
L’indipendenza di Ultimo Uomo compie due anni e siamo qui per ringraziarvi: esistiamo ancora grazie a voi. È un traguardo frutto del nostro lavoro, di cui siamo felici, ma soprattutto del fatto che voi continuiate a credere nella nostra idea di giornalismo indipendente.
Riteniamo importante aggiornarvi su come vanno le cose; dirvi cosa abbiamo fatto quest’anno e cosa vogliamo fare in futuro.
Negli ultimi mesi abbiamo ricominciato a fare una cosa che ci avevate chiesto, ovvero più longform. Più storie speciali raccontate in modo speciale e presentate in modo speciale. Storie raccontate, magari, da una penna speciale.
Ci sono stati quindi i racconti di Sandro Modeo, su Sinner o sugli atleti eccezionali di Parigi. Il ritratto di Bobby Charlton di David Winner. Questo su Enzo Ferrari, il decennio nero del Manchester United, Sven Goran Eriksson, Alfredo Di Stefano, Franz Beckenbauer, il Bestiario dei soprannomi, la storia del derby del bambino morto. E poi: il racconto dei Paesi che vogliono comprare il calcio e quello di un ciclista che venne dalla Svezia per vincere il Giro. Il recente reportage sull’Union Saint Gilloise. Se non ne avete letto qualcuno fate sempre in tempo: non sono storie che invecchiano.
Questi articoli hanno richiesto uno sforzo e una cura diverse dal solito; è il tipo di storie che, crediamo, potete trovare solo su Ultimo Uomo e le abbiamo potute realizzare grazie a voi. Alcuni articoli sono riservati ai nostri abbonati, altri sono aperti a tutti, ma ciascuno di loro è stato realizzato grazie al sostegno economico di chi ha sottoscritto un abbonamento. Visto che questi articoli richiedono sforzi speciali, hanno anche costi speciali, per permettere una retribuzione giusta a chi scrive e a chi illustra gli articoli. Anche questo fa parte della nostra idea di giornalismo che, lo sappiamo, è anche la vostra.
Quest’anno abbiamo seguito un altro vostro consiglio, ovvero rispettare la promessa di essere un giornale di sport e non solo di calcio. Per questo ci siamo impegnati molto per raccontare al meglio un evento molto complicato per noi come i Giochi Olimpici. Abbiamo realizzato un podcast e una newsletter quotidiana, che vi ha aiutato a orientarvi tra le molte gare in programma. Abbiamo scritto molto di ciclismo, pugilato, tennis, mma.
Per la prima volta abbiamo sperimentato anche con altri linguaggi, organizzando con l'aiuto di CineAgenzia una nostra rassegna di documentari sportivi, In Campo. Grazie ad essa abbiamo proiettato tre documentari in anteprima nazionale, in oltre 25 cinema in giro per l'Italia. E presentandone alcuni, ci sembra che vi siano piaciuti almeno quanto sono piaciuti a noi.
Per il resto crediamo di aver rinnovato il nostro impegno nel raccontare e commentare l’attualità con uno sguardo approfondito, onesto, originale e critico. La maggior parte di questi contenuti sono rimasti aperti a tutti per rispettare la nostra idea di giornalismo, che sappiamo di poter condividere con voi.
Quest’anno cercheremo di regalare nuovi contenuti a voi che ci sostenete - oltre a quelli che già trovate nel vostro abbonamento. Nuovi articoli, nuovi podcast e magari anche nuovi formati. La nostra idea, come sempre, è di restare coerenti continuando a evolverci, per non diventare irrilevanti. Terremo conto, in questo, anche delle risposte che ci avete dato al sondaggio che vi abbiamo inviato. Terremo conto dei vostri desideri, delle vostre critiche, dei vostri appunti.
In questi anni molte cose sono cambiate ma crediamo che Ultimo Uomo debba continuare a indagare, con attenzione, il nodo che lega sport e cultura.
Sappiamo che gli articoli lunghi e approfonditi - proprio quelli su cui abbiamo puntato di più quest’anno - vanno apertamente contro una buona parte della comunicazione del presente; eppure siamo convinti che rimangano necessari per capire le cose. E soprattutto, siamo sicuri che ci sia un pubblico per leggerli.
Crediamo che un difetto storico del giornalismo sportivo italiano sia il poco rispetto per i lettori. Da quando abbiamo iniziato Ultimo Uomo invece abbiamo trovato una comunità di lettori e lettrici fedeli, attenti e amanti della complessità. Lettori molto lontani dall’immagine infantilizzata che ne danno alcuni giornali. È per voi che facciamo Ultimo Uomo. C’è il pensiero di voi dietro ogni parola scritta e dietro ogni puntata registrata. La vostra presenza, il vostro sostegno, ci rendono scrittori e speaker più attenti e più coraggiosi. Cosa più importante: da due anni siete voi che ci permettete di esistere.
La nostra sostenibilità economica si regge su un equilibrio sempre molto sottile. Se credi ancora che Ultimo Uomo rappresenti una voce importante per il racconto sportivo italiano, continua a sostenerci.