La Serie B di quest’anno è stata, al solito, un campionato pieno di sorprese. Nella sua imprevedibilità, al vertice e non solo, si è rivelata un campionato estremamente consistente, dove idee e programmazione restano un fattore fondamentale. Lo è stato in particolare in questa stagione, dove quasi tutte la favorite alla promozione – in un modo o nell’altro – hanno deluso. Il Frosinone, finalista ai playoff dello scorso anno, non è neanche riuscito a qualificarsi, così come la SPAL, che fino all’ultimo ha conteso la qualificazione a Brescia e Chievo, altre due favorite deludenti, finite rispettivamente settima e ottava in classifica. A vincere il campionato è stato l’Empoli, che oltre all’ottimo lavoro societario ha fatto vedere il gioco più ambizioso della categoria. Alle sue spalle Monza e Lecce hanno lottato per la promozione diretta fino alle ultime giornate, ma alla fine l’ha spuntata la Salernitana, una squadra inferiore tecnicamente, ma capace di una forza mentale che le ha permesso di gestire al meglio i momenti chiave della stagione. Quella della squadra di Castori è stata una promozione sorprendente, visto il modo in cui era partita l’annata, ma è stato un campionato che ha premiato le squadre con una forte identità tattica, che si è confermata un fattore decisivo per avere successo in Serie B. La finale playoff tra Cittadella e Venezia, vinta dai lagunari, è lì a dimostrarlo.
Per questa Top XI sono stati presi in considerazione diversi fattori, tenendo conto della continuità mantenuta nel corso del campionato e del peso specifico ricoperto nelle rispettive squadre, nella capacità di determinare i momenti migliori della stagione. Il modulo scelto è il 4-3-1-2, l’assetto più utilizzato ai vertici della Serie B. Per il resto, l’unica regola è stata quella di non inserire più di due giocatori per squadra, schierando un undici con un buon equilibrio.