieme state ristrutturando un rudere nella campagna reatina. Non vedete l’ora di organizzare un barbecue con tutta la famiglia, dite, ma in realtà ciò a cui tieni veramente sono le giornate di lavoro con Riccardo all’aria aperta.

Moi Gomez

Lavoro ordinario all’INPS ma cartellini sempre timbrati in orario, pratiche portate a casa. Guardi con tristezza ma senza severità i tuoi colleghi che se ne approfittano. Non hai una ragazza da cinque anni, vivi in funzione dei tuoi amici maschi, vi chiamate usando termini auto-ironici e consolatori come “fave” o “mazze”. Andavate al Monk o al Circolo degli Illuminati ogni fine settimana; ogni tanto controlli ancora il sito del Primavera Festival a Barcellona solo nella tua cameretta la sera prima di metterti a letto dopo qualche goccia di Sedatol.

Yeremi Pino

Tua madre era segretaria di una scuola di danza, tuo padre gestiva una pompa di benzina IP a Via Casal di San Basilio. Volevano farti studiare e tu ti sei iscritto a ingegneria, ma a 21 anni hai messo incinta la tua fidanzata e ti sei dovuto trovare un lavoro. Volantinaggio, commesso al supermercato, rappresentante folletto, poi ti sei deciso a mettere da parte il tuo orgoglio e ora sei alla pompa di benzina con tuo padre. Con la tua compagna state pensando di prendervi un cane.

Ruben Pena

Hai preso una laurea triennale in scienze della comunicazione non sai neanche tu perché, ora sei indeciso su cosa fare alla magistrale (quando lo capirà tua madre che ormai è troppo tardi per iscriversi a medicina?). Intanto segui un corso per conoscere un po’ i linguaggi di programmazione (se ti tornassero utili saresti felice?). Scrivi pièce teatrali a tempo perso ma sai che non potrà mai essere il tuo lavoro (perché ti sei scelto una passione così anacronistica?). L’anno scorso avete messo in scena il Trimalcione al teatro del paese ma Chiara - la tua amica che interpretava Fortunata - si è sentita male in mezzo allo spettacolo (a 20 anni ancora non sa trattenersi il vomito un paio di minuti?).


Inchiesta Europa League: perché ci sono così tanti allenatori baschi?

La semifinale tra Villarreal e Arsenal, tra i vari incroci, avrà quello tra Unai Emery, basco di Hondarribia, e Mikel Arteta, basco di San Sebastián. Appena 22 chilometri dividono le due città, adagiate sulla costa nord della Spagna in un trionfo di onde alte e afflato indipendentista. C’è qualcosa di unico nel rapporto tra i Paesi Baschi e il calcio, lo sappiamo è ben rappresentato dall’Athletic Club, una squadra che riesce a resistere al vertice del calcio spagnolo pur adottando una politica totalmente autarchica per quanto riguarda la rosa.

Dopo la scuola italiana, quella tedesca e quella portoghese dobbiamo aspettarci la scuola basca? Allenatori dai cognomi arrotati e dallo stile ineguagliabile. L’ultimo nome, di cui si parla come del futuro messia della tattica, è quelli di Xabi Alonso, vicinissimo alla panchina del Borussia M'Gladbach, per ora sembra invece che rimarrà allenatore della seconda squadra della Real Sociedad. Ma gli esempi sono diversi: esiste una pagina di allenatori baschi su Wikipedia piena di nomi. Tra varie forme di Goikoetxea e tantissime A possiamo riconoscere nomi del passato (Javier Clemente, 2 campionati vinti con l’Athletic negli anni ‘80) ma soprattutto nomi del presente. Alla partenza di questa Liga c’erano: Gaizka Garitano, Jagoba Arrasate, Julen Lopetegui, Imanol Alguacil, José Luis Mendilibar e appunto Unai Emery. Sono 6 su 20, il 30% del totale, quando i baschi sono a malapena il 4% della Spagna. Curiosamente l’Athletic Club, l’unica squadra con tutti calciatori baschi, in questo momento non ha un allenatore basco, visto che sulla panchina ora siede l’asturiano Marcelino.

Il motivo di tanti allenatori baschi è difficile da individuare: potrebbe essere il PIL piuttosto alto di quella regione che permette di avere strutture e corsi all’avanguardia, oppure il clima sempre un po’ uggioso che crea pensatori. Ma queste sarebbero motivazioni o veteromarxiste o troppo filosofiche per essere credibili. La più plausibile, come nella peculiarità italiana di avere tanti allenatori toscani, va ricercata nell’odio verso gli altri. Se in Toscana è odio interregionale, i baschi odiano il resto della Spagna e questo fa benissimo alla tua scuola di allenatori. Aspettiamo quindi il derby dell’odio tra Villarreal e Arsenal.


Altre cose che collegano Villarreal e Arsenal

Se da una parte sarà Roma-Manchester, con tutta una narrazione romanista che si disintegra, dall’altra si incontreranno Villarreal e Arsenal, due squadre che non potrebbero essere più distanti. Una rappresenta la capitale più cool d’Europa, quella swing London che tutti amano e sognano, l’altra invece un piccolo centro alle porte di Valencia che fatica a raggiungere le 50mila anime. Eppure tra queste due realtà apparentemente inconciliabili si possono ritrovare dei fili incrociati, momenti condivisi, quelli che poi rendono tanto speciali questi confronti diretti.

Una bomba di Xhaka

https://twitter.com/ChrisWheatley_/status/1382796909216210953

Xhaka giocava ancora al Borussia Mönchengladbach e sembrava il centrocampista perfetto, nella sfida contro il Villarreal tirò questa punizione che è la cosa più vicina a una linea retta che tende all’infinito che ho mai visto su un campo di Europa League.

Uno scoiattolo

Ovviamente il ricordo principale che lega Arsenal e Villarreal è la semifinale di Champions League 2005/06. I "Gunners" erano ancora più vicino alla forma ideale degli invincibili che a quella di oggi, mentre gli spagnoli erano una cenerentola arcigna guidata dal talento di Riquelme. All’andata, c’era ancora il vecchio Highbury, mentre Arruabarrena si apprestava a battere una rimessa laterale da sinistra, il campo venne invaso da uno scoiattolo. Erano passati appena 10 minuti. I giocatori non sapevano che fare, uno scoiattolo non è come un gatto o un cane e rimasero immobili. “C’è solo uno scoiattolo" iniziarono a cantare i tifosi allo stadio per immortalare quel momento. Alla fine venne deciso di ignorarne la presenza e continuare.

Il rigore di Riquelme

Per i tifosi del Villarreal l'incrocio con l’Arsenal sarà però prima di tutto quello con il proprio destino sotto forma di calcio di rigore. A pochi minuti dalla fine, in una doppia sfida in cui sembrava davvero impossibile fare gol, il Villarreal ebbe la possibilità di pareggiare la sconfitta per 1-0 dell’andata e rimandare tutto ai supplementari. Sul dischetto si presentò Riquelme, idolo dei sottomarini gialli e deus ex machina di quella stagione incredibile della squadra spagnola. Il suo tiro fiacco e poco angolato venne respinto da Jens Lehmann, lasciando un marchio indelebile sulla carriera dell’argentino.


Dimmi sopra quale supermercato vivi e ti dirò chi sei

https://twitter.com/Marcoodottavi/status/1382765632236699648

Una persona si può iniziare a conoscere da qualsiasi dettaglio. Cosa ci dice di ten Hag la notizia data dallo studio da Sky Sport, e probabilmente ripresa dal Sun, che vive sopra un supermercato? Dipende dal supermercato, ovviamente. Purtroppo di questa notizia non abbiamo altri dettagli e quindi, esaurite le analisi tattiche, per capire qualcosa di più dell’allenatore più moderno e eccitante del panorama europeo bisogna per forza di cose addentrarsi nel mondo della grande distribuzione dei Paesi Bassi. Avete capito: dimmi sopra che supermercato abiti e ti dirò chi sei. Che nel caso di ten Hag, che già viene accostato alla panchina di diverse squadre, sarebbe: dimmi sopra che supermercato abiti e ti dirò dove allenerai (ovviamente presumendo che questa notizia non vada presa in maniera letterale, perché persino all’austerità olandese c’è un limite: in quel caso ten Hag più che una nuova squadra avrebbe semplicemente bisogno d’aiuto). Insomma, Erik: se ci leggi, presta particolare attenzione a questo contributo perché potrebbe tornarti utile nelle prossime settimane.

Albert Hejin

L’Albert Hejin è la più grande catena di supermercati d’Olanda. Prende il suo nome dal suo fondatore che, nel giorno del suo matrimonio, avviò l’azienda acquistando l’alimentari di suo padre, Jan Simonsz Heijn. L’Albert Hejin è il supermercato olandese per eccellenza ma mantiene una certa cura del dettaglio, come per esempio una grande selezione di prodotti biologici come il succo d’arancia e la passata di pomodoro. Se decidi di vivere sopra un Albert Heijn hai probabilmente deciso di mettere le tue radici ad Amsterdam e sei poco propenso a sacrificare il tuo stile. Quindi forse vuoi rimanere all’Ajax.

Jumbo

Jumbo è il principale concorrente di Albert Hejin. Deve il suo nome al celebre elefante gigante che divenne un’attrazione da circo alla fine dell’800 e ha un’estetica molto riconoscibile, dominata da quel giallo canarino che forse avete visto sulle divise della squadra di ciclismo a cui fa da sponsor, la Jumbo-Visma. È leggermente più economico dell’Albert Hejin, che invece è inaccessibile ai redditi più bassi di studenti e lavoratori poco qualificati. Insomma: un supermercato giallo, che non permette una spesa di prima fascia e che punta sui giovani. Praticamente il Borussia Dortmund.

PLUS

La grande attenzione alle materie prime e ai temi della sostenibilità sociale e ambientale è il segreto del successo di PLUS, catena di supermercati che negli ultimi anni si sta affermando come una delle più apprezzate in Olanda. Al PLUS, ad esempio, troverete solo banane certificate Fair Trade, ovvero, diremmo noi, equosolidali. Trasferirsi sopra al PLUS è insomma un gesto in primo luogo di grande coscienza politica, così come sarebbe per ten Hag sacrificare la sua promettente carriera per andare ad allenare il St. Pauli.

Ekoplaza

Volete prodotti di prima qualità ma anche biologici e addirittura plastic-free? Allora potete lasciare una parte del proprio stipendio a Ekoplaza, supermercato raffinato dall’insegna viola dove insieme alle mele Fuji potete acquistare a caro prezzo anche la pace con voi stessi. All’Ekoplaza potete sentirvi ricchi e contemporaneamente attenti allo stato del mondo, esattamente come si sentirebbe ten Hag sulla panchina del Barcellona.


Chi sa solo di Europa League non sa niente di Europa League

Lo sappiamo: è finita. È stato bello, i ragazzi si sono fatti valere, la nebbia è stata meno del previsto, ma altri momenti assurdi hanno segnato il passo, ricordato a tutti che non c’è Conference League che tenga: l’Europa League è ancora la competizione più gagliarda tra quelle a cui non interessa nulla se c’è Guardiola in semifinale. Allora prima di assistere allo scontro tra perfida Albione e pigro Mediterraneo, guardiamoci indietro, ricordiamo quello che è successo, giochiamo a “ma te lo ricordi?”

1) Qual è stata “la partita con la nebbia” di questa edizione?

a) Ludogorets- Anversa

b) Slovan Liberec - Hoffenheim

c) CSKA Sofia - Young Boys

2) Qual è lo sponsor del Maccabi Tel Aviv?

a) Penguin Pickup - logistica

b) Osem - cibo (patatine al gusto falafel)

c) Dubek - sigarette

3) Michael Liedl è uguale a…

a) Timothée Chalamet - attore

b) Fabio Quagliarella - attaccante

c) Thom Yorke - cantante

4) In che partita è apparso il monolite dell’Europa League?

a) CSKA Mosca-Wolfsberger

b) Stella Rossa-Hoffenheim

c) Gent-Slovan Liberec

5) Chi è il giocatore più boro del Benfica?

a) Everton Soares

b) Nicolas Otamendi

c) Pizzi

6) Che difesa ha schierato la Roma contro il Cluj all’andata?

a) Juan Jesus, Cristante, Spinazzola

b) Juan Jesus, Fazio, Mancini

c) Kumbulla, Smalling, Calafiori

7) È più buona la birra di Praga o il prosciutto di Praga?

a) la birra di Praga

b) il prosciutto di Praga

Risposte:

1) c

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2) a

3) b

4) b

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5) a

6) a

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7) a


Gol più Europa League: Orsic

Virilità: 5

Assurdità: 8

Anti-epicità: 9

Paura della morte: 9

Cosa rappresenta l’Europa League meglio di un gol inutile nei quarti di finale che prevede una sponda di tacco di Petkovic? Un triangolo da calcio di strada tra uno scarto dello Spezia e un giocatore che ha vestito le maglie di Catania, Varese, Reggina, Virtus Entella, Trapani, Bologna e Verona. I quarti di finale di Europa League sono l’ultimo momento in cui si può ammirare pura improbabilità e il percorso della Dinamo Zagabria rimane unico. Ovviamente non si poteva superare una squadra spagnola allenata da Unai Emery, ma si poteva ricordare all’allenatore che ha reso l’Europa League un algoritmo, che non si possono controllare tutte le varianti del gioco. La Dinamo Zagabria ha rappresentato la scheggia impazzita del torneo, prima squadra solida e coesa, poi eroe inaspettato nella forma di Orsic che si costruisce una reputazione da uomo Europa League, il sogno di tutti gli attaccanti croati passati per il campionato coreano.


Cose che accadono solo in Europa League

Vogliamo sforzarci per voi, far tornare questa rubrica nella rubrica nella rubrica anche in un momento in cui l’Europa League diventa una competizione normale come il pranzo della domenica. Forse è l’ultima edizione di una rubrica nata per caso e continuata per caso come il pranzo della domenica in tempi di pandemia. Magari diventerà cose che accadono solo in Conference League, oppure diventerà il posto dove accoglieremo le gif dei lettori, momenti buffi o sensazionali della loro vita. Forse un giorno questa rubrica servirà a qualcuno per fare una proposta di matrimonio, ma non è questo il giorno.

L’Europa League come se fosse un paese rurale della Sardegna

https://twitter.com/Eurosport_IT/status/1382661790140669954

L’Europa League come se fosse un posto in cui le persone provano a insegnare a Tagliafico come si batte una rimessa laterale e quello non ci riesce

L’Europa League ma come se fosse una battaglia medievale steam-punk

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Organizza la tua trasferta online: Villarreal

Perché dovreste andare a Villarreal? Boh, tanto vi ricordo che è per finta. Situata alle porte di Valencia potremmo definirla la Chievo Verona di Spagna, ovvero un posto di cui non avreste mai saputo l’esistenza se non fosse stata benedetta da una squadra di calcio abbastanza forte da arrivare nel massimo campionato. Per farvi capire, su Tripadvisor la prima attrazione di Villarreal (o Vila-real se odiate lo stato centrale) è l’Estadio de la Cerámica. Noi ci proviamo lo stesso.

Una piastrella

“Non c' è un motivo per venire fin qui, a meno che uno non faccia il rappresentante di piastrelle”. Così si apre un articolo di Repubblica che racconta il miracolo calcistico che avviene da queste parti. Non ho trovato particolari piastrelle del luogo, immagino si riferisca a quel tipo di ceramica spagnola molto spagnoleggiante. Insomma avete capito, magari l’avete già in casa o in quella al mare del vostro amico con il padre medico.

Un souvenir:una maglia del Villarreal indossata da Giuseppe Rossi

Se andaste davvero a Villarreal e diceste di essere italiano, probabilmente vi direbbero Giuseppe Rossi. In realtà non sono sicuro, ma spesso in giro per il mondo mi sono rapportato agli altri con il calcio quindi immagino valga così per tutti. Nella squadra spagnola Rossi ha vissuto le migliori stagioni della carriera, ovvero tutte quelle in cui non era rotto. Spesso dopo Messi e Ronaldo che facevano uno sport a parte, uno dei primi nomi nella classifica marcatori era il suo. Oggi è ancora il miglior marcatore nella storia della squadra con 82 gol e sicuramente da quelle parti ancora gli vogliono bene.

Un piatto: conejo con caracoles

Che fai vai in Spagna e non mangi il coniglio con le lumache? Neanche a farlo apposta sarebbe stato possibile mettere insieme due ingredienti più strani tra loro, ma chi siamo noi per prendercela con qualcuno quando si parla di cibo. Insomma per fare questo piatto tipico di Villarreal per, diciamo, due persone, dovete come prima cosa rimediare 50 lumache. Potete aspettare che piove oppure potete andare dal vostro gasteropodista di riferimento (forse lo conoscete come molluscaro). Fatto questo, state a metà strada. Ovvero dovete andare a prendere un coniglio, ma onestamente potete farne a meno, vedete voi. Comunque per il resto è praticamente uguale a una pasta al sugo. Fate soffriggere dell’aglio e poi metteteci l’alegria riojana un peperoncino di quelli che usano nei cartoni per far vedere quanto è piccante un peperoncino, poi aggiungete la passata di pomodoro. In un’altra pentola mettete il coniglio oppure no, non lo so, mi sembra una ricetta assurda e ancora non siamo arrivati alle lumache. La prossima volta andiamo a Valencia tanto sta lì vicino.

Un mezzo: il treno

Per arrivare a Villarreal da Valencia potete prendere il treno, ma potrebbe capitarvi una scena come questa qui sopra, quindi pensateci bene. (No scherzo, prendete i treni che sono un mezzo magico).




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