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Alfredo Giacobbe

Cosa ci dicono le statistiche su questo inizio di campionato

Quattro temi sulla Serie A guardando gli Expected Goals.

Con tutto quello che è successo in questa pausa per le Nazionali, il campionato sembra lontanissimo, fermo da un’era. Eppure il prossimo weekend la Serie A tornerà in campo e non è il caso di farsi trovare impreparati alla ripresa. Usiamo le statistiche per capire cos’è successo fin qui, come facciamo di solito in questo periodo dell’anno.

 

Otto giornate sono poche per quasi tutti gli indicatori, per cui in questo pezzo parlerò soprattutto di Expected Goals, che invece possono dare indicazioni interessanti per il medio periodo anche in un lasso così breve di tempo. Tutti i numeri che citerò di seguito sono stati raccolti e aggregati da StatsBomb. Ho selezionato quattro temi che il campionato ha messo in evidenza fino ad adesso e che potrebbero risultare decisivi anche per il resto della stagione.

 

Chi se la passa meglio tra Inter e Milan

Anche se siamo solo agli inizi la Serie A 2023/24 qualche segnale lo ha già dato. Milan e Inter, innanzitutto, sono sembrate più avanti delle altre, confermando sul campo quello che già si prevedeva in estate, leggendo le griglie degli esperti che impazzano sui quotidiani prima dell’inizio del campionato. Alla sosta la classifica parla chiaro: i rossoneri sono in testa e pare già superata la scoppola presa nel derby; i nerazzurri seguono a breve, nonostante gli inciampi contro Sassuolo e Bologna. La domanda, quindi, sorge spontanea: cosa dicono le statistiche sulla corsa a due tra le milanesi? Chi sta meglio tra Inter e Milan?

 

 

Partiamo dal Milan. Dai dati sembra chiaro che se la squadra di Pioli vuole essere una candidata credibile per lo Scudetto deve migliorare innanzitutto la propria performance offensiva. I rossoneri tirano in porta poco – 11,5 tiri a partita, nona prestazione del campionato – e ottengono un controvalore di Expected Goals in linea – 1,17 xG a partita, ottavi in Serie A. Al contrario, l’Inter è la prima squadra del campionato per Expected Goals ed è seconda, solo dietro al Napoli, per volume di tiro. Del totale dei tiri effettuati dai nerazzurri, poi, una grossa quota arriva da occasioni facili da convertire. D’altra parte, l’Inter è la squadra che riesce più facilmente a sfondare le linee avversarie: 4,8 passaggi di media a partita completati in area, nessuno fa di meglio in campionato.

 

L’Inter è anche terza, dietro al Napoli e al Sassuolo, per tiri che nascono come conseguenza della pressione alta; e quarta per il numero di tiri dopo un’azione di contropiede. È un fatto statistico curioso: l’Inter sfrutta il contropiede come squadre che occupano la seconda metà della classifica (per esempio il Sassuolo) o che addirittura sono invischiate, per il momento, nella lotta per non retrocedere, come Udinese e Cagliari. Eppure i nerazzurri, come detto, sfruttano la pressione alta con efficacia e difendono restando alti sul campo. È evidente che la forza della squadra di Simone Inzaghi è saper interpretare differenti registri all’interno della partita, riuscendo a essere pericolosa anche quando siede bassa nei pressi della propria area di rigore. 

 

 

Come si era capito anche solo guardando le partite, Lautaro Martinez sta trascinando l’attacco della sua squadra. Ma questo momento di forma durerà? Sarà interessante seguirlo per il resto del campionato, perché in passato l’argentino ha avuto dei periodi di appannamento nelle capacità realizzative durante l’arco della stagione. Però è anche un giocatore il cui gioco si è evoluto anno dopo anno. Se confrontate le zone di tiro della stagione ‘20/21 con la stagione ‘22/23, noterete che Lautaro sceglie di andare a concludere a rete in maniera completamente diversa. Anche quest’anno il trend sembra essere confermato: dei 28 tiri effettuati dal “Toro”, 23 sono nella porzione centrale dell’area di rigore, cioè la zona in cui è più facile convertire un tiro in gol.

 

 

Il profilo delle statistiche difensive delle due milanesi non è troppo dissimile. Ma anche qui il Milan ha terreno da recuperare rispetto ai “cugini”. I 12,3 tiri concessi in media dai rossoneri in ogni partita (undicesima prestazione del campionato) sono troppi, anche se per bravura del Milan arrivano da zone e situazioni poco pericolose, per cui il controvalore degli xG concessi è più basso (0,8 xG/p90, ottavi in Serie A). Rispetto all’Inter, che come dicevo alterna fasi di pressione alta e di difesa posizionale, il Milan subisce più tiri dalle situazioni di calcio piazzato e dai contropiede portati dagli avversari. 

 

Il brutto momento del Napoli non è colpa solo di Rudi Garcia

Non è stato un grande avvio di campionato per il Napoli e arrivare alla pausa con una sconfitta in casa non ha lavorato in favore di Rudi Garcia. L’allenatore francese è in bilico, anzi forse già oltre, sorvegliato a vista dal presidente De Laurentiis durante le sessioni di allenamento, svolte con i pochi che sono rimasti a Castel Volturno. Ma, guardando alle statistiche, è davvero così differente questo Napoli da quello della scorsa stagione?

 

 

Sorprendentemente si scopre che è il Napoli di Garcia a produrre più occasioni. Lo scorso anno gli azzurri si esprimevano già su livelli di eccellenza: con una media di 16 tiri a partita, erano nel novantaduesimo percentile. Quest’anno il Napoli tira di più e produce più xG, ed entra in area con più efficacia, perché predilige maggiormente un passaggio a un cross. Inoltre riesce ad arrivare al tiro più spesso dopo aver riconquistato palla nella metà campo avversaria e mettendo l’uomo solo davanti alla porta. Ma allora perché il Napoli segna di meno?

 

Il Napoli 2022/23 e quello 2023/24 nelle prime otto giornate del campionato.

 

Nelle immagini metto a confronto i soli tiri finiti nello specchio. È evidente di come sia diversa la selezione al tiro tra il Napoli di Spalletti e quello di Garcia. Nel secondo caso, la rosa degli eventi è molto più aperta, si tira di più da zone da cui è più difficile ricavare un gol. È vero, come ho già detto, che il Napoli di Spalletti arrivava in area più spesso attraverso i cross; ma è anche vero che i tentativi dal centro dell’area di rigore erano più numerosi, sia di piede che di testa. Ci sono stati cinque gol nelle prime otto giornate dello scorso campionato, cinque gol di testa ben visibili tra l’area di porta e il dischetto del rigore. Due di questi sono di Min-jae Kim. L’assenza del difensore coreano, insomma, si è fatta anche nell’area avversaria.

 

C’è anche un aspetto legato alla forma degli uomini del reparto offensivo. Lo scorso anno Osimhen, Kvara e Elmas garantivano un contributo di gol e assist superiore alle attese. Oggi nessun giocatore del Napoli è nei primi venti del campionato per l’overperformance offensiva. Guardiamo la precisione al tiro dei due uomini-simbolo di questa squadra: Osimhen ha chiuso lo scorso anno con una media gol su tiro del 18% e con una percentuale di tiri nello specchio del 39%, numeri entrambi molto alti. Quest’anno le due statistiche sono scese rispettivamente al 13% e al 33%. Kvara, un anno fa, era su una precisione del 12% e del 35%; oggi converte in gol il 4% dei suoi tiri e mette nello specchio il 21% dei tentativi. Sono numeri destinati a cambiare, perché nell’arco del campionato le percentuali al tiro possono fluttuare di molto. Al momento, però, questi numeri stanno pesando.

 

Il Monza è ancora la squadra da seguire

Al settimo posto e appaiate a dodici punti, ci sono tre squadre. Gli inizi di campionato di Monza, Lecce e soprattutto Frosinone hanno un che di sensazionale. La squadra di Palladino, che pure ha fatto un calciomercato interessante, in estate ha perduto giocatori fondamentali, tra tutti Carlos Augusto e Nicolò Rovella. Il Lecce a sua volta ha avuto un’estate movimentata. Ha cambiato guida tecnica, con Baroni che è andato all’Hellas, sostituito da D’Aversa. Il Frosinone, figuriamoci: deve affrontare il salto di categoria, con tutte le incertezze del caso. Nonostante tutto, queste tre squadre hanno mostrato un buon calcio e hanno incamerato punti. Insomma, meritano la classifica che hanno. È indubbio però che su un periodo così breve possono aver avuto la loro influenza gli effetti di calendario. La vera forza di Monza, Lecce e Frosinone la capiremo solo più avanti, quando si saranno confrontate con tutte le squadre della Serie A almeno una volta. 

 

Guardando i numeri da queste prime otto giornate, però, la squadra più solida sembra il Monza. StatsBomb ha messo a punto una statistica chiamata On Ball Value. L’OBV pesa ogni evento registrato in partita e assegna un valore positivo o negativo, a seconda che la giocata sia considerata statisticamente utile o no all’obiettivo finale: fare gol. Il valore dell’OBV del Monza è molto alto, solo Inter e Milan fanno meglio. Il Monza costruisce gioco in modo intelligente, coinvolgendo il portiere Di Gregorio nell’impostazione dal basso, e scegliendo sempre la cosa giusta da fare, dove muovere la palla con un passaggio o con una conduzione al fine di aumentare le possibilità di andare a rete. Il loro OBV è alto nonostante le cattive scelte che gli attaccanti fanno al tiro in questo momento, che è l’unico contributo negativo all’OBV. Di più: l’OBV al tiro del Monza è il peggiore della Serie A. Se Palladino riuscisse a mettere mano alla finalizzazione della sua squadra, il Monza potrebbe ottenere anche di più. 

 

L’OBV non è l’unico indicatore a mostrare la consistenza della squadra brianzola. Il Monza è terzo, dietro Napoli e Inter, per gli xG prodotti su azione di gioco manovrato; ancora terzo per passaggi completati nel terzo di campo offensivo, dribbling nella metà campo offensiva, passaggi nell’area di rigore avversaria. 

 

 

Da un anno all’altro il Monza ha anche migliorato il modo di stare in campo senza la palla. I brianzoli pressano meglio, il numero di palloni riconquistati è aumentato, nonostante il numero di pressioni sia rimasto invariato da un anno all’altro. Ora il Monza concede più spazio agli avversari per il palleggio, lo confermano la più alta percentuale di passaggi riusciti delle squadre avversarie e il PPDA più basso. La squadra di Palladino, però, subisce di meno: gli xG concessi sono più bassi; si è abbassata anche la pericolosità media di ogni tiro e si è ridotto il numero di occasioni in cui il Monza ha lasciato l’uomo solo davanti al proprio portiere. L’unico aspetto preoccupante è il numero di tiri a seguito di un contropiede che è di molto aumentato, segno che ancora qualcosa non va nelle transizioni difensive e nelle coperture preventive. 

 

La situazione della Lazio è più preoccupante di quanto la classifica non dica

Tre vittorie, un pareggio, quattro sconfitte: l’inizio di Serie A della Lazio è stato piuttosto schizofrenico. Certo, si potrebbe dire che il numero di partite giocate è piccolo e che la classifica è tanto corta da contare poco: in fondo tra il sesto posto dell’Atalanta e il tredicesimo della Lazio balla solo una vittoria di differenza. Eppure i numeri oggi raccontano una storia diversa, per la quale i tifosi biancocelesti dovrebbero cominciare a preoccuparsi. 

 

 

La prestazione della Lazio finora, vista attraverso la lente degli Expected Goals, è tutt’altro che buona. I biancocelesti sono terzultimi per il differenziale degli xG prodotti e concessi, peggio fanno solo Salernitana e Cagliari che in questo momento occupano gli ultimi due posti della classifica. Offensivamente la Lazio tira poco (quindicesimo volume di tiro del campionato) e lo fa da zone e situazioni di gioco che recano poco danno agli avversari (quattordicesimi per la pericolosità media di ogni tiro). 

 

La Lazio è una delle squadre che gioca di più la palla, per numero di passaggi giocati è seconda solo al Napoli. Risale il campo con pazienza ed efficacia, anche le conduzioni palla al piede sono tra le migliori del campionato. Poi nell’ultimo terzo di campo, il gioco della Lazio s’ingolfa. È decima per passaggi riusciti in area, dodicesima per dribbling riusciti. I biancocelesti sono costretti a forzare le conclusioni a rete: la distanza media al tiro è di 18,3 metri, solo Hellas, Lecce e Salernitana tirano da più lontano. 

 

In blu la Lazio di quest’anno, in rosso la Lazio della passata stagione.

 

Se l’attacco langue, difensivamente la Lazio non ha nulla di cui rallegrarsi. Per xG concessi, la Lazio è davanti solo a Sassuolo, Cagliari e Salernitana. Se consideriamo solo gli xG da azione manovrata, escludendo i contributi di tutte le palle inattive, peggio della Lazio fa solo l’Empoli, che in queste prime otto partite ha già cambiato guida tecnica. La Lazio sta provando a essere più aggressiva quando non ha la palla. Sono aumentati gli interventi in tackle, le pressioni in ogni zona del campo e quelle nella metà campo avversaria. Ciò nonostante gli avversari trovano il modo di creare superiorità numerica, spesso con un dribbling vincente. La Lazio ci prova ma non riesce a stare alta sul campo, insomma, e di conseguenza i passaggi concessi in area sono aumentati, così come le opportunità avversarie.

 

Sarri dovrà metterci davvero del suo per rimediare a una situazione difficile. E da qui a fine anno il doppio impegno in campionato e in Champions League rende praticamente impossibile lo svolgimento delle sedute tattiche. Per come lavora l’allenatore toscano non sarà semplice, ma la Lazio ha ancora tutto il tempo per raddrizzare la rotta. 

 

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Alfredo Giacobbe è nato a Napoli, dove vive, scrive e lavora. Ha contribuito all'antologia "Rivali" (Einaudi, 2022) e ha scritto "Michael Schumacher, l'uomo dietro la visiera" (66thand2nd, 2023).