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Flavio Fusi

Come gioca il Borussia Monchengladbach di Marco Rose

Una squadra intensa e diretta, con alcuni talenti da tenere d'occhio.

La Bundesliga non è certo nota per essere il campionato più competitivo d’Europa: gli ultimi dieci Meisterschale sono stati vinti dal Bayern Monaco o dal Borussia Dortmund, e i bavaresi quest’anno puntano all’ottavo titolo consecutivo. Dopo otto partite dall’inizio, però, la parte alta della classifica è tutt’altro che definita, visto che ci sono addirittura nove squadre raccolte in appena due punti. Ed è altrettanto sorprendente, almeno affidandosi agli almanacchi, che né la squadra di Niko Kovac né quella di Lucien Favre occupino il primo posto provvisorio, dove al momento, con 16 punti, siede il Borussia Mönchengladbach.

 

La squadra della Nordreno Westfalia aveva annunciato lo scorso aprile che il contratto di Dieter Hecking, in scadenza a giugno, non sarebbe stato rinnovato, senza che questo impedisse al tecnico ora all’Hamburger SV di condurre la squadra al quinto posto, valso la qualificazione all’Europa League. Il direttore sportivo Max Eberl aveva già deciso di alzare l’asticella delle ambizioni del club e aveva scelto l’allenatore del RB Salisburgo, Marco Rose, per far compiere alla squadra un ulteriore salto di qualità e provare finalmente a inserirsi nella lotta a quel titolo che manca ormai dal 1976/77, l’ultimo di un decennio di dominio in patria e in Europa.

 

Rose è un ex difensore del Mainz e amico di Jurgen Klopp, che di recente lo ha definito scherzosamente «l’allenatore più bello d’Europa» oltre che quello con più hype. Per sua stessa ammissione è stato influenzato dal tecnico del Liverpool, con cui ha lavorato per 6 anni, nel modo di porsi nei confronti dello spogliatoio e in generale nella gestione dei rapporti con i giocatori, ma il suo stile di gioco lo ha sviluppato in base alle sue idee personali. Idee coltivate al centro della galassia Red Bull, a cui si è unito dopo un solo anno alla Lokomotiv Lipsia, squadra della sua città natale, accettando nel 2013/14 l’incarico come allenatore delle giovanili del RB Salisburgo.

 

Promosso alla guida dell’Under-18 nel 2015/16 vinse il titolo e l’anno dopo, primo insieme al suo fedele assistente René Maric, anche la UEFA Youth League. Un trionfo che gli valse la promozione a tecnico della prima squadra, con cui ha stracciato record e stravinto il campionato per due anni di fila, oltre ad aver raggiunto una semifinale di Europa League nel 2017/18.

 

Negli ultimi due anni il Salisburgo ha giocato il calcio più spettacolare del continente e tutto sembrava far presagire un approdo in Germania al RB Lipsia, altra squadra sotto il controllo della nota multinazionale. Il Lipsia, sconfitto per due volte dal Salisburgo nella fase a gruppi della Europa League 2018/19, però ha deciso di puntare su Julian Nagelsmann, così sulle tracce di Rose c’era finita praticamente mezza Bundesliga, compreso il Borussia Dortmund.

 

Con Favre rimasto sulla panchina dei gialloneri, l’ha spuntata l’altro club che porta nel nome l’antica parola latina per la Prussia: il Gladbach, squadra “dall’enorme potenziale” secondo le parole del suo nuovo tecnico. Potenziale che poteva essere intaccato dalle partenze di Mickaël Cuisance verso Monaco e soprattutto di Thorgan Hazard (10 gol e 11 assist lo scorso campionato) verso Dortmund (entrambi, quindi, andati a rafforzare due rivali dirette).

 

Come è cambiato il Gladbach di Rose

Ma il Gladbach ha reinvestito ogni euro incassato portando a casa Stefan Lainer, terzino destro fedelissimo di Rose e maestro del cross rasoterra, oltre che giocatore perfetto per portare la mentalità del tecnico nello spogliatoio; il trequartista svizzero Breel Embolo, progetto di campione (fallito) allo Schalke, rivelatosi fondamentale in queste prime giornate nel far salire la palla grazia alla sua combinazione di forza e qualità nel dribbling; e Marcus Thuram, protetto di Mino Raiola e figlio di Lilian, che contrariamente al padre gioca attaccante, ruolo in cui ha già messo in mostra esplosività, capacità realizzative e anche una certa creatività (3 gol e 2 assist nelle ultime quattro gare).

 

I tre si sono inseriti in maniera piuttosto rapida nell’ipercinetico 4-4-2 con il centrocampo a rombo di Rose, che per ora predilige un undici titolare in cui solo il portiere ha più di 30 anni. Con l’ottimo, anzi eccezionale in questo inizio di stagione, di Yann Sommer in porta, in difesa trovano spazio, oltre a Lainer, due centrali promettenti come Nico Elvedi e Matthias Ginter (ma quest’ultimo salterà la partita contro Roma), e l’altro nuovo acquisto Ramy Bensebaini (o in alternativa Oscar Wendt).

 

Nel terzetto di centrocampo giocano il dinamico Denis Zakaria, che non ha saltato neanche un minuto davanti alla difesa, con ai suoi lati i due tedeschi Matthias Kramer e Florian Neuhaus, dotato di un controllo di palla, di un’intelligenza e un dribbling che ne fanno uno dei talenti più promettenti della sua generazione. Embolo completa la spina dorsale tutta svizzera della squadra (con Patrick Herrmann come alternativa), mentre in attacco di fianco a Thuram gioca un altro francese, Alassane Pléa, 24 tra gol e assist in 41 partite da quando è arrivato lo scorso anno, che salterà la trasferta dell’Olimpico per un infortunio alla coscia.

 

La chiave di questi primi rapidi successi è la mentalità che Rose è riuscito a trasmettere alla squadra: «Le idee di base della mia filosofia di gioco sono l’emozione, la fame e la partecipazione attiva», ha spiegato Rose in un’intervista al sito della Bundesliga. «Vogliamo essere molto attivi senza palla quando perdiamo il possesso, con un sacco di sprint. Vogliamo conquistare la palla vicino all’area avversaria per avere un percorso breve verso la porta. E quando abbiamo la palla noi, vogliamo giocare bene; non vogliamo giocare palle alte e lunghe, ma essere veloci e dinamici nel muoverci in avanti».

 

Pur senza ricorrere al gioco lungo, il Borussia è forse la squadra più diretta della Bundesliga, capace di ribaltare il fronte di gioco in transizione come se i “puledri” – come sono soprannominati i giocatori del Gladbach – fossero in preda alla stessa furia dei fantomatici “tori rossi” – che invece è il simbolo delle squadre Red Bull, tutte molto verticali e intense. Appena la palla viene recuperata il Gladbach cerca immediatamente l’attacco alla porta, con combinazioni rapidissime e verticali, fatti di pochi passaggi: dei 15 gol segnati finora in campionato, solo 3 sono stati preceduti da un’azione con più di 5 passaggi.

 

Nelle situazioni frenetiche in cui la squadra di Rose si esalta, diventano fondamentali anche il dribbling, e il Borussia ha diversi giocatori capaci di combinare qualità tecniche e fisicità, come lo stesso Zakaria, mediano di 1,90 che completa 2,5 dribbling a partita, record di squadra.

 

Altro importante elemento del gioco di Rose: i triangoli. Qui Pléa – Kramer – Herrmann sul gol del 2-0 contro l’Augsburg. L’azione proseguirà con una ulteriore combinazione tra il tedesco e il francese per il gol del primo.

 

Difende con un modulo fluido

Il recupero della palla avviene mutando forma, con uno degli attaccanti che si allarga a formare un 4-2-3-1, in modo da pressare le fasce senza però lasciare un solo centrocampista in mezzo al campo (come avverrebbe mantenendo la stessa formazione usata in fase offensiva). Inoltre, spostare gli attaccanti in fascia, gli offre più spazio da attaccare in transizione, giocata in cui Thuram, specie se a destra con la collaborazione di Lainer, può essere devastante.

 

 

In zone più basse la formazione si riorganizza con un 4-4-2 di base, che però si adatta molto alle strategie impiegate in possesso dagli avversari.

 

Ad esempio, riadattandosi nuovamente su quattro linee, stavolta con un 4-2-2-2, per forzare una giocata verso il centro e far scattare la trappola del pressing. In queste fasi, il Gladbach può essere vulnerabile, perché a volte i giocatori si muovono in maniera poco organica a causa di indecisioni. La squadra di Rose a volte mantiene un blocco medio più passivo quando invece ci sarebbe l’opportunità di recuperare la palla in maniera aggressiva, oppure tarda nel basculare tra 4-2-3-1 e 4-4-2, esponendosi alle giocate avversarie.

 

Basta vedere, per esempio, il gol subito dal Dortmund.

 

Il Gladbach si sta riorganizzando ma lo fa con pigrizia e senza che sia portata pressione sul portatore di palla, quando invece sarebbe necessaria. L’indecisione consente al Dortmund di liberare Hazard, che finirà in porta.

 

A giudicare dalle partite in Bundesliga, risulta difficile spiegare l’andamento in Europa League, pregiudicato fin qui dall’ingiustificabile e sfortunato 4-0 casalingo contro l’AC Wolfsberger e da uno sofferto 1-1 contro l’Istanbul Basaksehir. Anche perché fin qui Rose non ha rinunciato ai titolari, cosa che dovrà fare almeno in parte con la Roma per i molti acciacchi.

 

È prestissimo per fare previsioni su dove potrà arrivare la squadra quest’anno, ma per ora dal punto di vista offensivo la squadra è particolarmente solida, mentre rimane ancora del lavoro da fare sulla difesa e forse anche dal punto di vista atletico, considerato quanto questo aspetto sarà importante per giocare un’intera stagione a questi ritmi.

 

Certo è che ancora non abbiamo visto tutto il potenziale di questa squadra, con Embolo e Thuram che si sono messi prepotentemente in luce nelle ultime uscite e due giocatori colpevolmente sottovalutati come Lars Stindl (frattura alla tibia ad aprile), intelligentissimo falso 9, e il veterano Raffael (problemi agli adduttori), che potrebbero rivelarsi importanti appena riusciranno ad entrare in condizione. La Roma non sta vivendo un momento felicissimo e molto dipenderà da come Fonseca ha potuto preparare una partita difficile come questa.

 

 

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Flavio Fusi è nato nel 1993 e vive ad Arezzo. Laureato in Management, lavora per una startup tech e collabora anche con il sito di analytics StatsBomb.