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Andrea Lamperti
Caccia al quinto posto in Champions League
22 gen 2024
22 gen 2024
Dalla prossima stagione la quinta classificata potrebbe qualificarsi nella massima competizione europea, ma non è semplice.
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Andrea Lamperti
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IMAGO / Sven Simon
(foto) IMAGO / Sven Simon
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Sono i giorni dell’anno tradizionalmente riservati a bilanci e buoni propositi, quelli in cui la Serie A si mette alle spalle un 2023 di alto profilo internazionale e impreziosito da risultati che legittimano un’ambiziosa lista di obiettivi per il 2024. Negli ultimi dodici mesi le nostre squadre non hanno portato a casa coppe, come era accaduto nell’anno precedente (per la prima volta dal 2010) con la Roma in Conference League; ma hanno chiuso la stagione 2022/23 al secondo posto nel Ranking UEFA per Nazioni, impresa riuscita solo due volte negli ultimi vent’anni, dietro alla Premier League e con ampio distacco sulle inseguitrici. Determinanti in tal senso sono state le tre finaliste - Inter, Roma e Fiorentina - che insieme a Milan, Napoli e Juventus hanno dato vita a un’annata ben oltre le aspettative, e sicuramente difficile da replicare.Eppure, con tutte le sette squadre ancora in corsa in Europa, la Serie A è momentaneamente al comando della classifica aggregata continentale. Ed eccoci al buon proposito più importante per il 2024: rimanerci, o almeno confermarsi tra le prime due. Riuscirci consentirebbe a cinque squadre italiane - o addirittura sei (sognare è gratis) - di partecipare alla prossima Champions League, edizione in cui debutterà il formato annunciato dalla UEFA nel caotico aprile 2021.Per questo motivo sentiamo parlare di corsa al quarto-ma-forse-anche-quinto posto in campionato, con diversi club particolarmente interessati agli sviluppi sul fronte internazionale. A partire da Fiorentina e Bologna, il cui inizio di stagione ha ampliato un ventaglio già ricco di contendenti ai piazzamenti europei. Se Inter, Juventus e forse Milan sono avviate verso una comoda qualificazione, infatti, la classifica sembra presagire un’appassionante volata primaverile con Atalanta, Roma, Napoli, Lazio, e chissà magari ancora Fiorentina e Bologna raccolte in una manciata di punti. Cosa deve succedere, dunque, perché tutte queste squadre possano accontentarsi del quinto posto? La nuova Champions LeagueA partire dalla prossima stagione la massima competizione europea abbraccerà diverse novità, sia per quanto riguarda i criteri di accesso e il numero di squadre partecipanti, aumentate da 32 a 36, sia nel formato della fase finale, a girone unico. Addio gironi all’italiana con triplo confronto andata e ritorno, e addio retrocessioni in Europa League, in favore di un maxi-raggruppamento in cui ogni club sfiderà otto avversarie diverse, sorteggiate con sistema a teste di serie in quattro fasce, per comporre un’unica classifica; in palio ci sono otto pass per gli ottavi di finale e sedici per gli spareggi (dalla nona alla venticinquesima), mentre dodici club vengono eliminati definitivamente.La novità più interessante per i principali campionati risiede nell’assegnazione prevista per i quattro slot aggiunti. Il primo spetta alla federazione al quinto posto nel Ranking UEFA per Nazioni delle precedenti cinque stagioni, grazie a cui l’anno prossimo la Ligue 1 avrà, al pari di Premier League, Liga, Serie A e Bundesliga, quattro squadre garantite (per le edizioni successive dovrà difendersi da Eredivisie e Liga portoghese). La seconda new entry incrementa da quattro a cinque il numero di partecipanti qualificate attraverso i playoff del percorso Campioni. Infine, due ambitissimi European Performance Spot sono riservati alle federazioni protagoniste delle migliori performance collettive nella stagione precedente, sempre secondo i criteri del Ranking UEFA per Nazioni.Il posto aggiuntivo non ridurrà il numero di squadre in Europa League e Conference League, dunque consentirà alle federazioni di accrescere la quota complessiva di partecipazione in un modo decisamente più semplice rispetto alle condizioni attuali, che prevedono l'accesso diretto di un club fuori dalle prime quattro/cinque in campionato solo attraverso la vittoria della Champions League o dell'Europa League. La combinazione di questi due eventi, con il nuovo format, definisce un nuovo scenario ideale, con ben sei squadre nella massima competizione.

Gli European Performance Spot sono inevitabilmente un assist per i quattro principali campionati europei. Per la Premier League soprattutto, e a seguire per Liga, Serie A e Bundesliga, che probabilmente nei prossimi anni monopolizzeranno questo privilegio. Dal 2020 in avanti, infatti, hanno occupato stabilmente le prime posizioni, fatta eccezione per l’exploit olandese del 2022; e mentre c’è alternanza tra Italia, Spagna e Germania, l’egemonia inglese è diventata ormai un’abitudine - come ci ricordano anche i bookmaker, che attualmente offrono un club britannico come favorito in tutte e tre le coppe. La corsa agli European Performance SpotIn ogni fase (raggiungimento e superamento dei turni) e in ogni partita (vittoria o pareggio) di Champions League, Europa League e Conference League, secondo i criteri stabiliti dalla UEFA, ci sono in palio dei punti. Il coefficiente stagionale per Nazioni è la somma dei punti ottenuti dalle squadre di una federazione, divisa per il numero degli stessi club.Il percorso di tutte le squadre, dunque, è rilevante. Ed è per questo che dopo la fase a gironi la Serie A, unico campionato insieme a quello francese ancora a pieno organico (7/7 e 6/6 tra qualificazioni e retrocessioni), si trova in cima al ranking, con un punteggio di 14.000. In ogni caso, nonostante le uscite di scena di Manchester United, Newcastle, Union Berlino e Siviglia, il vantaggio sulle concorrenti è ridotto: Bundesliga 13.642, Premier League 13.625, Liga 12.687. Ed è un margine ancora acerbo: la parte difficile sarà mantenerlo nei prossimi mesi su almeno due federazioni, soprattutto in Champions League.La finale raggiunta dall’Inter l’anno scorso, combinata (e concausata) ai quarti del Napoli e alla semifinale del Milan, ha rappresentato un outlier per la Serie A, che non scopriamo oggi carente rispetto agli standard delle “Big Four” in quanto a club di primissimo livello. Le favorite per alzare la coppa il prossimo giugno a Wembley, sulla carta, sono proprio un’inglese (Manchester City), una tedesca (Bayern Monaco) e una spagnola (Real Madrid): uno scenario non inusuale nel recente passato.Le tre italiane avranno ottavi di finale molto duri, frutto dei secondi posti nei gironi, ma nel complesso sono uscite piuttosto bene dai sorteggi di Nyon: se il gap tra Bayern Monaco e Lazio pare proibitivo, per il Napoli contro il Barcellona e ancora di più per l’Inter contro l’Atletico Madrid ci sono delle possibilità. Il doppio confronto potrebbe orientare drasticamente, in un senso o nell’altro, il testa a testa tra Serie A e Liga. Un’eventuale presenza massiccia nei quarti di finale garantirebbe agli spagnoli, il cui quadro si completa con Real Madrid-Lipsia e PSG-Real Sociedad, qualcosa di simile a un’ipoteca su un European Performance Spot; in caso contrario, dalle altre competizioni la Liga non può aspettarsi un grande aiuto.In generale, pensando anche agli accoppiamenti comodi per Manchester City (Copenaghen), Arsenal (Porto) e forse anche Borussia Dortmund (anche se il PSV sta vivendo una grande stagione), è chiaro come il nucleo italiano parta dalle retrovie rispetto ai tre rivali, e piuttosto nettamente. Un contributo sostanzioso da parte delle tre in Europa League, dunque, sembra indispensabile per ambire all’European Performance Spot. E rispetto al piano di sopra, il paesaggio è decisamente più incoraggiante.Milan e Roma giocheranno contro Rennes e Feyenoord negli spareggi, l’Atalanta è invece già agli ottavi. Sono tutte credibili candidate per un lungo percorso, con ampio margine per guadagnare terreno su Bundesliga e Liga. A differenza degli inglesi, che anche qui si presentano con una batteria di teste di serie (Liverpool, Brighton e West Ham), i tedeschi sono aggrappati alle sorti del Bayer Leverkusen (che comunque è la seconda favorita del torneo, per buone ragioni), mentre gli spagnoli potranno contare solo sul Villarreal.Chiude il cerchio la Conference League, competizione nata e cresciuta nell’imprevedibilità, che pur attribuendo meno punti UEFA rispetto alle sorelle maggiori sarà un fattore della volata. Ognuna delle quattro federazioni ha la propria carta da giocare, e può farlo con legittime speranze. Aston Villa e Fiorentina, squadre rivelazione dei rispettivi campionati, attendono agli ottavi da favorite assolute; nei playoff, invece, Eintracht Francoforte e Betis, impegnate rispettivamente contro Royale Union Saint-Gilloise e Dinamo Zagabria.Il ventaglio di combinazioni è talmente vasto ancora da rendere precoce qualsiasi calcolo e proiezione. Ad oggi, sappiamo per certo da dove parte la Serie A: un risicato primo posto nel ranking, una montagna da scalare in Champions League, fertili terreni di conquista in Europa League e una wild card in Conference League. Ognuno all’inseguimento dei propri traguardi, ma consapevole di giocarsi anche il margine d’errore, o di ambizione, che queste stesse squadre possono concedersi in campionato.Insomma, più che mai si tiferà per le italiane, tutti insieme, appassionatamente, dimenticandoci di ogni rivalità, giusto? Provate a immaginare il caso estremo meno inverosimile, un universo parallelo in cui Inter e Roma tornano in finale, e con un doppio successo riescono a garantire un quinto e un sesto posto nella prossima Champions League a Milan e Lazio. A differenza dei calcoli, non è mai troppo presto per usare stupidamente la fantasia.

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