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Daniele V. Morrone
Troppo avanti per tutti
05 mar 2018
05 mar 2018
La carriera di Mahmoud Abdul-Rauf ha anticipato di vent'anni ciò che sta succedendo ora dentro e fuori dal campo.
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Daniele V. Morrone
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Quando Jackson scrisse di aver già visto uno Steph Curry in Abdul-Rauf non aveva tutti i torti: questi sono i 32 punti nella vittoria contro i suoi Chicago Bulls nell’anno delle 72 vittorie. Ah, il telecronista esordisce dicendo che con Abdul-Rauf “i Nuggets scendono in campo praticamente senza una vera point guard”.


 



 





 



 



 



 



 

Chris Jackson ai tempi del liceo, quando anche atleticamente è dominante e può fare quello che vuole nelle due metà campo nonostante l’altezza.


 



 


In copertina su Sports Illustrated con la divisa dell’Università della Louisiana, il titolo “He’s a Pistol” in onore al grande Pete “Pistol” Maravich che a quanto pare ricordava nell’immaginario comune.


 



 





 



 



 



 



 

Ok, la gara delle schiacciate è andata come si poteva immaginare. A fare impressione però sono le reazioni incontrollate del corpo: della sua sindrome in campo normalmente te ne accorgi solamente quando ha degli scatti durante i tiri liberi; qui si capisce il lavoro che c’è dietro per entrare in controllo dei propri muscoli.


 



 





 



Questi sono i 51 punti in faccia a John Stockton. Qui trovate i 39 punti +10 assist in faccia a Jason Kidd. Giusto per capire il livello.


 



 



 



 



 



 



 



 


Abdul-Rauf in preghiera durante l’inno nazionale.


 



 



 



 

Anche ai Kings sembra che i Bulls di Jordan lo ispirino particolarmente: in questa segna 11 punti consecutivi nell’ultimo quarto. La chiave però la dà il telecronista a fine gara quando dice che Mahmoud è stato “incredibile per un periodo”. Non per tutta la partita quindi, ma un periodo di essa. Fa tutta la dif

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