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Foto di Marco Bertorello / Getty Images
I migliori momenti del 2018 Marco D'Ottavi 4 gennaio 2019 5'

Cristiano Ronaldo mi ha gettato nell’irrazionale

L’arrivo del campione portoghese raccontato dal punto di vista di un tifoso juventino.

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Sullo sfondo nero, nove lettere deformate di colore bianco. Le lettere si allungano verso il basso, pur rimanendo immobili sembrano volersi mangiare tutto lo spazio intorno, riempirlo con la loro presenza perché è solo la loro presenza a contare. Lette tutte insieme formano il nome CRISTIANO dove la T si confonde con un 7. In primo piano, in negativo,  la silhouette di un calciatore esulta con le gambe e le braccia larghe: è l’iconografia scelta dalla Juventus per comunicare al mondo l’ingaggio di Cristiano Ronaldo, il 10 luglio del 2018, verso le sette della sera.

 

La prima cosa che ricordo immediatamente dopo, sono i server del sito della Juventus cadere giù per il troppo traffico. La seconda, è la gente in fila, quella sera stessa, in uno store della Juventus per acquistare la maglia di Cristiano Ronaldo, gente a cui dovevi ispezionare attentamente lo stupore negli occhi per capire che non erano attori chiamati in fretta e furia per fare da comparse ad un grande spettacolo. La terza e ultima delle prime cose che ricordo è che ho pensato che a quel punto mi sarei dovuto fare un’opinione su quello che era appena successo.

 

Opinione che non avevo, perché io tifo Juventus e tifare Juventus è soprattutto un’esperienza razionale. L’arrivo di Cristiano Ronaldo, invece, di razionale non ha avuto nulla. Per me è stato come inciampare in un capitolo di realismo magico nel manuale di ingegneria aerospaziale. Una cosa a cui non si può arrivare preparati, anche se preannunciata da centinaia di articoli e servizi in tv nei giorni precedenti.

 

Prima di quell’immagine, di quelle nove lettere bianche, non avevo creduto assolutamente a quella voce che era cresciuta piuttosto rapidamente, passando da suggestione estiva a trattativa serrata nel giro di qualche giorno, per tramutarsi in realtà a ridosso dell’ora dell’aperitivo. Non ci avevo creduto neanche il giorno prima, mentre Fabio Barcellona scriveva un articolo dal titolo piuttosto eloquente Come giocherà Cristiano Ronaldo nella Juventus e io scartabellavo tutti i suoi gol in Champions per scegliere i migliori 10, che già il triangolo Cristiano Ronaldo – Juventus – Champions League era diventato il primo punto dell’agenda del paese.

 

Non ci avevo creduto neppure quando il presidente Andrea Agnelli ha preso un volo privato per andare in Grecia, dove il portoghese stava passando le sue vacanze.

 

Non ci avevo creduto perché, appunto, stare dietro alle voci su Ronaldo mi aveva fatto impazzire. In quei giorni fitte conversazioni carbonare tra tifosi si contrapponevano alla stampa ufficiale, ognuno raccontava un dettaglio diverso con toni eloquenti, ma mai fantasiosi. Tutti avevano un procuratore amico di amici, un manager dell’Adidas conosciuto in vacanza o anche semplici cugini addetti dell’Aeroporto di Caselle, tutti sicuri che l’arrivo di Ronaldo era questione di ore, al massimo giorni. Tutta gente che probabilmente non è mai esistita, fac-simili creati dai tifosi per rendere credibile l’incredibile, un meccanismo di difesa rispetto alla caducità delle notizie di calciomercato.

 

Il 4 luglio, per esempio, mentre scendevo le scale del mio palazzo mi era arrivato un messaggio da un amico juventino. Una foto in cui si vedevano diverse maglie della Juventus buttate su di un tavolo, con il numero 7 e il nome Ronaldo impresso di fresco. Avevano ancora il cartellino attaccato e ben esposto in primo piano, un dettaglio che sembrava fatto per sembrare vero, ed era bastato quello a farmi salire l’ansia, come se portarlo alla Juve a quel punto fosse compito mio. Come se potessi fare qualcosa.

 

Segnale orario: sono le SETTE 😎
Quando aspetti l’annuncio #CR7Juve…
La vostra attesa com’è stata? Postate le vostre foto e i vostri video nei commenti pic.twitter.com/MHMACCFTHE

— JuventusFC (@juventusfc) 11 luglio 2018

Quale altro giocatore può spingere la società che lo acquista a chiedere ai tifosi un resoconto sull’attesa?

 

Da quel momento non si è parlato d’altro, anche perché è stato come comprare un defibrillatore per una Serie A con problemi di cuore. Tifosi hanno iniziato a condividere, come se fosse un messaggio a reti unificate, il gol più memorabile di Ronaldo, che guarda caso aveva segnato pochi mesi prima proprio contro la Juve. Torino tornava ad avere delle colline, ville stupende dove avrebbe alloggiato il nuovo campione di casa, ristoranti discreti dove tutti spiavano discretamente per capire cosa avrebbe mangiato Ronaldo.

 

Sui social, i follower salivano vertiginosamente, la Juventus era così al centro del mondo che in qualche modo ero convinto anch’io di essere un po’ al centro del mondo. Con Cristiano Ronaldo, ci siamo accorti tutti piuttosto rapidamente, non stavamo comprando il rimpiazzo di Higuain, ma una specie di Gioconda del nuovo millennio. Tutti avrebbero fatto la fila per venire a vedere noi, finalmente.

 

Se l’acquisto di Cristiano Ronaldo è stato, dopotutto, una semplice operazione di mercato – 100 milioni al Real Madrid, 30 l’anno a lui – l’ingresso di CR7 nell’universo Juventus è stato qualcosa di altro, che va oltre gli aspetti tangibili. Un’esperienza non necessariamente più bella, ma sicuramente diversa, dove tutto è amplificato, accelerato.

 

Nel 2018, per dire, la Juventus ha prodotto i 4 minuti di Wembley, il colpo di testa di Higuain a San Siro e la notte di Madrid (al di là dei bidoni di immondizia e dei fruttini). E se guardiamo agli anni passati, agli ultimi 7 anni ma anche a quelli precedenti, ci sono molti momenti che un tifoso juventino può ricordare. Ma da quando la Juventus ha comprato Cristiano Ronaldo ci sembra davvero tutto possibile, come se fossimo finiti dentro la trama di un film di Spielberg. E il momento del suo arrivo è la scena iniziale.

 

Lui è qui. 👇 Lui è Bianconero. 🏳️🏴 Lui è @Cristiano. 🔥🔥🔥#CR7JUVE

[🔊 Sound On] pic.twitter.com/B7pfbgSYBk

— JuventusFC (@juventusfc) 16 luglio 2018

Personalmente ho scritto del portoghese e della sua complessità umana in diverse circostanze: vederlo entrare in quella che sento come casa mia – cambiare l’ordine dei mobili, provarsi i vestiti, abbattere i muri e allargare la cucina – mi ha fatto uno strano effetto. Da una parte è già un ottimo argomento di conversazione, lo sarà di nuovi articoli e, perché no, di ulteriori vittorie. Ma dall’altro Ronaldo sta schiacciando tutto quello che c’era prima di lui. L’esperienza di tifare Juventus, con Ronaldo, è meno razionale. Adesso posso davvero credere con facilità che basterà la sua presenza per battere l’Atletico Madrid negli ottavi di Champions, o che nei prossimi mesi compreremo anche Mbappé come dicono. E soprattutto, è un’esperienza più ansiogena. Le idiosincrasie di Ronaldo, la sua fame di vittorie, un gol dopo l’altro, tirando ogni volta che ce n’è occasione, sono diventate le mie idiosincrasie.

 

Se fino a ieri la vittoria era l’unica cosa a contare per la Juventus, dal momento dell’acquisto di Crisitiano Ronaldo la vittoria della Juventus è l’unica cosa a contare per Ronaldo. Due cose simili, ma non necessariamente uguali. Il tempo dirà se il suo acquisto ha davvero cambiato la Juventus, al momento ha sicuramente cambiato i suoi tifosi. O almeno una parte di tifosi che ha provato le stesse sensazioni contraddittorie quando ha visto effettivamente arrivare Cristiano Ronaldo a Torino, e posare con la maglia della Juventus.

 

La quarta cosa che ricordo di aver pensato subito dopo l’arrivo di Ronaldo, è che avevamo comprato un calciatore che dà il nome ad un aeroporto.

 

E questo credo spieghi più o meno tutto.

 

 

Tags : cristiano ronaldojuventus

Marco D'Ottavi è nato a Roma, fondato Bookskywalker e lavorato qui e là.

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