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Flavio Fusi
Top XI: Bundesliga 2016/17
19 giu 2017
19 giu 2017
I migliori del campionato tedesco, esclusi quelli del Bayern Monaco, per non fare i soliti nomi.
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Flavio Fusi
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Partito Guardiola è arrivato Ancelotti, ma la musica in Bundesliga non è cambiata. Il Bayern Monaco ha conquistato il suo quinto titolo consecutivo, nonché 27.esimo nella storia, con tre giornate d’anticipo, grazie al miglior attacco (89 gol fatti) e alla miglior difesa del campionato (22 gol subiti) e solo due sconfitte nell’arco della stagione.

 

Se l’anno scorso i bavaresi avevano staccato la seconda classificata, il Borussia Dortmund, di 10 punti, quest’anno sono riusciti persino a fare meglio, rifilando un passivo di ben 15 punti al RB Lipsia. Il progressivo indebolimento del Dortmund, che tra l’altro è spesso coinciso con un contemporaneo rafforzamento del Bayern, visto che i vari Lewandowski, Gotze e Hummels hanno lasciato i gialloneri per la Baviera, non ha fatto altro che rendere le cose più facili alla squadra di Ancelotti. Solo il Lipsia è stato capace di tenere testa ai penta-campioni di Germania nella prima parte della stagione, prima di cedere di fronte al ritmo da schiacciasassi del Bayern.

 

Considerato l’egemonia dei bavaresi sul resto del campionato, abbiamo nuovamente deciso di escludere i giocatori di Ancelotti dalla top 11 della Bundesliga dell’Ultimo Uomo, che altrimenti, un po’ come

votata dai tifosi, avrebbe visto dominare “Die Roten”.

 

Tenendo conto di questa condizione,

abbiamo schierato la nostra squadra dell’anno con il 4-4-2, selezionando anche sette riserve tra i giocatori che a nostro modo di vedere sono emersi come protagonisti del campionato appena concluso.

 

 



 



 

In tutta la sua gloriosa storia calcistica la Germania non ha mai avuto tanta abbondanza nel ruolo di estremo difensore: Neuer è la massima espressione della scuola tedesca, ma anche in sua assenza Low e Die Mannschaft possono contare su altri due portieri di assoluto spessore come Ter Stegen del Barcellona e Leno del Bayer Leverkusen.

 

L’agguerrita concorrenza nel ruolo è l’unico motivo per cui, a 27 anni di età, Oliver Baumann non ha ancora esordito in Nazionale maggiore, nonostante abbia collezionato almeno una presenza in tutte le selezioni giovanili, dall’under-18 all’under-21. Da quando nel 2014 è approdato dal Friburgo, la squadra dove ha militato dai 12 anni di età, all’Hoffenheim, Baumann si è affermato come uno dei portieri più affidabili della Bundesliga.

 

Il numero 1 bianco-azzurro è stato uno dei punti di forza nella campagna che ha portato

alla prima storica qualificazione ai preliminari di Champions League. Un po’ come tutta la squadra, Baumann è cresciuto in maniera notevole sotto la guida del 29enne allenatore, acquisendo una sicurezza sempre maggiore, sia nelle uscite alte che nella gestione del pallone con i piedi. Anche grazie agli ottimi riflessi, Baumann ha chiuso la stagione migliore della sua carriera, con ben 12 partite concluse a rete inviolata su 34 giocate (solo Neuer ha fatto meglio con 16 su 26) e ben 3,7 parate ogni 90 minuti.

 

Molto positiva anche la stagione di Rune Jarnstein dell’Herta Berlino: il portiere della Nazionale norvegese ha collezionato ben 11 “clean sheets”, guadagnandosi la maglia numero 12 nella nostra squadra dell’anno della Bundesliga.

 

 



 



 

Il 2016/17 è stato uno degli anni più bui nella storia recente del Bayer Leverkusen: dopo una lunga crisi di risultati che, a marzo, è persino costata il posto a Roger Schmidt - gli è subentrato il turco Tayfun Korkut - le “aspirine” hanno chiuso la stagione al 12.esimo posto.

 

è stato uno dei pochi raggi di luce di una stagione tanto travagliata. Terzino destro, ma volendo anche sinistro, alla sua prima vera stagione da professionista Henrichs si è imposto mostrando qualità tutt’altro che comuni in un 20enne. Questo giovane laterale difensivo si è fatto apprezzare per la rapida e puntuale assimilazione dei concetti del calcio di Schmidt, pressing su tutti: le sue letture difensive e il suo ottimo senso per l’anticipo (3,6 intercetti per 90 in stagione) ne hanno fatto un elemento prezioso nello scacchiere tattico del Leverkusen, nonostante le difficoltà incontrate durante la stagione.

 

In un periodo in cui è sempre più difficile trovare terzini completi, Henrichs (classe 1997, ricordiamo) ha dimostrato di poter offrire un considerevole contributo anche in fase offensiva, attirando su di sé le attenzioni dei club più importanti d’Europa, nonché del selezionatore Low che lo ha fatto debuttare in Nazionale contro San Marino. Notevole anche la sua capacità di adattamento e la predisposizione a svolgere più compiti, qualità acquisite nelle giovanili, dove ha giocato in sette ruoli diversi.

 

 



 



 

Niklas Sule è il secondo giocatore dell’Hoffenheim (e non sarà l’ultimo) a figurare nella nostra top 11. Sule, titolare della squadra del Baden-Württemberg dal 2013/14, si è reso protagonista della migliore stagione della sua carriera, tanto che già da inizio anno il Bayern Monaco si è assicurato le sue prestazioni per la prossima stagione.

 

Alto 195 cm per 93 kg di peso, Sule ha giocato la maggior parte della stagione da centrale di destra nel 5-2-2-1 di Nagelsmann. Il fisico imponente ne caratterizza inevitabilmente l’approccio alla fase difensiva, ma Sule è un calciatore molto intelligente e contrariamente a quanto si potrebbe pensare è abile anche in fase di possesso. Quest’anno più che mai è stato chiamato a gestire il pallone, dimostrandosi sempre all’altezza della situazione, ostentando calma e compostezza, oltre che una buona tecnica individuale.

 

A 22 anni Sule è sicuramente uno dei prospetti più importanti d’Europa e il Bayern Monaco, fedele alla sua tradizione da cannibale del mercato interno, si è assicurato quello che sarà probabilmente il futuro leader difensivo della Nazionale tedesca.

 

 



 



 

Dalla sua prima stagione da professionista con la Juventus, in cui Del Neri lo impiegò per 17 volte in posizione di terzino destro, sembra essere passata un’eternità, ma Sorensen a 25 anni ha ancora gran parte della sua carriera davanti a sé.

 

Al Colonia dal 2015, il danese si è consolidato nel ruolo di difensore centrale, pur continuando a giocare all’occorrenza anche da laterale difensivo. In un torneo fisico come la Bundesliga, Sorensen ha trovato il contesto ideale dove far valere i suoi 194 cm per 88 kg di peso, vista anche la grande quantità di duelli aerei che si verificano nel corso dei 90 minuti.

 

Quest’anno è stato uno degli elementi più costanti della squadra di Peter Stoger, che ha chiuso l’anno come sesta miglior difesa della Bundesliga, con soli 42 gol al passivo. Come terzo centrale, di riserva, dobbiamo segnalare Willi Orban, il difensore del RB Lipsia che ha aggiunto tre reti ad un ottimo campionato nel cuore della difesa della squadra di Hasenhuttl.

 

 



 



 

A giugno 2016 alcuni avvicendamenti a livello dirigenziale nello Schalke 04 hanno fatto slittare il rinnovo del terzino sinistro Sead Kolasinac. All’epoca, il bosniaco non era ancora un punto fermo della squadra, ma non avergli rinnovato il contratto si è rivelato un grosso errore: dopo una prima parte di stagione da protagonista, Kolasinac ha capito di poter ambire a un salto di qualità e si è rifiutato di rinnovare l’accordo col club di Gelsenkirchen. Proprio in questi giorni ha definito il suo approdo all’Arsenal, che, tra le altre, ha superato la concorrenza di Milan e Juventus.

 

Kolasinac ha giocato da laterale sinistro nel 3-5-2 dello Schalke, ruolo che ne ha esaltato le qualità principali di potenza e resistenza che gli permettono di scattare ripetutamente e coprire la corsia da esterno a tutta fascia. Questa attitudine gli è valsa il soprannome di “Malocher”, sgobbone.

 

In questa che potremmo definire la stagione della consacrazione ha messo a segno 3 gol e offerto 5 assist nei 2070 minuti giocati, dimostrando di essere migliorato in quello che finora era il suo punto debole, cioè il contributo offensivo.

 

Come primo cambio per i terzini scegliamo Sebastian Rudy (2 gol e 7 assist quest’anno), polivalente giocatore dell’Hoffenheim che come Sule si unirà al Bayern nel mese di luglio.

 



 



 

Il calciomercato estivo ha visto il Borussia ridimensionarsi nell’immediato, ma grazie ai mirati investimenti su alcuni dei giovani più interessanti del calcio mondiale, il club giallonero si è assicurato il futuro.

 

Tra i nuovi arrivati Ousmane Dembélé è stato quello che più di tutti è riuscito a dare un contributo eccezionale già alla prima stagione. Il francese ha saputo dare continuità alla sua grande annata con il Rennes anche in Bundesliga, mettendo a segno 6 gol e servendo addirittura 12 assist ai compagni del Dortmund. Un bottino a cui ha aggiunto 2,4 tiri, 2,8 passaggi chiave e 4,5 dribbling riusciti per 90 minuti, dati che lo collocano tra i migliori esterni d’Europa per rendimento.

 

Se ce ne fosse bisogno, Dembélé, a 20 anni appena compiuti, ha rafforzato la sua posizione come potenziale top-player del futuro, pur mantenendo margini di miglioramento notevoli. Trattenere un giocatore di questo calibro dovrebbe essere la priorità per una squadra che ha appena aperto un nuovo ciclo, ma pare che

si sia fatto sotto per il giocatore.

 

Come riserva di Dembélé abbiamo scelto un altro giovane esterno offensivo, ovvero Serge Gnabry del Werder Brema, autore di 11 gol in campionato e già ufficialmente un nuovo giocatore del Bayern Monaco.

 

 



 



 

Prima di approdare all’Hoffenheim e in Bundesliga, Demirbay era salito alla ribalta per un insulto sessista rivolto all’arbitro Bibiana Steinhaus (che per inciso sarà il

nella storia della Bundesliga), che il suo club di allora, il Fortuna Dusseldorf, aveva deciso di “

” facendogli arbitrare una partita di calcio femminile.

 

La scorsa estate il centrocampista turco-tedesco è stato acquistato dall’Hoffenheim per appena 1,7 milioni diventando praticamente da subito un punto fermo della formazione di Nagelsmann, che lo ha schierato prevalentemente come mezzala destra. Centrocampista tecnico e dinamico, Demirbay ha messo in mostra caratteristiche da giocatore completo, capace di disimpegnarsi in giocate quasi da trequartista ma allo stesso tempo di far valere le sue doti fisiche.

 

È stato senza dubbio una delle rivelazioni della Bundesliga appena conclusa, mostrandosi capace di offrire il suo contributo in tutte le fasi di gioco, come confermano i 6 gol e gli 8 assist ai compagni oltre ai 2,3 contrasti vinti e gli 1,9 intercetti compiuti ogni 90 minuti.

 

 



 



 

Se Demirbay si può definire un esempio di centrocampista moderno,

può essere considerato un vero e proprio giocatore totale. Arrivato al Lipsia dal Salisburgo, altra squadra della galassia Red Bull, il guineano si è preso il centro del campo e della scena.

 

Keita è ugualmente capace di giocare davanti alla difesa o dietro alle punte e pur giocando da centrocampista centrale nel 4-2-2-2 del Lipsia si è di fatto disimpegnato contemporaneamente nei due ruoli, incarnando alla perfezione la filosofia di squadra per cui i confini tra attacco e difesa sono sempre più labili e le transizioni diventano fondamentali.

 

Centrocampista diretto e intenso, Keita ha completato 3,1 dribbling per 90, un dato praticamente da ala, oltre ad aver segnato 8 gol e servito 7 assist. Il tutto registrando un eccezionale contributo difensivo da 3,0 tackle 3,1 intercetti ogni 90 minuti, costruito facendo leva su quella agilità e quella rapidità che gli permettono di essere tra i migliori portatori di palla del campionato.

 

Con un altro solido campionato giocato tra il centrocampo e l’out difensivo sinistro, il capitano del Colonia Jonas Hector si è meritato di essere il primo cambio di Keita e Demirbay nella nostra selezione.

 

 



 



 

Forsberg è stato insieme a Keita il volto del Lipsia, capace di guidare la classifica nelle fasi iniziali della stagione e di conquistare quel secondo posto valso la qualificazione alla Champions League per la neo-promossa squadra sassone. Probabilmente nessun altro giocatore della Bundesliga è stato tanto determinante nei risultati della propria squadra quanto il 25enne ex Malmo.

 

Lo svedese non è un esterno d’attacco velocissimo, ma molto agile e sicuramente dotato dal punto di vista tecnico: per lui 2,7 dribbling completati ogni 90 minuti. Quello che realmente lo caratterizza è la sua visione di gioco e la sua creatività, tanto che in questa stagione, anche grazie ai calci piazzati, ha toccato quota 19 assist: un record nei cinque maggiori campionati Europei. In media ha creato 3,6 occasioni ogni 90 minuti, ma sotto porta ha saputo essere incisivo anche in prima persona (8 reti), pur con soli 1,9 tentativi di media.

 

Pagato appena 3,5 milioni, il 25enne è diventato inevitabilmente uomo mercato, nonostante il contratto rinnovato a febbraio.

 

Come riserva di Forsberg scegliamo un’altra al creativa, ovvero l’italiano Vincenzo Grifo del Friburgo (6 gol e 8 assist). Con 83 tiri e 71 occasioni create, solo Lewandowski è stato coinvolto in prima persona in un numero maggiore di tiri.

 

 



 



 

In estate aveva richieste milionarie dalla Cina, ma Anthony Modeste ha deciso di rimanere in Germania e al Colonia, anche per il bene del figlio malato e di rinnovare il contratto fino al 2021.

 

La scelta è stata di quelle vincenti: già all’Hoffenheim si era dimostrato un attaccante affidabile (19 gol in due stagioni), ma al Colonia il francese è letteralmente esploso segnando ben 25 reti dopo i 15 della sua prima stagione, trascinando la sua squadra fino al quinto posto. Attaccante potente ma allo stesso tempo rapido, quando non attacca la profondità sa come utilizzare il fisico per far avanzare il gioco della propria squadra. Grazie alla stazza imponente, Modeste difficilmente perde un duello aereo: insieme a Lewandowski e Aubameyang, “Tony” ha letteralmente terrorizzato le difese della Bundesliga.

 

Con la maturità dei 29 anni, Modeste, che in passato ha giocato nella Francia under-21, sta vivendo il momento migliore della sua carriera e chissà che di questo passo non arrivi anche una convocazione di Deschamps.

 

 



 



 

Quando giocava nelle giovanili del Milan, lo avevano definito l’attaccante “coi piedi quadrati”. Eppure, lasciata l’Italia, il velocista Aubameyang, capace di correre i 100 metri in 10,3 secondi, è riuscito progressivamente ad affinare anche le proprie qualità tecniche fino a diventare uno dei migliori attaccanti d’Europa.

 

Al Borussia Dortmund è stato persino più rapido di Lewandowski nell’arrivare alla quota simbolica di 75 gol: gli sono infatti bastate 117 partite, un record nella storia del club. Dopo i 25 gol della scorsa stagione che gli avevano permesso di vincere anche la scommessa fatta ad inizio stagione con il suo ormai ex-allenatore Tuchel (che aveva predetto 20 reti), Aubameyang si è superato, prendendosi il titolo di capocannoniere della Bundesliga 2016/2017 con ben 31 gol, cioè uno in più di Lewandowski. Per farsi un’idea della sua eccezionale stagione dal punto di vista realizzativo, basti pensare che in Europa solo Messi e Morata, che però ha giocato meno della metà dei minuti del gabonese, hanno concluso la stagione con una media gol senza rigori superiore di quella del gabonese (0,9 per 90 minuti).

 

Come riserva teorica bisogna scegliere Timo Werner del Red Bull Lipsia. Con 21 gol stagionali il classe 1996 è arrivato quarto nella classifica marcatori.

 

 

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