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Foto di Sascha Schurmann / Getty
Calcio Angelo Ricciardi 2 marzo 2017 5'

Prospettiva terzini: Benjamin Henrichs

Abbiamo scelto alcuni giovani terzini tra i più promettenti del panorama internazionale. Il quinto è Benjamin Henrichs.

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A prescindere dai gusti personali e dai risultanti altalenanti, anche limitando l’attenzione solamente alla simbiosi tra i principi estremi di Roger Schmidt e il nucleo di talentuosi calciatori a disposizione, il Bayer Leverkusen resta una delle squadre più divertenti e interessanti nel panorama europeo di questi anni.

 

Se Brandt e Havertz rubano l’occhio e confermano le aspettative, il giovane più sorprendente è Benjamin Henrichs. Le sue qualità sono quelle che meno ci aspetteremmo di trovare in un ragazzo di 20 anni alla prima vera stagione in Bundesliga, per di più con un passato da centrocampista che in teoria contrasta con il ruolo di terzino che svolge ora.

 

Henrichs gioca terzino destro, ma anche sinistro – nelle giovanili del Leverkusen, in realtà, ha giocato in 7 ruoli diversi, compreso il trequartista – ed è attualmente la risposta perfetta alla concezione polifunzionale che Roger Schmidt ha dell’esterno di difesa (e, se è vero l’interesse del Manchester City, non è lontano neanche da quella di Pep Guardiola).

 

 

Pressing e letture difensive

 

In pochissimo tempo Henrichs è diventato un fattore fondamentale nel sistema di pressing della sua squadra. Ha la tendenza naturale a cercare l’anticipo grazie anche a delle ottime doti fisiche: è reattivo, agile e veloce; e questo gli permette di orientarsi aggressivamente sull’avversario in procinto di ricevere palla, di uscire dalla posizione o scalare con grande efficacia.

 

Alle caratteristiche fisiche e all’attitudine verso una difesa così proattiva, unisce un’eccellente capacità analitica nelle situazioni, rara per un giocatore così giovane. Schmidt ha trovato in Henrichs un elemento prezioso che, attraverso l’elevata qualità delle letture e delle scelte di posizionamento (fosse stato più “anziano” forse avremmo detto senso della posizione), riesce a mitigare alcune fragilità strutturali del suo sistema difensivo, come una difficoltà nel coprire il lato debole che sembra parte ineludibile del suo corredo genetico calcistico.

 

 

Nell’azione qui sopra il Leverkusen perde il possesso in zona avanzata e immediatamente riaggredisce la zona palla cercando di oscurare i riferimenti del portatore: Henrichs, dal lato opposto, riconosce in anticipo la linea di passaggio libera e il conseguente varco centrale concesso agli avversari, quindi stringe verso il centro del campo stoppando il giocatore dell’Amburgo.

 

Il prosieguo dell’azione è un saggio di come la sua mobilità permetta rotazioni e recuperi difensivi anche estremi nelle transizioni negative: Henrichs può coprire anche porzioni grandi di campo in poco tempo, cercando l’intervento del pallone persino ingenuamente, fidandosi di quella resistenza che gli permette di mettere in sequenza più sforzi di seguito, e così, ad esempio, recuperare al recupero fallito, mancare un tackle sull’esterno solo per poi riuscire quello sull’interno un paio di passi dopo.

 

Le statistiche rafforzano la valutazione positiva dell’abilità – e dell’intensità – difensiva di Henrichs: è il giocatore del Leverkusen che effettua più intercetti (3.7 in media su 90 minuti di gioco e 71 totali, tra i migliori in Bundesliga) e che vince più tackles (3.7 vinti sui 5.1 tentati ogni 90 minuti, sempre tra i migliori della lega), contribuendo in modo determinante all’elevata produttività in pressione del lato destro delle “Aspirine”.

 

Benjamin Henrichs - Intercetti

 

Nonostante la spiccata propensione all’anticipo, che a volte lo fa arrivare sul pallone con poco equilibrio, e il contesto di aggressività della difesa collettiva del Leverkusen, che lo costringe ad uscire spesso e volentieri dalla posizione, che lo espone al rischio di essere superato in dribbling, Henrichs è un difensore tutto sommato versatile, capace di reggere in 1vs1 contro tanti tipi di avversari, grazie all’ottimo tempismo e alla reattività non comune.

 

 

Creazione e utilizzo degli spazi

 

Come per tutti i terzini contemporanei, anche per Henrichs è parte integrante delle sue mansioni quotidiane il contributo in fase di possesso palla. Avere nella zona laterale un giocatore con un’ottima gestione del pallone, capace di resistere alla pressione, e propenso a tagliare le linee avversarie sia con la corsa che con passaggi filtranti (ricordate che viene dal centrocampo), diventa un’arma molto utile in un sistema che lavora sovraccaricando le fasce esterne per costruire vantaggi numerici e posizionali. Non è un problema per lui giocare in spazi stretti e in tempi ridotti, vista la precisione nel controllo e nei passaggi corti. Oltre alla sua ottima conduzione palla.

 

Per via di questa grande confidenza col pallone, Henrichs viene utilizzato anche come bersaglio dei cambi gioco provenienti dal lato sinistro, che mirano ad attivare la catena laterale di destra. Oppure, stesso discorso ma opposto, può essere lui a cambiare fronte d’attacco .

 

 

Come si nota nella situazione qui sopra, dove taglia alle spalle dell’esterno avversario per ricevere il pallone negli ultimi trenta metri di campo, nel processo di adattamento al nuovo ruolo di terzino Henrichs sta mostrando una gamma di movimenti senza palla sofisticati e ambiziosi, con una profonda consapevolezza di come con la sua posizione può manipolare la struttura difensiva degli avversari.

 

In controtendenza rispetto alla velocità che ha contraddistinto il suo inserimento in prima squadra (che lo ha portato alla prima convocazione con la Nazionale maggiore tedesca lo scorso novembre), Henrichs sta ancora metabolizzando il passaggio sotto il punto di vista tecnico.

 

Andando ad analizzare anche le sue partite nelle giovanili del Leverkusen e della Nazionale tedesca, dove si caricava di più responsabilità creative, l’impressione è che stia ancora distillando i rischi nelle sue giocate preferendo un gioco più razionale in cui di volta in volta si concede il tempo di valutare le possibili alternative. Un gioco più semplice e geometrico, persino più riflessivo, ma di grande efficacia.

 

In un ecosistema fortemente dinamico, ai limiti del caotico, come quello del Leverkusen, basato sul controllo del pallone e l’immediato recupero dello stesso con il gegenpressing, Henrichs dovrà imparare a maneggiare questo ritmo diverso nelle giocate che può fare, migliorando ulteriormente l’esecuzione tecnica e calibrando la propria intensità a seconda delle situazioni. Insomma, anche se atleticamente non ha niente da invidiare a nessuno, Henrichs non è uno di quei terzini costretti a giocare sempre al massimo della velocità per compensare limiti tecnici: al contrario deve riuscire a sfruttare ancora meglio la sua capacità di rallentare e pensare da centrocampista.

 

 

Nel caso qui sopra, ad esempio, è evidente come riesca, anche all’interno di una transizione ad alta velocità, a trovare il tempo di leggere il posizionamento di avversari e compagni e ad individuare lo spazio attaccabile davanti alla linea di difesa che scappa all’indietro. Un terzino classico, al posto suo – ma anche una classica “ala pura” – avrebbe abbassato la testa e crossato, oppure abbassato la testa e dribblato.

 

E forse, in conclusione, l’aspetto più interessante è proprio quello che riguarda la sua collocazione tattica: sarebbe un peccato se l’attuale impiego come terzino dovesse diventare un limite nel processo evolutivo di Henrichs e, il contesto ideale, sarebbe proprio quello in cui la sua capacità di padroneggiare più ruoli venga sfruttata e affinata.

 

Senza allontanarsi dal contesto della Bundesliga, Kimmich e Lahm sono due esempi forti di come la polifunzionalità, intesa come capacità di operare in zone di campo diverse – e quindi in più ruoli anche nel corso della stessa partita, a seconda della situazione di gioco, cambiando la propria funzione – manipolandole senza perdere efficacia e confidenza, sia ormai una qualità indispensabile nel calcio moderno. A Henrichs non manca niente, in un calcio in cui ai terzini si chiede praticamente tutto.

 

 

Tags : terzini

Angelo Ricciardi è nato nel 1992, studia per diventare ingegnere e nel tempo libero scrive di calcio su Fuori dagli Schemi.

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