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Roberto Pizzato
I migliori over 35 del Mondiale
10 giu 2014
10 giu 2014
La formazione ideale dei più forti giocatori nati prima degli anni '80, sulla base non di opinioni personali, ma sull'imparziale e crudele statistica.
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Roberto Pizzato
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Mentre lavoravo al pezzo sui Migliori under 23 del Mondiale basato sulle statistiche, ho pensato che in fondo fosse giusto scriverne anche un altro. Se per i giovani questa è la prima Coppa del Mondo, per quelli di cui parlerò sarà quasi sicuramente l’ultima. Pensate che Faryd Mondragón esordiva con la Nazionale colombiana nello stesso anno in cui Romelu Lukaku veniva al mondo. Per gli amanti dei numeri il sito Match Story ha elaborato questo widget, che calcola la composizione delle squadre a seconda di età, leghe e club di appartenenza, esperienza internazionale dei giocatori. I dati anagrafici sono legati a una serie di fattori, e in alcuni casi evidenziano solo la generosità di madre natura nei confronti di certe generazioni rispetto ad altre. Tuttavia qualche tendenza emerge: le nazioni mediterranee e dell’America Latina sono mediamente le più anziane, mentre quelle africane e dell’Europa continentale hanno rose più giovani. Il Belgio ha appena un over 30 tra i convocati, Germania e Svizzera 3; l’Italia invece 6, Brasile e Argentina 8, il Portogallo 9. Il valore più significativo, forse quello che meglio esprime la qualità della rosa di ciascuna squadra, è il numero di giocatori che hanno partecipato all’ultima Champions League, perché denota l’esperienza ad alto livello dei singoli giocatori e di conseguenza la loro abitudine a giocare partite importanti. Non a caso la rosa della Spagna è composta solo da atleti che militano in club che vi hanno preso parte, secondo e terzo portiere inclusi. Della Germania e del Belgio invece, ciò che colpisce è che a fronte di un alto numero di giocatori che hanno partecipato alla Champions (19 tedeschi e 13 belgi) l’età media della rosa sia comunque bassa (26,3 gli uomini di Löw, 25,7 quelli di Wilmots). Più che una formazione ideale quella che trovate qui sotto è una formazione obbligata: quando inizierà Brasile 2014 infatti, saranno in totale 16 i giocatori ad aver già raggiunto i 35 anni, ma di questi 6 sono portieri. È stato quindi facile disporli con un 3-4-3 tutto classe ed esperienza, ma inevitabilmente poco dinamico (difensori, centrocampisti ed attaccanti verranno numerati: D1, D2, etc.) In questo undici sono 4 i giocatori che hanno preso parte all’ultima Serie A, 2 ci hanno giocato qualche tempo fa e uno pare arriverà dopo il Mondiale. Sempre in Italia giocano 8 dei primi dieci giocatori over 35 secondo il performance score di Squawka dei migliori cinque campionati europei.

(P) Gianluigi Buffon, Italia (Carrara, 28 gennaio 1978) Il capitano azzurro ha esordito con la maglia della Nazionale a Mosca nell’ottobre del 1997. È l’attuale recordman di presenze in maglia azzurra (140 gare ufficiali) e questo è il suo quinto Mondiale. Venne convocato anche per Francia ’98, ma non scese in campo. Inevitabile il paragone con Zoff, che nel 1970 non giocò nemmeno un minuto e fu il titolare a Spagna ‘82 a 40 anni suonati. Penultimo Mondiale? (D1) Mario Alberto Yepes Díaz, Colombia (Cali, 13 gennaio 1976) Dopo il compagno di squadra Faryd Mondragón—nato sempre a Cali, ma il 21 giugno del 1971—Yepes è il giocatore più anziano del Mondiale. El Mariscal fu tra i protagonisti della storica Copa America 2001—vinta nella finale a Bogotà contro il Messico—ma quando il portiere colombiano chiuse tra le lacrime la sua avventura a Francia ’98, il difensore dell’Atalanta doveva ancora esordire in Nazionale. Scendendo in campo Mondragón batterebbe il record di Roger Milla (42 anni e 39 giorni) per il giocatore più anziano ad aver giocato una gara dei Mondiali. https://www.youtube.com/watch?v=lBT9lUafE9I (D2) Rafael Márquez Álvarez, Messico (Zamora, 13 febbraio 1979) Rafa debuttò con El Tricolor nel febbraio 1997, quando non aveva ancora 18 anni. Fu Bora Milutinovic a lanciarlo, un allenatore che di Mondiali se ne intende, visto che ha guidato cinque Nazionali diverse in altrettante fasi finali (Messico 1986, Costarica 1990, USA 1994, Nigeria 1998 e Cina 2002). El Kaiser de Michoacán ha realizzato 15 gol in 120 partite con la Nazionale messicana e partecipa per la quarta volta consecutiva alla Coppa del Mondo. Tornato a giocare in patria, il capitano del Messico è reduce dalla vittoria nell’Apertura 2013 e dal rinnovo per un altro anno con il Club León. (D3) Daniel Van Buyten, Belgio (Chimay, 7 febbraio 1978) È al Bayern Monaco dal 2006, anche se nelle ultime stagioni non ha giocato molto. In Baviera ha vinto tutto, mentre con la maglia del Belgio ha dovuto aspettare una generazione di fenomeni per ottenere la qualificazione e tornare a giocare una fase finale dei Mondiali. Quattro le sue presenze nell’unica Coppa del Mondo disputata in carriera, quella del 2002. (C1) Giorgos Karagounis, Grecia (Pyrgos, 6 marzo 1977) Veste la maglia numero 10, ma il capitano degli ellenici gioca con la rabbia di un mastino. Inizia la sua avventura con la Grecia nel 1998, quando guida i suoi fino alla finale agli Europei U-21, persa contro la Spagna di Salgado, Guti e Angulo. L’anno seguente esordisce con la Nazionale maggiore e a Euro 2004 si prende la sua rivincita. Prima apre la fase della competizione con un gol ai padroni di casa, poi elimina la Spagna ai gironi e infine si aggiudica uno storico titolo europeo. È il giocatore greco con più presenze in Nazionale (135) e quello in Sudafrica è stato il suo primo Mondiale. Ha un unico rimpianto: aver saltato per squalifica la finale di Euro 2004. https://www.youtube.com/watch?v=LynFIvm99VU (C2) Andrea Pirlo, Italia (Flero, 19 maggio 1979) È silenzioso, pare, per lui parlano i piedi e il palmarès. Forse per trovare qualche sua giocata poco conosciuta bisogna andare a pescare un suo gol di testa, segnato nel campionato di Serie B 1996/1997. Durante l’ultima Serie A ha procurato 10 gol bianconeri (4 reti e 6 assist vincenti) e creato 68 occasioni. È uno dei pochi superstiti di un calcio elegante giocato a velocità umane in quest’epoca di atleti che corrono più veloce dei motorini. Prima di ritirarsi—cosa che per ora è fuori discussione—dovrebbe accettare la sfida di Mihajlovic, che ancora lo precede nei gol segnati in A su calcio di punizione (28 vs 25). (C3) Frank James Lampard jr, Inghilterra (Romford, 20 giugno 1978) È figlio di Frank Richard George Lampard aka Frank Lampard Sr.—bandiera del West Ham tra il 1967 e il 1985—e nipote di Harry Redknapp. La sua ultima apparizione in Coppa del Mondo coincide con una di quelle cose che succedono solo nelle partite tra Inghilterra e Germania, solo che—diversamente dalla finale del ’66—la palla era entrata davvero. Ha debuttato con la maglia della Nazionale nel 1999, ma fino al 2003 ha giocato solo amichevoli, venendo escluso dai convocati sia a Euro 2000 che al Mondiale del 2002. Nel 2006 è uno dei tre inglesi a sbagliare un rigore nei quarti di finale contro il Portogallo. Dai Mondiali del 1966 a oggi è il giocatore che ha effettuato più tiri senza mai segnare (37). (C4) Édison Vicente Méndez, Ecuador (Ibarra, 16 marzo 1979) Nel 2002 l’Ecuador è nel girone dell’Italia e lui segna contro la Croazia il gol della prima storica vittoria ecuadoriana in un Mondiale, dando tra l’altro una grossa mano agli azzurri, in quel momento sotto 1-0 contro il Messico capolista. Nel 2006 Méndez realizza complessivamente due assist vincenti e i suoi si qualificano per gli ottavi di finale. Dopo i Mondiali lo compra il PSV e finisce addirittura tra i 50 giocatori nominati per il Pallone d’oro 2006. Ora gioca in Colombia—al Santa Fe Corporación Deportiva—e questo è il suo terzo Mondiale. https://www.youtube.com/watch?v=h7xLQwc1Cco (A1) Diego Forlán Corazzo, Uruguay (Montevideo 19 maggio, 1979) Dopo l’infelice esperienza all’Inter è andato a svernare all’Internacional di Porto Alegre, dove è rimasto fino allo scorso gennaio. Ora gioca in Giappone, per i Cerezo Osaka. Ha esordito con la Celeste nel 2002, qualche mese prima di un Mondiale che non lo vedeva tra i titolari, ma nel quale ha segnato comunque un gol. L’Uruguay fu poi sconfitto dall’Australia nello spareggio valido per la qualificazione a Germania 2006. Quattro anni più tardi El Cacha viene eletto miglior giocatore di Sudafrica 2010, Mondiale del quale è anche miglior marcatore alla pari di Thomas Müller, Wesley Snejider e David Villa. (A2) Didier Yves Drogba Tébily, Costa d'Avorio (Abidjan, 11 marzo 1978) Quello brasiliano sarà il terzo Mondiale consecutivo per l’ivoriano. Nel 2010 Drogba aveva recuperato in tempi record da un infortunio al gomito, riuscendo addirittura a trovare un gol nella sfida contro il Brasile. Il bomber del Galatasaray è il capitano e miglior marcatore nella storia della sua Nazionale con 63 marcature in 101 apparizioni. Con la maglia degli Elefanti non è mai riuscito ad alzare un trofeo in carriera, sogno che ha accarezzato in occasione delle finali di Coppa Africa perse nel 2006 e nel 2012. (A3) Miroslav Josef Klose, Germania (Opole, 9 giugno 1978) Miro nasce in Polonia, ma si trasferisce in Germania con la famiglia a otto anni. Il suo nome di battesimo è Mirosław Marian Kloze e i suoi due gemelli a casa parlano il polacco. Per l’attaccante della Lazio questa è la quarta partecipazione a una fase finale dei Mondiali; non ha mai vinto ma è sempre arrivato sul podio (due bronzi e un secondo posto). Tra i bomber teutonici solo Gerd Müller ha segnato quanto lui nelle fasi finali dei Mondiali disputati (14 goal). Assieme a Teofilo Cubillas è uno dei due calciatori ad aver segnato almeno cinque reti in due Mondiali diversi, ed è l’unico ad averne fatti almeno quattro in tre edizioni differenti. Miro un record l’ha stabilito ancora prima di iniziare la Coppa del Mondo: con il gol all’Armenia è diventato il miglior marcatore nella storia della sua Nazionale, 69 reti in 132 partite.

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