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Fabio Barcellona

Il calciatore di novembre: Gervinho

L'attaccante del Parma è il vincitore del premio “Calciatore del mese AIC”.

Dallo scorso ottobre, in collaborazione con l’Associazione Italiana Calciatori, assegniamo il premio “Calciatore del mese AIC” (qui trovate i nostri articoli sui calciatori dei mesi passati). Ogni mese, sui nostri social e su quelli dell’AIC, potete votare tra due giocatori: per novembre 2018 la scelta era tra la classe nello stretto di Ilicic, che ha riportato l’Atalanta in alto, e l’elettrizzante talento di Gervinho, che è tornato in Italia in forma smagliante facendo le fortune del Parma. Ha vinto l’attaccante della squadra di D’Aversa. 

 

Al quinto minuto di gioco di Parma-Sassuolo, Bruno Alves lancia lungo verso la fascia sinistra, dove, approfittando del movimento verso il centro del campo di Gervinho, è andato a ricevere Barillà. Il centrocampista colpisce di testa, servendo proprio il taglio interno dell’ivoriano che tira di prima verso Consigli per poi segnare calciando in porta la prima ribattuta del portiere della squadra di De Zerbi. Il gol apre la strada al successo dei crociati e permette al Parma di issarsi al sesto posto, grazie ai 7 punti realizzati nei tre turni di campionato disputati a novembre. Solo la Juventus ha fatto meglio degli emiliani nell’ultimo mese.

 

 

Nessuno avrebbe immaginato un inizio così convincente per la neopromossa squadra di D’Aversa, che in appena tre stagioni è riuscita a passare dalla Serie D alla massimo campionato, dopo il fallimento del 2015. Durante l’estate il Parma ha fatto ricorso al mercato per rinforzare la squadra, arrivata seconda l’anno prima in Serie B. Sono arrivati profili diversi tra loro: giocatori molto esperti come Bruno Alves, Rigoni e Gobbi; ma anche giovani promesse come Bastoni, Di Marco, Grassi e Stulac; e infine giocatori di categoria, come si dice, come Roberto Inglese, in prestito dal Napoli. L’acquisto più misterioso e affascinante era, però, quello di Gervinho, che veniva dal campionato cinese in cui aveva accumulato solo 29 presenze in due anni e mezzo nell’Hebei China Fortune.

 

Ma la rivoluzione di uomini e il cambio di categoria non hanno mutato la natura tattica della squadra di D’Aversa. Il tecnico ha confermato anche in Serie A il suo 4-3-3 reattivo, basato su un baricentro molto basso e un attacco diretto e verticale. Già la passata stagione il Parma era riuscito ad ottenere la promozione grazie alla solidità della difesa, la migliore del campionato con soli 37 gol subiti in 42 partite, e anche in questa stagione stanno ottenendo ottimi risultanti da un punto di vista difensivo. Ad oggi, in Serie A, la squadra di D’Aversa è la settima difesa del campionato per gol subiti, un risultato raggiunto attraverso una particolare attenzione al controllo degli spazi nella propria metà campo.

 

I ducali sono ultimi in ogni indicatore di pressing offensivo, come il PPDA, o il numero di palloni recuperati nella metà campo avversaria e l’altezza media del recupero palla. Il Parma è anche la squadra del campionato che tiene meno il pallone, con un possesso medio inferiore al 40%. Ormai avrete capito che questo contesto tattico ha esaltato il talento di Gervinho e soprattutto le sue doti in campo aperto.

 

Avevamo lasciato Gervinho alla Roma e ricordavamo un giocatore sempre in bilico tra azioni entusiasmanti ed errori banali, dotato di un dribbling in spazi aperti praticamente inarrestabile, ma anche in grado di sbagliare in maniera goffa gol ormai fatti. Un calciatore magari non sempre preciso, dalle discutibili capacità di lettura, ma dotato di picchi particolarmente elevati, in grado di spostaregli equilibri di una partita con un singolo episodio. Di certo, il periodo passato in Cina, ricco di infortuni e povero di partite giocate, non sembrava presagire che la versione di Gervinho giunta a Parma fosse, almeno sino ad ora, quella migliore vista nelle prime versioni della Roma di Rudi Garcia, e non quella stanca e maldestra che aveva lasciato l’Italia per andare a giocare in un campionato sicuramente meno competitivo.

 

Giunto a Parma l’ultimo giorno di mercato, inizialmente Gervinho non sembrava in condizioni atletiche tali da affrontare subito 90 minuti di partita. Non è tra i convocati della partita di esordio contro l’Udinese ed entra in campo a 16 minuti dalla fine in occasione della seconda giornata, a Ferrara contro la SPAL. Dopo appena dodici minuti dal suo nuovo esordio in Serie A, però, Gervinho tenta per la prima volta con la maglietta del Parma una sua tipica azione.

 

Con la squadra di D’Aversa in svantaggio per 1-0, l’ivoriano attacca la profondità sulla fascia sinistra in ripartenza e, dopo essere stato servito da Dimarco con un passaggio verticale, salta di netto Lazzari che finisce a terra. Gervinho entra in area dal lato corto dell’area dove due difensori della SPAL sono concentrati a marcare Ceravolo, ma non si accorgono che alle loro spalle si stanno inserendo da dietro altri due giocatori del Parma. Sembra un gioco da ragazzi premiare con un cross l’inserimento di Da Cruz e Inglese, ma il passaggio di Gervinho è troppo lento e viene intercettato dalla difesa avversaria. L’azione ricorda le doti e i limiti di Gervinho, riportandoci in un attimo a quando giocava in maniera molto simile alla Roma.

 

Alla terza giornata, dopo la pausa per le nazionali, è per la prima volta tra gli XI titolari contro la Juventus e segna il gol del momentaneo vantaggio. Stremato, viene sostituito dopo un’ora di gioco.

 

Dalla partita successiva, in trasferta contro l’Inter, comincia a giocare con continuità per 90 minuti. Proprio nel prestigioso palcoscenico del San Siro, Gervinho comincia a seminare dubbi tra gli osservatori diffidenti circa la bontà del suo acquisto. La squadra di D’Aversa, infatti, vince clamorosamente con un bellissimo gol dalla distanza dell’ex Di Marco, ma è Gervinho a mettere a ferro e fuoco la difesa nerazzurra con i suoi dribbling e le sue accelerazioni palla al piede. Si comincia ad intuire che, nonostante l’apparente bulimia degli acquisti, il calciomercato del Parma abbia messo in mano a D’ Aversa una rosa coerente con il calcio che l’allenatore intende sviluppare.

 

In particolare, Inglese e Gervinho garantiscono, in maniera complementare, la possibilità di risalire il campo e di attaccare a una squadra che, come detto, ama attendere gli avversari, lasciare loro il possesso e difendere bassa. Inglese fa a sportellate coi difensori per conquistare e difendere i palloni lunghi provenienti dalla difesa che spesso il Parma utilizza per risalire il campo: d’altra parte, un lavoro simile lo faceva anche nel Chievo di Maran, che a sua volta amava attaccare in transizione. Ma è soprattutto Gervinho a consentire alla squadra di D’Aversa di risalire il campo sia con strappi palla al piede che alzano la squadra di decine di metri, sia attaccando la profondità senza il pallone, alle spalle dei difensori avversari, negli spazi lasciati liberi dalla difesa avversaria, attirata dal baricentro basso del Parma.

 

Gervinho, in questo contesto attico, diventa devastante. Alla quinta giornata segna un gol al Cagliari partendo dalla propria metà campo: un esempio estremo della sua capacità di trascinare in avanti palla al piede la sua squadra. Ad Empoli segna il suo terzo gol con un perfetto taglio alle spalle del terzino sinistro avversario, mostrando la pericolosità dei suoi movimenti senza palla in profondità. Si ferma per un paio di partite per un infortunio al ginocchio e rientra in campo a Bergamo, perdendo contro l’Atalanta.

 

Comincia il mese di novembre, quello in cui Gervinho è stato scelto e votato come calciatore del mese AIC. L’inizio non è dei migliori: il Parma, costretto ad attaccare in spazi densamente occupati dal Frosinone, pareggia in casa 0-0 e la partita di Gervinho è, come quella della sua squadra, fiacca e inefficace. In trasferta contro il Torino, però, Gervinho gioca una partita praticamente perfetta, sfruttando a proprio vantaggio la tipica aggressività orientata sull’uomo della fase di recupero palla della squadra di Mazzarri. Nei consueti spazi ampi in cui attacca il Parma, Gervinho elude in dribbling i tackle avversari e attacca alle spalle i tentativi di anticipo dei difensori granata, come in occasione del gol del vantaggio che realizza approfittando di un errore della difesa del Torino.

 

 

Negli ultimi tempi, D’Aversa ne capisce il valore prezioso e inizia ad esimerlo da alcuni compiti difensivi lasciando che il 4-3-3 della fase offensiva si trasformi spesso il un 4-4-2 che lascia Gervinho in avanti, immediatamente disponibile per le ripartenze. Proprio questo accorgimento è alla base del gol del 2-0 del Parma, con Gervinho pronto in avanti a ricevere e a lanciare la ripartenza dopo un pallone intercettato da Gagliolo.

 

Il mese si conclude infine con la vittoria del derby con il Sassuolo in cui Gervinho, oltre a segnare il gol del vantaggio per la sua squadra, diventa anche il migliore in campo, calciando 5 volte verso la porta avversaria, mandando al tiro per due volte i compagni e dribblando per 4 volte i difensori del Sassuolo, che in 4 occasioni sono costretti al fallo per fermarlo.

 

Gervinho è un giocatore al contempo elettrizzante e frustrante, perché le sue accelerazioni accendono le partite e i suoi errori spengono invece gli entusiasmi. La sua duplice natura è probabilmente connaturata con la sua più intima natura di calciatore e rimarrà sempre presente. Il Parma e Roberto D’Aversa sembrano però avere creato un ambiente tattico capace di massimizzare i pregi e minimizzare i difetti di Gervinho.

 

All’ivoriano vengono regalati grandi spazi da attaccare, poche responsabilità difensive e un piano gara che, lasciando la palla agli avversari, non lo sollecita con continuità consentendogli di rifiatare fisicamente e mentalmente tra un’azione e l’altra, regalandogli la lucidità necessaria a rendere meno caotico e disordinato il suo gioco. Inoltre, il gioco offensivo diretto di D’Aversa solleva Gervinho da interpretazioni tattiche troppo complesse, limitandone in parte i limiti di lettura e assecondane la natura verticale.

 

Come spesso capita il contesto tattico può risultare decisivo per le fortune di un calciatore e Gervinho sta approfittando a meraviglia di quello favorevole che ha incontrato a Parma al suo ritorno in Italia. In maniera sorprendente, ma pienamente meritata, è Gervinho il giocatore del mese AIC di novembre.

 

 

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Fabio Barcellona, chimico e allenatore UEFA B. Scrive di calcio per L'Ultimo Uomo.