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Cosa fare con Mario Mandzukic?
27 nov 2017
27 nov 2017
Come cambia il ruolo dell'attaccante croato all'interno della Juventus, adesso che sta passando al 3-4-3.
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Mario Mandzukic è rimasto seduto in panchina per tutti i 90 minuti di Juventus-Barcellona: provate ad immaginare la sorpresa e la delusione dei tifosi che all’Allianz Stadium avevano preparato una speciale coreografia dedicata all’attaccante croato. Poi, appena 4 giorni dopo, Mandzukic è stato preferito ad Higuain al centro dell’attacco bianconero e proprio un suo gol ha rotto l’equilibrio tra Juventus e Crotone.

Ovunque lo si impieghi in campo, Mandzukic trova quasi sempre il modo di essere decisivo. Se il croato segna, la Juventus vince: è una regola che in Serie A è stata rispettata 19 volte su 19. Ma con la Juventus che sta mutando pelle dal punto di vista tattico, la domanda impellente è: cosa fare adesso con Mario Mandzukic?

In che ruolo impiegarlo

Il cambio di sistema, dal 4-2-3-1 al 3-4-3, varato da Massimiliano Allegri contro il Barcellona, ha spinto Mandzukic fuori dall’undici titolare. Il 3-4-3 è stato confermato anche contro il Crotone, con il croato riportato al suo ruolo naturale di centravanti. Centottanta minuti trascorsi senza subire reti, quando invece nelle settimane precedenti le difficoltà in fase difensiva erano diventate un problema troppo vistoso per essere ignorato: in tutte le competizioni, attualmente, la Juventus ha una media di gol subiti a partita di 1,1 gol; lo scorso anno, di questi tempi, la media era di 0,7 reti subite a partita.

In fase di non possesso, in realtà, le cose non sono cambiate molto: contro il Barça, ad esempio, Alex Sandro si abbassava in difesa accanto ai tre centrali, riformando una linea a quattro davanti alla quale si posizionava un'altra linea a quattro, quella del centrocampo, con Dybala e Higuain davanti, allineati e stretti per aumentare la densità in zona centrale. Nell’ibridazione di moduli differenti da utilizzare nelle due fasi di gioco Allegri ha bisogno di due esterni capaci di giocare a tutta fascia, in grado di interpretare il ruolo sia nella fase offensiva che in quella difensiva. Contro il Barcellona, Alex Sandro ha giocato da terzino senza palla, pur offrendo una sovrapposizione esterna a Douglas Costa ad ogni occasione di possesso. Persino Cuadrado all’occorrenza ha coperto le spalle a Barzagli, soprattutto quando il difensore italiano usciva aggressivo in alto su Iniesta.

Nel calcio moderno, il terzino sta diventando un ruolo sempre più completo e complesso da interpretare: Mandzukic, al netto della retorica dell’attaccante di fatica, per sue caratteristiche tecniche non sarebbe in grado di fare un lavoro del genere con una qualità d'élite. Sarebbe una trasformazione troppo radicale, persino per lui.

I limiti di Mandzukic in fase di non possesso: sulla transizione della Lazio che porterà al rigore dell'1-2, il croato si ritrova in un'inedita posizione di mezzala destra ma è del tutto evanescente in marcatura, non accorciando su Milinkovic-Savic che si sta associando su Luis Alberto, né schermando Immobile alle sue spalle.

Ma per capire l'evoluzione della Juventus in queste ultime settimane, e il possibile impiego di Mario Mandzukic, bisogna tenere conto del fatto che Allegri preferisce che la Juventus si difenda con la palla: il 3-4-3 (con i due attaccanti esterni che entrano dentro al campo) in questo senso è la risposta alle difficoltà in fase di costruzione del gioco della Juventus. Grazie ai 3 uomini della linea di difesa, ai quali si aggiunge il portiere, la circolazione bassa diventa più sicura: i due mediani e le due mezze punte formano un quadrato che permette di avere superiorità numerica in zona centrale contro quasi tutti i sistemi, e i due esterni a tutta fascia sempre alti e tra le linee avversarie fin dall'inizio dell'azione, in modo da offrire al piede chirurgico di Miralem Pjanic altre due opzioni di passaggio.

In questa configurazione, per i due ruoli offensivi ai lati della punta centrale, viene naturale pensare a Douglas Costa e a Paulo Dybala, come uomini deputati al raccordo del gioco e allo sviluppo della soluzione finale nell’ultimo terzo di campo. Da Dybala dipende quasi del tutto il successo della prima impostazione bianconera: l’argentino fluttua tra le linee per ricevere spalle alla porta ed è lo scarico migliore per far sì che il pallone superi la linea di metà campo e arrivi sulla trequarti in maniera pericolosa. Douglas Costa offre una soluzione in più allo sviluppo tra le linee, ed è estremamente più pericoloso nell’uno contro uno quando può essere trovato in isolamento, com’è spesso accaduto mercoledì scorso.

Mandzukic è un giocatore straordinariamente tecnico, per essere alto un metro e novanta, ma non può competere con Dybala e Douglas Costa per abilità nello stretto e, soprattutto, per varietà dei movimenti senza palla. Lo scorso, nella partita di ritorno contro il Monaco, Allegri aveva già impiegato Mandzukic dietro la punta, a sinistra, in un 3-4-3. In quell'occasione il croato fece bene, considerando le sue caratteristiche, e non possiamo escludere che anche quest'anno tornerà utile proprio in quella posizione, come sostituto di Douglas Costa a partita in corsa o dall'inizio. Ma le sue sono caratteristiche sono estremamente diverse da quelle del brasiliano (e da Bernardeschi, che eventualmente può coprire entrambi i ruoli) e per questo è probabile che Allegri continui ad impiegarlo da prima punta come vice Higuain, in quelle partite in cui è preferibile avere una torre a centro area su cui far piovere cross dalle fasce.

Perché non si può fare a meno di Mandzukic

Ma i moduli, si sa, non sono dogmi di fede. Almeno non per Massimiliano Allegri. Nell’anno solare Mario Mandzukic è stato un fattore anche al di là dei compiti principali di un attaccante, ovvero segnare, proprio in corrispondenza del passaggio al 4-2-3-1. Con l'arrivo di Higuain, poi, le responsabilità realizzative si sono ancora di più assottigliate, con la media gol del croato si è più che dimezzata da una stagione all'altra: Mandzukic è passato dai 0,46 gol ogni 90 minuti giocati dell’era pre-Higuain agli attuali 0,27 gol ogni 90 minuti.

Le sue reti, però, sono quasi sempre importantissime. Come l’ultima segnata in Champions League, quella in casa contro lo Sporting Lisbona che, con molta probabilità, risulterà determinante ai fini della qualificazione: Mandzukic viene spostato da Allegri a destra, sul lato del terzino meno dotato fisicamente (Jonathan Silva) e dopo pochi secondi il croato mette in rete di testa al primo tentativo utile.

Proprio la dinamica di quest’ultimo gol ci ricorda la caratteristica principale di Mario Mandzukic, dalla quale la Juventus trae i maggiori benefici, ovvero quella di bullizzare i terzini avversari, fisicamente e tecnicamente. Grazie anche alla capacità di Bonucci e di Dani Alves di tagliare il campo in diagonale con il lancio lungo, lo scorso anno il duello aereo di Mandzukic era un’ulteriore risorsa - piuttosto affidabile - per la risalita del campo. Le doti nel gioco aereo di Mandzukic sono indiscusse e se spostate nella posizione di ala, rappresentano un’unicità nel campionato: nella scorsa stagione Perisic ha vinto 1,7 duelli aerei ogni 90 minuti, risultando l’ala più letale del campionato nel fondamentale; Mandzukic, per intenderci, ne ha vinti addirittura 3 ogni 90 minuti giocati. La possibilità di andare a contendere la seconda palla a ridosso dell’area di rigore avversaria grazie al croato ha reso la Juventus ancor più pericolosa.

Mandzukic è un giocatore intelligente e sa muoversi diversamente a seconda del lato che la squadra sceglie di attaccare: quando l’azione procede sul lato forte a destra, Mandzukic stringe al centro e va a riempire l’area di rigore, attaccando quasi sempre il secondo palo e consentendo ad Higuain di seguire il suo istinto, che lo porta a staccarsi dal marcatore, andando all’indietro, o ad anticiparlo, correndogli davanti verso il primo palo. Quando la Juventus attacca da sinistra, Mandzukic fornisce ampiezza, tenendo il pallone tra i piedi e permettendo ai compagni di posizionarsi: il croato, poi, libera lo spazio per le sovrapposizioni di Alex Sandro, scegliendo per sé una posizione da mezzala o addirittura da falso terzino. Mandzukic non garantisce solo varietà di soluzioni offensive, perché può giocare sia da solo che con un altro attaccante, ma anche equilibrio tattico, in qualsiasi posizione lo si impieghi.

Il gol dell'1-0 contro la Fiorentina quest'anno arriva proprio da un movimento ad attaccare il secondo palo di Mandzukic: il croato parte da ala sinistra, ma quando parte il cross di Cuadrado si butta in area, anticipa Bruno Gaspar e mette in rete.

Mandzukic, soprattutto nel 4-2-3-1, può essere ancora decisivo in Serie A, per questo forse si potrebbe ipotizzare un'alternanza dei moduli nel prossimo futuro, con la Juventus capace di muoversi su un doppio binario. Allegri potrà scegliere l’abito che riterrà migliore di volta in volta, senza seguire una suddivisione rigida. In questo momento l’allenatore livornese, con la svolta al 3-4-3, sta aggiungendo conoscenze ad un gruppo di giocatori con un bagaglio già molto ricco, risolvendo alcuni problemi evidenziati in questo inizio di stagione.

L’ariete croato sarà un’arma in più, che è meglio avere con sé quando si va a fare la guerra contro le difese chiuse. Nessuno ha saputo utilizzare Mario Mandzukic meglio di Allegri e per quanto possa dispiacere ai tifosi che uno dei propri beniamini carismatici sia sacrificato in alcune occasioni, la storia d'amore tra il numero 17 e la Juventus non è ancora finita.

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